Se Massimo Ciancimino sostiene di aver parlato con l’anima del proprio papà Vito e di essere stato informato che Berlusconi e Dell’Utri facevano mettere le bombe dalla mafia per scendere in politica e conquistare il potere, può essere tranquillamente creduto. Ma se Massimo Ciancimino torna a parlare con l’anima di papà Vito che gli racconta come la trattativa tra mafia e Stato veniva gestita da Gianni De Gennaro, viene automaticamente considerato il cazzarone che racconta balle a tutto spiano.
Antonio Ingroia, Pubblico Ministero palermitano, sostiene che il giovane Ciancimino sia un testimone problematico. Che alle volte dice la verità, altre volte delle bugie. Come dire che dopo il relativismo culturale abbiamo il relativismo giudiziario! (l'Opinione)
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