giovedì 2 luglio 2009

Seguendo la stampa. l'Occidentale

“Intrattenere rapporti amichevoli e conviviali con i magistrati” Dice Concita De Gregorio sull’Unità (2 luglio) Niente signorine, niente magistrati, al povero Berlusconi sarà concesso di andare a cena solo con Bondi e Cicchito?

“Bersani vuole essere e sarà l’uomo della rassicurazione” Dice un corsivo di Europa (2 luglio) La famosa rassicurazione Runipol?

“Debora Serracchiani, una quarantenne che si presenta come giovane” Dice Peppino Caldarola sul Riformista (2 luglio) Bè, c’è stata anche la D’Addario, minorenne di 42 anni

“Ho in mente un partito dove c’è rispetto per la generazione precedente e quelli che vengono prima considerano loro compito aprire la strada alle nuove generazioni sostenendola e accompagnandola” Dice Pierluigi Bersani alla Repubblica (2 luglio) Max, quello che viene prima, non solo sostiene e accompagna Pierluigi, gli toglie anche la saliva dal bavaglino

“Per me la procura di Bari è un punto di riferimento” Dice Nichi Vendola alla Repubblica (2 luglio) Finita la gloriosa Unione sovietica, con la Cgil conciata com’è conciata, uno si accontenta di quello che passa il convento: persino della procura di Bari

16 commenti:

Anonimo ha detto...

perchè veramente Berlusconi va a pranzo con Cicchitto? e di cosa parlano di P2?
e con Bondi? boom!!...del nulla....

BONDI











BONDI









BONDI...







Ad una misteriosa commessa della Camera

Dolente fulgore
Mite regina
Misteriosa malia
Polvere di stelle

Anonimo ha detto...

BOLDI...

Anonimo ha detto...

Conti pubblici in rosso,
deficit mai così alto dal 1999
Nel primo trimestre 2009 il rapporto con il pil è salito al 9,3%



SEGUENDO LA STAMPA... CHE L'OCCIDENTALE OMETTE DI SEGUIRE

AndreaCati ha detto...

Complimenti per il lavoro, spero di racimolare del tempo per leggere ancora con più calma i post precedenti.
Se ti va partecipa anche al mio!

AndreaCati ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

AndreaCati ha detto...
Complimenti per il lavoro, spero di racimolare del tempo per leggere ancora con più calma i post precedenti.
Se ti va partecipa anche al mio!

maurom ha detto...

Grazie della visita, Andrea.
Verrò a trovarti, quando potrò.

Anonimo ha detto...

Conti pubblici in rosso, deficit mai così alto dal 1999 Nel primo trimestre 2009 il rapporto con il pil è salito al 9,3% SEGUENDO LA STAMPA... CHE L'OCCIDENTALE OMETTE DI SEGUIRE

Anonimo ha detto...

Deficit/Pil al 9,3%
Conti pubblici, Tremonti fa una politica tutta in difesa ma servono le riforme

di
Piercamillo Falasca
3 Luglio 2009

Secondo l’Istat, il rapporto deficit/Pil ha raggiunto nel primo trimestre del 2009 il 9,3 per cento, a fronte del 5,7 dello stesso periodo del 2008. I numeri vanno letti con assoluta cautela, per evitare giudizi affrettati (il primo trimestre, come noto, è caratterizzato da un basso livello di entrate rispetto agli altri periodi dell’anno), ma è bene che questi dati rappresentino un salutare campanello d’allarme. A fine 2009, infatti, il deficit rischia seriamente di attestarsi oltre quel 4,6 per cento stimato dalla Relazione Unificata sull’economia e la finanza (Ruef) appena due mesi fa e, molto probabilmente, supererà anche il 5,4 per cento stimato dal Fondo Monetario Internazionale.

D’altro canto, gli stessi dati sul fabbisogno del primo semestre (49,5 miliardi, contro i 24 dello stesso lasso di tempo del 2008), diffusi dal Ministero dell’Economia, portano a credere che il passivo 2009 sarà superiore a quello stimato dalla Ruef di aprile di almeno 10 miliardi di euro. Rebus sic stantibus, il debito pubblico raggiungerebbe quota 116,5 per cento, almeno due punti percentuali in più rispetto alle stime governative primaverili.

Anonimo ha detto...

Di chi è la colpa? E’ inutile dire che pesa anzitutto la recessione economica. Contrariamente a quanti hanno continuato a recitare la filastrocca “In Italia va meglio che negli altri paesi”, la contrazione dell’economia italiana è tra le più preoccupanti dell’area euro. Se le previsioni di finanza pubblica della Ruef si basavano su una ipotesi di riduzione del Pil del 4,2 per cento, le ultime rilevazioni della Banca d’Italia e del FMI indicano nel 5 – 5,5 per cento una forchetta più plausibile. E la crisi economica porta con sé il calo delle entrate. Secondo la stessa Ruef, circa il 97 per cento del minor gettito che si avrà nel 2009 rispetto alle stime della Relazione Previsionale e Programmatica (Rpp), realizzata con i dati disponibili a settembre 2008, “ha carattere ciclico, ossia è dovuto ad una riduzione automatica delle entrate fiscali a seguito della peggiorata congiuntura economica”.

