lunedì 13 luglio 2009

G8 e club del golf. Davide Giacalone

Basta, ha detto Angela Merkel, vediamoci di meno e lavoriamo di più. Altri, commentando, hanno sostenuto che il G8 è morto. Tutti gli esclusi concordano. Dubito che il dilemma tolga il sonno ai cittadini del mondo, ma per farsi un’idea, sull’utilità di questi vertici, occorre considerarli in una prospettiva più ampia. I singoli problemi che vengono discussi, attorno a quel tavolo, sia quando la composizione è ristretta che quando la si allarga fino ad una quarantina di partecipanti, sono in gran parte predigeriti e le conclusioni fissate in anticipo. Non potrebbe essere diversamente, considerata la quantità e la delicatezza delle questioni affrontate, oltre alla caratura ed al numero di coloro che prendono la parola. Insomma, che ci voglia meno tempo a stabilire come affrontare la crisi economica rispetto a quello necessario per impiantare un’antenna condominiale, suona paradossale anche alle orecchie di chi non fosse aduso alla diplomazia. Gli accordi finali, del resto, risentono delle lunghe e laboriose preparazioni, nel corso delle quali si cerca di far convivere esigenze ed idee opposte. Sul clima, ad esempio, s’è detto che l’accordo ha una portata “storica”. Qualificazione che si presta a considerazioni ironiche: fissato il riferimento climatico base al 1880, si stabilisce che la temperatura non deve artificialmente salire per più di due gradi, ma fin qui sarebbe salita di soli 0,8 gradi, e ciò significa che la si può ancora arroventare per più di quanto fin qui fatto. “Storico”, pertanto, è forse esagerato. Ma è, pur sempre, il migliore accordo possibile, perché i Paesi in via di sviluppo, Cina in testa, se la ridono all’idea che noi si voglia imporre loro quel che nessuno ha imposto a noi nel corso del nostro processo di industrializzazione e gli stessi Stati Uniti, fino a L’Aquila, non volevano sentirne parlare. Ed è sommamente ridicolo che l’Onu protesti, parlando di un presunto fallimento, giacché quando il tema è stato affidato alle cure burocratiche del palazzo di vetro (ben riscaldato d’inverno e ben raffreddato d’estate, a tutto detrimento del clima circostante) non s’è ottenuto neanche questo.
La vera utilità del G8, a ben vedere, risiede nella possibilità di intessere rapporti personali, bi e multilaterali. Il che vale sia per i leaders, che per i rispettivi staff. I più bravi non sono tanto quelli che fanno l’intervento più rotondo e ficcante, visto che la platea non è incline né all’emozione né alla commozione, i più bravi sono quelli che riescono ad aumentare la confidenza personale e la possibilità, fin dal giorno successivo, di alzare il telefono e chiamare per risolvere problemi particolari, di minore portata globale, ma di maggiore interesse nazionale. Da questo punto di vista la prova italiana è migliore che nel passato, anche perché favorita da una sempre più globale e marcata (benché non necessariamente positiva) personalizzazione. Per molti anni la nostra diplomazia governativa è stata incarnata da uomini, pur di grande valore, incapaci di intessere rapporti altro che con i propri elettori. Kissinger scrisse chiaramente che Aldo Moro non riusciva neanche a capirlo, e la responsabilità non era dell’interprete. Oggi è molto cambiata l’idea stessa della politica e delle relazioni internazionali. Quel che sembrò straordinario nell’intesa umana, creata durante una passeggiata, lontano dalle spie, fra Reagan e Gorbaciov, è, oggi, la norma. Il che, naturalmente, non cancella affatto il ruvido confronto fra interessi ed idee diverse, ma consente di valorizzare più velocemente i punti di contatto. Si potrebbe dire, con tutto il rispetto, che il G8 sta alla politica internazionale come il club del golf sta al mondo degli affari: sono noiose le mazze, le buche e le palline, ma la sera, davanti al caminetto, con un bicchiere in mano, il fatturato può crescere assai più che grazie ai pagati e talora inutili consulenti. Il G8 de L’Aquila è riuscito bene per quel che doveva e poteva (con la dolorosa eccezione del capitolo iraniano). La consuetudine non è morta affatto, ma per continuare ad essere utile ha bisogno di allargarsi.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Cossiga: "Per piacere agli inglesi Silvio cambi sarto"



