Da mesi, molti mesi, da più parti sono piovute critiche durissime sul modo con cui Prodi ha gestito la crisi Alitalia. Un misto di disattenzione, attesa, un continuo procrastinare le scelte, l'aria di chi non ha fretta.
Il tutto però, sempre con l'obbiettivo chiaro e dichiarato: vendere, o meglio svendere a Air France.
Il risultato finale si è visto: Air France, così smaccatamente favorita dal leader del Pd, ha fatto una offerta indecente.
Alitalia è decotta -anche grazie al tempo perso da Prodi- ma l'offerta transalpina è comunque impresentabile (come sostiene un ampio fronte che va da Epifani della Cgil a Berlusconi, passando per la Marcegaglia).
Ma perché Prodi si è dimostrato così incapace anche su questo fronte?
Forse perché è incapace, come ha domostrato di essere a fronte dell'emergenza rifiuti di Napoli, che ha lasciato marcire nonostante ne fosse stato avvisato da due anni.
Ma non è una tesi credibile. L'unica cosa che Prodi dovrebbe saper fare sono gli affari, invece...Sorge il sospetto che vi sia della malizia in questo incaponirsi su Air France.
Brutto sospetto.
Ora, comunque, tocca a Berlusconi. Nel giro di pochi giorni si vedrà se la cordata che lui ha preannunciato ieri si concretizzerà.
Se così sarà -e se non abbiamo capito male lo si vedrà prima del voto- Berlusconi avrà fatto un colpaccio.
E Prodi avrà in Alitalia il monumento della sua incapacità di governo.
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12 commenti:
Quell'uomo è geniale! Ecco perché ha molti nemici! :)
Passa a trovarci, stiamo lavorando per la campagna elettorale!
Prodi è incapace. O in malafede.
Si toglie la "O" e si mette la "E". Via il punto:
PRODI E' INCAPACE E IN MALAFEDE.
Ora è tutto al suo posto.
RomaPunto
E' vero! Lo disse anche Benito:
"Molti nemici, molto onore".
RomaPunto
E anche Benito era un uomo geniale!
E alla fine ROVINO' L'Italia.
Per "par condicio" ritengo opportuno riportare il pezzo di Milton su "l'Occidentale".
Non ci molli Monsieur Spinetta!
di Milton
Il senso di disagio e di vergogna che si prova nell’ascoltare le farneticazioni di politica economica (sic!) della classe dirigente italiana, politica e non solo, sull’affare Alitalia, stanno raggiungendo un livello non più sostenibile.
La quantificazione del disastro e del baratro in cui Alitalia è stata spinta da chi oggi appunto farnetica, è riassunta in un dato fornito da Monsieur Spinetta, numero uno di Air France KLM, che durante la sua conferenza stampa, poco dopo l’incontro con le rappresentanze sindacali di Alitalia, ha detto che nel ’98, quando lui fu nominato a capo di Air France, il fatturato della compagnia di bandiera francese era di 8 miliardi di euro e quello di Alitalia era di 5. Nel 2007, il fatturato di Air France (esclusa KLM) ha raggiunto 16 miliardi di euro e quello di Alitalia è sceso a 4!
Verrebbe da dire, ma di che cosa stiamo parlando?!
Siamo qua a discutere di un’offerta che farebbe entrare Alitalia nella più grande compagnia aerea al mondo, con un piano industriale che comprende il break-even già nel 2010, ripianamento dei debiti ed un miliardo di euro di investimenti, una ristrutturazione che interessa poco più del 10% (2110 esuberi) della forza lavoro di Alitalia (si vadano a vedere le decine di migliaia di esuberi fatti da tutte le compagnie aeree del mondo all’indomani dell’11 settembre), 3300 dipendenti reintegrati in Alitalia Fly, la flotta che diminuisce meno del 20%, contratti di fornitura per Alitalia Servizi per otto (!) anni, moratoria sul cargo per tre anni… Che cosa si pretende per un’azienda che dovrebbe avere già i libri in tribunale da qualche anno, che ha raggiunto un livello di servizio al di sotto della decenza e per un marchio che ha una reputazione pari a quella del commissario per i rifiuti in Campania?
