Il Protocollo di Kyoto non ha basi scientifiche ed è un inutile spreco di denaro. E’ quanto affermano 60 eminenti scienziati, esperti di clima, in una lettera aperta al neo-primo ministro canadese Stephen Harper in cui gli chiedono di aprire un serio dibattito scientifico sul riscaldamento globale e bloccare gli enormi investimenti per applicare il Protocollo di Kyoto.
I sessanta scienziati - “accreditati esperti in climatologia e nelle discipline scientifiche correlate” - si rivolgono al premier canadese perché si era preso l’impegno di riesaminare il Protocollo di Kyoto. Così gli propongono delle “consultazioni pubbliche equilibrate ed approfondite” per evitare che “miliardi di dollari previsti per la attuazione del Protocollo in Canada siano sperperati senza fare il punto sui recenti sviluppi della scienza del clima”.
Da quando il Protocollo è stato ideato, infatti, ci sono stati “rilevanti progressi” in questo settore, “molti dei quali escludono di doversi preoccupare per l’aumento dei gas serra”. “Se a metà degli anni ’90 – dicono ancora gli scienziati – avessimo conosciuto ciò che conosciamo ora in fatto di clima, il Protocollo di Kyoto non esisterebbe, perché avremmo concluso che non era necessario”.
“L’evidenza delle osservazioni – dice ancora la lettera aperta – non conferma i modelli climatici elaborati al computer per l’oggi, quindi non c’è ragione di fidarsi delle predizioni del futuro. Eppure questo è proprio ciò che ha fatto l’ONU creando e promuovendo Kyoto e fa ancora con le previsioni allarmiste” su cui si basano le politiche globali e nazionali.
Se ci fosse un dibattito aperto sul tema, insistono gli scienziati, l’opinione pubblica si renderebbe conto che non c’è affatto “consenso” tra gli scienziati del clima sulle varie cause che contribuiscono ai cambiamenti climatici, e “il governo potrebbe scegliere con cognizione di causa dei programmi basati sulla realtà e beneficiare sia l’ambiente sia l’economia”.
“Affermare che ‘il cambiamento climatico è una realtà’ è una frase senza senso, usata continuamente dagli attivisti per convincere il pubblico che una catastrofe climatica sia in agguato e che l’umanità ne è la causa. Nessuna di queste paure è giustificata. Il clima globale cambia in continuazione per cause naturali ed è ancora impossibile distinguere l’impatto umano dal ‘rumore’ naturale”.
Tale documento è di grande importanza perché conferma ancora una volta che nella comunità scientifica, a proposito di riscaldamento globale, non c’è affatto il “consenso” che gli ambientalisti vorrebbero farci credere e che il Protocollo di Kyoto ubbidisce più a impulsi ideologici che a dati scientifici. Come titolava un giornale canadese, commentando la lettera aperta degli scienziati, la “vera preoccupazione non è il clima ma il destino di miliardi di dollari”.
Sarebbe bello che anche in Italia gli scienziati si facessero promotori di una iniziativa del genere – e sono tanti quelli che condividono la posizione espressa dai colleghi canadesi, britannici e americani – tanto più che avremo presto alla guida del governo – salvo sorprese nei riconteggi delle schede – un premier che in campagna elettorale si è autodefinito entusiasticamente “militante di Kyoto”. E la possibilità di vederci aumentate le tasse per sostenere politiche ambientali inutili e anzi dannose è più che un rischio
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36 commenti:
... con la Sx al governo le TASSE aumenteranno comunque ...
... in modo esponenziale ...
...ragazzi! Mano al borsellino!
x ATTILA
Corri!
La strada la conosci!
che stronzate questi articoli...anche lo stesso governo Bush piano piano sta facendo dietrofront su posizioni antikyoto...
si può benissimo dire che il protocollo è un piccolissimo passo ma è pur sempre qualcosa...piuttosto che non far niente come vorrebbero le multinazionali mondiali
Mi piacerebbe sapere i nomi dei 60 EMINENTI scienziati.
Ricordo inoltre che il Canada è lo stesso paese che autorizza la caccia indiscriminata alle foche... non è che ci si aspetti molto dai canadesi.
maurom, (scusa il lungo intervento)
forse non ti ricordi ma ti ho gia' detto che vivo (nel senso che mi guadagno lo stipendio) cercando di migliorare, nel mio piccolo, la salute del pianeta.
Sono infatti un ingegnere Ambientale, lavoro in una Universita' inglese e, se permetti, qualcosa di tali problematiche le conosco.
Chiaramente l'articolo, che cita 60 scienziati (un nome?, un istituto?, una agenzia?), e' fazioso e povero di contenuti al tempo stesso.
Si parte dal presupposto che un modello matematico, creato ad inizio degli anni '90, non risponde piu' alle esigenze attuali e fa previsioni allarmistiche per il futuro.
Io ho visto modelli di sviluppo del clima estremamente avanzati e ben piu' recenti.
E c'e' un problema: tutti (con i dati odierni a disposizione) indicano un radicale sconvolgimento del clima con sciolglimento dei ghiacci (riserve di acqua dolce e potabile) e conseguente innalzamento delle acque.
Ve lo spiego facile facile, cosi' potete capire:
nel polo artico lo scioglimento della calotta polare e' 20 volte piu' veloce di quanto si sospettasse lo scorso decennio.
