sabato 18 aprile 2009

Poveretti e poverini

Se Santoro batte "Amici". Fabrizio Rondolino

Se l’Auditel servisse a valutare gli anchormen, Enrico Mentana sarebbe ancora al suo posto: dunque il trionfo di Michele Santoro, l’altra sera, non gli garantirà il posto nella nuova Rai che si va profilando nella residenza privata del presidente del Consiglio, a palazzo Grazioli. E tuttavia quel trionfo - 5,3 milioni di spettatori, 20,8% di share medio con punte del 35% - dovrebbe perlomeno suggerirci una riflessione ovvia: non siamo tutti uguali, non guardiamo tutti la stessa televisione. E dunque abbiamo bisogno di televisioni diverse fra loro.

Santoro ha vinto la serata, staccando di tre punti gli Amici di Maria De Filippi su Canale5: il che dimostra che la buona informazione può diventare un evento mediatico come e più di un reality di successo. Non è la polemica sui giornali (che nessuno legge) a far crescere Santoro: è la mancanza di concorrenza. Santoro è tra i pochissimi a essere «contro», punto. Gli amanti dell’ordine e delle buone maniere lo accusano per questo di faziosità, mentre è vero il contrario: non c’è informazione libera se non dalla somma di punti di vista diversi e contrastanti. Santoro irrita i governi (non solo questo: l’Ulivo vittorioso nel ‘96 lo cacciò dalla Rai) perché sceglie, ogni volta, un punto di vista contrario, e su questo costruisce un racconto televisivo di tanto maggior successo quanto più stagnante è il resto dell’universo mediatico. E per una volta persino Maria, la regina della televisione, deve fare un passo indietro.


Questo l'articolo pubblicato dalla Stampa di oggi.
Rondolino che è stato comunista, e forse lo è ancora, prende le difese di Santoro, ma non è convincente.

Andiamo con ordine: che importa dove si decide l'organigramma Rai, visto che le decisioni sono sempre state faccenda politica della maggioranza?

Certo abbiamo bisogno di televisioni diverse, di pluralità, ma diverso non è sinonimo di buono, corretto e imparziale.
Pure la salvaguardia delle minoranze, qualora volessimo fare appello ad un principio sacrosanto, incontra giusti limiti: nessuno darebbe spazio a pedofili che rivendicano un diritto di tribuna.

Lasciamo stare l'Auditel: l'ascolto dell'altra sera era condizionato dalla curiosità dell'evento.

Non manca la concorrenza: due terzi degli italiani stanno con Berlusconi, gli altri sono TUTTI contro.

Ben vengano i punti di vista diversi e contrastanti, ma quando la realtà viene piegata e distorta e quando si nega all'avversario il diritto di esprimersi, non ci si può lamentare di essere biasimati.

Santoro, così come il suo sodale Travaglio e il compagno di merende Di Pietro, non esprime un punto di vista contrario: è contrario per definizione.
Loro sono i massimi esponenti della politica parassita che si nutre di tutto quello che dice e fa Berlusconi, per respingerlo, avversarlo e rovesciarlo.
Non brillano di luce propria, non hanno tesi, sono solo antitesi.
Non praticano il contraddittorio, ma l'avversione.
Non sono solo contrari, ma anche feroci contestatori.
Se non ci fosse Berlusconi, non esisterebbero.
E anche Franceschini, assieme a tutta la sinistra priva di idee, si è fatto prendere da questa pratica "sportiva".

Poveretti e poverini! Loro sì.

32 commenti:

Anonimo ha detto...

"nella residenza privata del presidente del Consiglio, a palazzo Grazioli"

ah ah ah, nella sua residenza privata, e lo rivelate così, senza pudore e vergogna. Si discutono le nomine della tv PUBBLICA nella residenza PRIVATA del premier, come se si trattasse di una cosa sua, di mediaset. Che già posside (il vice presidente è suo figlio), in palese conflitto di interessi. A preparare l'epurazione di tutti coloro che esprimono dissenso. Bello, il vostro concetto di democrazia. Altro che partito della libertà, partito dell'epurazione e della censura.Siete intoleranti e illiberali.

Anonimo ha detto...

