lunedì 17 settembre 2012

Quelli che...


Noi siamo quelli che il prezzo della benzina è un optional e dipende da tutto tranne che dal petrolio e dal dollaro: in compenso nessuno ha il coraggio di ammettere che la benzina è la tassa di circolazione che si somma alla tassa di possesso dell’auto.

Noi siamo quelli che una giustizia così non c’è da nessuna parte al mondo, con processi eterni e qualche processo molto rapido (quando fa comodo a certa magistratura), con più della metà dei detenuti in attesa di giudizio, il 30% di detenuti extracomunitari ( ma se sono meno del 10% della popolazione forse delinquono di più?).

Noi siamo quelli della carta libera e della carta bollata, della fotocopia e della duplice copia.

Quelli che devono andare dal notaio, devono ripassare tra una settimana oppure pagare l’urgenza, andare al quinto piano sportello in fondo al corridoio a sinistra, prendere il numero e mettersi in fila, tornare domani perché oggi è sciopero, l’impiegato è in ferie, l’ufficio è aperto solo il giovedì mattina dalle 10 alle 12, non funziona la fotocopiatrice, il computer è guasto e siamo in pausa.

Noi siamo quelli che la visita medica tra un anno perché l’agenda è completa, se vuole c’è un “buco” tra quattro mesi nell’ospedale a cinquanta chilometri, privatamente? domattina alle otto.

Noi siamo quelli che istituiamo una commissione di inchiesta per quantificare gli emolumenti dei parlamentari: si è dimessa per l’impossibilità di arrivare ad un risultato!

Noi siamo quelli che facciamo la riforma delle pensioni e ci dimentichiamo degli “esodati”.

Noi siamo quelli che con i lavoratori abbiamo due pesi e due misure: anni di cassa integrazione per alcuni, disoccupazione immediata per altri; tutele sindacali scandalose per alcuni, assenza di diritti per altri.

Noi siamo quelli che ci lamentiamo del governo, ma mandiamo in Parlamento sempre gli stessi da decenni.
 
Noi siamo quelli che qualsiasi cosa faccia Berlusconi è per interesse, per salvare le sue aziende, per sfuggire ai processi, per farsi rieleggere, per favorire i ricchi ....
 
Noi siamo quelli che due marinai aspettano, incolpevoli, di uscire di prigione in India mentre il governo non muove un dito.
 
Noi siamo quelli che sono costretti da evadere le tasse per non soccombere e nel frattempo lo Stato non paga i propri debiti ai contribuenti.
 
Noi siamo quelli che se non ci svegliamo e diamo una mossa, anche alle prossime elezioni ci ritroviamo gli stessi.

 

20 commenti:

Anonimo ha detto...

QUELLI CHE ...
RUBANO!!!!!

CASO FIORITO

In effetti mi pare più un tipo da abbacchio che da ostriche


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gzorzi Mer, 19/09/2012 - 09:50

Siamo all'assurdo, beccato a rubare soldi NOSTRI e ancora ha il coraggio di parlare. A quando una legge sui lavori forzati a vita per certi personaggi?



Fortuna sua che l'hanno fermato...prima che scoppiasse.

Io non ho rubato nulla e non mi dimetto...BUUURRP!!!

commenti DEI LETTORI DEL GIORNALE

Anonimo ha detto...

Regione Lazio, tutte le spese della Polverini:
foto per 75 mila euro e vitalizi da 3mila a mese
Un milione all'anno per le «pensioni» agli assessori. La giunta costa 5 milioni l'anno. E l'assessore all'Istruzione Gabriella Sentinelli ha uno staff di 17 persone

e io pago!
Pagare le tasse è un dovere ... altrimenti certa gente come farebbe a divertirsi e a fare vita da nababbi alla faccia nostra?

Anonimo ha detto...