Dati alla mano, aggiornati settimanalmente da 1800 stazioni di rilevamento posizionate in mare sul parallelo 66.23 N., mostrano che il mare artico sta perdendo la sua salinita' a ritmi vertiginosi.
Icebergs delle dimensioni dell'Austria si stanno staccando dal pack e cominciano il loro viaggio verso sud mettendo in serio pericolo l'intera navigazione marittima.
(cercare foto di B15 A)
in groenlandia, per la prima volta dai tempi dei vichinghi (XIII secolo) e' possibile piantare e far crescere le patate e larghe distese, di solito occupate dai ghiacci, sono adesso prati fioriti.
Il grado di salinita' del mare artico si e' dimezzato negli ultimi 20 anni e cio' penalizza il flusso della corrente del golfo. Questo flusso di acqua calda proveniente dal Messico e' il responsabile di inverni temperati in tutta l'europa centrale.
Senza questa corrente, per esempio, Londra e Parigi avrebbero neve e ghiaccio per 6-7 mesi all'anno e la temperatura media sarebbe piu' bassa di quella registrata a Mosca che giace alla stessa latitudine.
il numero degli uragani e tempeste tropicali che hanno colpito le coste caraibiche e statunitensi nel 2005 (ben 16) e' il piu' alto in assoluto mai registrato dalla meta' dell'800 ad oggi.
Il primo uragano del 2006 ha colpito esattamente il giorno dell'inizio della stagione (1 giugno 2006) provocando 11 morti.
l'innalzamento medio degli oceani e' un dato di fatto.
Informati delle condizioni di migliaia di atolli ed isolotti sparsi nel pacifico e delle popolazioni locali che, sempre piu' spesso, si ritrovano l'acqua del mare dentro le loro abitazioni.
Non sono le isole che stanno sprofondando, e' il mare che si sta innalzando.
Francamente non so quantizzare l'impatto (positivo o negativo) del Protocollo di Kyoto - al quale l'Italia di Berlusconi NON ha mai aderito, benche' a Johannesburg nel 2002 promise che si sarebbe impegnato in tale direzione - posso pero' dire che cio' che questi 60 presunti scienziati canadesi sostengono non ha alcun riscontro con la realta' di un pianeta seriamente malato.
Hanno qualche dato per confortare le loro ipotesi?
I dati in possesso di altri scienziati (ti puoi leggere gli atti dei lavori di Exeter UK) mostrano, al contrario, che Kyoto sia solo un palliativo e che le emissioni di gas serra in atmosfera andrebbero ridotte da subito del 40% e non del 10% come proposto dal protocollo stesso.
GG.
"in groenlandia, per la prima volta dai tempi dei vichinghi (XIII secolo) e' possibile piantare e far crescere le patate"
scusa se non capisco, mi stai dicendo che meno di mille anni fa faceva caldo come oggi (globalmente parlando)? e l'effetto serra che ruolo ha allora?
max.
Esistono, anonimo, delle fluttuazioni del clima che non hanno nulla a che fare con i gas prodotti dall'uomo.
Sono variazioni naturali e pertanto inevitabili.
Infatti, negli ultimi 60.000 anni ci sono state 4 grandi glaciazioni (l'ultima, chiamata Donau- Danubio, 12 mila anni fa) e periodi intermedi piu' caldi.
Per esempio, sono stati ritrovati mammut nani in Abruzzo e Molise rilasenti all'ultima glaciazione, cosi' come sono stati ritrovati resti di dinosauri tipici di zone tropicali (Ciro) in Basilicata.
Tali variazioni possono derivare da:
1) posizione (inclinazione) del pianeta Terra all'interno del sistema solare (eccentricita' dell'asse e dell'orbita) e distanza dal sole (apogeo - perigeo)
2) gas serra naturali prodotti da attivita' vulcaniche (Krakatoa, Santorini)
3) variazioni climatiche locali per attivita' tardo magmatica.
4) bizzarrie del Sole ed altri pianeti (eclissi).
E' probabile che la Groenlandia, una volta densamente popolata dai vichinghi, fosse una terra fertile e ragionevolmente calda in virtu' di attivita' di vulcanismo secondario (come i geiser nella vicina Islanda) o, anche, che i Vichinghi avessero tuberi di patate piu' resistenti al gelo delle patate che noi abbiamo importato dal sud america con Cristoforo Colombo duecento anni piu' tardi.
Fatto sta che, negli ultimi 3-4 anni, i groenlandesi moderni possono coltivare patate e cio' prima non era possibile.
GG.
QUESTA COSA DI KIOTO è una fanfaronata per giovani impressionabili.
Nel tempo ci sono state GLACIAZIONI e riscaldamenti , riglaciazioni E RIR IRSCALDAMENTI .
AMCORA NESSUNO SA IL PERCHE' e ci vengono a turlupinare con la CO2
ed allora che i sinistrati smettano di respirare.
1)meno co2
2)meno sinistrati
3)meno popolazione che sfrutta il pianeta.
SE GLI AMBIENTALISTI tengono alla terra SI IMMOLINO e non se ne parli piu'
di ignoranti e ideologizzati ne abbiamo piene le tasche .
Vedo che c'è chi assimila subito la lezione di GG eheheheheheh...