Mauro, tu sei un paersona intelligente e moderata. Comprendi quindi perfettamente che i concetti di "buono, corretto e imparziale" sono SOGGETTIVI, e quindi hanno un diverso significato per chi abbia affinità con il centrodestra.Il criterio di giudizio deve essere OGGETTIVO, il rispetto della legge da parte di tutti. Il luogo dove si procedealle nomine conta eccome, lo sai, non si può gestire la cosa pubblica come se fosse un'azienda privata. Non si può allontanare coloro che non dicono cose piacevoli solo perché abbiamo la maggioranz in parlamento. Il rispetto di chi la pensa diversamente è il principo basilare di una democrazia, e tu lo sai perfettamente perché ogni giorno ospiti il pensiero di chi la pensa diversamente da te, dando il buon esempio.

Anonimo ha detto...

"quando si nega all'avversario il diritto di esprimersi"

questa è grossa, Mauro, mi sembra che il premier abbia a disposizione una macchina propagandistica formidabile, invece, altro che. 3 tv private, rai uno, il Giornale di famiglia, che non gli sia lasciato il diritto di esprimersi prorio no. La scorsa sera Ghedini ha potuto parlare ampiamente, così come la rappresentante della protezione civile. Anche il vescovo dell'Aquila ha potuto esprimere compiutamente il suo pensiero. Nessuno del centrosinistra si è mai sognato di chiedere l'allontamento di uno dei vostri beniamini. Sei tu che giudichi in base al pregiudizio che rimproveri ai tuoi elettori.

Anonimo ha detto...

"Non praticano il contraddittorio, ma l'avversione.
Non sono solo contrari, ma anche feroci contestatori"

sembra di vedere voi allo specchio.rileggiti quello che hai scritto di Di Pietro e Travaglio, definiti "compagni di merende" come se fossero il mostro di Firenze. Un altro lettore ha definito Vauro necrofago. Ma per favore.Non vi sembra di esagerare?

Anonimo ha detto...

IL paragone con i pedofili, poi, rasenta, scusami se te lo dico, il ridicolo. Siete intolleranti e incapaci di accettare il dissenso serenamente e con civiltà.

Anonimo ha detto...

limiti "giusti" per chi? per te?

Anonimo ha detto...

"non hanno tesi, sono solo antitesi"
vai per cortesia a leggerti nel sito della camera dei deputati le innumerevoli proposte di legge presentate dall'on. Di Pietro, visto che ci tieni tanto alla correttezza dell'informazione. Vedrai che di idee, soprattutto in materia di giustizia e di rispetto delle regole da parte di tutti, ne ha anche troppe. Per questo lo odiate tanto.

Anonimo ha detto...

Il Pd convoca i candidati, non ci sono
e Dario Franceschini parla da solo
di Emanuela Fontana

