...Leggendo Repubblica di ieri ci siamo imbattuti in una tesi di Giuseppe D’Avanzo che è la seguente. Testualmente: «Se le accuse a Berlusconi di Ciancimino sono “fondate”, quelle accuse sono catastrofiche per la nostra democrazia... Se menzognere e maligne indicano che contro il capo del governo è in atto un’aggressione ricattatoria che fa leva su alcune oscurità della sua avventura umana e professionale». Faceva prima a dire così: se non è zuppa, è pan bagnato. Cioè: io dico una menzogna su di te, però la dico perché penso che tu abbia delle zone oscure nella tua vita, e siccome lo penso io, la menzogna diventa verità. Che casino. Ma uno non farebbe prima a dire: secondo me Berlusconi è mafioso e non mi chiedete il perché, perché è certamente così? Sarebbe tutto più chiaro e ci sarebbero meno contorcimenti. Come si fa a dire che se delle accuse sono fondate è un disastro, se sono menzognere e maligne lo sono perché è oscura la vita di chi viene accusato? La menzogna è proprio lì: nell'affermare che ci sono vicende oscure.Siamo arrivati a un punto tale di intorcinamento che su Berlusconi, ormai, non conta più la fondatezza dell'accusa, basta che sia un'accusa e, in quanto tale, va bene per il giudice, va bene per la stampa, va bene per tutti...
Il pezzo sopra riportato è parte di un articolo di Paolo Del Debbio sul "Giornale" di oggi.
C'è da rabbrividire a leggere quello che Giuseppe D'Avanzo, che dovrebbe essere un giornalista, pensa e scrive di Berlusconi.
Odio allo stato puro trasuda da ogni parola di questo personaggio che, come tantissimi, ha fatto fortuna attaccando il Presidente del Consiglio senza posa e senza ritegno.
Non mi consola il fatto che il disprezzo profuso da questo individuo nei confronti del centrodestra sia largamente ricambiato e sono certo che il non apparire in televisione oltre alla quasi totale mancanza di sue fotografie, gli risparmi qualche guaio.
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19 commenti:
SU D'Avanzo non ricordo se vi ho gia' segnalato questo articolo (lo trovate anceh su Libero Reporter)
http://www.cielilimpidi.com/?p=438
Basta e avanza a quelificare il personaggio.
Luigi
Grazie Luigi
Qualche guaio?
Ma questo non è il partito dell'amore?
che brutta cosa è l"invidia che porta a odiare chi ha saputo ,con il lavoro, ottenere ciò che non è saputo ottenere quella persona (D;Avanzo) credo che sia molto triste il suo vivere,farebbe bene a cercare di essere più sereno nel giudicare forse si sentirebbe molto meglio, e vedrebbe la vita sotto un altra luce. m t
Condivido il tuo commento, m.t.
Manca un commento su Bertolaso e amici
Milano, arrestato per concussione
il consigliere comunale pdl Pennisi
Il presidente della commissione Urbanistica sorpreso davanti a Palazzo Marino, in compagnia della segretaria, mentre incassava una tangente da 10mila euro.
Anche questo stava facendo "fisioterapia" con la segretaria ?
TORINO - Il presidente della Provincia di Vercelli, Renzo Masoero (PDL), è stato arrestato con l'accusa di corruzione.
altri dolori articolari...
e le merde che ridevano al telefono per l'affare sul terremoto?
bisognerebbe far buon uso di questa gente: prima asportare gli organi donandoli ai veri bisognosi e poi farne concime per il terreno per dare una mano ai poveri agricoltori
Di Pietro : De luca non è il candidato ideale della campania.