Mi associo a tutto quello che ha scritto, ed aggiungo, da pseudopolitologo che dobbiamo ringraziare il fatto di essere riusciti a far ratificare a 60 paesi il protocollo di kyoto, è già un importantissimo fatto politico. Se poi si riuscisse anche ad applicarlo sarebbe anche meglio. Sicuramente è "vecchio" ma la colpa è tutta degli stati che non l'hanno applicato fino ad ora e si ostinano a ontinuare a non farlo. L'idea alla base del protocollo riguardante la compravendita dei diritti d'emissione in eccesso è valida e la definizione di soglie massime d'inquinamento anche.
Verissimo! É dall'anno scorso, ancora prima di Harper, che scienzati canadesi avvertivano che non c'erano prove scientifiche che provavano che il cambiamento del clima fosse dovuto a tutto l'ambaradan di Kyoto.
Al tempo di Roma antica per esempio,il clima era molto più caldo.
Comunque bisogna tenere conto dei costi altissimi che comporta il Protocollo, che comprendono anche tutta una serie di persone pagate per tenere su il tutto.
Harper ha detto recentemente che non rispetterà la firma posta dal suo predecessore, il liberale Paul Martin, perché i costi sono troppo elevati.
Ha tutta la mia approvazione di cittadina canadese.
Ciao-ciao!
Lontana
Ti dirò....a me non convincono gli scienziati nè da una parte nè dall'altra. Da una parte cercano di mostrare gli effetti di un riscaldamento eccessivo della terra, dall'altra non dimostrano i rapporti di causa ed effetto. Mi spiego: si la terra si riscalda, ma chi lo dice che non sia un andamento ciclico? Tutto va dimostrato. Alcuni sostengono che è dimostrato, altri no, e noi profani che ne sappiamo chi dice la verità? E' dimostrato che il CO2 causa l'effetto serra, ma in verità il metano avrebbe un effetto ben maggiore del CO2. Poi scoprono che le piante producono anche metano e causano anche esse l'effetto serra. Una ricerca smentisce l'altra e siamo punto a capo. Riguardo Kyoto vorrei anche ricordare che l'Italia lo ha ratificato quando si era al primo governo del centro-sinistra impegnandosi in una riduzione realisticamente eccessiva. D'altra parte il governo di centro-destra invece che diminuire le emissioni, le ha aumentate. Han sbagliato entrambi, per cui le accuse da una parte e dall'altra non han senso: tutti colpevoli.
Un breve chiarimento su cio' che scrive Led. Poi la smetto.
E' vero, anche se non sappiamo entro quali limiti e a quali velocita', che il clima della Terra e' soggetto a variazioni cicliche. Del resto la Terra e' un pianeta estremamente vivo e ce lo dimostra in vari modi (vulcani, terremoti, tsunami, etc..)
E' vero tuttavia che le quantita' di gas serra immesse direttamente dall'uomo nell'atmosfera quotidianamente e progressivamente negli ultimi 100 anni (dalla rivoluzione industriale ad oggi) e' di gran lunga superiore a qualunque altro fenomeno naturale sin qui conosciuto.
Ed e' in continua crescita.
Nota: la prima auto di serie prodotta dalla Ford nel 1908 faceva 8km con un litro di carburante; oggi ben 2 modelli Ford prodotti nel 2006 fanno 7km con un litro.
Se io faccio una carota (un campionamento) dei ghiacci artici, noto a varie profondita' (corrispondenti a periodi differenti di formazione di tale ghiaccio) differenti livelli di CO2.
Bene, negli ultimi 20 anni su tali campioni i livelli di CO2 sono 50 volte maggiori rispetto a periodi precedenti. (Si parla di periodi geologici, quindi di centinaia di migliaia di anni).
Chiaramente, ma e' una opinione personale, se sovraccarichiamo l'atmosfera di gas nocivi e, al contempo, riduciamo la naturale capacita' di depurazione del pianeta (riduzione foreste), arrivera' il momento in cui la Terra non sara' piu' in grado di grado di autopulirsi.
In pratica il pianeta Terra diverrebbe come un uomo a cui non funzionano piu' ne' fegato ne' reni.
Come puo' vivere un essere umano a cui non funzionano tali organi?
GG.
Maurom tu sei tutto scemo.Tu e i post che riporti;vai a informarti seriamente su un problema gravissimo qual'è il riscaldamento globale.E ricordati che la maggior parte dei presunti esperti che idealizzi,sono finanziati dalle società che nn vogliono il trattato.
Ma dove cazzo vivi,demente di un decelebrato!!!!!!!!!!!!!1
Avrei un po' di cose da dire, ma mi limito solo ad alcune delle ultime cose scritte da GG.
L'esempio delle macchine della Ford è fuorviante: parli della prima macchina prodotta che consuma 1l/8Km, e poi dici che ora ce ne sono due che consumano di più. Ma renditi conto che per confrontare i dati devi normalizzare il secondo dato (2/n) rispetto al primo (1/1) a tutti gli altri n modelli prodotti dalla stessa Ford che consumano di meno, senza contare che anche la qualità delle emissioni è migliore rispetto a prima (spero di essermi spiegato).
Riguardo la CO2, conta che il suo aumento favorisce l'aumento delle foreste (che globalmente sono in crescita), esistono vari studi che provano che gli alberi crescono meglio con maggiori concentrazioni di CO2. E' un meccanismo self-quenching, come molti altri presenti in natura.
Riguardo Kyoto, GG ha scritto che il 10% è solo un palliativo. Ma allora, se ogni nazione deve spendere miliardi di euro (mettendo a rischio anche posti di lavoro) per raggiungere un obiettivo che alla fine non serve quasi a niente, tanto vale investire in ricerca, per agire in maniera più sensata su altri terreni, come le fonti di energia alternative (e soprattutto la fusione nucleare).
