Ho la sensazione che questa legislatura sia arrivata al capolinea.
Spero solo che chi ha messo il bastone tra le ruote del carro berlusconiano sia punito dal responso delle urne.
Sì, perché il bravo "ragazzo" che tanto piace alla sinistra e alle vecchie zie si è rivelato per quello che è: un vendicativo.
Il suo comportamento non si spiega se non come vendetta nei confronti di Berlusconi.
L'antipatia reciproca era cosa nota, ma negli ultimi tempi il "ragazzo" di Bologna non faceva niente per nasconderla, anzi tutti i momenti erano buoni per attaccare il Cav.
Non occorre essere dei politologi per capire quali siano stati i fattori scatenanti: Striscia la notizia e il Giornale.
Il programma di Ricci ha fatto andare su tutte le furie Fini per il servizio che mostrava la sua attuale compagna quando era la donna di Gaucci.
Il quotidiano del fratello di Berlusconi ha, invece, indagato sul passaggio di proprietà di un appartamento di Montecarlo che, dalla disponibilità di Alleanza Nazionale, è passato alla disponibilità di Giancarlo Tulliani, "cognato" di Fini.
Solo vendetta, tremenda vendetta può giustificare la condotta del Presidente della Camera, anche perché persino i suoi fedelissimi non riescono a seguire e spiegare, se non arrampicandosi sugli specchi, le mosse del loro leader.
Quindi un Governo rischia di cadere per una donna, ma non un'escort, bensì la compagna del Presidente della Camera.
Chi mette più a repentaglio la sicurezza nazionale?
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24 commenti:
Lodovico festa ci spiega come dietro fini ci siano ambienti usa.
Gli sponsor di Draghi .
I moderati di Fli vogliono bloccare il voto anticipato puntando sul governatore e l`ipotesi non dispiace ad alcuni ambienti Usa vicini all`Italia. Lui si muoverà solo se sarà completamente "coperto"
Chi parla con i moderati di Futuro e libertà, apprende come l`unica carta con cui Gianfranco Fini pensi di poter bloccare il voto anticipato, sia Mario Draghi. Il presidente della Camera considera dipotermettere sul tavolo l`unica personalità che costituisca un`alternativa a Giulio Tremonti per garantire mercati già scossi dalle prime manovre contro il governo Berlusconi (movimenti di mercato pericolosissimi per un paese con il debito come quello italiano). E inoltre spera di coagulare intorno al governatore di Bankitalia un pezzo del partito berlusconiano non alieno da sentimen ti antitremontiani e antileghisti.
Qualche autorevole analista collega poi il puntare su Draghi anche all`influenza di ambienti americani su Fini. Più di un osservatore attento, non convinto da questa tesi, ricorda come un governo come quello italiano "tenga" in Afghanistan, aiuti Washington con la Turchia, sia insieme grandissimo amico di Israele e di paesi arabi come la Libia, l`Arabia saudita, e dunque dia un contributo assai utile a un`amministrazione arrancante come quella Obama.
GLI SCENARI
Ma c`è chi ritiene che alcuni ambienti della finanza americana, alcune aree economiche a stelle e strisce innervosite dai rapporti con i russi e anche qualche altro segmento di ambienti di 01treoceano (compresi settori politici e degli apparati dello Stato) siano un po` indifferenti agli ordini di una Casa Bianca cosi traballante e abbiano proprie mire nel destabilizzare Silvio Berlusconi.
A chi chiede argomenti su questa tesi, chi fa queste considerazioni descrive gli splendenti locali della Fondazione Fare futuro, la sgargiante biblioteca, il flusso continuo di costose iniziative. A chi obietta come molte delle risorse potrebbero provenire dal vecchio Msi, come vi sia un muoversi di certi ambienti economici a partire da un po` di palazzinarismo romano scontento di Gianni Alemanno.