1 febbraio
Regionali, Di Pietro: De Luca unica alternativa ai Casalesi
8 febbraio
Il caso Bertolaso: la faccia tosta di Di Pietro e di Bersani
Da un po’ di tempo non facciamo altro che passare da un caso all’altro: il caso Veronica, il caso Noemi, il caso D’Addario, il Caso Marrazzo, il caso Cosentino, il caso Boffo, il caso Feltri, e così via. Oggi abbiamo il caso Bertolaso. Naturalmente a poche settimane dalle elezioni regionali. Come pure a poche settimane dalle stesse si sono propagate le rivelazioni di Ciancimino jr, il quale, stando a quel che riferiva ieri su Libero Maurizio Belpietro, ha telefonato a quest'ultimo per dirgli:
“«Io non ho mai detto che Berlusconi è mafioso», mi ha giurato ieri mattina al telefono, «e appena avrò finito di deporre in tribunale lo spiegherò meglio».” Maurizio Belpietro, ha telefonato a quest’ultimo per dirgli:
Siamo arrivati ad essere così gelosi del nostro titolo di “Italia dei misteri” che facciamo proprio di tutto per non esserne spodestati.
Fra poco gli italiani, fermandosi di buon mattino al bar per il cappuccino, si domanderanno quale sia il caso del giorno, e arriverà pure che senza un caso al giorno non potremo più vivere.
Oggi se ne dicono di cotte e di crude su Guido Bertolaso, l’uomo a capo della nostra Protezione civile ormai noto in tutto il mondo per le ottime qualità dimostrate sul lavoro.
Come quando scoppiò il caso Noemi, anche in questo caso l’attenzione viene attirata dai risvolti sessuali cui lo scandalo degli appalti per le grandi opere pubbliche sembra accompagnarsi.
C’è una telefonata in cui si fa il nome di una massaggiatrice di uno dei centri sportivi più grandi di Roma, con seimila iscritti, e a proposito di questa donna Bertolaso chiede un appuntamento con lei per farsi “una ripassata”.
Naturalmente, come per Noemi, si è subito lasciato supporre che tutto finiva sotto le lenzuola.
Volete un esempio? Questo è il testo della conversazione riportato dal Corriere della Sera:
“È il 21 novembre 2008.
Bertolaso: Sono Guido buongiorno.
Rossetti: Buongiorno, tutto bene?
Bertolaso: Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti… se oggi pomeriggio Francesca potesse… io verrei volentieri… una ripassata.
Sei mesi dopo, l’11 marzo 2009, Bertolaso chiama Rossetti e lo avverte che «stanno venendo i miei due ragazzi che avevano una cosa per Francesca che gli dovevo mandare da tanto tempo».”
Questo è invece quanto riporta L’Unità:
“«Se Francesca potesse, le darei una ripassata»”
Questa povera donna è oggi esposta al pubblico ludibrio e già si mormora di lei che sia una specie di escort. Nessuno osserva che il termine “ripassata” avrebbe potuto proprio riferirsi al suo ruolo di massaggiatrice e che Bertolaso frequentava il Centro anche per avvalersi di cure fisioterapiche.
Se l’accusa a Bertolaso risulterà una bufala, chi rimetterà l’onore a questa donna, che Bertolaso ha definito “una donna perbene”?
Nessuno pagherà. I magistrati la faranno franca, ancora una volta.
Ma ciò che mi ha stupito in questa vicenda è la coordinazione affiatatissima tra il Pd e l’Idv nel chiedere le dimissioni di Bertolaso.
Mi domando: ma con che faccia tosta le chiedono dopo quell’abbraccio scandaloso con il quale candidavano per le prossime elezioni regionali della Campania, un inquisito, quel Vincenzo De Luca contro il quale lo stesso Di Pietro si era scatenato con tanta acrimonia?
Ma solo finché gli è tornato comodo. Quando tutto si è rovesciato e il Pd insisteva su quella candidatura, Di Pietro, lasciando senza fiato Luigi De Magistris e molti elettori dell’Idv, non ha avuto nessuna esitazione a baciare l’inquisito De Luca sul palco davanti a decine e decine di congressisti.
E’ anche vero che da un uomo come Di Pietro, che sembra avere non qualche scheletro nell’armadio ma un intero cimitero, questo voltafaccia non fa meraviglia, ma Bersani che ancora si crede di essere il vessillifero della moralità, non si rende conto che, dopo la candidatura di De Luca e dopo gli scandali che hanno coinvolto le amministrazioni di sinistra, non può più dare, come partito, lezioni di moralità a nessuno?