"Un fiume di soldi" - Come si arriva a questa cifra lo si spiega in qualche riga. La notizia era stata lanciata da Libero lo scorso 29 agosto, la cronaca era del vicedirettore Franco Bechis: "I fondi segreti dei partiti". Parlamento ed enti locali (alias, regioni e province tra gli altri) girano ai vari gruppi oltre 200 milioni di euro l'anno in rimborsi. Ora altre cifre: nel 2011 la Camera ha girato ai partiti 36,2 milioni di euro e il Senato 37,6 milioni. "E girano fiumi di soldi - spiegava Bechis - anche nei parlamentini regionali con lo stesso criterio e identica segretezza quasi ovunque. Tutti insieme sono 138 milioni di euro l'anno". Si tratta di un fiume di soldi che in gergo borsistico potremmo definire "over the counter", non controllati, protetti dal segreto più assoluto dalla ... ... Casta. Un fiume di soldi, proseguiva Bechis, "che "finisce direttamente o indirettamente ai partiti e ai loro eletti anche nella stragrande maggioranza dei consigli comunali e provinciali". Peccato però che sia pressoché impossibile avere dagli enti locali le cifre dell'entità dei trasferimenti. Ma con forte approssimazione al ribasso - basandosi sui pochi dati disponibili - è facile che partendo dai 138 milioni "accertati" si scollini oltre i 200 milioni di euro (per intero pagati da noi cittadini e il cui utilizzo è coperto da segreto).

DA LIBERO

Anonimo ha detto...

E IO PAGO ... LE TASSE!
CAREZZE, BACI, PAGA LE TASSE E TACI!!!!!

Er poppolo 'gnorante
tutto vede
eppur ce crede!!!!!

Li scoprono?
Una piroetta, un inchino
un ... restituisco tutto!
e BONANOTTEEEE!

CHI RUBA UN POLLO VA IN GALERA.
CHI RUBA I SOLDI DELLE TASSE
FA FINTA DI PENTIRSI
E... TUTTO FINITO!

UN POVERACCIO CHE RUBA (MAGARI PER BISOGNO) E' UN LADRO. UN FARABUTTO!

UN POLITICO CHE RUBA (MILIONI)
E' UN POVERUOMO CHE HA SBAGLIATO!

Anonimo ha detto...

Il Dott. Sallusti non è un soggetto pericoloso...E' PERICOLOSISSIMO!!!! Lo vedevo ieri in giro per le strade di New York in tuta mimetica, elmetto e armato di AK47....
Se non ci fosse da piangere, riderei a crepapelle....
Cito George Orwell: "Il peggior criminale che abbia mai camminato su questa terra è moralmente superiore al giudice che lo condanna alla forca".....
Lo disse nel 1937!!!!!!
E.A.

Anonimo ha detto...

A NOSTRA LIBERTà DI STAMPA E' STATA SEMPRE SOCIALMENTE PERICOLOSA QUANDO QUESTA - SOPRATTUTTO - E' A CARICO DELLA DELLA DESTRA.Vedi il Caso FELTRI. Il fatto eclatante di SALLUSTI è uno dei TANTI. Basta vedere il TG1 dell'Ammiraglia di RAI1TV che non ne fa proprio cenno alcuno o , meglio, sorvola ad un fatto così GRAVE. La SX dorme completamente e lascia fare... Il PDL....altrettanto. Ma d'altro canto in RAI1 spadroneggia solo MONTI . i Segretari di Partito ?? SI', si vedono parlare ma non si sa più quello che vogliono dire. Si sente SOLO la voce del "commentatore" che interpreta a modo SUO. E il Capo del Colle.... ?? STA A GUARDARE SENZA PROFFERIRE PAROLA AL RIGUARDO....
Si tratta, secondo me , di una DITTATURA DEMOCRATICA molto di SX che di DX. Prossimamente, tutto ciò si delinearà più chiaramente.
Comunque, chiaramente che sia, tutti questi personaggi responsabili del cosiddetto "GOLP POLITICO", NON hanno fatto i CONTI col POPOLO ITALIANO che è STANCO di tutte queste CASTE e POLITICI ORMAI CONSUNTI NONCHE' PSEUDO TECNICI che persistono per una nuova "ribalta" - come sempre - aumentando a DISMISURA i premi di maggioranza. Il fatto, di voler far FUORI l ' ANTIPLPOLITICA è solo una pura utopia ammenochè nella DX TUTTA (Escluso Fini) non venga un altro RIVOLUZIONARIO capace di avere le stesse idee dell'antipolitica. Mi auguro che i Giudici competenti rientrino in quel VERO braccio di indipedenza della MAGISTRATURA ITALIANA.
da i commenti dei lettori de Il Giornale

Anonimo ha detto...

