giovedì 23 dicembre 2010

Università, Berlusconi:"Ecco le ragioni della riforma". Free News Online

Con il sì del Senato, entro questa sera la riforma dell’università sarà legge.

La riforma introduce novità vere: mette fine agli sprechi, alle parentopoli e alle assunzioni facili; dice basta ai rettori a vita che d’ora in poi potranno restare in carica al massimo per sei anni; introduce il criterio del merito ad ogni livello, stabilendo che solo le università con i bilanci a posto potranno assumere e ricevere fondi statali, mentre quelle in dissesto saranno commissariate; favorisce i giovani studiosi e la ricerca scientifica, facendo sì che i ricercatori non debbano più farsi carico di tutte le lezioni al posto dei baroni, ma dedicarsi sul serio alla ricerca scientifica, pena l’espulsione dal circuito accademico dopo sei anni di contratto, come avviene in tutte le università di qualità. E mette un miliardo nel piatto.

Sminuire queste innovazioni come operazioni di potere, bollarle addirittura come una minaccia al diritto allo studio come hanno fatto la sinistra e gli studenti che ne hanno ripetuto gli slogan, non rispecchia il testo della legge, che pochi hanno letto, ma sembra volto a coprire qualcosa d’altro.

Il ministro Gelmini, e con lei il premier, sostengono che la sinistra non poteva fare diversamente, visto che considera da sempre la scuola, l’università e la giustizia come una proprietà esclusiva, una casamatta del potere da occupare (e occupata) con uomini propri ad ogni livello.

E i risultati sembrano proprio questi, visto che dopo la riforma Berlinguer del 1998 l’università ha aperto centinaia di sedi distaccate (per lo più inutili) oltre alle 92 sedi universitarie principali, ha assunto decine di migliaia di precari, promettendo loro la stabilizzazione: una massa intellettuale da usare come arma politica nei luoghi della formazione giovanile. Il risultato? Lo sfondamento inevitabile dei bilanci e la riduzione dell’università a uno stanco esamificio.

Se ora il governo ha deciso di dire basta a questo andazzo, e di restituire l’università al suo ruolo di servizio qualificato e sostenibile per la formazione culturale delle nuove generazioni, è giusto prenderne atto.

Finalmente, un passo nella giusta direzione.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

come no, perchè non va pure a vedersi l'incontro dell'onorevole Quagliarello con gli studenti? colui che ha redatto la riforma con la Gelmini, vada vada e cominciamo a dire le cose come veramente stanno.

Simone82 ha detto...

e come stanno le cose veramente? Probabilmente lei è uno/una di quei ricercatori/rici che hanno avuto il posto con il concorso truccato e ora temono di perderlo a favore di chi lo merita realmente...
Il resto sono balle demagogiche di chi, come scritto giustamente, considera l'università la sua proprietà privata da amministrare secondo criteri statalisti e demagogici, come fonte di voto e sostegno politico.

Anonimo ha detto...

no! diventerà presto proprietà privata. Non sono un ricercatore, e nemmeno studente.
Sono un imprenditore e non ho figli, probabilmente nemmeno ne avrò. la riforma potrebbe essere anche buona in qualche punto, ma mancano fondi, i tagli sono trasversali e vedrà, oggi sarà approvata e ne riparleremo fra un anno se vuole.

maurom ha detto...

Non è vero che non ci sono i soldi.

Impedire che vengano assunti figli, mogli, amanti e nipoti si può fare anche senza "risorse".

Tagliare sprechi e stipendi troppo elevati non richiede "risorse".

Anonimo ha detto...

ma che fai, il copia e incolla maurom? non sai dire altro? già risposto sull'altro post sulla gelmini. le mogli sono esenti mio caro, perchè quando si fanno le leggi non si fanno per bene, e di corsa poi, solo per parare il c. al governo del mal affare, oltre che del mal costume.

Anonimo ha detto...

favorisce i giovani studiosi e la ricerca scientifica, facendo sì che i ricercatori non debbano più farsi carico di tutte le lezioni al posto dei baroni

le solite balle propagandistiche...I RICERCATORI "AGGREGATI" (a tempo indeterminato) INSEGNANO A COSTO ZERO, INVECE DI FARE RICERCA.
E DOMANI? CHI IMPEDISCE AI BARONI DI SFRUTTARLI ANCORA?
DOVE C'E' SCRITTO CHE NON SARA' PIU' COSI'?
SCENDETE NEL MERITO E CITATE I RIFERIMENTI NORMATIVI PLEASE

Anonimo ha detto...

Tagliare sprechi e stipendi troppo elevati non richiede "risorse".

vogliamo parlare delle province?
vogliamo parlare degli stipendi dei parlamentari?

Anonimo ha detto...

uffa, e allora i riferimenti normativi?

grrr grrr