Solo poche decine di semisconosciuti e spalti senza pubblico Il volto più noto è la presidente della Provincia dell’Aquila. L’aspirante sindaco di Imperia: "Il mio obiettivo non è non perdere ma non perdere clamorosamente"
Roma La scena è vuota, ma è tutta per loro. Tra le statue di cartone, i cavalli e i guerrieri di Cinecittà, si muovono le comparse. Sono alcune decine di sconosciuti candidati del Partito democratico che oggi hanno attraversato l’Italia per arrivare a Roma e non trovare nessuno.
È il loro giorno da protagonisti. Le stelle qui non ci sono. Dal capannone dell’assemblea, lo studio 5, finalmente esce un viso noto: il conduttore del Tg1 Davide Sassoli. Lui nell’ombra non c’è stato mai. Oggi è il suo debutto. Ha scelto il palco delle comparse, forse non se l’aspettava ma non può dirlo. Quando arriva all’aperto assorbe con un sospiro tutta l’aria di Cinecittà: «Siamo pochi? Ma no, dai, guarda, in tutti i luoghi in cui si prendono decisioni si è in pochi. Questo è un Conclave». Non di eletti, ma di ombre. Qualcuno dice che pesi oggi l’arrabbiatura di Goffredo Bettini che ha perso il posto ora dato a Sassoli. Comunque, eccetto Dario Franceschini, e per un attimo, dicono, Piero Fassino, quasi nessuno dei dirigenti è arrivato a infondere un po’ di coraggio a questi candidati comprimari nati, che dal partito non hanno avuto mai nemmeno le bandiere. Anche Franceschini, in fondo, è abbandonato come le sue comparse.
«Ci portiamo via un po’ di stemmi, per nostro zio», confidano Carmelo e Paolo, arrivati in autobus da Licata con il candidato Giovanni Picone: «Ci aspettavamo più gente, ma l’avevamo capito in pullman: 52 posti riservati ed eravamo soltanto in dieci». In tre sono arrivati dal consiglio comunale di Alcamo, provincia di Trapani: «Forse gli altri sono impegnati con la campagna elettorale, o forse è sempre lo stesso problema: questo partito non sa comunicare», prova a spiegare Pietro Daidone. Sanno scherzare: «Almeno i parenti non ci devono lasciare!». Sono loro oggi il futuro del partito.
Il capannone che ospita l’assemblea dei candidati sindaci è come un cinema a spettacolo finito. Gli spalti sono desolati, le sedie ricoperte dal simbolo del Pd, ma forse sarebbe stato meglio lasciarle di plastica: così si nota di più l’assenza. Mancano tutti gli aspiranti sindaci e presidenti di Provincia delle principali città. Franceschini, in maglioncino azzurro, ascolta le sue comparse con l’attenzione che si riserverebbe a un soldato che sta andando a morte sicura.
Eppure c’è un orgoglio di sconosciuti in questi candidati che per la prima volta vengono incoronati da una piccola assemblea, quantomeno per la loro incoscienza. Sono martiri ma idealisti: «Mi definisco candidato sindaco della città perduta, Imperia - dichiara l’aspirante primo cittadino Paolo Verda -. La chiamo la mia mission impossible. Ho bisogno che il Pd ci sia e sia con me. Il mio obbiettivo non è quello di non perdere, ma di non perdere clamorosamente».
In assenza di stelle, oggi diventa un punto di riferimento politico la presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane: ha un terremoto da raccontare e tante polemiche da riversare. Anche Franceschini, più tardi, su questo punto attacca con vigore: «Berlusconi la smetta di giocare a scaricabarile, tentando di coinvolgere l’attuale gestione degli enti locali».
All’assemblea delle ombre sembra un leader il candidato sindaco di Trino Vercellese, Alessandro Portinaro: «Regalo a Franceschini una lampadina - esclama - simbolo delle nuove energie rinnovabili! Ma simbolo anche della battaglia di Davide contro Golia. Il centrodestra è fortissimo, ma sappiamo com’è andata a finire tra Davide e Golia». Una lampadina e una fionda: così si parte per la battaglia perduta, il «salto nel voto» come lo definiva ieri l’Unità in prima pagina (nella foto a fianco).
Cosa potrebbe essere la fionda? «La sincerità», risponde Sassoli determinato. Basterà? «A Roma il Pd è fortissimo, è al 41 per cento...». Qualcuno lo guarda con tenerezza: «La fionda, la fionda, sono sincero, è un problema - ammette l’aspirante sindaco imperiese Verda -. Dobbiamo tornare ai nostri valori. Abbiamo inseguito troppo il Cavaliere».
Dialoghi catturati: «Ma io non capisco, qui c’è gente in gamba, che ha tante cose da dire, ma perché nel partito c’è questo marasma?». Un altro: «Cerchiamo di anticipare il volo, torniamocene». Si aspettavano un’assemblea lunga un giorno, alle due invece è già tutto finito. Cinecittà chiude. «Hanno fatto tanti errori sulle candidature - dice un aspirante sconosciuto che vuole rimanere anonimo - anche nelle primarie proponevano candidati per rispettare equilibri di partito, ma poi la gente li ha bocciati». Una porchetta intera rimane intatta sul tavolo del buffet

Anonimo ha detto...

"Milena Gabanelli è stata deferita al Comitato Etico Rai per l’ultima puntata di Report, sgradita a Tremonti. E così Report ha messo a segno un altro scoop sensazionale: la Rai ha un Comitato Etico"

Anonimo ha detto...

"Troppa sabbia nel cemento armato (si fa per dire). Stupore generale: chi l’avrebbe mai detto? In Abruzzo, poi, regione dotata di una classe politica così irreprensibile da aver avuto l’intera giunta arrestata nel ’93 (tutti assolti grazie all’abolizione del reato, tranne il presidente Salini, condannato per falso e dunque promosso deputato da FI e poi passato all’Udeur) e un altro governatore, Del Turco, arrestato l’anno scorso.

