Adda passà 'a nuttata, come dice Eduardo di "Napoli milionaria".
Possiamo trarre delle conclusioni ad una settimana dalle elezioni?
La portata del voto è storica e, come sempre accade in questi casi, è troppo presto per un bilancio completo: però le ovvietà sono inoppugnabili.
La Lega di Bossi è la rivelazione, per i politologi da scrivania, di questa tornata elettorale: ha sottratto voti a tutti i partiti ed è stata premiata per la vicinanza al popolo, per la sua "reperibilità"e per aver intercettato esigenze pratiche.
Chi non frequenta solo i salotti televisivi si era accorto da un pezzo che la Lega aveva fatto breccia tra gli operai e le classi meno protette: i sindacati, che oramai rappresentano quasi esclusivamente i pensionati, non sono stati capaci di tutelare nemmeno questi ultimi.
Il voto ideologico non regge quando manca la pagnotta: il sol dell'avvenir non accende il riscaldamento e la falce&martello non ti difendono da scippi, furti e aggressioni.
Il successo di Bossi è simmetrico alla disfatta della sinistra arcobaleno, dato che molti elettori hanno preferito non disperdere il voto, qualcuno si è spostato all'estrema sinistra, altri si sono astenuti e non pochi hanno dato fiducia alla Lega.
Il Pdl rafforza la sua posizione egemonica anche se, a mio avviso, ha perso qualche punto confluito nella Lega, guarda caso.
L'emorragia di consensi dall'ex-Cdl verso l'Udc è stata contenuta anche perché una fetta del partito non ha seguito Casini.
Ma è proprio il movimento di Pierferdy a suscitare l'interesse degli studiosi di flussi elettorali.
Infatti nessuno avrebbe scommesso sul raggiungimento del quorum, invece ha centrato il doppio obiettivo.
Casini aveva fiutato l'aria, adesso si spiegano certi suoi atteggiamenti dell'ultima ora, e si era reso conto che avrebbe potuto "imbarcare" i voti dei "margheritini" avversi alla fusione nel Pd: non ha avuto torto, ed ha fatto incetta di voti a sinistra.
Ora il Presidente emerito della Camera si ritrova con un partito spaccato in due: una parte che guarda a destra e l'altra che pende a sinistra. La prova: le amministrative a Roma; il partito ha dovuto dare libertà di voto, altrimenti scoppiava il finimondo.
Nei prossimi giorni ci sarà pane per i denti dei politologi con un partito in mezzo al guado dove l'equilibrismo sarà pratica quotidiana e senza sapere esattamente qual è l'elettorato di riferimento prevalente.
Una bella gatta da pelare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
9 commenti:
Basta entrare in Internet e collegarsi al sito ufficiale dell’Anpi, associazione nazionale partigiani: www.anpi.it. Parlo dell’Anpi nazionale,
Un link rimanda al «Manifesto unitario delle forze democratiche antifasciste»
Questo perché il momento è eccezionale, «l’Italia sta correndo nuovi pericoli», «la tenuta del sistema democratico» è «a rischio».
(vedi anche il proclama del Chiarissimo e illustrissimo prof. Roberto Bobbio - elez. 2001)
ci rivolgiamo ai democratici, agli antifascisti, per una mobilitazione straordinaria in tutto il Paese».
Ci sarebbe da sorridere, se non fosse che ogni volta che il centrodestra vince le elezioni in Italia si rispolverano bella ciao e lo spettro delle deportazioni, la fine della democrazia e il ritorno del mito della razza. Ci sarebbe da sorridere, se non fosse per l’impressionante dispiegamento di firme a sostegno di questo «manifesto unitario» che chiama l’Italia in piazza contro la ri-nascente dittatura: oltre all’Anpi e a tutte le associazioni combattentistiche e partigiane, Pd, Prc, Sdi, PdCI, Sd, Verdi, Italia dei Valori, Cgil, Cisl e Uil, Arci, Acli e tanti altri ancora, abbiamo citato solo quelli che rappresentano tutto il centro sinistra e la sinistra istituzionali. Ieri il segretario della Uil Lombardia si è dissociato, e c’è da sperare che oggi molti altri eguano il suo esempio.
Purtroppo però
l’equiparazione vittoria del centrodestra-fine della democrazia
non è solo una trovata di qualche funzionario dell’Anpi e di partito, ma una fissazione di gran parte del mondo progressista italiano, specie quello più influente nei giornali, nella cultura, nel mondo degli spettacoli. Fissazioni che danneggiano anche (e forse soprattutto) la stessa memoria storica della lotta al nazismo e al fascismo; certamente la danneggiano più di qualsiasi testo revisionista. La Resistenza viene gettata nel ridicolo non dai libri di Giampaolo Pansa, paragonato a uno Starace quando non a un Goebbels, ma da questi «comitati permanenti» sempre in lotta contro orbaci e camicie nere che esistono solo nella loro fantasia.
Accanto al ridicolo c’è però un aspetto inquietante. Nel «Manifesto unitario», così come in tanti discorsi o articoli, si fa riferimento ai valori della democrazia,
ma i primi a non rispettare la democrazia, e a invocare contro di essa l’uso della piazza, sono proprio coloro che non accettano l’esito di una consultazione elettorale.
Chi va a governare ci va perché così ha voluto il popolo italiano, non perché ha fatto un colpo di Stato. E se si giustifica l’esito del voto con i «condizionamenti» delle televisioni, si torna a cadere nel ridicolo: da quando c’è il bipolarismo, si è andati a votare cinque volte, e gli italiani hanno sempre scelto una volta una coalizione, e una volta quell’altra.