Già questo dimostra come nella tesi degli ecologisti ci siano preconcetti ideologici, e non vere basi scientifiche.
Per chi fosse interessato a saperne di più su chi ha pubblicato tale "dossier" sappiate che SviPop non è esattamente un'associazione imparziale. Intanto è solamente una protuberanza di Cespas, un'organizzazione con pochi membri sostanzialmente finanziata dal Vaticano. Tutti i membri del comitato esecutivo sono, o sono stati, giornalisti dell'Avvenire e lavorano nelle varie Università Pontificie (Regina Apostolorum ecc.).
Un'associazione che paragona gli alimenti OGM a quelli naturali perchè "da quando l’uomo si è trasformato da cacciatore e raccoglitore in allevatore e agricoltore, ha addomesticato animali e piante modificandone anche consapevolmente il patrimonio genetico. Pertanto, le piante attualmente coltivate e gli animali di allevamento sono per la maggior parte, di fatto, organismi geneticamente modificati".
Un'associazione che dice testualmente che "Il suicidio demografico dell'Europa ha le sue basi nel ripudio del Cristianesimo".
Un'associazione che scrive cose di vago sentore medievale:
-- Noi cristiani abbiamo una visione teocentrica che tende alla verticalità, dove il creato ci è stato messo a disposizione del Signore per curarlo, svilupparlo e governarlo. Mentre una certa cultura ambientalista ha una visione orizzontale che tende verso il basso, con la tendenza a divinizzare la fauna e la flora.
-- Il Dio in cui noi cristiani crediamo è buono, e ama alla follia l’umanità, mentre una parte del movimento ambientalista parla di Gaia, una Dea pagana ostile e vendicativa che si ritorce contro l’uomo per ogni sua azione.
Devo preoccuparmi? forse un giorno potrei essere messo al rogo?!
Non conosco tutti gli argomenti del Protocollo di Kyoto, e non conosco nemmeno i presunti scienziati e i fatti che asserisconoi.
pero ' una paio di domande mi frullano per la testa:
la prima: a chi darebbe fastidio u n eventuale controllo delle emissioni dei gfas di scarico? pe caso alle multinazionali che producendo ogni ti podi bene vedrebbero ridotti i loro guadagni? allo stesso modo, i sostenitori del protocollo cosa ci guadagnerebbero in termini economici dalla sua attuazione?
seconda domanda: da ragazzino a scuola mi hanno insegnato che le piante utilizzano l'aria che noi respiriamo usando CO2 per produrre ossigneo.
se è vera questa cosa, e se è vero che la CO2 aumenta sempre di piu e nello stesso tempo le piante diminuoiscono sempre di piu', si arrivera ad un punto di non ritorno?
Che poi a dire di no sono USA URSS e CINA...
come a dire che quando ci sono interessi economici di migliaia di miliardi di euro, non c'è ne destra ne sinistra.
“I documenti e i rapporti scientifici americani sui cambiamenti climatici sono stati pesantemente edulcorati dall’ amministrazione Bush nel corso degli ultimi 4 anni. Lo dimostrano i documenti riservati pubblicati nei giorni scorsi dal New York Times, da The Guardian in cui risulta che un alto funzionario di Washington legato all’industria petrolifera, Philip Cooney, responsabile del Consiglio per la qualità dell’ambiente, ha alterato rapporti scientifici per minimizzare i legami tra i gas serra e il riscaldamento globale.
Attraverso le fotocopie dei documenti, i due giornali mostrano le manomissioni segnate a penna da parte di Cooney sui documenti degli scienziati. Un passaggio sulla progressiva riduzione dei ghiacciai sulle montagne, ad esempio, viene cancellato completamente. Le cause dei cambiamenti climatici non sono più “difficili” da individuare, ma “estremamente difficili”. E se gli scienziati concludono che le alterazioni del clima sono “certe”, Cooney cancella e riscrive: “possibili”.
Sul New York Times un ex responsabile per il coordinamento delle agenzie governative americane sui cambiamenti climatici, Rick Plitz, ha dichiarato che mai come in questi ultimi anni la Casa Bianca ha tentato di influenzare in modo diretto i programmi scientifici, indebolendoli e rendendoli poco credibili.
Da alcuni documenti del dipartimento di stato emerge come la decisione di Bush di non ratificare il trattato di Kyoto fu determinata in parte dalle pressioni esercitate da Exxon Mobil, la società petrolifera più potente al mondo. Nei documenti informativi fatti pervenire al sottosegretario di stato Paula Dobriansky tra il 2001 ed il 2004, l’amministrazione Bush ringrazia più volte i dirigenti di Exxon per “l’attivo coinvolgimento” mostrato nell’aiutare il governo a formulare le proprie politiche sui cambiamenti climatici.”