Ora i pm paventano infiltrazioni della camorra nella ricostruzione e il neogovernatore Chiodi s’indigna. Camorra in Abruzzo, ma quando mai? Bastava leggere un libro semiclandestino scritto da un ragazzo casalese, uscito tre anni fa. A pagina 236, nel capitolo «Cemento armato», il giovane scrittore scandisce il ritornello post-pasoliniano «Io lo so e ho le prove», poi butta lì: «Tutto nasce dal cemento, non esiste impero economico nel mezzogiorno che non veda il passaggio nelle costruzioni: appalti, cave, cemento, inerti, mattoni, impalcature, operai… So come è stata costruita mezza Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi e ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia… attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma… Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi…». Quel giovane scrittore si chiama Roberto Saviano. E il suo romanzo «Gomorra». Lo celebrano tutti. Purché, beninteso, nessuno lo legga"


Marco Travaglio

Anonimo ha detto...

"L'AQUILA - Una richiesta d'aiuto. Cinque giorni prima della tragedia. Contenuta in un telegramma urgente. Una richiesta rimasta inascoltata. Mittente, il Comune dell'Aquila. Destinatari, la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della Regione Gianni Chiodi, l'assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura dell'Aquila. Oggetto: una istanza per la dichiarazione dello "stato d'emergenza" per la città dell'Aquila, assieme alla segnalazione dello sciame sismico in corso, e di gravi lesioni ad edifici pubblici e privati. Per colpa del terremoto.

Già, perché all'Aquila il terremoto c'era già, da mesi, con una frequenza sismica ormai quotidiana. La scossa del 30 marzo scorso (con un quarto grado di magnitudo) aveva poi scatenato il panico in città con l'evacuazione di diversi uffici pubblici, oltre a lesioni gravi per migliaia di palazzi. Con una stima dei danni pari a 15 milioni di euro.

Era stata, fino a quel momento, la scossa più forte registrata all'Aquila dal 1967. E anche questo aveva spinto il sindaco Massimo Cialente a spedire un telegramma a Palazzo Chigi. Ma quella missiva (recuperata solo ora tra le macerie degli uffici comunali) cadde nel vuoto.

Del resto, proprio per la presenza dello sciame sismico e la paura diffusa nella provincia aquilana - appena il giorno prima - su richiesta del capo della protezione civile Guido Bertolaso, si era riunita all'Aquila la Commissione Nazionale Grandi Rischi. Una riunione che però non aveva - evidentemente - tranquillizzato Cialente. Che il giorno dopo decise di scrivere il telegramma.

Questo il testo: "In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell'effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni".

Per il sindaco, oggi, questo telegramma ha il sapore di una drammatica beffa. "Ho fatto tutto il possibile... Adesso dobbiamo solo ricostruire ciò che abbiamo tragicamente perso. Piangere il nostro dolore e andare avanti". Più dura la posizione della presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane: "La settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile, è stata fatale per il nostro territorio. Lanciavamo continui appelli, la gente fuggiva in strada per paura delle scosse. Ci era stato detto che la nostra era una psicosi, che avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso, di serenità. Invece..". E prosegue: "Possibile che le due scosse avvenute la notte del 5 aprile, poche ore prima della tragedia, non abbiamo fatto suonare un benché minimo campanello d'allarme? Molti di quelli che si sono salvati, quella notte hanno dormito in macchina".

Di Giuseppe Caporale

Anonimo ha detto...

Tra una passeggiata elettorale e l’altra sui cadaveri d’Abruzzo, Al Tappone trova il tempo per
ricevere a casa sua gli aspiranti direttori Rai. Alcuni non si vedono entrare perché abitano già lì. Gli altri vorrebbero tanto. Come ha scritto il New York Times, i giornalisti italiani si dividono in due categorie: quelli che lavorano per Berlusconi e quelli che lo faranno. Carlo Rossella, celebre per aver trapiantato col photoshop una ricrescita alla Cesare Ragazzi sulla pelata del padrone in una copertina di Panorama, è il numero uno di Medusa (Fininvest), dunque il presidente ideale per Raifiction: altro monumento equestre al conflitto d’interessi, per non far rimpiangere Saccà.