Roma - Prima il «Times», poi la Bbc, ora spara anche il «Guardian». Presidente Cossiga, che sta succedendo? Il Regno Unito, o almeno i media inglesi, han dichiarato guerra a Berlusconi e al suo governo?
«Sono tutti all’attacco, non solo i giornali inglesi».

L’universo mondo, contro il leader della piccola Italia?
«Si può partire dall’interpretazione mercantile, anche se la gente non crede ai poteri economici: avendo ripudiato il marxismo perché lo collega ai gulag e allo stalinismo, vuole cancellare qualunque traccia dell’influenza dell’economia e del capitalismo, e dunque dimentica quanto già Marx diceva, cioè che i conflitti più duri non sono fra il padronato e il proletariato, come un tempo si chiamavano, bensì quelli dei capitalisti fra di loro».

Se l’obiettivo è il capitalista Berlusconi, chi sono gli altri capitalisti dello scontro?
«Non per nulla, Murdoch viene chiamato “lo squalo”. E quanti lamentano l’influenza di Berlusconi sulla stampa, non sanno che questa è una cosa normale. Quando gli addetti stampa di Churchill gli consigliarono di parlare col direttore di un grande giornale per accattivarselo, lui rispose che il Primo ministro di Sua Maestà britannica non parla coi giornalisti, parla con la proprietà. E non si può dire che Churchill non fosse un democratico. A me poi, fa anche un po’ ridere questa storia di Berlusconi “padrone della stampa”... A parte due o tre testate, la stragrande maggioranza dei quotidiani obbedisce ad altri padroni. Adesso, poiché bisogna dare una mano alla famiglia Fiat e a Marchionne, si sono un po’ calmati, ma altrimenti da Repubblica al Messaggero sono tutti contro di lui».

Non divaghiamo presidente, se ci fermiamo al cortile di casa nostra, ci impallinano.
«Non stiamo divagando, è che la gente è diventata talmente spiritualista che non crede più alla forza del denaro. E certamente Murdoch a Berlusconi l’ha giurata. Innanzi tutto gliel’ha giurata quando sperava che gli vendesse Mediaset e non l’ha fatto. Poi quando gli ha aumentato l’Iva mentre avrebbe preferito che la diminuisse a Mediaset. Non gli perdona il digitale terrestre, e soprattutto che la decisione di sfilare anche i canali Rai dalla piattaforma Sky sia stata presa dalla amministrazione nominata dal governo Prodi».

Anonimo ha detto...

La motivazione mercantile però non basta, a spiegare un attacco generale.
«L’altra questione è che Berlusconi si dà troppo da fare. Agli Stati Uniti, che costui si metta in mezzo a voler fare l’arbitro amichevole compositore, il mediatore, il paciere fra l’America e la Russia, non fa mica tanto piacere. Naturale che a Obama girino le scatole: ragazzino lasciaci lavorare. E che dovendo badare all’interscambio tra Italia e Iran, noi ci si impicci degli affari iraniani che Obama considera roba sua, anche questo rompe le scatole. Ma cosa vuole che importi a tutti costoro, anche alla signora Merkel - che pure ha avuto un’educazione seria, quella della Ddr e non si può escludere che sia stata collega e amica di Putin già quand’era residente a Lipsia del Kgb - della morale privata di Silvio?».

Compreso: sono strumenti di guerra.
«Sì, ragazzino lasciaci lavorare. Lasciaci lavorare tra israeliani e palestinesi, lasciaci lavorare con l’Iran e lasciaci lavorare anche con l’Unione europea. Così una parte è la causa mercantile, l’altra è la causa politica, e l’altra è il fatto di questo ragazzino che non fa parte dell’establishment, non ha una carriera politica come gli altri, non ha mai fatto il ministro di nulla. Infine ci sono gli italiani, che sono sempre contro i governanti del loro Paese».