(Fonte: The Guardian)
e' una cosa nota, solo i puri e duri non l'hanno notata. alla base c'e' una interessante polemica sul famoso hockey stick, cioe' la curva del presunto impennarsi della T globale, riportata in un bell'articolo su www.natutech.nl. E' una querelle tra Mann (sistenitore dell'hockey stick) e altri due (detrattori, vedi
www.uoguelph.ca/~rmckitri/research/trc.html, www.climate2003.com, www.realclimate.org) che NON dicono che non c'e' riscaldamento ma solo che quella conclusione e' taroccata. piccolo dettaglio: quelal conclusione e' all'ingrosso quella su cui si basa kyoto. guardatevi poi i report dell'IBL: http://www.brunoleoni.it/cercato.aspx?codice=2553,
e anche http://www.brunoleoni.it/cercato.aspx?codice=3139, sul piano economico, e pure http://www.brunoleoni.it/cercato.aspx?codice=3151
poi se fossi in voi mi leggerei anche the skeptical environmentalist di lomborg, e tutte le polemiche che sono seguite e a cui lomborg ha risposto in dettaglio. lomborg, ancora, non dice che tutto va ben madama la marchesa, ma che nemmeno tutto va male e c'e' chi - eculogista e/o amPENtalista di professione, ci marcia alla grande.
ciao - vfiore
p.s.
commento prima del mio: certo che usare come fonte "imparziale" the guardian, beh... tanto vale usare l'independent (detto indy, non per niente).
p.s.2
bravo Beren, dici bene 'selfquenching'. cosa pensavate, che il mondo aspettase "noi" eculogisti per darsi una regolata ? mai avuto il sospetto che il sistema si autoregolante ? mai sentito uncerto Lovelock ? ora vi lascio in pace. v.
Beren,
l'esempio della Ford e' tutt'altro che fuorviante, a mio avviso.
Esso dimostra che, pur di dare all'uomo moderno il suo giocattolino (l'auto), la Casa costruttrice non si fa scrupoli nei confronti dell'ambiente.
Solo produzione e ben poca ricerca.
E' successo gia' negli anni 60 con la diffusione dell'amianto (economico, diffuso in natura) come materiale di costruzione. Solo a meta' degli anni 80 ci si e' resi conto che una singola fibra di amianto, una volta penetrata nei polmoni, inizia un processo di carcinogenesi lungo fino a 20 anni che i medici chiamano mesotelioma e che conduce inevitabilmente alla morte.
L'amianto e' bandito dal 1990 per qualsiasi applicazione in ambito domestico e lavorativo.
Quanto alla qualita' delle emissioni, che secondo te sarebbero meno dannose di quelle del secolo scorso, ti puoi informare meglio sull'aumento delle malattie respiratorie in ambito urbano (1500 morti all'anno e 12000 casi di enfisema solo a Milano e tutte legate allo smog urbano) e sul numero di allergie scoperte dopo la diffusione su larga scala della benzina senza piombo, per esempio.
Ci sono invero casi opposti (BMW-idrogeno; Honda e Toyota- fuel cells), case produttrici che fanno grossi investimenti in direzione opposta all'uso del petrolio. Chiaramente questi "lussi" te li fanno pagare salatamente, almeno per i prossimi 20 anni.
Quanto al prelievo fiscale per chi inquina di piu' mi trova estremamente favorevole.
A Londra, il mio sindaco (Ken il rosso) sta proponendo per i SUV una congestion charge (tassa per entrare in centro) di 25 sterline, circa 40 euro al giorno, rispetto alle 8 sterline di oggi.
Questo mi rende estremamente felice.
Non credo, infine, che la riconversione industriale verso produzioni a piu' basso impatto tolga posti di lavoro.
Al contrario essa creerebbe tante nuove opportunita':
* nella ricerca di materiali riciclabili (End Life Vehicle Directive)
* nella separazione e riciclo di rifiuti
* nella ricerca di fonti alternative (vento, sole, maree)
* nei miglioramenti di processi esitenti.
* nello sviluppo di trasporti pubblici, etc.., etc...
* nella diffusione di una cultura ecosostenibile.
Chiaramente per fare cio' ci sono costi che saranno pagati da chi produce e poi in parte riversati (come al solito) sull'utente finale.
P.S. Dove hai letto che le foreste sarebbero in aumento?
I dati che possiedo indicano invece una drastica riduzione delle aree verdi in sudamerica, nel sud est asiatico e Cina.
Sono invece in aumento, anche in Italia, le zone oramai classificate come semi-desertiche o desertiche.
GG
GG,
riguardo l'esempio della Ford mi riferivo al fatto che, se 100 anni fa potevi solo avere una macchina che consuma 1l/8Km, ora esistono molti più modelli che di Km ne fanno 20, ovvero: non puoi dire che non si siano fatti progressi solo perché esiste un modello che consuma come 100 anni fa. Siamo d'accordo che forse si poteva fare di meglio, ma chi sa...
Per Kyoto, non mi riferivo all'industria e alle eventuali opportunità, intendevo dire che se lo stato deve riservare tante risorse economiche per raggiungere obiettivi irrisori, è ovvio che tutti i cittadini hanno da perderci, perché perdono fondi che altrimenti sarebbero destinati magari a favorire la crescita dell'occupazione, o a tagliare le tasse, ecc.
Per le foreste, ho letto molti dati sul libro "Le bugie degli ambientalisti", scritto da Cascioli e Gaspari, che hanno a che fare con il Cespas, tanto vituperato in un commento precedente. Sebbene non condivida la loro impostazione (io non sono credente), hanno per lo meno il merito di portare dati, cosa che non ho visto fare molto spesso dagli ambientalisti. Non ho il libro a portata di mano, comunque, ora cercando in rete ho trovato qui qualcosa sulle foreste in Italia, in cui si dice anche in Europa sono in crescita.