CHI VUOL ESSER LIETO SIA ...

GIUNTA POLVERINI. I FONDI PUBBLICI PER PAGARE RISTORANTI E ALBERGHI
L'aperitivo da 1.450 euro del consigliere
La nota spese dell'ex capogruoppo del Pdl. L'agenda di Battistoni: 4 volte in aula al mese ma cene da 5 mila euro

Chi vuol essere consigliere? avere un termine di paragone: chi potrebbe sopportare la vita fatta da Francesco Battistoni? Perso lo scranno da capogruppo, ora gli rimane la presidenza della commissione Agricoltura, le riunioni di quella della Sanità, e ovviamente tutti gli impegni legati al consiglio regionale che, in media, si riunisce una volta a settimana. Ma comunque l'ex capogruppo Pdl, successore di tanto Fiorito, adesso che non dovrà più badare alle richieste dei suoi colleghi consiglieri Pdl, sarà certamente sollevato dal veder diminuiti certi ritmi di lavoro. Si prenda, come esempio, il novembre 2011: il Consiglio si riunisce cinque volte (il 2, il 9, il 16, il 23 e il 30) e alla seduta del 2 lui è assente. Ma perché c'era il Pdl a Viterbo, la partita da giocare col rivale di zona per stabilire chi portasse il maggior numero di tessere, così lui dopo aver vinto (3.700 adesioni contro 3.500, raccontano i giornali locali) deve aver bruciato energie anche per scrivere il messaggio ai suoi: «Grazie». Di certo il tesseramento è un successo, migliaia di persone che, per lui, hanno scelto il Pdl: per via del suo impegno, della sua passione politica, certo. Coincidenza vuole che il giorno seguente, il 3, Battistoni inviti a cena - al Pepe Nero, localino vista lago di Bolsena - ottanta persone. Si può obiettare: ma il sito del locale non cita quaranta coperti? Avranno fatto i turni, come in fabbrica. Costi leggermente superiori a quelli della mensa, cinquemila euro. Comunque, nella vita del consigliere non c'è un attimo di respiro. Poco prima era stato a Tarquinia per affermare ciò che, forse, la platea aspettava di sentir dire chissà da quanto tempo: «Il vostro patrimonio culturale è un'immensa risorsa che dobbiamo valorizzare al meglio» (mette sul blog anche questa, casomai qualcuno l'avesse persa). Il 4 novembre Battistoni presenta, insieme con una decina di colleghi, la proposta di legge sulla «filiera corta» e poi, probabilmente stanco, prende una camera (la 928) all'Aldero Hotel, quattro stelle nella Tuscia Viterbese. La sera è al ristorante dell'albergo, sempre tutto da solo - dice la ricevuta - e alla fine spende 1.650 euro, bevande incluse.

Anonimo ha detto...

SCANDALO LAZIO
"Er Batman" Fiorito si dava 150mila euro di stipendio
Altro che 52mila euro netti al mese: intascava tre volte tanto versando sui suoi otto conti i soldi rubati al partito.
Gli autobonifici: leggili onlinequel che ogni mese si metteva in tasca netto superava i 100 mila euro, e in qualche mese è andato perfino oltre i 150 mila euro. Nel dettaglio secondo tutta la documentazione acquisita dagli inquirenti presso lo sportello Unicredit della Regione Lazio, dove il gruppo Pdl teneva uno dei due conti principali, Fiorito ha bonificato a se stesso alla sola voce del “rimborso per le spese di collegio” (quelle per mantenere il rapporto fra eletto ed elettore) 100.560 euro nel mese di aprile 2012, 150.840 euro nel mese di maggio, 142.460 euro nel mese di giugno ed altri 100.560 euro nella sola giornata del 2 luglio scorso. Il giochino sarebbe andato avanti ancora a lungo, fino ad esaurimento dei fondi del gruppo, se Fiorito non avesse compiuto più di un errore clamoroso, facendosi pizzicare prima dalla Banca d’Italia e poi inevitabilmente dagli altri 16 membri del suo gruppo consiliare", racconta Franco Bechis su Libero in edicola oggi. Già, "Er Batman" Fiorito si dava 150mila euro di stipendio. Altro che 52mila euro netti al mese. L'ex capogruppo intascava tre volte tanto versando sui suoi otto conti i soldi sottratti al Pdl a mò di "rimborsi per spese di collegio". Se non si fosse fatto beccare da Bankitalia, avrebbe prosciugato il partito.

