lunedì 6 dicembre 2010

Alla cena d’addio, le lacrime della Dibble per il rapporto travisabile sul Cav. Mattia Ferraresi

La pubblicazione dell’intero dispaccio scritto dalla diplomatica americana Elizabeth Dibble a proposito di Silvio Berlusconi illumina un problema che nei giorni convulsi di Wikileaks viene spesso dimenticato: il contesto. Nella relazione scritta dall’ambasciata americana a Roma il 9 giugno 2009 e inviata direttamente al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il Cav. non è esattamente descritto come il leader “inetto, vacuo e inefficace”, il “portavoce di Putin”, il premier che “non riposa abbastanza”, come raccontato dai giornali dopo le prime, parziali rivelazioni del sito di Julian Assange; letto nella sua interezza, il ritratto di Berlusconi è quello di un leader certamente originale e anche criticabile a livello personale, ma uno statista capace di governare e un alleato fedele degli Stati Uniti che – per necessità che non sfuggono alla diplomatica Dibble – coltiva relazioni che fanno alzare qualche soppracciglio al dipartimento di stato.

“La nostra relazione con Berlusconi è complessa”, scrive Dibble, “ci ha aiutato a sviluppare i nostri interessi su molti piani in un modo e una dimensione che il governo precedente non era intenzionato o capace di perseguire, sia dal suo ritorno al potere la scorsa primavera che nei suoi precedenti governi”. Dibble, che scrive a Obama alla vigilia dell’incontro del G8 all’Aquila, entra nei dettagli dell’alleanza e distingue chiaramente due piani: da una parte c’è il Berlusconi capo affidabile di un governo storicamente alleato che lavora per non perdere rilevanza nel panorama internazionale, che è fedele e solerte nel rispettare “l’impegno morale con gli Stati Uniti” e che “ha sempre accettato le nostre richieste, nonostante i rischi per la politica interna”. Si citano i dossier fondamentali, soprattutto l’Afghanistan, e il lavoro fatto dal Cav. sulle basi americane in Italia. “Berlusconi è uno dei politici che dura da più tempo in Europa e la sua popolarità in Italia garantisce la sua influenza nel panorama politico italiano dei prossimi anni. Ha fatto terminare il periodo dei governi italiani inefficienti e deboli che hanno afflitto questo paese dalla fine della Seconda guerra mondiale”, scrive Dibble.

Dall’altra c’è il Berlusconi “non ortodosso”, quello delle gaffe e del chiacchiericcio, dei rapporti “non trasparenti” con la Russia. E’ questo secondo volto che ha “portato molti, inclusi alcuni nel governo americano, a ritenerlo inetto, vacuo e inefficace come leader europeo moderno”. Non è un mistero che al dipartimento di stato alcuni operativi di medio e alto livello non vedano di buon occhio la relazione con il governo Berlusconi: il segretario per gli Affari europei, Philip Gordon, è fra questi, ma la relazione con l’Italia è appunto “complessa”: Gordon è stato ad esempio l’uomo che durante la campagna elettorale di Obama ha fatto saltare l’ipotesi di una tappa in Italia durante il tour europeo. Fonti vicine al dipartimento di stato spiegano che quella era esattamente il contrario di una mossa antiberlusconiana: Washington temeva piuttosto che il passaggio di Obama potesse rafforzare il Pd veltroniano e obamiano contro un Berlusconi che, per quanto guascone, è alleato affidabile sui dossier che contano.

L’autrice dei cable, Elizabeth Dibble, è stata descritta come una specie di spia americana incaricata di attaccare Berlusconi da via Veneto, ma fonti che conoscono bene l’ambasciata americana dicono che semmai è vero il contrario: Dibble voleva con tutte le forze rimanere in servizio in Italia, mentre a ottobre è stata riassegnata a Foggy Bottom perché si sapeva ormai che Wikileaks aveva in mano documenti che, opportunamente ritagliati, rimasticati e risputati, l’avrebbero messa in imbarazzo.

Alla cena romana d’addio, con i colleghi dell’ambasciata, la Dibble era in lacrime. Ma il giudizio che la diplomatica dà nel 2009 su Berlusconi è inequivocabile: “Quella di liquidare Berlusconi come un interlocutore poco serio, con le sue fissazioni personali, le sue gaffe e talvolta il suo modo di agire spregiudicato in politica, potrebbe essere una tentazione, ma pensiamo si tratterebbe di un errore. Nonostante i suoi difetti, Berlusconi è stato la pietra di paragone della politica italiana per gli ultimi quindici anni, e tutto sembra indicare che lo sarà ancora per gli anni a venire. Egli si è dimostrato un alleato e un amico degli Stati Uniti”. Al vertice Osce di Astana, il segretario di stato, Hillary Clinton, ha detto che Berlusconi è il “miglior amico dell’America”, formula subito bollata da Repubblica come brodaglia diplomatica servita per riparare la verità di Wikileaks; ma i dispacci, letti nel contesto, dicono che l’affezione di Hillary è vera nella sostanza e il segretario non ha perso occasione per dare un altro segnale all’Italia a proposito dell’Afghanistan, dossier fondamentale per giudicare l’alleanza. All’ex inviato speciale della Farnesina in Afghanistan e Pakistan, Massimo Iannucci, Hillary ha consegnato un biglietto di ringraziamento che va oltre ogni linguaggio diplomatico. Non si sa se si sia espressa in termini “migliori amici”, ma il concetto è quello. (il Foglio)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Usa spiavano infrastrutture, anche in Italia

di Claudio Accogli

ROMA - Centinaia di infrastrutture chiave ''vitali'' per l'economia e la sicurezza di ''ogni Paese'' del mondo ''spiate'' dall'intelligence Usa attraverso le proprie ambasciate. L'ultima 'bomba' di Julian Assange e' fragorosa, e ha scatenato le durissime reazioni di Roma, ''azione criminale'', Washington, ''pubblicazione irresponsabile'' ora ''azioni significative'' e Londra, ''un danno alla sicurezza nazionale''. Online sono finite ''infrastrutture chiave considerate dal governo statunitense di importanza critica per l'America'', ha scritto Wikileaks pubblicando il documento.