A chi ribatte questi fatti, i sostenitori della "carta americana" fanno presente come certa magnificenza sia tipica solo di chi intercetta quantità consistenti di soldi e queste sono caratteristiche solo di quegli ambienti internazionali che quando investono, non badano a spese. L`eredità del vecchio Msi viene utilizzata in altro modo - dicono quelli della "carta americana" - come si comprende con il caso Montecarlo.
Coi palazzinari e con qualche impresa italiana messa insieme da politici come Adolfo Urso, si fa una Fondazione come quella dalemiana: tre stanzette, una rivistina, selezionate iniziative. Il big money arriva da altre parti.
"L`altra parte" sarebbero dunque gli ambienti americani di cui si accennava. E si completa questa osservazione con la seguente considerazione:
Fini è sempre stato un pesce lesso, non ha mai fatto mosse coraggiose, i suoi più abili consiglieri hanno legami innanzi tutto con l`altra sponda dell`Atlan tico (rapporti ereditati dal vecchio Gianni Agnelli). La determinazione finiana non è comprensibile se non alla luce di un appoggio che va oltre ai larghi settori della magistratura dello Stato mobilitati contro la prospettiva di Berlusconi al Quirinale. E non sono certo le "truppe" di Luca Cordero di Montezemolo o l`ala giustizialista all`Antonello Montante della Confindustria di Emma Marcegaglia (peraltro contrapposta ai montezemoliani) a dargli il sostegno anche solo "psicologicamente" necessario.
Chi sostiene questa tesi, osserva anche come un governo tecnico di fine anno sarebbe tra l`altro quello incaricato di fare una serie di grandi nomine ad aprile (Eni, Enel, Finmeccanica). E chi darebbe, in questo senso, garanzie a certi ambienti più di un uomo che ha guidato la Goldman Sachs Europa? Non vi ricordate più - dicono i sostenitori della carta "americana" - come avvennero le privatizzazioni degli anni Novanta e chi le guidò a "buon" fine?
SGARBI ISTITUZIONALI
D`altra parte c`è chi nota come Draghi abbia iniziato a ritornare una serie di scortesie, ricevute nel passato, a Tremonti (vedi dati sul- la disoccupazione), abbia fatto con una certa ambiguità qualche mossa verso laCgil (vediun po` fumose considerazioni sui precari), sia rinfrancato perché l`asse Cesare Geronzi-Giovanni Bazoli-Giulio Tremonti è un po` meno coeso di come era qualche mese fa. Si di- ce che in via Nazionale abbiano assistito anche con una qualche soddisfazione a come gli ambienti laicisti e di sinistra della procura di Roma abbiano dato un bello schiaffo al Vaticano con il caso lor.
Tutto questo è vero. Però Draghi, al contrario di Fini, non è una per- sonalità disponibile alle avventure (anche se "protette" come nel caso del vecchio segretario del Msi), non è un ex neofascista senza reputazione da difendere: chilo conosce prevede, dunque, che fa rà solo mosse che siano coperte da "tutti" ilati. Si dice che abbia com- mentato certe profferte, sostenendo che quel che gli si propone non è un ruolo da Carlo Azeglio Ciampi, padre della Patria, ma piuttosto da Mario Segni, la personalità politica che ambienti ameri cani avevano scelto - con il noto successo susseguente - nel 1992 come garante della transizione.
Lodovico Festa
Dubbi non ve ne vengono?
Ad esempio.
Forse questo governo cade perché si è dimostrato totalmente incapace di governare.
Perché non ha fatto nessuna riforma.
Perché non è ancora riuscito a tirarci fuori dalla crisi economica.
Perché si occupato solo dei problemi del Presidente del Consiglio.
Perché è costituito da persone di nessuna caratura politica ma capaci solo di obbedire al loro grande capo.
Ma voi non avete dubbi.
Questo governo, il peggiore degli ultimi 150 anni, cade solo per colpa di un invidioso.
Beati voi e il vostro mondo delle favole.
Gli insopportabili: i falsi moralisti e i censori strabici
Quelli che soffrono della vertigine della lista.