Anonimo ha detto...

Franco Fiorito, l'ex capogruppo del Pdl nel Lazio, aveva otto conti correnti bancari personali in Italia e in Spagna. Dai conti del partito ha girato 439mila euro sui suoi conti italiani , sugli altri quattro spagnoli si è bonificato altri 314 mila euro. Tutti i bonifici li ha eseguiti con la giustificazione del rimborso spese previsto dalla legge per i rapporti fra consiglieri e propri elettori. Peccato che quella somma gli fosse già stata pagata. Insomma, Fiorito ha raddoppiato. E quindi le cifre a cui aveva diritto erano inferiori Ma, come spiega Franco Bechis su Libero in edicola oggi, oltre a questi soldi ci sono 1.426.000 euro in bonifici per beneficiari non identificati. Ma nelle 102 pagine della distinta bancaria del Conto Unicredit di cui Libero è venuto in possesso, c'è ben altro. Con i bancomat faceva la spesa al supermercato e dal ferramente e si è pagato due vacanze in Sardegna. Nel conto bancario del Pdl, del Lazio, intoltre, ci sono fatture per cene pantagurelilche spese da tutto il gruppo spese sotto Natale e Pasqua.

Leggi l'articolo integrale di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, venerdì 21 settembre

Anonimo ha detto...

La nostra libertà di stampa "è socialmente pericolosa"
Il giudice non ha concesso la condizionale al direttore del "Giornale". Il motivo? Potrebbe reiterare il reato facendo il suo mestiere. Solidarietà bipartisan
... Qualche cretino brin­da al nemico in galera. Molti (giornalisti e non, sinistra e destra) si dicono preoccupati. In cella giovedì non fi­nisce solo il direttore del Giornale . In cella finisce una libertà sacra in una democrazia occidentale. È facile difendere un’opinione quando è simile alla nostra. Dovrebbe essere vietato metterla in galera quando non lo è.

Anonimo ha detto...

... e infatti nelle società primitive, sacralizzando le opinioni "di tutti" e che tutti hanno il dovere di condividere, chi TRALIGNA viene condannato, imprigionato, eliminato.
Stiamo, purtroppo, facendo, rapidamente, grossi passi indietro.
Quando ripristineremo il DELITTO di Lesa Maestà?
Affrettiamoci!
Fra cinqu'antanni saremo al livello delle tribù nomadi del Sahara.
OTTIMO RISULTATO!

Anonimo ha detto...

Dopo Batman del Lazio, Robin della Toscana: anche Matteo Renzi, quando era presidente della Provincia di Firenze, avrebbe ceduto alle tentazioni della politica e avrebbe sprecato parecchio denaro pubblico tra cene, vini pregiati, viaggi negli Stati Uniti e fiori. Secondo la Corte dei Conti ci sarebbero troppi rimborsi senza relativo giustificativo e un uso dinsivolto delle carte di credito da parte del sindaco. La Provincia avrebbe speso - come riporta il Fatto quotidiano - 20 milioni di euro dal 2005 al 2009, ossia nel periodo della presidenza renziana. Il presidente avrebbe usato una carta con limite mensile di 10mila euro di spesa, sempre secondo la ricostruzione del quotidiano. ...
.......
da LIBERO

Anonimo ha detto...