Anche il trend di spesa è peggiore di quanto si pensasse lo scorso autunno. Secondo Tito Boeri e Pietro Garibaldi (“Le conseguenze dell’immobilismo”, 5 maggio 2009, lavoce.info), buona parte di queste maggiori uscite sono dovute ad una “massiccia operazione di redistribuzione di risorse a favore del pubblico impiego e dei percettori di pensioni”. Nonostante il calo del Pil, infatti, la spesa pensionistica e le risorse ad appannaggio del pubblico impiego continuerebbero a salire, assorbendo una quota sempre più consistente del reddito totale.

Insomma, se pure va dato atto al Governo Berlusconi – e al ministro Tremonti in particolare – di aver saputo resistere a tentazioni di spesa, scegliendo di finanziare le più importanti misure adottate negli ultimi dodici mesi con variazioni di bilancio e non con la “produzione” di nuovo deficit, non si può elogiare l’immobilismo. Perché se è vero che il “non fare” ha permesso il “non fare danni”, è altrettanto vero che le condizioni strutturali del settore pubblico sono capaci esse stesse di determinare un aggravamento della crisi.

Da un lato, il graduale deterioramento dell’economia avrebbe necessitato di una svolta liberale, fatta di liberalizzazioni e apertura dei mercati, in grado di produrre un positivo effetto anticiclico. In un certo senso, non potendo per evidenti ristrettezze di bilancio pensare di tagliare le tasse, il Governo avrebbe potuto ridurre la gravosa tassa dell’eccessiva regolazione. Dall’altro lato, proprio sui grandi comparti di spesa – le pensioni, il pubblico impiego, la sanità, gli enti inutili – si sarebbe dovuto incidere con coraggio, scegliendo la crisi come momento “propizio” per riforme e snellimenti quanto mai necessari. Non lo si è fatto, accettando che la crisi determinasse una redistribuzione implicita di risorse a vantaggio dei (soliti) iper-garantiti e a danno dei (soliti) precari, sulle cui spalle si poggia tutto il peso dell’aggiustamento.

“Un paese che mira solo a congelare lo status quo – ha scritto Mario Seminerio (“Come e perché in Italia anche la crisi è un’anomalia”, 25 giugno 2009, Liberal Quotidiano) - è condannato al declino, ed a raggiungere rapidamente condizioni di crisi sociale profonda”. Un giudizio perentorio, ma assolutamente condivisibile: la tentazione di attendere la ripresa economica è un lusso che l’Italia non può permettersi. Ed è bene che il Governo abbandoni questa piacevole illusione.

Anonimo ha detto...

Come vedi "l occidentale" non omette un bel nulla.
E adesso , per cortesia , non venire più a romperci i coglioni con i tuoi giochetti del cazzo.

VIVACOSSIGA e vivaloccidentale.

Anonimo ha detto...

infatti se non lo avessi incollato nessuno lo avrebbe letto, perchè a Maurom qualsiasi notizia contraria al Governo non deve passare (altrimenti è tacciata di comunismo)

Anonimo ha detto...

ma non rompere i coglioni

VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

altrimenti che fai?
pubblichi le mie foto a villa certosa con il nano che festeggia un matrimonio finto?

ma falla finita
VIVALAGNOCCA

Anonimo ha detto...

"intrattenere rapporti amichevoli e conviviali con i magistrati"

"Costituzione, art. 111:
Ogni processo si svolge nel contradditorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo e imparziale.

Codice di procedura civile, art. 51: Il giudice ha l'obbligo di astenersi ... se è CONVIVENTE o COMMENSALE ABITUALE di una delle parti o di alcuno dei difensori.

Corte costituzionale- Delibera 7 ottobre 2008 - Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale (G.U. 7 novembre 2008, n. 261), art. 29: Astensione e ricusazione dei giudici. - 1. Nei giudizi di cui alle presenti norme integrative non trovano applicazione cause di astensione e di ricusazione dei giudici.

Che dire, la delibera della Corte appare di dubbia compatibilità proprio con un fondamentale principio della Costituzione, quello del GIUSTO PROCESSO.
In certi casi la presunzione (assoluta) d'imparzialità dei suoi componenti vacilla, quanto meno sotto il profilo dell'apparenza.

di Nicola Saracino

Anonimo ha detto...

Da ora in poi VIVACOSSIGA verrà usato solo ed esclusivamente per le interviste, gli scritti e gli interventi dell illustre senatore a vita,come questa qui sotto riportata ,tutto il resto sarà da considerarsi falso ed opera dell importunatore.

Con Reverenza

VIVACOSSIGA