Già da prima che partisse la nuova trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano, e tanto più ora che è iniziata, l’Italia è in preda al furore dell’elenco, del catalogo, dell’inventario. Liste stese per il gusto stesso dell’enumerazione, per la cantabilità dell’elenco o, ancora, per il piacere vertiginoso di riunire tra loro elementi privi di rapporto specifico, come accade nelle enumerazioni caotiche. Stendere liste è un’arte. Anche quando la rappresentazione è severamente limitata dalla cornice del quadro, come insegna Umberto Eco.
Solo nella prima puntata di Vieni via con me - mentre il sito internet della trasmissione continua a raccoglierne decine e decine ogni giorno - sono stati una quindicina gli elenchi letti da Fazio e Saviano o dai loro ospiti: dalle definizioni illustri del popolo italiano ai diversi modi per indicare un omosessuale fino ai motivi per andarsene via dall’Italia, o per restarvi.
Quella della lista è una vertigine, ma pure un diritto - ci auguriamo bipartisan. Ecco perché ci permettiamo di stilarne una anche noi, di lista. La lista di tutti quelli che non sopportiamo più. Ad esempio.
Quelli che non riescono a fare a meno di essere risucchiati dal moralismo televisivo.
Quelli che continuano a ripetere di voler andarsene dall’Italia e poi continuano a rimanerci.
Quelli che, qualsiasi tempo faccia, fanno interviste senza fare le domande.
Quelli che da Berlusconi pretendono sempre risposte, anche se non si capisce bene quale sia la domanda.
Quelli che vogliono parlare a tutti gli italiani, ma finiscono per farlo solo a quegli italiani che sono anti-berlusconiani.
Quello che dentro, in fondo, sono berlusconiani, ma preferiscono dire che sono «anti», e comunque alla fine non gliene frega niente, né di Berlusconi né degli anti-berlusconiani.
Quelli che hanno scritto per anni sui giornali berlusconiani e adesso scrivono sui giornali anti-berlusconiani per dire «Che schifo quei giornalisti che scrivono pagati da Berlusconi».
Quelli che «destra», «sinistra», «centro» pari sono, ma i berlusconiani sono impresentabili a prescindere.
Quelli che quando per la pioggia crolla una casa a Pompei chiedono le dimissioni di Bondi, ma quando nel 2001 per un’infiltrazione crollò un pezzo delle Mura Aureliane si dimenticarono di chiedere quelle della Melandri.
Quelli che «loro» sono sempre ecumenici e imparziali, mentre «gli altri», chissà come mai, sono sempre faziosi e di parte.
Quelli che si indignano perché la stampa «di destra» delegittima gli avversari «di sinistra». E intanto, dando del killer e del bastonatore e dell’infangatore a tutti i giornalisti della stampa «di destra», indiscriminatamente non si accorgono di delegittimare qualche centinaio di giornalisti che con la macchina del fango non c’entrano nulla, pur non essendo «di sinistra».
Quelli che «la macchina del fango» è solo quella che lo getta da destra verso sinistra, mentre quella che lo getta da sinistra verso destra produce un vero giornalismo imparziale e indipendente.
Quelli che credono davvero al giornalismo imparziale e indipendente.
Quelli che sostengono che «destra» e «sinistra» non significano più nulla, che sono solo scatole vuote dove chiunque ci mette dentro quello che gli conviene in quel momento. E però gli stronzi sono sempre a destra, mentre gli intelligenti sempre a sinistra.
Quelli che continuano a dire che in Italia la democrazia è in pericolo. E poi fanno sempre il cazzo che gli pare, dove gli pare, come gli pare, quando gli pare.
Quelli che pubblicano per la maggior casa editrice del Paese, scrivono sul quotidiano più diffuso del Paese, presenziano a tutti i festival letterari del Paese, fanno una trasmissione in prima serata che fa più audience di tutte le trasmissioni in onda sulle tv di tutto il Paese, e però secondo loro in questo Paese forse la vera censura come in Birmania non c’è, però insomma...
Quelli che io ce li vedrei un mesetto - non tanto: giusto un mesetto - in Birmania.