E com’è che l’attacco parte dalla perfida Albione?
«In primo luogo perché lì c’è il Times, che è di Murdoch. Poi si deve tener presente che gli inglesi, dagli operai ai lord, sono tutti snob: e tutto si può dire, salvo che Berlusconi sia snob. Non per altro va in giro con un abito blu e un maglioncino nero, contravvenendo ad ogni canone dell’eleganza. Dovrebbe prendere un sarto inglese, mettere camicie a righine e mai bianche, ogni tanto la barba non curata, e mai, mai lo smoking nuovo. I lord inglesi sfoggiano smoking di quarta mano e fanno indossare le loro scarpe nuove alla servitù».

Più attenzione a queste cose e meno comunicati di vibrata protesta, è questo il suo consiglio?
«Tutte queste cose, nella politica contano più di quanto si creda. E soprattutto, ragazzino lasciaci lavorare».

Insomma, se ne stia calmo il nostro presidente del Consiglio, e forse l’Italia non sarà espulsa dal G8 come minaccia il «Guardian»?
«Ma via, ci espellono dal G8? A parte che questo G8 non conta nulla e lo ammettono tutti, ma a proposito sa che cosa ho appreso? Che questa mattina Franceschini è andato al santuario del Divino Amore e Franco Marini è andato in pellegrinaggio a Montecassino. Per invocare una scossa di terremoto, ma senza vittime. E l’amica direttore del l’Unità ha già pronta l’edizione straordinaria, dove spiega che il terremoto è colpa di Berlusconi».

di Gianni Pennachi.

VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

L'uomo, un imprenditore di 61 anni, aveva continuato a cercare la donna
anche quando la loro storia era finita. La pedinava, nonostante una denuncia
Savona, spara all'ex amante e si uccide
Lei lo aveva lasciato, lui non lo accettava
I cadaveri sono stati trovati dal padre della vittima, che ha cercato la figlia
per un giorno intero. Erano nell'auto dell'assassino. Disposta l'autopsia

SAVONA - Ha ucciso l'amante che lo aveva lasciato e non voleva saperne di tornare con lui, e poi si è suicidato. Roberto Tobia, savonese, 61 anni, grossista di carburanti, domenica pomeriggio ha esploso contro Miriam Tambaro, 33 anni, alcuni colpi con una pistola calibro 38 non denunciata, colpendola alla nuca e a un braccio, poi si è ucciso a sua volta con un colpo alla testa.

Quella tra Miriam Tambaro, madre di un bimbo di sei anni, commessa in un panificio, e Roberto Tobia era stata una storia burrascosa, segnata da numerosi litigi e alla quale si alternavano momenti di separazione e temporanee riconciliazioni. Miriam Tambaro aveva allora deciso di interrompere la relazione, ma Tobia non era riuscito ad accettarlo e aveva continuato a cercare la donna supplicandola di tornare con lui.

A casa dell'uomo i carabinieri hanno addirittura trovato un'agenda sulla quale Tobia aveva annotato tutti gli spostamenti di Miriam, un vero e proprio pedinamento dettato probabilmente dall'ossessione per quella storia d'amore ormai finita. Ma dopo tante insistenze domenica pomeriggio Miriam si era fatta convincere ed è andata a incontrare Roberto per spiegargli ancora una volta che lei quella storia non voleva più continuarla.

L'appuntamento era nel parcheggio antistante l'ospedale San Paolo in località Valloria. La donna è salita a bordo del pick-up grigio scuro metallizzato e ha trovato la morte. A scoprire i due cadaveri è stato il padre di Miriam, Salvatore, che ha cercato la figlia per 24 ore di fila, fino a ieri sera, pochi minuti dopo le 22 quando dopo aver girato tutta la città ha individuato l'auto dell'ex amante della figlia.

