domenica 13 marzo 2011

Se il magistrato crede di essere Dio in terra. Marcello Veneziani

Ridurrei l’intera riforma della giusti­zia a un solo articolo: il magistrato non è Dio in terra. Non è infallibile, non è onnisciente né onnipotente, non è al di sopra del bene e del male, non è neutra­le, non è depositario unico e autorizzato della Verità, non può entrare dappertut­to e occuparsi di ogni cosa in cielo, in ter­ra e in ogni luogo. Perché il problema vero della Giusti­zia è di natura teologica. Da quando dila­g­a l’ateismo e non crediamo più alla Veri­tà Unica e Assoluta, da quando non fun­zionano più neanche i surrogati teologi­ci, ovvero le ideologie, abbiamo lasciato il ruolo di Dio al Magistrato. Lui stabili­sce i confini della vita e della morte, occu­pandosi di bioetica ed eutanasia. Lui de­cide la sorte di famiglie, minori, adozio­ni.

Lui stabilisce quali reati perseguire e quali no, di quali occuparsi e quali far marcire negli anni. Lui decreta se il politi­camente scorretto è perseguibile a nor­ma di legge oppure no, giudizi storici in­clusi. Lui impone se devi cedere o no la casa di tua proprietà e i tuoi leciti guada­gni alla tua ex moglie, e decide se tutela­re i tuoi diritti elementari o se adottare una giustizia compensativa e distributi­va, fondata sul principio egualitario che devi dare per la sola ragione che guada­gni di più. Lui entra nella vita privata e decide quando la sessualità è reato e quando invece è libera privacy. Lui deci­de i palinsesti, reintegra i giornalisti, in­dica cosa devono fare e di fatto decide la linea editoriale dei tg. Lui può forzare e reinterpretare le leggi e di fatto modifi­carle attraverso le sentenze.

Lui può ro­vesciare i verdetti della volontà popola­re. Lui è il Supplente di Dio e può inter­cettare e sputtanare anche la vita più inti­ma. Lui non paga se sbaglia. Ma che Lui non sia Dio in terra non c’è bisogno di dimostrarlo attraverso complicate pro­ve teologiche, ne basta una empirica: se il 90% dei reati resta impunito, se i tempi d’attesa di giudizio restano così lunghi, se il tasso di errore è così elevato, insom­ma se la Giustizia fa così schifo, vuol dire che non è nelle mani di Dio ma nella mi­gliore delle ipotesi di comuni mortali. Anzi a volte ometti, discesi dal verbo omettere. (il Giornale)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

se il 90% dei reati resta impunito,
forse è perchè non si spendono i soldini per le strutture (polizia investigativa)
se i tempi d’attesa di giudizio restano così lunghi forse è perchè non si spendono i soldini per le strutture (cancellieri, +giudici, macchine fotociaptrici ecc)

se il tasso di errore è così elevato (i dati chi li ha dati, dove sono presi riportare i dati please)

insom­ma se la Giustizia fa così schifo...è colpa non solo dei magistrati ma anche dei politici che ci promettono di ridurre le tasse dal 94 e vogliono fare la riforma della giustizia, mai fatta per colpa dei
GIUDICICOMUNISTIDALEMASINISTRAPDBERTINOTTIFOLLINICASINIUDCFINI

Lui non ha mai colpe, ci governa dal 2001 ma le colpe sono degli altri e i meriti (come ridurre le tasse?!!)sono suoi

Grazie
Silvio per le puttanate che ci propini tutti i giorni

Anonimo ha detto...

Ho la sensazione che Veneziani ultimamente abbia sbroccato di brutto; qualche giorno fa è arrivato nella mia città per presentare un libro, ovviamente invitato dalla giunta di centrodestra, ho deciso di andare in questo teatro per ascoltare cosa aveva da dire.
Bene, dopo un mezz'ora di pistolotto sui mali del paese, la sua conclusione sapete quale è stata ?
" Tutti i mali del paese sono colpa del '68 !!!! "
Non della mafia , della politica corrotta, dell'evasione fiscale, dei ladri e furfanti che scorazzano liberi per il paese, della perenne divisione nord-sud , o di altre decine di problemi vari. No, di queste cose niente,niente di niente, manco l'ombra. La colpa è del '68!

maurom ha detto...

E se fosse vero?

Anonimo ha detto...

Sei libero di crederci Maurom, del resto cosa dire a uno che crede ciecamente a erlusconi, per quanto mi riguarda Veneziani , almeno in questo caso ha sparato una sciocchezza clamorosa. Ma forse doveva dirla, vista la platea che aveva davanti