Come non le poteva dare Dino Boffo, così oggi non le possono più dare né Antonio Di Pietro né Pierluigi Bersani.
da Bartolomeo Di Monaco
A proposito, si viene a sapere che Di Pietro ha ricevuto una targa dalla kroll,agenzia di spionaggio vicina ai servizi segreti americani.
è o non è una tangente questa??
si la targa della Kroll è una tangente...e sai cosa c'era inciso?
"CON TUTTO IL NOSTRO AFFETTO A JAMES TONINO BOND"
mentre i 5mila euro che ha intascato quel barbone di Pennisi (Pdl) a Milano erano gratifiche natalizie...cazzo ma ci si può far acciuffare per soli 5mila Euro?
Bettino, questi polli non hanno imparato niente
Presunzione di innocenza e non presunzione di colpevolezza.
Hai ragione .
Con tuto quello che ha fatto per i servizi segreti di una potenza straniera meriterebbe questo e altro.
Vatti a vedere come gestisce i fondi del partito , e anche li potrai trovare belle sorprese :
Tutta la verità su Antonio Di Pietro (Inchiesta) PARTE 1
http://www.youtube.com/watch?v=h-iRpx6nIMY
Tutta la verità su Antonio Di Pietro (Inchiesta) PARTE 2
http://www.youtube.com/watch?v=XEJ_iJUcps4
Ti do anche 2 notiziuole sulla Kroll:
Arrivano dal Brasile i "Dossier Sporchi" sui potenti d'Italia
I rapporti hanno nomi fantasiosi ma contenuti micidiali. E, a dire il vero, anche poco verificabili. Però fanno impressione perché sono ricchi di particolari, date, circostanze, fonti d’intelligence, infiltrati. E riguardano mezzo mondo politico e imprenditoriale italiano: si fanno i nomi, tra gli altri di Silvio Berlusconi, di Massimo D’Alema, dell’ex ministro Giuseppe Pisanu, di Gnutti, di Colaninno, di Tanzi, di Livolsi, di Benetton, di Afef ("... a very nice lady...").
E, naturalmente, di Marco Tronchetti Provera, intorno al quale ruota questo ambiente a metà strada tra la politica e gli affari, nazionali e internazionali. Ma compaiono anche vecchi protagonisti di scandali ormai archiviati, alcuni dei quali, secondo questi rapporti, ritornati sulla scena nei primi anni 2000: dall’imprenditore sardo Flavio Carboni al cardinal Paul Marcinkus a Licio Gelli. E di seguito P2, massoneria, Gladio, con legami e intrecci da togliere il fiato. Non manca nulla per mettere in fibrillazione i politici nostrani.
Sono i rapporti, le e-mail e i dossier della Kroll, la più importante agenzia d’investigazioni privata americana, ora contenuti in un dischetto acquisito agli atti della procura milanese. Un colosso internazionale la Kroll, quotato a Wall Street e con sedi in tutto il mondo. Perché questa gigantesca organizzazione di spioni privati decide a un certo punto d’interessarsi così approfonditamente delle vicende di casa nostra?
Il ruolo della Kroll emerge prepotentemente nell’inchiesta sui dossier Telecom, anzi ne è uno dei motori, visto che è proprio dalla guerra senza quartiere per il controllo di Telecom Brasil che si combatte tra la Security guidata da Giuliano Tavaroli e l’agenzia con sede sulla Terza strada di New York, che scaturiscono una serie di circostanze che ora animano le indagini milanesi.
Tutto nasce, incredibilmente, da una indagine parallela: quella sullo scandalo Parmalat. Dopo l’arresto di Tanzi e dei suoi manager, il commissario straordinario della società di Collecchio, Enrico Bondi (ora ne è l’Ad), incarica la Kroll di scoprire eventuali fondi neri nascosti all’estero. E in particolare in Brasile, dove Parmalat controllava numerose attività. Contemporaneamente i pm che si occupano del default della società inoltrano una rogatoria, sempre in Brasile, chiedendo alle autorità di polizia di investigare sul ruolo di una delle società bidone di Parmalat, la Bonlat.