BOIA CHI MOLLA - REDAZIONE
Polverini interrogata da Monti
la presidente resiste sulle macerie

Si dimettono tutti i consiglieri di opposizione Pd, Idv e Sel, la governatrice va a colloquio dal presidente del consiglio, il sindaco Alemanno chiede di azzerare il Pdl. Eppure l'ex segretario dell'Ugil incassa i colpi ma non lascia la regione Lazio, pur travolta dallo scandalo dei fondi "sperperati" dal gruppo pidiellino. L'Udc alla fine firma e salva la nera Renata, Casini si dice contrario, ma non fa nulla per far naufragare la giunta

DA IL MANIFESTO

povera Italia! poveri noi!

Anonimo ha detto...

La doppia morale della sinistra
di Claudio Romiti

26 settembre 2012EDITORIALI
La penosa vicenda che ha portato alle dimissioni della governatrice del Lazio Renata Polverini ha messo in fibrillazione l’intero sistema politico, scatenando l’ipocrita reazione dei soliti farisei della sinistra italiana, compresi i suoi fiancheggiatori mediatici. La tesi di questi moralisti caduti dal pero, che si richiama ancora ai fasti della diversità cromosimica del vecchio Partito comunista, è la seguente: occorre distinguere le responsabilità nello scandalo della Regione Lazio.

Chi ha incautamente “accettato” i soldi non può essere posto sullo stesso piano di chi dei medesimi soldi si è approfittato a piene mani. Il che tradotto starebbe a significare che lo scandalo non consiste nell’entità di tale finanziamento ma solo nell’uso distorto che qualcuno ne ha fatto. Così, ad esempio, si è sostanzialmente espresso l’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, esponente di spicco del Partito democratico, nel corso de L’Infedele. Ma su questa linea interpretativa, per così dire, si sta muovendo all’unisono tutto il Pd. L’idea che quest’ultimo vuole dare all’esterno (coadiuvato in questo da alcuni servizi scandalosi mandati in onda dal Tg3, in cui sono stati evidenziati solo i passaggi in cui la Polverini, all’atto delle dimissioni, stigmatizzava il comportamento di alcuni suoi alleati, tagliando completamente i suoi pesanti rilievi all’indirizzo dell’opposizione) della sprecopoli laziale è quella di una formazione politica che molto ingenuamente ha visto piovere dal cielo questa manna di milioni da spendere e l’ha solo raccolta, in modo quasi del tutto inconsapevole.

Tuttavia, precisando in ogni angolo del Paese che loro tali quattrini li hanno spesi solo per attività politico-istituzionali, i compagni di Bersani tendono ad attribuire al Pdl ed ai suoi alleati ogni responsabilità politica e penale di questa ennesima storia di ordinario malcostume amministrativo.

In realtà le cose non stanno affatto nella maniera in cui la strumentale propaganda rossa vorrebbe darci a bere. Ed è sufficiente ricordare alcuni numeri incontrovertibili per smascherare una simile fandonia. Infatti, fino al 2010 l’appannaggio che con le famigerate manovre d’aula veniva concesso a tutti i gruppi consiliari del Lazio ammontava ad un milione di euro. Successivamente, attraverso una serie di provvedimenti ad hoc, questa somma è stata portata a ben 14 milioni.

Ora, ed occorre essere molto chiari su questo punto, i gruppi dell’opposizione non hanno solo “accettato” il malloppo, come sostiene testualmente il summenzionato Gentiloni, bensì hanno fatto qualcosa di ben più serio: hanno sempre votato all’unanimità insieme ai cattivoni della maggioranza un tale, stratosferico aumento dell’ennesimo privilegio di casta. Un privilegio che, vorrei ricordare, rientra in un desolante quadro di spesa regionale la quale, nel complesso, in soli 10 anni si è quasi raddoppiata, nostante l’inflazione abbia inciso solo per un 23%. Ciò dimostrebbe che, al di là del colore, ci troviamo all’interno di una crisi sistemica della politica e non, come tenderebbe a far accreditare la sinistra, ad un problema di semplice onestà e moralità della classe dirigente. La vera questione è legata proprio all’eccessiva invadenza della politica e della burocrazia nella società, la qual cosa determina un enorme flusso di danaro direttamente controllato dalla citata casta.