Ho anche trovato un articolo su corriere.it su ciò che stava scrivendo led, riguardo il metano emesso dalle foreste. Non che debba significare qualcosa, ma fa capire come sia difficile dare una parola definitiva su questi temi.
Aggiungo, in risposta al primo commento di misterblack, che le multinazionali dell'ambientalismo (perché questo sono Greenpeace, WWF, ecc.) hanno tutto l'interesse a creare allarmismi tra la popolazione, per aumentare i fondi derivanti dalle donazioni e anche il loro peso politico all'interno di organismi come l'ONU.
ho realizzato che l'appello lo avevo da un po'. ho scritto due righe da me. ciao - v.
Solo per ricordarvelo: IL CONSENSO TRA SCIENZIATI NON È SCIENZA.
Questo vale sia da una parte che dall'altra. Non conta niente se sono 10, 60, 6000 o se è solo 1.
La storia della Scienza, da Galileo in poi, si basa su misure, teorie, prove indipendenti e di nuovo su misure. Non sul fatto che "60 scienziati" dicono la stessa cosa.
Ti faccio una lista lunga così di temi in cui un solo scienziato aveva una teoria diversa dagli altri, teoria poi rivelatasi esatta.
Per cui, se ti interessa il tema di Kyoto e del riscalamento globale, argomenta con delle tesi. E soprattutto riporta correttamente anche la posizione avversa.
Se ti interessa il vero aspetto della questione, cioè quello economico, leggiti questo:
http://www.climateactionnetwork.ca/e/resources/publications/can/kyoto-beyond-intro.html
Qui nessuno (o almeno non io) dice che, siccome lo dicono quei 60 scienziati, allora è vero (60 hanno firmato il documento in Canada, ovviamente sono di più).
Credo che l'autore del post abbia semplicemente cercato di dare voce a una campana spesso soffocata, che si oppone al lavaggio del cervello che certuni vogliono fare all'uomo medio per proprio tornaconto.
Perché, se noti, gli unici che danno certezze (sulle catastrofi prossime imminenti) sono gli ambientalisti, con un modo di fare totalmente antiscientifico.
questi sono gli esperti del cespas:
Simona Beretta
Docente di Istituzioni di economia internazionale Università Cattolica di Milano
Marco Bersanelli
Docente di Astrofisica Università di Milano
Giancarlo Blangiardo
Docente di Demografia Università di Milano Bicocca
Caterina Giovanelli
Esperta di Diritto Ambientale
Piero Morandini
Docente in Biotecnologie Genetiche speciali Università di Milano
Augusto Pessina
Docente di Microbiologia Università di Milano
Renato A. Ricci
Presidente onorario Società Italiana di Fisica
Filippo Rossi
Docente di Igiene degli Alimenti Università Cattolica di Piacenza
Francesco Sala
Docente di Botanica e Biotecnologie Direttore Orto Botanico – Milano
Elio Sindoni
Docente di Fisica generale e fisica ambientale Università di Milano Bicocca
Francesco Ramella
Ingegnere, consulente in politica ed economia dei trasporti
e tra il comitato esecutivo c'e uno che ha lavorato all'Ansaldo
ma qualcuno che capisca di ambiente???
Dr. Ian D. Clark, professor, isotope hydrogeology and paleoclimatology, Dept. of Earth Sciences, University of Ottawa
Dr. Tad Murty, former senior research scientist, Dept. of Fisheries and Oceans, former director of Australia's National Tidal Facility and professor of earth sciences, Flinders University, Adelaide; currently adjunct professor, Departments of Civil Engineering and Earth Sciences, University of Ottawa
Dr. R. Timothy Patterson, professor, Dept. of Earth Sciences (paleoclimatology), Carleton University, Ottawa
Dr. Fred Michel, director, Institute of Environmental Science and associate professor, Dept. of Earth Sciences, Carleton University, Ottawa
Dr. Madhav Khandekar, former research scientist, Environment Canada. Member of editorial board of Climate Research and Natural Hazards
Dr. Paul Copper, FRSC, professor emeritus, Dept. of Earth Sciences, Laurentian University, Sudbury, Ont.
Dr. Ross McKitrick, associate professor, Dept. of Economics, University of Guelph, Ont.
Dr. Tim Ball, former professor of climatology, University of Winnipeg; environmental consultant
Dr. Andreas Prokoph, adjunct professor of earth sciences, University of Ottawa; consultant in statistics and geology
Mr. David Nowell, M.Sc. (Meteorology), fellow of the Royal Meteorological Society, Canadian member and past chairman of the NATO Meteorological Group, Ottawa
Dr. Christopher Essex, professor of applied mathematics and associate director of the Program in Theoretical Physics, University of Western Ontario, London, Ont.
Dr. Gordon E. Swaters, professor of applied mathematics, Dept. of Mathematical Sciences, and member, Geophysical Fluid Dynamics Research Group, University of Alberta
Dr. L. Graham Smith, associate professor, Dept. of Geography, University of Western Ontario, London, Ont.
Dr. G. Cornelis van Kooten, professor and Canada Research Chair in environmental studies and climate change, Dept. of Economics, University of Victoria
Dr. Petr Chylek, adjunct professor, Dept. of Physics and Atmospheric Science, Dalhousie University, Halifax
Dr./Cdr. M. R. Morgan, FRMS, climate consultant, former meteorology advisor to the World Meteorological Organization. Previously research scientist in climatology at University of Exeter, U.K.