Monsieur Spinetta ha parlato di crescita, di rilancio, ma ha anche parlato di sacrifici, di decisioni difficili da prendere, di inefficienze da registrare. Ha bandito ogni compromesso, il dialogo si, ma se questo porta al popocchio, alla degenerazione clientelare della concertazione, sotto il ricatto della pace sociale, beh allora, tenetevela voi l’Alitalia!
Jean Cyril Spinetta si erge come gigante nella desolazione della trattativa Alitalia, di fronte a boiardi di stato che dell’ENA, la Scuola di Alta Amministrazione francese, non conoscono neanche l’esistenza, impegnati come sono a reggere gli interessi dei loro mandanti politici, di fronte a una classe politica che continua a blaterare di prestiti ponte (ancora, si dice, 300 milioni di euro di nostri soldi) e fantomatiche cordate autoctone inesistenti, di fronte a rappresentanze sindacali che non provano la benché minima vergogna per aver trascinato al fallimento un asset nazionale tra i più sani assieme a coloro che dovrebbero rappresentare e tutelare.
Non ci molli Monsieur Spinetta, ci eviti per una volta la solita sceneggiata pagata dai contribuenti: un gruppo di imprendiitori italiani con pochi soldi e tante relazioni si compra (con le risorse delle solite banche) Alitalia, dopo un congruo prestito ponte, e con l’accordo di far ingoiare i costi del piano sociale allo stato, mantenendo Alitalia a Malpensa, perdendo così altri soldi, incamerando debiti, e poi si vedrà … è già successo più volte.
Hai fatto bene a pubblicarli entrambi, Mauro. Bravo! In questo modo hai fatto una rappresentazione plastica di come la politica, in Italia, prescinda completamente da considerazioni economiche, cioè dell' unico argomento, l' economia, appunto, e la buona amministrazione della stessa, di cui dovrebbe occuparsi.
Una vicenda come quella Alitalia fa il paio con quella della monnezza e dovrebbe servire a far spalancare gli occhi agli italiani, a far capire loro che davvero non si può più andare avanti così ...
In entrambe le vicende le reponsabilità sono di tutta la classe politica, il che vuol dire che non è una questione di dx o sx ma di SISTEMA. E' il sistema che è marcio, è la Costituzione che va cambiata, cioè riscritta da cima a fondo.
Ma si è mai visto un sistema che si rigenera da sè?
Purtroppo no. Una volta ci pensavano le guerre e le rivoluzioni a cambiare le cose e i sistemi nuovi crescevano su macerie e su laghi di sangue.
Ora, per nostra (egoistica) fortuna, questa soluzione è impraticabile .... e allora?
E allora sono cazzi amari, ragazzi miei. Non so cosa aggiungere ...
Speriamo che San Silvio da Arcore qualcosa riesca a fare, ma la vedo assai difficile ...
Esempio di come a sx sanno amministrare bene l'ECONOMIA
(di casa loro)
PRODI E LA LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE
nel senso che Prodi LOTTA e intrallazza per vedere di evadere e non pagare le tasse.
Un po' grave, mi pare per un capo di governo che ha fatto perno proprio sulla lotta all'evasione!
E non solo Lui, ma anche i compagni di merende!
Prodi, dove sono finiti i gioielli?
"La cassaforte? E' qui ma è vuota"
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=249683
CU CU?!? I GIOIELLI NON CI SONO PIU' !!!!
VOLETE CONOSCERE LA STORIA DEL GRANDE GIORNALISTA "DEMOCRATICO", l' ANTIFASCISTA per antonomasia?. L'emblema ed il vanto di tutta la sinistra?
Eccovi serviti.
