giovedì 10 marzo 2011

Cari compagni. Davide Giacalone

Nel centro destra c’è chi s’illude di poter essere il successore di Silvio Berlusconi, faticando a comprendere che i voti non sono come il fatturato dell’azienda di famiglia e che gli spazi politici vanno interpretati, non ereditati. La cosa più impressionante, però, è che nella trappola sono caduti per primi quelli della sinistra, i quali, quando saranno privati di Berlusconi, non sapranno neanche più di cosa sono la sinistra. Ne è sintomo l’ultima sceneggiata, che segnala un inquietante vuoto mentale: prima raccolgono le firme per chiedere le dimissioni di Berlusconi, poi si accorgono di avere avuto l’appoggio di Pippo, Pluto e Paperino, quindi provvedono a dir lo sproposito dei dieci milioni e, alla fine, non contenti della performance, consegnano il tutto a Gianni Letta. Il significato è chiaro: Silvio, sei tutti noi, salvaci da noi stessi, resisti, dura, rimani, decidi tu cosa fare, altrimenti noi non solo non sappiamo che dire, ma neanche a chi dirlo.

Cari compagni della sinistra, molti di voi sono stati comunisti per l’orrore d’essere stati fascisti, altri per moda, altri ancora perché qualcosa sentivano di dover essere, pur non capendone il perché. La storia vi ha condannato ad essere gettati fra i relitti inguardabili. Le cose che diceste e scriveste paiono anche a voi vergognose, tanto è vero che, a chi ve le rammenta, non sapete dire altro che: ancora credi all’esistenza dei comunisti? In fondo vi sentite morti, e ne comprendo il dramma. Però, vedete, una democrazia ha bisogno di una sinistra che possa andare al governo, di forze alternative a quelle di maggioranza, che si candidino a far progredire il Paese, non solo a vendicarsi. Vi pare possibile che la sinistra, in Italia, s’incarni in reduci della sconfitta e in adoratori dei governi tecnocratici? Credete pensabile che si possa oscillare fra l’affabulazione vendoliana e il corteggiamento di Mario Monti, passando per un prodotto dell’economia socialistizzata dell’Emilia Romagna, che si esibisce nelle stazioni ferroviarie con cartelloni che non dicono un bel niente?

Fuggire al dialogo sul tema della giustizia è suicida. Il centro destra ha commesso molti errori, alcuni dei quali intollerabili (e qui non abbiamo fatto sconti), ma voi li avete coperti con errori ancora più grandi. Non vi siete accorti che state balbettando, nel mentre chiedono d’arrestare un vostro parlamentare, laddove è solare che non deve essere arrestato? Ricordate che il vostro ultimo governo è caduto per mano delle procure? Siete prigionieri delle vostre paure, della vostra cattiva coscienza e della vostra inconsistenza. Luciano Violante vi ha condotto nei pasticci, ma è anche il più intelligente fra voi, sicché mena ancora le danze, fa il ragionevole, dialoga, poi chiude, il tutto con la vostra parte politica che si limita a pigliar schiaffi e far la faccia di chi li merita.

Pensare di andare al referendum sul nucleare mettendosi dalla parte del più logoro luogocomunismo, pensando d’essere i socialisti degli anni ottanta (fu una delle loro colpe più grandi), anzi, pensando di essere Claudio Martelli, significa qualificarsi come inadatti a governare qualsiasi cosa. Ma non avete imparato? Metteste all’Enel un ecologista, Chicco Testa, che ha cambiato casacca e ora vi dà lezioni. Quanto contate di potere continuare, in questo modo. Per non dire dell’acqua: ma davvero v’apprestate allo sforzo demenziale di far credere che la si privatizzi? Vi comportate da minoranza che vuole restare tale, perché ha paura delle cose che farebbe se divenisse maggioranza. Naturalmente voterete per l’abrogazione del legittimo impedimento, perché almeno in quello vi soccorre la vostra unica bussola: Berlusconi. Ma quando avrete finito di farlo non avrete ottenuto un fico secco, se non di andare a rimorchio di un giustizialista fascistoide. Alla faccia della sinistra!

In attesa che Massimo D’Alema e Walter Veltroni concludano vegliardi il congresso della Federazione Giovanile Comunista, in corso da quaranta anni, stabilendo chi dei due ce l’ha più adattabile, non credete che sia fin troppo chiaro il bisogno di cambiare classe dirigente? Non c’è un solo vincente da salvare, siete agevolati. E se continuate, come a Torino, a cancellare quel che arriva dall’esterno per candidare quel che si crede eterno, diventerete la barzelletta della più grottesca conservazione.

Vi dirò, quel Matteo Renzi (non me ne voglia), se la smette di fare il Jovanotti sinistrato, non è poi male. Ne avete altri? Che il cielo ve li benedica. Metteteli in pista. Il berlusconismo è una stagione durata a lungo e non terminata, cercate di non esserne gli ultimi e patetici alfieri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La storia vi ha condannato ad essere gettati fra i relitti inguardabili.
Questa è una frase copiata dal tuo articolo.Caro Giacalone, la storia ha condannato te e tutto il tuo partito repubblicano, anzi la storia vi ha azzerato. Da quando tu, la malfa ed altri, avete scalzato il grande Spadolini dal partito. Non dimenticare mai le tue origini politiche che ti hanno permesso di mangiare e di occupare posti importanti. E' comodo salire sul carro del vincitore.