Sono dalla parte di Guido Bertolaso senza riserve, perché sono fermamente convinto che sia estraneo alle vicende di cui è accusato.
In questo nostro Paese massacrato da sessant'anni di ideologia di sinistra e da politici in mala fede, non c'è rispetto per i servitori dello Stato e manca la cultura della presunzione di innocenza.
Sono certissimo che Bertolaso uscirà pulito da questa inchiesta, mentre è più che mai necessario prendere le distanze da tutti i sepolcri imbiancati di destra e di sinistra che vorrebbero che si dimettesse.
C'è qualcuno che usa gli avvisi di garanzia come arma di lotta politica: è ora di finirla. Come è indispensabile mettere mano ad una legge che, per lo meno, proibisca la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche.
L'avviso di garanzia al capo della protezione civile è la goccia che farà traboccare il vaso della malagiustizia italiana: forza Silvio e forza Angelino.
E' ora!
P.S. Certi giornali e certi pennivendoli mentono sapendo di mentire e forzano i verbali delle intercettazioni per interesse o per spregio.
"Ripasseremo" in rassegna articoli e servizi televisivi quando tutto sarà chiarito.
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4 commenti:
sono pienamente in accordo con ciò che è stato scritto,non capisco perchè certe indagini, sempre a senso unico, cercano di infangare anche le persone più oneste e meritevoli, credo che Bertolaso non avesse la possibilità di controllare tutto, ma certamente lui non si è mai sottratto agli impegni più gravosi e impegnativi ,percò onore a lui e rispetto...m.t.
Sono perfettamente d accordo .
A Napoli e in Abruzzo lo stanno ancora ringraziando, mentre fosse stato per i magistrati politici e burocrati del piffero Napoli sarebbe ancora sotto i rifiuti e gli abruzzesi sotto le baracche.
Ricordiamoci anche quando ebbe a criticare il modo di fare di certe "aiuti umanitari" ad Haiti ,mantenendo sempre una posizione di grande fermezza.
Come ha detto Berlusconi : "è uno sport nazionale colpire chi fa del bene".
10, 100, 1000 Bertolaso
"Berlusconi non vuole essere l'anonimo esecutore di leggi e norme (lo si sa, lo si è già detto). Egli non intende governare in nome della legge, ma in nome della 'necessità concreta'. Pretende che lo Stato si muova dietro le 'emergenze' (autentiche o artefatte che siano, non importa), vuole che il governo decida delle 'situazioni' che ritiene prioritarie. Berlusconi s'immagina alla guida di uno 'Stato governativo' che si definisce per la qualità decisiva che riconosce al comando concreto, applicabile subito, assolutamente necessario e virtualmente temporaneo, sempre conflittuale perché esclude e differenzia. Pretende che le burocrazie condividano la capacità di assumersi il suo stesso rischio politico, come fossero un'élite politica e non istituzionale […] È dunque in queste ragioni - tutte politiche - che va afferrato il più autentico significato della simbiosi tra Berlusconi e Bertolaso: l'uno, l'uomo che decide al di là e oltre le norme; l'altro, l'uomo che lavora nel "vuoto di diritto" che quella decisione crea". Così D’Avanzo ieri su Repubblica.
Appena ho letto l’articolo mi sono sentito pervaso da una certa preoccupazione, infatti ero d’accordo con il Torquemada di Repubblica, l’analisi di D’Avanzo mi pareva perfetta. Poi, però, mi sono rasserenato immediatamente, perché per fortuna dissentivo dalla conclusione.
Mi chiedo infatti: è un problema se qualcuno vuole finalmente governare in nome della “necessità concreta” o pretende che lo Stato si muova in maniera efficiente dietro le emergenze e si decida secondo le priorità. E’ un problema se qualcuno si prende la responsabilità di decidere ed attuare subito ciò che si deve fare? E’ scandaloso pretendere che i processi della burocrazia siano al servizio del Paese e delle sue necessità? E’ così fuori luogo cercare di esercitare il consenso concesso dai cittadini, governando in nome della responsabilità di portar a termine un impegno, anziché non far nulla in nome delle leggi e delle norme?
Evidentemente D’Avanzo preferisce la melma viscosa della burocrazia (élite istituzionale, ma va là!), la giungla viziosa delle norme che producono solo scartoffie, immobilismo, sprechi, opere pubbliche iniziate e mai finite, degrado e vergogna. D’Avanzo preferisce le élite burocratiche tanto amate dai terremotati del Belice, felici ancora nelle loro baracche dopo quaranta anni, D’Avanzo preferisce le centinaia di carte da bollo che servono per costruire la propria casa e che immancabilmente hanno creato milioni di abusi edilizi, preferisce le peregrinazioni che ogni imprenditore deve fare negli uffici pubblici semplicemente per svolgere le proprie attività, per farsi autorizzare ogni genere di cosa o necessità.
D’Avanzo preferiva tranquille passeggiate all’ombra del Maschio Angioino tra due ali di immondizia, magari accompagnato da Pecoraro Scanio discettando di diritto e norme, oppure preferiva vedere gli abitanti de L’Aquila morire di freddo nelle tende in nome della dittatura della burocrazia.
Ebbene io preferisco Bertolaso, e per dirla con D’Avanzo, preferisco l’uomo che lavora perché una decisione si realizzi, l’uomo che promette e mantiene, l’uomo che fa, perché bisogna fare. E’ la responsabilità del fare che muove le cose, che sconfigge l’immobilismo e i parassiti che su di esso sopravvivono.
Sinceramente non sono interessato a sapere se Bertolaso frequentasse donnine in cambio di appalti per due ordini di motivi: primo, perché mi sembra che questa cosa abbia lo stesso grado di verosimiglianza (e di senso del ridicolo) del bacio del senatore Andreotti a Totò Riina o del fatto che per anni ho votato un partito fondato dalla mafia, secondo, perché a me interessa solo ciò che lui ha fatto per il Paese e soprattutto di ciò che farà.
Dottor Bertolaso, ritiri le sue dimissioni, e vada avanti per la sua strada.
di
Milton
forza Angelino Jolie!!
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