Quelli che i fascisti gli fanno schifo, li hanno combattuti per una vita, li hanno presi a bastonate e cacciati nelle fogne per 60 anni, e adesso però anche Fini va benissimo: «Sarà anche fascista, ma è un vero democratico, laico, liberale».
Quelli che vedono al lunedì Fazio, al martedì Floris, al giovedì Santoro, alla domenica la Gabanelli, quattro sere alla settimana la Dandini, e al mattino dopo, ogni giorno, dicono che in Italia tutta l’informazione è controllata da Berlusconi: «Ecco perché poi vince le elezioni».
Quelli che per strappare l’applauso hanno bisogno di citare Giovanni Falcone.
Quelli che chiamano Falcone solo «Giovanni».
Quelli che si chiamano solo Roberto, e credono di essere Falcone.
di Luigi Mascheroni
Il quotidiano del fratello di Berlusconi ha, invece, indagato sul passaggio di proprietà di un appartamento di Montecarlo che, dalla disponibilità di Alleanza Nazionale, è passato alla disponibilità di Giancarlo Tulliani, "cognato" di Fini STRANAMENTE APPENA DOPO CHE SI ERA COSTIUTITO FLI...CHE STRANA TEMPISTICA, LA FABBRICA DEL FANGO TARGATA FELTRI COLPISCE SEMPRE!!!
Non occorre essere dei politologi per capire quali siano stati i fattori scatenanti: Striscia la notizia e il Giornale.
AL NON POLITOLOGO CHE SCRIVE BALLE FACCIO OSSERVARE COME NON CI SIAMO CON I TEMPI
PRIMA E' NATA FLI E I DISSAPORI CON BERLU POI FELTRI HA COLPITO CON IL SUO SCOOP DEL PIFFERO
QUNATO A STRISCIA SEI FUORIIIIIIII!!!!
STRISCIA E' DAL 2007 CHE SI OCCUPA DI FINI-GAUCCI-TULLIANI
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/news/2010/09/17/news_5957.shtml
(tutta la cronistoria dal 2007 in poi)
STRANAMENTE FINI E BERLU ALL'EPOCA ERANO D'AMORE E D'ACCORDO
PRIMA DI SCRIVERE BALLE D O C U M E N T A T I
Quindi un Governo rischia di cadere per una donna, ma non un'escort, bensì la compagna del Presidente della Camera.
MENTRE TU CADI SULLE BALLE CHE IL PADRONE TI SUGGERISCE
PECCATO PER TE, CON UNA PICCOLA RICERCHINA SU INTERNET TI HO SMERDATO DAVANTI A TUTTI
e quand è che fini disse "siamo alle comiche finali" : nel 2007 , coglione.
Il leader di An attacca la proposta di riforma elettorale e si scaglia contro il Cavaliere
"Si tolga dalla testa di fare l'asso pigliatutto. Sta minando l'unità del centrodestra"
Scontro aperto Fini-FI: "Vassallum truffa
Con Berlusconi siamo alle comiche finali"
La replica di Bonaiuti: "Inattesa mancanza di stile. Offende un terzo degli italiani"
ROMA - Sberleffi, risentimento, accuse e polemiche. Con la ex Cdl fratumata e gli ex alleati che usano toni da nemici giurati. Si comincia con Fini che, davanti all'assemblea del partito riunita all'Ergife di Roma (che ha approvato la relazione del presidente), attacca frontalmente il "Vassallum" e Berlusconi. Riservando al Cavaliere toni durissimi, quasi sprezzanti: "Siamo alle comiche finali". Parole che provocano una dura reazione di Forza Italia e che segnano un ulteriore allargamento del solco che divide i due ex alleati della Cdl.
Le proposte a Veltroni. Fini, dal palco, parte dalla legge elettorale. Definendo il Vassallum, "una autentica legge truffa" e arrivando a minacciare l'ostruzionismo. Poi, rivolgendosi a Veltroni, mette sul piatto le tre condizioni, all'insegna del bipolarismo, perché An sia della partita: sistema francese comprensivo del doppio turno; al maggioritario e Mattarellum; modello regionale, proposto da Pinuccio Tatarella. "Se invece Veltroni - conclude Fini - continua a lavorare sul Vassallum, allora non dica che An non ha proposte. Dica invece, assumendosi le responsabilita', che preferisce un accordo con Berlusconi".
