mercoledì 8 luglio 2009

La vera immagine di un Paese. Sergio Romano

Nelle battaglie italiane anche la politica estera finisce spesso, malauguratamente, nell’arena dove il governo e l’opposizione, per la maggiore gioia dei loro tifosi, preferiscono lanciarsi accuse reciproche piuttosto che accordarsi su linee comuni. Non vorrei che accadesse anche in occasione del G8 dell’Aquila dove i giudici di gara e i segnalinee non sono italiani e potrebbero avere interesse, soprattutto in questo momento, a fischiare i nostri falli. Questa è l’occasione in cui gli italiani hanno interesse a ricordare che nei grandi incontri internazionali il governo, al di là di polemiche e vicende personali, piaccia o no, rappresenta l’intero Paese. Se ne esce a testa alta è una vittoria per tutti, se ne esce male siamo tutti sconfitti.

Non credo d’altro canto che l’Italia, in questo momento, debba vergognarsi della sua politica internazionale. Abbiamo alcune debolezze che sono il risultato di vecchi errori e di obiettive condizioni di bilancio. Spendiamo poco per le forze armate. Non siamo riusciti a mantenere gli impegni assunti verso i Paesi in via di sviluppo. Siamo più bravi a declamare i protocolli di Kyoto che a rispettarne gli obblighi. Ma abbiamo sempre avuto, anche quando l’espressione non esisteva, un certo soft power che giova al nostro ruolo internazionale. Nelle zone di crisi dell’ultimo decennio, dalla Jugoslavia all’Afghanistan, siamo stati presenti con uomini e donne che hanno fatto scrupolosamente il loro dovere e creato sentimenti di simpatia per il loro Paese.

In Libano, durante la guerra del 2006, il governo è riuscito a creare una forza internazionale che ha giovato, se giudichiamo dal risultato delle ultime elezioni, alla stabilità della regione. E’ facile ironizzare sull’Italia che gioca contemporaneamente su molti tavoli e riesce a essere amica di tutti. Ma chiunque abbia occasione di andare in giro per il Mediterraneo e il Medio Oriente si accorge che abbiamo un credito e una simpatia che possono servire sia all’Unione mediterranea di Nicolas Sarkozy, sia alla nuova politica di Barack Obama verso l’Islam. Gli accordi con la Libia, anche se momentaneamente appannati dallo stile operettistico di Gheddafi, sono utili per tutti, non soltanto per noi.

Chi scrive ha molti dubbi sulla utilità della personalizzazione delle relazioni internazionali, ma deve riconoscere che i rapporti di Berlusconi con Putin e con Erdogan, negli anni in cui George W. Bush era poco amato in Russia e in Turchia, sono serviti a tenere aperti i canali di comunicazione e a raffreddare alcuni momenti di tensione. Vi è poi un’altra carta che l’Italia può giocare sul tavolo della politica internazionale. Abbiamo un alto debito pubblico e facciamo fatica ad adottare le riforme di cui abbiamo bisogno. Ma nei momenti più gravi della crisi del credito abbiamo dimostrato di avere una società parsimoniosa e flessibile, un decoroso sistema bancario e un buon senso finanziario di cui altri Paesi sono stati privi.

Dopo una fase, nella prima metà del decennio, in cui il governo sembrava voltare le spalle all’Europa, siamo stati più europeisti di alcuni nostri partner. Al vertice dell’Aquila l’Italia e la Germania portano idee che meritano di essere ascoltate e discusse. Non sono sicuro che il G8 sia l’organizzazione più adatta ad affrontare i problemi dei prossimi anni. Ma se mi guardo attorno e confronto la politica italiana con quella di altri Paesi, non credo che siano soltanto sette quelli che hanno il diritto di farne parte. (Corriere della Sera)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"I NOSTRI SUCCESSI INTERNAZIONALI IN CERTI AMBIENTI DANNO FASTIDIO"

FRANCO FRATTINI «I nostri successi internazionali in certi ambienti danno fastidio»


«È un attacco se possibile ancora più vergognoso di quelli portati avanti in queste settimane, che prende di mira la dignità e l`immagine dell`Italia».

Addirittura? «Sì, ne sono assolutamente convinto. Il Guardian ha lanciato un`accusa infondata e pubblicato una notizia senza averla verificata, andando control`«abc»di ogni giornalista degno di rispetto».

Ministro Frattini, da titolare della Farnesina sembra poco diplomatico.

«Sarà, ma siamodinnanzi a una buffonata di chi non capisce nulla di politica internazionale».

Quindi, l`Italia non rischia di certo l`espulsione dal Ge per ipotetiche carenze organizzative.