E pensare di eliminare gli enormi sperperi che si annidano al suo interno semplicemente selezionando una classe di probi ed onesti servitori del popolo, così come continua a proporre soprattutto la sinistra, rappresenta una pericolosissima illusione. Se non si affama la “bestia” pubblica, riducendone il perimetro, l’uso dissennato dei soldi degli altri è destinato a perpetuarsi all’infinito.

Anonimo ha detto...

Perquisizioni e spogliarelli: le intimidazioni ai cronisti
Uno studio rivela i metodi dei magistrati, dai blitz alle ispezioni "personali"
Gian Marco Chiocci - Ven, 28/09/2012 - 08:22
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Scrivere per il Giornale, o per qualsiasi altro giornale, sta diventando rischioso.


Se adesso si va dritti in galera non è che fino a ieri la magistratura ci andasse leggera e non avesse altri strumenti per renderti la vita e la professione impossibili. Utilizzava (e utilizza) intercettazioni a strascico e soprattutto si avvale di uno strumento invasivo, ritorsivo, intimidatorio: quello della perquisizione-sfregio, a casa e in ufficio, nelle stanze dei tuoi bimbi o in redazione, a ficcare il naso nelle tue agende, aprendo i libri, i cd, tra la biancheria, in garage o in frigorifero, nell'appartamento di mamma e papà, perfino dai tuoi nonni. Tutto per scoprire la «fonte» e sequestrare il documento - che non trovano mai - all'origine di quella rappresaglia. Ormai è routine: si presentano all'alba, ti sequestrano fisicamente spesso fino a notte fonda, con decine di sbirri a mettere Le mani nel cassetto (e talvolta anche addosso), come titola uno studio del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti rintracciabile su internet sui cronisti perquisiti. Storie drammatiche e paradossali. Il Giornale ovviamente la fa da padrone con Vittorio Feltri e Nicola Porro a raccontare la violenza del blitz che colpì anche Sallusti, sulla farsa del ricatto all'ex presidente di Confindustria. «La Procura di Napoli era partita lancia in resta contro la supposta macchina del fango da me diretta - racconta Feltri - nel frattempo però mi ero dimesso, cedendo il comando a Sallusti (...) e al mio posto fu perquisito lui che non c'entrava nulla, al tempo dei fatti, salvo aver firmato il pezzo. Fu perquisito anche Nicola Porro. Fisicamente. Carabinieri dappertutto: al Giornale e nelle abitazioni dei reprobi. Roba da matti. Ventiquattr'ore dopo pubblicammo davvero un dossier sulla Marcegaglia». Era un falso, collezionato con gli articoli dei giornali illuminati e progressisti. Porro non se lo scorderà più quel giorno. Nudo davanti ai carabinieri come un boss mafioso. «Sono stato perquisito per un'intercettazione telefonica. Il sottoscritto all'epoca dell'intercettazione non era indagato. Il reato di cui mi sarei macchiato (violenza privata) non è di quelli per cui il codice prevede le intercettazioni. Con questi criteri anche Babbo Natale sarà presto messo sotto controllo (...)».Tra i racconti dei cronisti del Giornale inseriti nel pamphlet anche quello di chi scrive, recordman del triste settore--- cont ....

Le pagine del rapporto curato dall'Ordine dei giornalisti nel 2011 sui cronisti fatti perquisire dai magistrati

Anonimo ha detto...