L'attacco contro il cavaliere. Ma il vero affondo è quello che Fini riserva al Cavaliere, schierato per il Vassallum: "Se pensa di fare l'asso pigliatutto degli elettori di centro destra è meglio che se lo tolga dalla testa". Il leader di An non si ferma. Dimenticata la Cdl e l'alleanza che lo vedeva al fianco di Berlusconi, insiste negli affondi contro il Cavaliere: "Vuole il Vassallum? Allora non si può più invocare l'unità del centrodestra. Come si fa se si da vita ad una legge elettorale che assicura le mani libere ai partiti? In realtà Berlusconi sta minando l'unità del popolo di centrodestra che è in favore di un bipolarismo per cui si sta o di qua o di là". Azzera la cautele, Fini. Si spinge fino all'irrisione: "Si sfida il ridicolo quando Berlusconi dice 'bisogna essere uniti', 'bussate e vi sarà aperto'. Qui non siamo al teatrino della politica, ma alle comiche finali".
La reazione di Forza Italia. La reazione, irata, di Forza Italia arriva nel giro di poco. Giusto il tempo di leggere le dichiarazioni di Fini e i forzisti si compattano. Se il Cavaliere tace, parlano i suoi fedelissimi. "Fini usa un meccanismo psicoanalitico fondato sulla rimozione e dimentica due anni e mezzo di verifiche e contestazioni e la successiva apertura delle ostilità dopo la manifestazione del 2 dicembre dello scorso anno - dice Fabrizio Cicchitto -. Quello di Fini è un intervento distruttivo a 360 gradi". E Sandro Bondi: "Dichiarazioni che sono il segnale di una evidente, e drammatica, debolezza politica". Chiude Paolo Bonaiuti, portavoce del premier: "Da Fini una mancanza di stile. Offendendo Berlusconi offende un terzo degli italiani"
I dubbi del Pd. Non si spingono a definirlo "una truffa" ma anche all'interno del Pd, il Vassallum trova resistenze. "E' difficile negare i due problemi che Fini solleva: quello di maggioranze, governi e premier sottratti alla scelta dei cittadini e la concreta minaccia al bipolarismo" dice il deputato del Pd (ulivista convinto) Franco Monaco.
(9 dicembre 2007)
Mi sembra di aver fatto notare che tra Fini e Berlusconi non c'è mai stata simpatia.
La mia opinione è che i due episodi citati nel post abbiano scatenato il rancore di Fini facendo precipitare gli eventi.
e quand è che fini disse "siamo alle comiche finali" : nel 2007 , coglione.
infatti dopo aderi' al predellino
BEATAIGNORANZA
purtroppo con i tempi non ci siamo... ecco perchè le tue opinioni supportate da fatti non veri sono pari a balle spaziali
SMERDATO E PURE COCCIUTO
infatti dopo aderì al predellino ,
e per cosa lo fece ,
PER OPPORTUNISMO.
I dissapori tra fini e Berlusconi ci sono almeno da fine 2007 e non ,come tu hai detto ,
andavano per niente d amore e d accordo.
vai a sparar cazzate da un altra parte ...
I dissapori tra fini e Berlusconi ci sono almeno da fine 2007 e non ,come tu hai detto ,
andavano per niente d amore e d accordo.
caro idiota ho dimostrato quanto poco "c'azzecchi" la tesi di Maurom tra Fini e le relazioni striscia-giornale in quanto i tempi sono incoerenti: le storielle non supportate dai fatti sono balle.
Io non so se Fini lo ha fatto per opportunismo o perchè gli prudono le palle: certo è che meglio opportunisti che pedofili
in quanto a te pulisciti la bocca, puzzi di cacca a furia di giustificare quello che dice il padrone...mi sembri Bondi
??!!
allucinante....
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