«Figuriamoci, Si tratta di grossolane cantonate, dietro cui si nasconde il vero obiettivo di certa stampa britannica - non certo del governo inglese - abituata a raffigurarci con pizza e mandolino».

Quale sarebbe l`obiettivo? «Contrastare il nostro ruolo sulla scena internazionale, ingombrante per certi versi, maturato negli ultimi dodici mesi grazie all`azione del governo Berlusconi.

Già, mentre l`esecutivo Prodi s`imboscava, così tutti gli lisciavano il pelo, noi diamo fastidio».

Per quale motivo:

«Lu ripeto: pe- il ruolo di prime Paiano avuto iii diversi contesti. Basti ricordare i` rapporto diretto con Russia,Turchia, Israele e Libia, così come l`organizzazione della conferenza internazionale sulla riforma dell`Onu, tenutasi perla prima volta a Roma, a cui parteciparono le delegazioni di 70 Paesi. E poi..

Prego.

«Non dimentichiamo pure l`azione d`apertura nei confronti dell`Iran, sempre osteggiata dalla stampa inglese. Una chiave giusta, la nostra, testimoniata dalla posizione in materia tenuta da Barack Obama.

Quindi, per capire cosa sta succedendo, basterebbe fare una semplice domanda aperta ai lettori».

Per chiedere?

Anonimo ha detto...

«Chi poteva davvero immaginare che una sintonia così forte ad esempio con la Russia, vedi il dossier energia, o con la Libia, versante gas, non desse fastidio a qualcuno?».

Torniamo al «Guardian»: gli sherpa Usa avrebbero preso il controllo dell`agenda del G8 in programma da oggi all`Aquila, per evitare caos e ritardi.

«Hanno preso fischi per fiaschi».

In che senso? «La conference call a cui alludono, svoltasi effettivamente alcuni , giornifa, aveva come obiettivol`organizzazione del G20, non del G8. Quindi, hanno preso di mira il coordinamento britannico.

Insomma, c`è stato «fuoco amico», visto che hanno sparato contro il loro governo.

Ma non finisce qui, la lista di errori è lunga».

Continui.

«Tutto il mondo ha capito, apprezzato, questa sorta di miracolo che intendiamo compiere, portando i Grandi del mondo nella terra del dolore, nonostante fosse già tutto pronto nella splendida sede della Maddalena. E cosa fa di contro il giornale inglese? Sbeffeggia, offende la sensibilità italiana davanti a una tragedia, con insulti che vanno respinti con disprezzo. Senza contare che viene preso di mira pure il sistema collegiale del G8».

A cosa si riferisce? «Il Guardian, non nuovo a infortuni del genere, dimentica che al G8 si lavo- ra insieme. Non c`è un capo e la presidenza di turno regola il traffico, semmai propone, ma non decide da sola».

In definitiva, si prenderebbe di mira il premier per colpire l`Italia? «C`è una grande rete, fuori e dentro il nostro Paese, di nemici dell`Italia, Paese che viene invidiato. E si tende a colpire entrambi, anche perché il presidente del Consiglio ha una caratteristica che non viene, diciamo così, gradita».

Quale sarebbe? «II fatto fortuna nella vita, è amato dalla gente. in più, è l`unico leader al governo che ha vinto anche le elezioni amministrative, perse invece da Zapatero e Brown, non vinte da Merkel e Sarkozy».

Circola voce che stiano per uscire altre fotografie, magari all`estero, allo scopo di mettere in imbarazzo Berlusconi.

Teme possano venire pubblicate nelle prossime ore, con il summit in corso? «Sono mesi che tentano di attaccarlo con strumenti giudiziari, prostitute, interviste comprate. E in futuro arriveranno magari fotomontaggi. È stato fatto quanto di più vergognoso e nefando possibile. Cosa può succedere d`altro? In ogni caso, gli italiani sono troppo intelligenti per cadere nel tranello».

Sempre in tema vertice, s`è ipotizzato un «Piano B» in caso di terremoto? «Non se n`è mai parlato, non esiste.

Ma è una vergogna che ci sia qualcuno che speri nell`arrivo di una bella scossa del quinto o sesto grado.

Questi signori facciano il tifo a casa loro».

Vincenzo La Manna

Anonimo ha detto...

Da ora in poi VIVACOSSIGA verrà usato solo ed esclusivamente per le interviste, gli scritti e gli interventi dell illustre senatore a vita,come questa qui sotto riportata ,tutto il resto sarà da considerarsi falso ed opera dell importunatore.

Con Reverenza

VIVACOSSIGA