Augusto Minzolini, cronista della Stampa al seguito del Cainano nonché rubrichista di Panorama, è in pole position per il Tg1: giusto risarcimento per anni e anni di lavoro usurante (soprattutto per le ginocchia e la lingua). Se invece passasse C. J. Mimun, Belpietro andrebbe al Tg5 lasciando Panorama all’«amico Minzo». Sempre alte le quotazioni di Susanna Manidiforbice Petruni per Rai2. Peccato che tanti sforzi siano destinati al naufragio: un giornalista con la storia di Paolo Garimberti non potrà che respingere al mittente tutti i nomi usciti da casa Cainano. Senza contare che l’Authority, deputata a vigilare sul rispetto della legge Frattini, bloccherà tutto immantinente. Intanto Milena Gabanelli è stata deferita al Comitato Etico Rai per l’ultima puntata di Report, sgradita a Tremonti. E così Report ha messo a segno un altro scoop sensazionale: la Rai ha un Comitato Etico.

Anonimo ha detto...

Santoro, così come il suo sodale Travaglio e il compagno di merende Di Pietro, non esprime un punto di vista contrario: è contrario per definizione.
Loro sono i massimi esponenti della politica parassita che si nutre di tutto quello che dice e fa Berlusconi

Travaglio politico?

E magari Berlusconi è una persona onesta

ma falla finita...

giovanni ha detto...

leggo con interesse questo blog, nonostante non ne condivida l'ideologia. è una buona sintesi del pensiero della destra credo.

leggendo l'ultimo articolo e la parte che ne seguiva sono rimasto a bocca aperta.
ogni punto si poteva smontare molto facilmente. sono state scritte cose inaccettabili per qualunque altro paese industrializzato. è scandaloso come qui in italia ci sia abituati al clima di disinformazione e di censura che si è instaurato. attenti a non passare dalla destra moderata al comunismo più viscido cari signori.

Anonimo ha detto...

Andiamo con ordine: che importa dove si decide l'organigramma Rai, visto che le decisioni sono sempre state faccenda politica della maggioranza?

MAUROM SVEGLIAAAA!!!!
SE L'ORGANIGRAMMA LO DECIDE CHI HA GIA' 3 RETI NAZIONALI TI PONI PROBLEMI COME UN UOMO SOLO GOVERNA 5 reti SU 6

IL PADRONE ORDINA E I SERVI OBBEDISCONO

HAI FATTO CASO AL NUOVO SIMBOLO DEL PDL??????

Partito delle liberta' BERLUSCONI

cosa fa capire questo nuovo simbolo ad un ex di AN? che il padrone comanda sempre!!!

maurom ha detto...

Mi fa piacere, Giovanni, che tu ci legga con interesse.
Sarò lieto di leggere le tue osservazioni ai prossimi articoli.

Anonimo ha detto...

I veri poveretti e poverini siete voi, Maurom in testa, che abbisognate essere sempre comandati e messi sotto i tacchi dal vostro ducetto; rappresentate il tipico italiano medio, di antica memoria, servo, ignorante e vigliacco,sempre pronto a inginocchiarsi e a leccare il culo del padrone, qualsiaisi esso sia.

Anonimo ha detto...

Caro Mauro
vedo che il tuo sito è sempre frequentato da accaniti sinistri, arrabbiati e senza cervello. Per questo proiettano i loro difetti e la loro stupidità sugli avversari.
Si guardano allo specchio e sono convinti che la loro immagine sia di altri: dei seguaci di Berlusconi, il quale fra l'altro non ha seguaci, ma elettori. Seguaci erano quelli che (oggi ex) applaudivano stalin, ed ora danno lezioni di democrazia a tutti. Quelli di allora e quelli di ora sono le due facce di una stessa medaglia. O testa o croce, esce sempre Baffone.

Anonimo ha detto...

"accaniti sinistri, arrabbiati e senza cervello...baffone...Stalin...Stalin"

Mauro, chi è fra i tuoi lettori che dovrebbe lasciar perdere lo scontro verbale e dovrebbe documentarsi per evitare di scadere nel pregiudizio?

Anonimo ha detto...