Dr. Keith D. Hage, climate consultant and professor emeritus of Meteorology, University of Alberta
Dr. David E. Wojick, P.Eng., energy consultant, Star Tannery, Va., and Sioux Lookout, Ont.
Rob Scagel, M.Sc., forest microclimate specialist, principal consultant, Pacific Phytometric Consultants, Surrey, B.C.
Dr. Douglas Leahey, meteorologist and air-quality consultant, Calgary
Paavo Siitam, M.Sc., agronomist, chemist, Cobourg, Ont.
Dr. Chris de Freitas, climate scientist, associate professor, The University of Auckland, N.Z.
Dr. Richard S. Lindzen, Alfred P. Sloan professor of meteorology, Dept. of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences, Massachusetts Institute of Technology
Dr. Freeman J. Dyson, emeritus professor of physics, Institute for Advanced Studies, Princeton, N.J.
Mr. George Taylor, Dept. of Meteorology, Oregon State University; Oregon State climatologist; past president, American Association of State Climatologists
Dr. Ian Plimer, professor of geology, School of Earth and Environmental Sciences, University of Adelaide; emeritus professor of earth sciences, University of Melbourne, Australia
Dr. R.M. Carter, professor, Marine Geophysical Laboratory, James Cook University, Townsville, Australia
Mr. William Kininmonth, Australasian Climate Research, former Head National Climate Centre, Australian Bureau of Meteorology; former Australian delegate to World Meteorological Organization Commission for Climatology, Scientific and Technical Review
Dr. Hendrik Tennekes, former director of research, Royal Netherlands Meteorological Institute
Dr. Gerrit J. van der Lingen, geologist/paleoclimatologist, Climate Change Consultant, Geoscience Research and Investigations, New Zealand
Dr. Patrick J. Michaels, professor of environmental sciences, University of Virginia
Dr. Nils-Axel Morner, emeritus professor of paleogeophysics & geodynamics, Stockholm University, Stockholm, Sweden
Dr. Gary D. Sharp, Center for Climate/Ocean Resources Study, Salinas, Calif.
Dr. Roy W. Spencer, principal research scientist, Earth System Science Center, The University of Alabama, Huntsville
Dr. Al Pekarek, associate professor of geology, Earth and Atmospheric Sciences Dept., St. Cloud State University, St. Cloud, Minn.
Dr. Marcel Leroux, professor emeritus of climatology, University of Lyon, France; former director of Laboratory of Climatology, Risks and Environment, CNRS
Dr. Paul Reiter, professor, Institut Pasteur, Unit of Insects and Infectious Diseases, Paris, France. Expert reviewer, IPCC Working group II, chapter 8 (human health)
Dr. Zbigniew Jaworowski, physicist and chairman, Scientific Council of Central Laboratory for Radiological Protection, Warsaw, Poland
Dr. Sonja Boehmer-Christiansen, reader, Dept. of Geography, University of Hull, U.K.; editor, Energy & Environment
Dr. Hans H.J. Labohm, former advisor to the executive board, Clingendael Institute (The Netherlands Institute of International Relations) and an economist who has focused on climate change
Dr. Lee C. Gerhard, senior scientist emeritus, University of Kansas, past director and state geologist, Kansas Geological Survey
Dr. Asmunn Moene, past head of the Forecasting Centre, Meteorological Institute, Norway
Dr. August H. Auer, past professor of atmospheric science, University of Wyoming; previously chief meteorologist, Meteorological Service (MetService) of New Zealand
Dr. Vincent Gray, expert reviewer for the IPCC and author of The Greenhouse Delusion: A Critique of 'Climate Change 2001,' Wellington, N.Z.
Dr. Howard Hayden, emeritus professor of physics, University of Connecticut
Dr Benny Peiser, professor of social anthropology, Faculty of Science, Liverpool John Moores University, U.K.
Dr. Jack Barrett, chemist and spectroscopist, formerly with Imperial College London, U.K.
Dr. William J.R. Alexander, professor emeritus, Dept. of Civil and Biosystems Engineering, University of Pretoria, South Africa. Member, United Nations Scientific and Technical Committee on Natural Disasters, 1994-2000
Dr. S. Fred Singer, professor emeritus of environmental sciences, University of Virginia; former director, U.S. Weather Satellite Service
Dr. Harry N.A. Priem, emeritus professor of planetary geology and isotope geophysics, Utrecht University; former director of the Netherlands Institute for Isotope Geosciences; past president of the Royal Netherlands Geological & Mining Society
Dr. Robert H. Essenhigh, E.G. Bailey professor of energy conversion, Dept. of Mechanical Engineering, The Ohio State University
Dr. Sallie Baliunas, astrophysicist and climate researcher, Boston, Mass.
Douglas Hoyt, senior scientist at Raytheon (retired) and co-author of the book The Role of the Sun in Climate Change; previously with NCAR, NOAA, and the World Radiation Center, Davos, Switzerland
Dipl.-Ing. Peter Dietze, independent energy advisor and scientific climate and carbon modeller, official IPCC reviewer, Bavaria, Germany
Dr. Boris Winterhalter, senior marine researcher (retired), Geological Survey of Finland, former professor in marine geology, University of Helsinki, Finland
Dr. Wibjorn Karlen, emeritus professor, Dept. of Physical Geography and Quaternary Geology, Stockholm University, Sweden
Dr. Hugh W. Ellsaesser, physicist/meteorologist, previously with the Lawrence Livermore National Laboratory, Calif.; atmospheric consultant.