''Un'azione criminale e sconsiderata'', ha tuonato il ministro degli Esteri, Franco Frattini: rivelare i nomi di aziende ''sensibili per la sicurezza dell'Italia'' e' stata la ''piu' grave delle uscite'', ''un favore al terrorismo''. ''Vi sono forti motivi per mantenere tali informazioni classificate'', ha invece detto il portavoce del Dipartimento di Stato P.J. Crowley definendo ''irresponsabile'' il comportamento di Assange, mentre il ministro della Giustizia Eric Holder ha annunciato ''azioni significative'' contro la fuga di notizie. ''La fuga di notizie puo' danneggiare la sicurezza nazionale negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e altrove'', ha detto un portavoce di Downing Street a nome del governo di David Cameron. Il dispaccio pubblicato da Wikileaks, scritto il 18 febbraio 2009 dal Dipartimento di Stato Usa, contro-siglato da Hillary Clinton, contiene la ''prima versione'' - scrive il sito - della ''Critical Foreign Dependencies Initiative'', e dettaglia un elenco di impianti farmaceutici, miniere per i minerali rari, infrastrutture tecnologiche e per la comunicazione, siti militari, sui quali le ambasciate americane dovevano avviare una attivita' di intelligence ''senza consultare i Paesi ospitanti'' - si legge in un altro 'cable' del 26 marzo 2009.

Anonimo ha detto...

I due siti italiani 'attenzionati' sono la Glaxo Smith Kline Spa di Parma e il gasdotto Trans-Med, anche noto come ''Gasdotto Enrico Mattei''. La prima e' una multinazionale farmaceutica nata nel 2000, con sede a Verona, che nello stabilimento di San Polo di Torrile si occupa ''dello sviluppo di nuovi prodotti in forma sterile e della produzione di vaccini e di liquidi e liofilizzati sterili a livello mondiale'', tra i quali il Digibind, un antidoto. Il gasdotto, invece, e' uno degli impianti principali per l'approvvigionamento energetico che porta idrocarburi lungo oltre 2.000 chilometri dall'Algeria alla Val Padana. Ma e' lunghissimo l'elenco delle infrastrutture ''vitali'' secondo gli Usa. In Asia orientale, sotto controllo in particolare le dorsali sottomarine per le comunicazioni e lo scambio di energia (C2C), che interconnettono tra loro le due sponde del Pacifico e i Paesi della regione. Ma anche centrali elettriche e le miniere delle ''Terre rare'' (le 14 materie strategiche per il futuro dell'industria). In Africa le miniere di cobalto, manganese, ferro, bauxite. Le dorsali per le telecomunicazioni del Brasile, dell'Argentina o del Canada, dove ''interessa'' molto agli Usa anche una fabbrica ''strategica'' di Montreal per la produzione dei missili terra-aria AGM-130, nell'''Emisfero Occidentale''. Ma la gran parte dell'elenco e' in realta' dedicata al capitolo ''Europa-Eurasia''. Si inizia dagli impianti della Bae Systems per la produzione dei caccia da combattimento F-35, quelle per i missili di precisione Extended Range Guided Munition e per la fabbricazione di vaccini animali, tutti in Gran Bretagna. Il cavo sottomarino Apollo, che collega Gb e Francia con gli Stati Uniti, e quello AC-1 (Atlantic Crossing 1) che interconnette gli Usa con Olanda, Germania e Gb. Gli impianti per la fabbricazione di vaccini, insulina, e tutta la gamma di industrie chimiche in Francia, Svizzera, Danimarca, Germania, dove sono tenuti sotto controllo anche le principali infrastrutture targate Siemens. I piu' importanti gasdotti e oleodotti, dall''Enrico Mattei' a quello Baku-Tbilisi-Ceyhan, che trasporta petrolio dal Mar Caspio al Mediterraneo, al Nadym in Russia che trasporta gas dalla Siberia fino nel cuore dell'Europa.

Anonimo ha detto...

WIKILEAKS: IN ITALIA GLAXO E GASDOTTO TRANS-MED ''PROTETTI'' DA USA


(ASCA) - Roma, 6 dic - Nella lista dei siti considerati vitali dalla sicurezza americana e per questo oggetto di un programma di protezione, figura anche l'Italia. Nel cablogramma del 18 febbraio 2009 pubblicato da Wikileaks compare la dicitura ''Italy: Glaxo Smith Kline SpA (fill/finish), Parma, Italy: Digibind (used to treat snake bites) Trans-Med gas pipeline''.

Il riferimento e' allo stabilimento della Glaxo a Parma, dove si produce il Digibind, un antidoto utilizzato fra l'altro contro il veleno dei serpenti e al Trans-Med, conosciuto anche come gasdotto ''Enrico Mattei'', che collega Algeria e Italia passando per la Tunisia. Costruito fra il 1978 e il 1983, e poi completato nel 1997, il gasdotto e' gestito dalla Transmed spa, joint-venture paritetica controllata da Eni e Sonatrach, la compagnia petrolifera di stato algerina.

fuoco amico ha detto...

Su questo , propio su questo , la sinistra non ha niente da dire???????

chi tace acconsente

vergogna!!!