Vedo, leggendo il commento delle 10.08, che la propaganda televisiva e il lavaggio di cervello attuato dal regime berlusconiano è stato di un'efficacia disarmante.
Oramai qualsiasi critica , distinguo, presa di distanza da ciò che ha deciso Berlusconi equivale a vedersi commisurata l'accusa di comunismo.
E' mai possibile che nessuno possa prendere una posizione nel merito della discussione senza tirare fuori le solite stronzate su Stalin, i campi di concentramento sovietici, Cuba,Mao, pol pot ecc... ?
Montanelli era comunista ? L'Economist è un giornale comunista ? Il Corsera è comunista ?
Oggi Casini è un comunsta ? Di Pietro è un comunista ?

maurom ha detto...

Il lavaggio del cervello, fino a prova conraria, lo hanno subito coloro che hanno creduto in una ideologia sanguinaria e totalitaria che ha fatto strage di milioni di esseri umani.

Nel Nord Corea, regime rigorosamente comunista, si muore letteralmente di fame.

Quanto alla televisione, ognuno è libero di vederne quanto e come crede. Se manda il cervello all'ammasso evidentemente ha un cervello che non poteva che finire all'ammasso.
Lasciamo perdere il regime: Berlusconi è votato da più della metà degli italiani e le sue televisioni non sono diverse dalle altre.

Anonimo ha detto...

e te pareva se non saltava fuori anche la Corea del Nord

Anonimo ha detto...

"Il lavaggio del cervello, fino a prova conraria, lo hanno subito coloro che hanno creduto in una ideologia sanguinaria e totalitaria che ha fatto strage di milioni di esseri umani"

siete capaci di fare solo "dietrologia"? sono passati decenni di storia, nessuno del centrosinistra si sognerebbe mai di elogiare quei feroci regimi, universalmente condannati, eppure voi siete a tal punto poveri di risorse dialettiche da ricorrere a questi ridicoli mezzi contro l'opposizione. Maurom, sei sorprendente.

Anonimo ha detto...

Altro che dittatura berlusconiana, sui media c’è l’impronta di De Benedetti. I ruoli chiave sono in gran parte occupati da professionisti legati al gruppo L’Espresso: da viale Mazzini a importanti quotidiani alla maggiore agenzia di stampa
...---
di Gianni Pennacchi

... Chi sia davvero il «padrone delle ferriere», lo rivela l’ultima delle nomine annunciate e ormai fatte. Giulio Anselmi, gran giornalista sotto tutti gli aspetti, noto ai non addetti per aver più volte intervistato Romano Prodi, sta per essere nominato presidente dell’Ansa, la più grande, importante e famosa agenzia di stampa italiana. L’Ansa è «proprietà» degli editori di giornali, son loro che ne nominano i vertici. Il candidato del governo era un altro, Marcello Sorgi, ma lor signori - avete idea di quanto pesi il gruppo Repubblica-L’Espresso? - hanno preferito Anselmi, che già ha fatto il direttore all’Ansa, ora dirige La Stampa di Torino, ma dove s’è ricoperto di vera gloria? Alla direzione dell’Espresso. Le nomine si intrecciano fra loro, generano cloni e perpetuano la cooptazione. Chi è il candidato unico alla direzione dell’Ansa, da rinnovare entro l’estate? Luigi Contu, caporedattore di Repubblica. Niente da dire, è un bravo giornalista cresciuto all’Ansa, figlio del grande Ignazio Contu portavoce dell’ancor più grande Amintore Fanfani. Ma chi lo nominò capo del politico dell’Ansa a Montecitorio? Giulio Anselmi di cui sopra, da poco direttore dell’agenzia. Ma poiché sono i quotidiani a dare il crisma, Luigi Contu è senza dubbio una colonna portante di Repubblica.
Chi altri viene da Repubblica e cambia genere, pur essendo già direttore? Mario Orfeo, direttore del Mattino di Napoli e noto ai non addetti per rivelarsi il più informato tra i direttori ospiti nobili di Porta a porta. Orfeo è in corsa solitaria per uno dei due tg di Stato - il terzo resta al Pd, quota ex Ds perché Franceschini ha già avuto mezza quota sul presidente Rai - l’uno o il due non importa, spartirà con Mimum. A Napoli Orfeo è tornato nel 2002, ma sapete dove è cresciuto e s’è fatto le ossa e i muscoli? In piazza Indipendenza a Roma, dieci anni nella redazione di Repubblica.
Più che un giro di valzer, sembra però il trenino dei balli scolastici, perché le pedine che si spostano si portano dietro altre pedine più piccole, fedeli e collegate. Torniamo al Grande Vecchio (si fa per dire), l’ultimo pontefice rimasto del giornalismo italiano, Giulio Anselmi che apre questa danza e lascia scoperta la poltrona di Torino. Chi andrà alla direzione del quotidiano legato ad una famosa industria esperta in rottamazione d’auto? È dato per certo Mario Calabresi, noto ai non addetti per esser figlio del commissario assassinato da terroristi, che stava all’Ansa insieme al giovane Contu, e che ora è corrispondente da New York per Repubblica.
E non dimenticate la madre di tutte le nomine, quella del presidente della Rai, accolta da Palazzo Chigi su proposta del segretario del Pd. Paolo Garimberti è un grande, della classe - nel senso scolastico - degli Ostellino. Ma guarda tu, dopo aver lasciato la Stampa sono anni e anni che scrive e pilota a Repubblica e nei suoi vari Venerdì.