Priva al tempo stesso del senso del ridicolo e dell’accettazione della volontà popolare, è questa sinistra - più che Maccari o Flaiano - ad aver dato vita al detto popolare secondo il quale tra fascisti e antifascisti, perlomeno quanto a intolleranza, non c’è poi tanta differenza.
Michele Brambilla
da Il Giornale
Caro Mauro,
io seguo la politica, ma ogni tanto mi sfugge qualcosa.
A "Porta a porta" quelli di sx discutevano del problema della sicurezza. E, come al solito, essi sono sempre a posto. Ma al di là di questa barzelletta, hanno tirato fuori un argomento che mi rimane nuovo e stridente. La colpa, secondo loro, dell'ingresso di centinaia di migliaia di romeni sarebbe di Berlusconi, per una ragione che, malgrado che io abbia frugato nella memoria, non sono riuscito a capire. Fra l'altro i loro avversari (dx), pur replicando, hanno lasciato scivolare l'argomento senza controbatterlo direttamente.
Mi sai dare una spiegazione?
Ti saluto con amicizia
ZEUS
GRAVITA' DEL PROBLEMA DELLA SICUREZZA LEGATO ALLA PRESENZA DEI CLANDESTINI
La prima nazionalità per numero di denunciati è quella romena, e lo stesso vale per le violenze sessuali (nelle tabelle del ministero riferite al 2006 la Romania viene ancora considerata extra Ue). Sul totale degli stupri, quattro su dieci vengono compiuti da non italiani (con differenze che vanno dal 45% del centro-nord al 20% del sud). Più di due clandestini al giorno sono fermati come colpevoli di stupro (817 nel 2006 su un totale di 3.381). I dati disponibili del 2007 confermano questa tendenza: una violenza alle donne su quattro viene commessa da stranieri, in più della metà dei casi irregolari. Un denunciato su venti è romeno.
Due campi criminali in cui i clandestini detengono un primato di denunce è quello delle rapine in abitazione dei furti con destrezza: su 5.009 scippi, 2.724 nel 2006 sono stati a opera di stranieri abusivi in Italia. Più di uno su due. Quasi il 50% delle rapine in casa viene commesso da clandestini (424 su 1.016). In questo caso al primo posto nella lista delle nazionalità ci sono gli albanesi: una rapina su dieci è opera loro.
La direttiva europea, caro Zeus, che prevedeva l'ingresso dei romeni in quanto cittadini comunitari, è stata recepita con Frattini commissario europeo.
Forse è questa la colpa di Berlusconi in riferimento alla criminalità.
Ciao.
Quaando si parla di collaborazione fra forze di polizia e cittadini, alle parole devono seguire i fatti.
E un fatto concreto potrebbe essere quello delle ronde costiutite da volontari che si pongono il compito di viglilare le zone a rischio e di effettuare segnalazioni tempestive alla polizia onde evitare fatti criminosi; segnalazioni che potrebberosalvare la vita a vittime innocenti.
Il Manettaro si è dichiarato contrario. Contrario a che? a FAR ARRESTARE I CRIMINALI? Ma non è un manettaro? A scongiurare reati che comportano il più delle volte danni irreversibili alle vittime? Ma non è il paladino dell'Italia dei valori? Ma di quali?
Gazie Mauro,
se la direttiva è europea, l'argome to della sx è assai specioso, tanto più che in ogni occasione sventolano come bandiere le direttive europee che ci legano mani e piedi per mettere alla porta i clandestini.
Pe cui: direttive europee, magistratura che cerca il pelo nell'uovo, sx sempre a testa bassa. Il compito sarà quanto mai osteggiato e difficile.
A questo ora aggiungiamo manifestazioni di piazza, reclutamento dell'estrema sx a far chiasso, opposizione a tutti i provvedimenti, questioni di lana caprina sull'incostituzionalità.
Speriamo di farcela.
ZEUS
Grazie a chi ha postato l' artico della Brambilla: una vera rivelazione per me!
a Paraffo
l'articolo l'ho postato io, e tu sai chi sono.
In fondo non c'è niente di nuovo. Basta pensare che le stesse cose sono state messe nel miniestrone, al quale fu dato il titolo di proclama, del lucidissimo prof. Bobbio, il quale, pace all'anima sua, ebbe l abalordaggine di proclamare, unitamente a firme insigni di tutta l'elite letteraria e filosofica, che l'avvento di Berlusconi al potere avrebbe messo in pericolo al democrazia.
La quale democrazia è stata messa in pericolo davvero da queeli che sottoscrissero l'abominevole proclama.
In buona sostanza, secondo il Censis, "fatto 100 l’elettorato del 2008 di ciascuna coalizione, nel Centro sinistra oltre il 93% aveva già espresso il proprio consenso nel 2006, il 3% aveva votato per la Casa della libertà e lo 0,8% per l’Udc, mentre il 2,9% aveva votato scheda bianca o nulla o si era astenuto". La coalizione di Centro-destra ha invece l’83,9% di elettori che gli hanno rinnovato il consenso, il 12,6% che aveva votato per la coalizione opposta, il 2,2% per l’Udc e l’1,1% si era astenuto o aveva votato scheda bianca o nulla. Infine, nell’elettorato dell’Udc solo il 18,3% rappresenta elettori che avevano dato il proprio consenso all’Udc nel 2006, il 24,7% proviene dalla Casa delle Libertà e ben il 57% dall’ex Unione.
Posta un commento