Roberto Tobia aveva già mostrato segni di instabilità, la Procura della Repubblica, infatti, aveva emesso un provvedimento di sequestro delle armi in suo possesso a seguito di una querela per minacce e maltrattamenti presentata proprio da Miriam Tambaro. Poi la ragazza aveva rimesso la querela e il provvedimento era rientrato. Intanto sul caso stanno indagando gli inquirenti, mentre il magistrato di turno ha disposto l'autopsia sulle due salme.

VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

STRASBURGO - "Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano". Clemente Mastella esterna il suo disappunto per le nuove "durezze" a cui sono sottoposti i 736 eurodeputati. "Si prende meno che in Italia". Lo urla in ascensore, sventolando furioso le carte che via via gli porgono i suoi assistenti. Studia i chilometraggi. Chiede a Cristiana Muscardini, storica eurodeputata di An, ora nel Pdl assieme all'ex ministro di Prodi, come funzionino le firme-presenze per essere pagati.

Per albergo e vitto la Ue paga ai deputati 295 euro al giorno. Più una correzione legata alla durata del viaggio e alla distanza fra casa e aeroporto (tre euro al chilometro). Fino a questa legislatura gli euro erano 250: l'aumento è legato alla nuova normativa scattata all'Europarlamento. Da quest'anno tutti i deputati guadagnano uguale: 7.666,31 lordi al mese, indicizzati sull'inflazione. Al netto, sono 5.700 euro. Con pensione dopo cinque anni, finito il mandato. Finora invece gli stipendi erano equiparati a quelli dei parlamentari nazionali: gli italiani erano i Paperoni e adesso prendono meno; ma per lituani, bulgari, e molti altri è una pacchia.

Nel conto, poi, ci sono 4.402 euro al mese per spese generali: vere o no, non si deve dimostrare nulla. Solo essere presenti in aula almeno sette volte all'anno. Altri 17.570 euro mensili, invece, sono per l'indennità di segreteria: stipendi e spese degli assistenti scelti dal deputato. Finora anche questa cifra era intascata senza ricevute, magari per collaboratori condivisi fra deputati.

I biglietti aerei per la prima volta non sono rimborsati a forfait: i rimborsi di business class per biglietti low cost o per viaggi di gruppo in auto erano prassi diffusa. Così ora è obbligatoria la ricevuta. Idem per la benzina: 0,49 euro al km. Infine, 4.148 euro sono destinati a viaggi fuori dai rispettivi Stati e 149 euro al giorno, hotel escluso, per missioni extra-Ue. Finisce così l'escamotage di incassare 1.500 euro in nero a settimana per i viaggi aerei che i deputati compiono per le tre settimane mensili di sedute a Bruxelles o Strasburgo. Alcuni, peraltro, si facevano vedere all'Europarlamento anche la quarta settimana, quella destinata al collegio di casa. Altri 1.500 euro.

VIVACOSSIGA

maurom ha detto...

Per favore basta insulti e ping pong tra commentatori!

Anonimo ha detto...

Allora cancella i commenti 3 e 4 , scritti da un importunatore che mi ha preso il nome e continua a scrivere cazzate.

VIVACOSSIGA

maurom ha detto...

Tu cambia nome o scegli l'identità registrandoti in: Nome/URL.

Anonimo ha detto...

D accordo.
D ora in poi utilizzerò VIVACOSSIGA solo per interviste interventi e articoli dell illustre presidente .
Tutti gli altri articoli commentati VIVACOSSIGA saranno da ora in poi dei falsi e spero li scancellerai.
Per il resto vedrò di cambiare nome e identità , anche se mi dispiace per quello che si è venuto a creare...

VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

D accordo.
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Per il resto vedrò di cambiare nome e identità , anche se mi dispiace per quello che si è venuto a creare...

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Anonimo ha detto...

D accordo.
D ora in poi utilizzerò VIVACOSSIGA solo per interviste interventi e articoli dell illustre presidente .
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