lunedì 3 luglio 2006

Amici del nemico. Massimo Introvigne

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=101855

Israele e Palestina: una guerra che non finirà se non cambiano i regimi siriano e iraniano.

2 commenti:

attila ha detto...

Ho letto l'articolo e devo dire che, più che per questioni di "partito preso", mi sembra pressochè superficiale... almeno dal punto di vista geopolitico e storico...

La cosa che prima di tutto viene tralasciata è il fatto che mentre i Siriani sono sunniti (e che potrebbe eserci un filo diretto tra Damasco e Hamas) L'Iran è sciita...
Che per chi se ne intende di Islam è come dire uno è carne l'altro è pesce.
Le posizioni del presidente Iraniano si inseriscono all'interno di una più ampia lotta a Israele, ma non credo sia plausibile un aiuto diretto dell'Iran nei confronti delle formazioni terroristiche palestinesi.

Inoltre vi è l'aspetto storico e geografico da non sottovalutare: prima della guerra santa, ai Siriani (e ai libanesi) interessa molto di più il controllo delle alture del Golan da dove sgorga il Giordano, unico grande fiume del Mashrek! Le alture sono tutt'ora occupate da Israele che le ha conquistate dopo l'ultima guerra Arabo-Israeliana nel 1982...

Sicuramente vi sono anche questioni etniche da non sottovalutare: i palestinesi, in realtà, sono trattati malissimo dai propri "vicini" Giordani o Egiziani, questo anche perchè in quei paesi si sta creando un po' il fenomeno che vi è in Italia con gli immigrati... qualcosa al limite del razzismo il più delle volte...
Ciò è dovuto anche al fatto che sono i Palestinesi a emigrare fuori dai confini di Israele e vanno a farte i lavori più degradanti in altri paesi.

Non da ultimo vi sono le posizioni di mlti geopolitici che vedono nel contrasto israelo-palestinese l'unico sistema per mantenere calmo il medio-oriente. Essi ipotizzano che un'eventuale fine delle ostilità tra Israele e OLP potrebbe far tornare in auge tutte le tensioni latenti tra le varie tribù arabe, causando una destabilizazione dell'intera area.

maurom ha detto...

Ti ringrazio per le puntualizzazioni che mi paiono non faziose e corrette.
Questi sono i contributi che apprezzo.