La polizia brasiliana mette sotto controllo le attività dell’amministratore delegato di Parmalat Brasile, Sergio Grisendi, e scopre che ci sta lavorando anche la Kroll. Non sapendo dell’incarico delegato da Bondi, gli agenti brasiliani decidono di andare più a fondo e, sorpresa, incappano anche in un’altra indagine della Kroll: quella sugli interessi di Telecom Italia in Brasile che in quel momento sta conducendo una battaglia senza esclusione di colpi con i soci-nemici di Telecom Brasile, entrata negli appetiti del banchiere Daniel Dantas e della sua Opportunity.
È Dantas questa volta ad aver ingaggiato la Kroll, con un mandato che prevede indagini a tutto campo su Tronchetti Provera, i suoi famigliari, i suoi rapporti interpersonali e istituzionali. Spesa prevista: 20 milioni di dollari. Una cifra per la quale decine di agenti privati (ma anche di intelligence istituzionali) vengono mobilitati in tutto il mondo alla ricerca di conti, episodi di corruzione (non solo italiani), spregiudicatezze finanziarie.
È così che viene messo assieme il gigantesco dossier ora in mano alla procura milanese. Dentro s’intrecciano vicende e retroscena di Parmalat e di Telecom. Da qui la storia è nota: allarmati dalle mosse spregiudicate di Dantas, gli uomini di Tavaroli mandano una task force a Rio de Janeiro capitanata da Fabio Ghioni.
E’ il «Tiger team» che - raccontano loro - con una botta di fortuna scopre che nell’albergo di Rio dove sono alloggiati ha preso stanza anche un agente della Kroll. I «maghi» dell’informatica ci mettono poco ad entrare nel suo computer e a prelevargli tutti i dati disponibili, ovvero intercettazioni, documenti riservati ecc. Una «bomba» che viene confezionata su misura e consegnata poi da Telecom alla polizia brasiliana che, nel 2004, arresterà ben 6 agenti Kroll.
Un’operazione da manuale. Solo che è difficile credere che un agente della Kroll si portasse nel computer una quantità tale di documenti. E negli ambienti Telecom gira la voce che in realtà i ragazzi del «Tiger team» quella volta prelevarono dal computer dell’agente nemico soprattutto la password per accedere al server centrale della Kroll da cui avrebbero invece rubato il grosso del malloppo.
Comunicazioni, e-mail e documenti riservati sui politici nostrani, le loro presunte connessioni con gli affari Telecom e gli interessi all’estero di Tronchetti Provera. Migliaia di pagine, di relazioni e report spesso suggestivi ma, a prima vista, non sempre suffragati da prove inoppugnabili. O, semplicemente, da prove.
Fonte: La Stampa
BRASILE: "LA KROLL SIA BANDITA". MA L'AGENZIA PROTESTA
La commissione parlamentare d'inchiesta sulle intercettazioni, in Brasile, si avvia verso la dirittura d'arrivo.
Il suo presidente deputado Marcelo Itagiba (PMDB-RJ) ha affermato qualche giorno fa che avrebbe chiesto l'interdizione perpetua per la Kroll in Brasile, ossia, la Kroll bandita dal Brasile, in quanto avrebbe agito ai margini della legge.
Anche il relatore, deputato Nelson Pellegrino (PT-BA, ha confermato che avrebbe proposte che alla Kroll venisse impedito di operare nel paese.
All'origine l'operazione Chacal, partita nel 2002, che aveva portato la polizia federale all'arresto dell'intero vertice dell'epoca in Brasile ed a perquisire la sede di Opportunity e l'abitazione del banchiere Daniel Dantas.
La Kroll ha protestato per questo annuncio, asserendo di non aver mai eseguito intercettazioni illegali in Brasile e chiedendosi come mai nella bozza della relazione non vi fosse questa proposta? (qualcuno dirà alla fine che sono stato io ad influenzare anche la CPI ed il suo relatore:-)
Dantas invece ripete la solita storia di non aver mai dato mandato alla Kroll (Infatti il mandato era di Brasil Telecom all'epoca controllata da Opportunity, ovvero Dantas)
Ovviamente chi ospita la versione della Kroll?
Il Consultor Juridico, la stessa rivista on line che ospitava l'intervista farneticante di tale Luciane Araujo.
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