Con il dovuto rispetto, specie per chi è scomparso, ma solo, e soltanto, per sfatare i miti che la sx costruisce intorno a se stessa.
Del resto fascisti furono pure Montanelli, Scalfari, Bocca, Dario Fo e tanti altri antifascisti dell'ultim'ora + Enzio Biagi.
Chissà perché i veri fascisti si trovano spesso tutti a sinistra?
Controstoria del Ragionier Biagi Enzo, ex giovane firma giornalistica sotto il fascismo.
http:
//lasteccanelcoro.blogspot.com/2007/11/controstoria-del-ragioner-biagi-enzo-ex.html
Vi parrà strano, ma vorrei spezzare una lancia a favore di quei giornalisti che mossero i primi passi su giornali e riviste fasciste e che poi, a guerra finita, diventarono fieri antifascisti.
Prima considerazione: Provate a mettervi nei panni di un giovane, cresciuto in un paese dal pensiero unico (quello fascista) che volesse intraprendere la carriera di giornalista. Be', dove volete che scrivesse, se tutti i giornali erano fascisti?!!!
Seconda considerazione: al di là del fatto che il fascismo fosse effettivamente il pensiero unico e autorizzato, quei giovanotti erano colti ed istruiti, cioè erano degli intellettuali e gli intellettuali, per loro natura, seguono SEMPRE il pensiero imperante. Tanto è vero che, finita la guerra, non diventarono neo fascisti, cioè democristiani, ma comunisti o socialisti e tali rimasero fieramente, con l' unica eccezione di Montanelli che tenne duro fino all' avvento di Berlusconi: poi entrò nel coro anche lui.
Terza considerazione: se un domani, per un qualche miracolo, la cultura prevalente diventasse quella liberale, tutti gli intellettuali nostrani diventerebbero liberali ....
Quindi, amici miei, disprezzateli pure, ma non indignatevi. Non ci si incazza con un somaro se raglia o con un uccello se vola o con un pesce se nuota: è nella loro natura ....nella natura dell' intellettuale c'è l' intruppamento dentro la cultura prevalente. Punto!
Vi parrà strano, ma vorrei spezzare una lancia a favore di quei giornalisti che mossero i primi passi su giornali e riviste fasciste e che poi, a guerra finita, diventarono fieri antifascisti.
Caro Paraffo
tutto quello che hai detto è giusto. Qui c'è soltanto da mettere qualche puntino sulle "i". E con questi puntini c'era da sfatare i soliti "miti" della sx.
Biagi era un bravo giornalista, ma a me non piaceva. E non piaceva la trasmissione "Il fatto" perché era, non solo di sx, ma che essendo tale veniva messa in onda a "mie spese", dato che la Rai è pubblica. Alla faccia della "par condicio".
Scandalizzato? Ma figurati!
Dico solo che non può essere considerato un mito un "partigiano" dell'ultimo momento, con gli Americani alle porte, così come non ritengo "democratici" certi personaggi che hanno scoperto l'acqua calda solo dopo la caduta del "Muro".
Il "martire" scacciato dal non mai abbastanza deprecato Berlusconi, rientrò dalla finestra (pure lamentandosi) con la modesta borsa di oltre un miliardo di vecchie lire.
Compagni di "Fede". Duri e puri.
a Paraffo
... e fra i casi noti e arcinoti dei cosiddetti voltagabbana dell'ultima ora ci fu pure il "Grande" (si fa per dire) antifascita On. Fanfani, il quale, da "grande" antifascista che era, guarda un po', aveva "lodevolmente" partecipato ai Littoriali (gare in cui i partecipanti si facevano in quattro per esaltare il regime e per lustrare le scarpe al "Duce" fondatore dell'Impero). E pare anche che avesse guadagnato uno dei primi posti in graduatoria.
E' solo un esempio. Che purtroppo rientra nei numerosi esempi, a mio avviso, ... beh! ...
Per tutti quelli che ...
Oh Yes!
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