Dr. Art Robinson, founder, Oregon Institute of Science and Medicine, Cave Junction, Ore.
Dr. Arthur Rorsch, emeritus professor of molecular genetics, Leiden University, The Netherlands; past board member, Netherlands organization for applied research (TNO) in environmental, food and public health
Dr. Alister McFarquhar, Downing College, Cambridge, U.K.; international economist
Dr. Richard S. Courtney, climate and atmospheric science consultant, IPCC expert reviewer, U.K.
D'accordo con Beren, il governo Canadese fa bene a ritirare la firma e certamente non sarà l'ultimo a farlo. Il protocollo anche se applicato ridurrebbe al massimo le emissioni di uno scarso 1%, oltre che inutile è dannoso solo per i paesi sviluppati che sono quelli che inquinano meno. Gli altri, quelli in via di sviluppo, che sono i maggiori inquinatori, sempre che contasse qualcosa anche nel loro caso, ne sono dispensati. Dietro il mondo ecologista spesso si celano interessi, ma per fare anche solo un es. molto marginale: Clinton aveva in animo di stanziare milioni di dollari destinati alle scuole per l'insegnamento dei temi ambientalisti, mentre in UK dove già lo fanno gli studenti che escono dalle scuole sanno tutto su sta sola di Kyoto mentre sono ignoranti alla massima potenza sulla geografia e non sanno neppure quali e dove siano le città e i fiumi più importanti del loro paese e del mondo.
Lorenza.
Poi, quante volte sono stati riportati articoli apparsi sui giornali nei secoli scorsi, o testimonianze precedenti, in cui si parlava di temperature oltre o sotto la media se non di previsioni di glaciazioni o del contrario regolarmente smentite?. Ci sono stati periodi in cui la Groenlandia godeva di temperature ben più miti delle attuali, e, sinceramente, con gli attuali chiari di luna energetici un grado di più non credo farebbe schifo a nessuno.
Lorenza.
SVIPOP è il sito dove si afferma che per una singola pala eolica occorrono 500 tonnellate di cemento e 550 di sabbia. E ne fa tutto un discorso per "dimostrare" che l'eolico sarebbe antiecologico. Quando da destra si mettono a fare gli ambientalisti le minchiate non hanno limiti.
Mistificare è la loro parola d'ordine.
Non vi diranno mai della tropicalizzazione del mediterraneo. Non vi diranno mai della riduzione visibile a occhio sulle foto satellitari delle calotte polari. Non vi diranno che l'epidemia di cancro che stiamo attraversando è causata dai materiali chimici di cui oggi siamo circondati e dalla modifica dell'atmosfera (vedi pm10 e metalli pesanti).
E' più importante per loro che ExxonMobil, Unocal, Texaco, Shell, Eni...continuino a far soldi!
State ancora a seguire questi babbei?
L'unica cosa che sanno dire è: con i comunisti al governo aumentano le tasse!
Braccia rubate all'agricoltura (senza offesa per chi davvero con la terra si fa il mazzo).
X lorenza: era ironia...o solo superficialità?
alberto, hai bisogno di leggere seriamente qualcosa. comincia nel piccolo dai rif che ho messo da me (e che TV ha ignorato bellamente /:| ). saluti - v.
la sinistra è rincoglinimento allo stato puro, ci vorrebbe un protocollo di scienziati per curare tutti sti coglioni.
Caro Vincenzo (VFiore), veramente vuoi farmi ridere.....quasi non la finirei più di ridere.
Pensavo finalmente di trovarmi di fronte ad una critica interessante, scientifica...
Ovviamente sbagliavo. Ma visto che parlo evidentemente con persone molto ingenue ti dirò questo soltanto: ti sei almeno reso conto di aver diffuso uno studio di un "organismo" (il Center for the Study of Carbon Dioxide and Global Change) che ha ricevuto nel solo 2005 25.000$(USD) dalla ExxonMobil? Insomma è un istituto di propaganda! La cosa è risaputa da anni. Quell' "istituto" ha la credibilità di Paperino.....
Non spieghi infatti come mai.....il tuo grafico finisce nel 1970 senza considerare proprio il periodo imputato in cui l'industrializzazione e l'accrescersi dell'economia su petrolio intervengono nell'ambiente.Inoltre, nemmeno ti viene da pensare che i cambiamenti da ciclo solare hanno comunque tempi di cambiametno molto più rapidi di quelli in gioco qui sulla terra (il tuo grafico a infatti risoluzione in decine di anni, noi parliamo di singoli anni).
Ma l'esempio di quello che tu chiami "studio" è solo una delle tantissime bugie pilotate che vengono fuori da lì.
Se sei in buona fede, allora sei veramente ingenuo.
Se questa è scienza, io sono babbo natale....
Ma basta, mi avete seccato con le vostre stronzate.
alberto, ho risposto al tuo commento da me. il riferimento che ti proponevo non e' quello che hai criticato -a sproposito, dato che e' un lavoro di un istituto danese che non ha niente a che fare con quello americano di cui parli - ma sta in un post precedente. ciao - v.
Incredibile è l'ignoranza e la faziosità di questo articolo... per non parlare poi del sito da dove sono prese le fonti..... informatevi per conto vostro che è meglio! (P.S.: a me l'uragano non è piaciuto...)
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