Anonimo ha detto...

Il Tg1? Con Berlusconi, 9 direttori su 11 di sinistra
Pubblicato da Massimo Pandolfi

Mentre prosegue la noiosa telenovela Santoro (giornalista, poi diventato politico di sinistra e poi ancora giornalista) i salotti bene della sinistra chic italiana si infuriano adesso per le nomine alle direzioni del Tg Rai. Si infuriano perchè pare voglia metterci il becco Berlusconi e allora si grida allo scandalo, alla dittatura, a non so bene cosa. Dal Corriere della Sera (vignetta di Giannelli) all'Unità, il coro è unanime. Parto da una banalità: da che mondo è mondo, purtroppo, i direttori dei Tg vengono decisi dai politici. Aggiungo un dato di fatto (che vi dimostrerò): i direttori dei Tg ( e i mezzibusti e la stragrande maggioranza dei giornalisti italiani) sono assai più vicini al centro sinistra che non al centrodestra.Allora, qualcuno si infuria perchè si parla di Mimun o Minzolini come direttore del Tg1 e ci si dimentica del vicedirettore del Tg1 David Sassoli che si candiderà con Franceschini per le Europee (e vi dicono nulla Lilli Gruber, Piero Badaloni, Lamberto Sposini?). Ma partiamo del trono più alto dell'ammiraglia di Stato, la direzione del Tg1. Dal 1975 ad oggi (cioè da quando le tre reti si sono diversificate) i direttori sono stati: Emilio Rossi, Franco Colombo, Emilio Fede (per un anno: dal 1981 al 1882), Albino Longhi, Nuccio Fava, Bruno Vespa, di nuovo Albino Longhi, Demetrio Volcic, Carlo Rossella, Nuccio Fava bis, Rodolfo Brancoli, Marcello Sorgi, Giolio Borrelli, Gad Lerner, Albino Longhi (e tre), Clemente Mimun, Gianni Riotta e ora è reggente Andrea Giubilo. Prendiamo in esame i direttori dal 1994 (discesa in campo del 'dittatore' Berlusconi) ad oggi. Nel 1994 il direttore era Demetrio Volcic (poi senatore ed europarlamentare dei democratici di sinistra); al suo posto è subentrato Carlo Rossella (berlusconiano, ok). Dopo Rossella è toccato nell'ordine a Nuccio Fava e Rodolfo Brancoli: il primo notoriamente vicino alla sinistra, il secondo ha fatto parte anche dello staff di Romano Prodi. Poi siamo passati a Marcello Sorgi e Giulio Borrelli; a voler essere buoni il primo lo consideriamo indipendente (con chiare 'pendenze' a sinistra), il secondo (sindacalista di ferro) è un ex comunista doc. Eccoci poi a Gad Lerner, un altro che è da sempre schierato e che ha fatto parte del comitato promotore del Pd. Dopo Lerner è tornato Albino Longhi, dal 2000 al 2002. Lo sapete cosa faceva Longhi nel 1996? Curava l'immagine di Romano Prodi. Eccoci poi a Clemente Mimun (per me bravo professionista e basta, ma mettiamolo pure fra i berlusconiani) quindi Gianni Riotta (di certo non berlusconiano) e ora il reggente è questo Giubilo che di certo non vota Silvio. Riepilogando, dal 1994 ad oggi: 11 direttori di Tg e 9 di loro, alle urne, hanno sicuramente scelto Prodi, o Rutelli, o Prodi o Veltroni. Non Berlusconi. Voto a parte, diversi di loro (4) si sono impegnati direttamente in campagne politiche a favore del centrosinistra. La volete sapere la verità vera? La Rai, e il mondo dell'informazione in generale (magari un altro giorno vi scriverò degli altri Tg e dei giornali), sono in mano alla sinistra.