segue ... (una ventina di perquisizioni all'attivo, l'ultima in albergo a Montecarlo per la casa Fini-Tulliani). Poi c'è il nostro Stefano Zurlo, anzi suo figlio Giacomo (all'epoca aveva 4 anni) a cui le forze dell'ordine piombate in cameretta chiesero dove papà nascondesse le carte di uno scoop su Pacini Battaglia. E che dire di Anna Maria Greco «colpevole» di aver recentemente pubblicato su questo quotidiano un atto sulla pm Boccassini: perquisita davanti alla famiglia schierata, invitata a spogliarsi e sottoporsi a ispezione personale («...Mi dicono: “ci dia i documenti, così la finiamo qui: dove li ha nascosti?”. Ho risposto: “Non ce li ho”. Mi hanno detto che dovevano procedere anche alla perquisizione “personale”. Mi sono preoccupata seriamente quando la donna carabiniere ha infilato i guanti di lattice. Mi ha fatto entrare in un bagno e mi ha detto di spogliarmi. “Anche la biancheria intima”, ha precisato. Non volevo crederci. “E che, nascondo documenti segreti nelle mutande?”». Sull'onda del trattamento-Greco passiamo ai perquisiti degli altri giornali, come Roberta Catania di Libero, anche lei invitata a togliersi tutto per accertare che non nascondesse una chiavetta-dati coi segreti dell'inchiesta sul G8. Idem Carlo Mion de la Nuova Venezia che a quattro mesi dalla pubblicazione di un video dell'inchiesta Unabomber, è sollecitato a denudarsi: «Eh no, mi offendete! Ma pensate che per quattro mesi vado in giro col dischetto infilato da qualche parte?». Lo spogliarello è evitato, la perquisizione no. A Fabio Amendolara della Gazzetta del Mezzogiorno, per il caso Claps, e ad Enzo Bordin del Mattinodi Padova, per una storia di trafficanti di droga, in assenza della pistola fumante sequestrarono interi archivi e fascicoli estranei al caso. Quanto capitato nel 2008 a Emiliano Fittipaldi e a Gianluca Di Feo de l'Espresso, per inchieste su camorra e politica, non ha eguali: «Ho subito due perquisizioni a una settimana l'una dall'altra su due inchieste differenti», racconta il primo. Anche Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera è stata perquisita due volte in una settimana, nel 2002, «perché nel primo controllo non era stata trovata la mia agenda personale». Nella casetta delle Barbie delle figlie della brava Alessandra Ziniti di Repubblica il Ros cercò l'identikit del capomafia Provenzano. L'appartamentino venne smontato, senza alcun riguardo per i vestitini, le scarpe e le borse delle bambole. La faccia del boss non saltò fuori. Quella della figlia Giulia, arrabbiatissima per il mini guardaroba in disordine, i carabinieri non la scorderanno.

Anonimo ha detto...

QUANTO PRECEDE mi ricorda i tempi di quando che:
si esclamava
VIVA IL DUCE!
HEIL HITLER!
di quando che:
Si andava all'adunata il sabato (sabato fascista)
di quando che:
Se non portavi la cimice all'occhiello (il distintivo del PNF) erano C...i tuoi!
Di quando che:
se parlavi male del Duce sparivi nelle galere del regime!
di quando che:
La stampa tutta era la fotocopia del "POPOLO D'ITALIA" IL GIORNALE DEL REGIME.
di quando che:
Appena accendevi la radio si udivano le note di "GIOVINEZZA ... L'INNO DEL REGIME ...

MA CHE DICO?
FORSE ALLORA C'ERA PIù LIBERTA' DI STAMPA DI ADESSO

Anonimo ha detto...

Passaggio dalla
dittatura fascista
alla
dittatura giustizialista!

Anonimo ha detto...

... ed il contribuente INOLTRE paga pure milioni per intercettazioni di giustizialismo politico!
Ma il Parlamento che fa?
ahoooo! svejateve!

Anonimo ha detto...

TESI
Nella dx sono tutti disonesti.
La sx pullula di uomini onesti, anzi nella sx ci sono solamente uomini onesti.
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I capetti e i caponi nonché i capoccioni, compresi i capini hanno tutti quanti portato avanti questa tesi, prendendo il Lazio come modello, come cartina di tornasole.
Ora purtroppo, per loro, in Liguria, in Emilia, in Toscana e via di seguito si è scoperto che i ladri, e che ladri!, sono anche a sx.
Con una distinzione, naturalmente: che i ladri di sx rubano con la mano destra, per cui il processo è sempre a carico della dx.
Mi viene da pensare ai ladri di Pisa, che digiorno litigano; poi la notte vanno insieme a rubare.
Ma per a sx, per favore, non usate il verbo rubare! è volgare, degno della della dx! per la sx va bene impossessarsi, prendere senza accorgersene, mettere in tasca per sbaglio ... non possono rubare i nostri sinistri, perché sono dotati di potenti anticorpi (antifurto). Infatti tutti hanno messo l'antifurto. ALL'AUTO.