Anonimo ha detto...

Segnalo un interessante articolo di Helga Corpora
e Raimondo Quaresima uscito nel numero 85 di gennaio/febbraio 2009 della Rivista Recupero e Conservazione, de Lettera Editore,intitolato
"L'apparecchio murario aquilano : caratteristiche costruttive e
materiali", nel quale si faceva rilevare che la modesta quantità di malta per unità muraria, in zona fortemente sismica, rappresentava un rischio per la stabilità delle facciate antiche, sono descritte le caratteristiche murarie delle chiese di S.M. di Collemaggio, S.M. Paganica, Santa Giulia.

Anonimo ha detto...

POVERETTO CHI LO GUARDA
di Mario Giordano

Caro onorevole Santoro,
avrei voluto evitare ai «poveretti» un’altra sua foto in prima pagina (apprezziamo la sua tinta, ma abbiamo altri gusti). Epperò non ne possiamo fare a meno. Ieri sera lei ha di nuovo utilizzato la Tv pubblica per lanciare messaggi privati, attaccando un’altra volta il Giornale, e ponendomi direttamente una domanda («chi ci guadagna dalla soppressione di Annozero?»), cui debbo una risposta. Dunque: premesso che nessuno di noi ha mai chiesto la soppressione di Annozero (ma non vi occupavate ieri di informazione corretta?), credo che dalla chiusura della trasmissione l’unico che ci guadagnerebbe di sicuro sarebbe lei, che così avrebbe modo di evitare ulteriori figure da caramellaio. Ma si è visto durante l’intemerata? Era ringhioso, bavoso, scarsamente lucido. Non è riuscito a smentire alcuna cifra pubblicata dal Giornale, per il semplice fatto che noi, a differenza sua, non raccontiamo balle. L’unica sua argomentazione è stata: costiamo ma incassiamo molto con la pubblicità. Perfetto: se anziché guardare solo le figure fosse stato in grado di leggere l’intero nostro articolo si sarebbe accorto che era esattamente quello che avevamo scritto. Per cui la prossima volta, caro onorevole, eviti di impartire lezioncine d’italiano ai nostri lettori sul modo in cui devono interpretare il suo «poveretti». E piuttosto si concentri un po’ di più sulla sua trasmissione. Quella di ieri non le è venuta per nulla bene.

Anonimo ha detto...

"Ma si è visto durante l’intemerata? Era ringhioso, bavoso, scarsamente lucido"

Giordano, perché tanto livore? per la figuraccia vista da milioni di Italiani, che ha fatto la scorsa sera ad Anno Zero?

Si dia pace e provi a usare verso se stesso un po' di quel senso della misura che invoca rabbiosamente per gli altri e di sana autoironia: non rovina il fegato e giova alla salute.

Anonimo ha detto...

anno zero
Ringhioso, bavoso, collerico, strafottente, arrogante, ...
appena lo vedo cambio canale ... ma non è giusto che tutte le settimane faccia il gigione su una rete nazionale del servizio pubblico a servizio di un partito, il suo, quello che avrebbe dovuto rappresentare (degnamente) al parlamento europeo.E invece lo rappresenta (sempre degnamente) in tv. Servizio pubblico. Tv di tutti. Anche di quelli che sono di opinione contraria alla sua. Anno zero non fa informazione, ma bassa propaganda di partito, portata avanti, per di più, con prepotenza, arroganza e sufficienza, nonché disprezzo assoluto per gli avversari.
Un bel campione della sx, michelino!... Quella con la falce e il martello!

Anonimo ha detto...

ridicolo.

Anonimo ha detto...

Sulla radio, ai tempi del fascismo, si faceva solo propaganda fascista...
ridicolo

Nell'URSS i mass media facevano soltanto propaganda comunista ...
ridicolo

In Cina di fa solo propaganda per il regime ...
ridicolo

A Cuba, come sopra ...
ridicolo

ma più ridicolo che mai sei tu, compagno!

Anonimo ha detto...

ridicolo.