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Le promesse del leader bolognese sono demagogia a buon mercato
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Rassegna stampa per chi non è "politicamente corretto" e desidera leggere le notizie che pochi giornali pubblicano.
14 commenti:
FINALMENTE ABBIAMO TROVATO UN ACCORDO!
Pensate un po'. Bertinotti l'ha pure firmato.
Un accordo su tutto e sul contrario di tutto.
Rivedremo dieci zuffe al giorno.
Sarà il vecchio teatro dei burattini ante 2001 rimesso in piedi alla meno peggio. EDIZIONE 2006 rivista e corretta (non tanto)del Circo equestre Zabum.
Siamo nel 1921
Mussolini, dalle file degli Arditi (ex combattenti), recluta i primi squadristi. Provengono da un corpo di militari pronti a tutto. Reparti d’assalto.
Con la tipica retorica del patriottismo, molti giovani vengono accalappiati. Si formano le prime squadracce.
L’avversario diviene un nemico. Il nemico si combatte.
Metodo di combattimento. Manganello e olio di ricino. Nei casi più gravi eliminazione dell’avversario.
Le squadracce girano in città e nei paesi con i camions. Quando scendono sono botte, sassate, vetrine rotte, case incendiate, persone mandate in ospedale.
Più passa il tempo, più i fasciti divengono numerosi e arroganti.
E’ un crescendo, che, sotto l’occhio non malevolo del ceto medio, ci porta fino alla marcia su Roma.
Si pensava che, dopo la guerra, il fascismo fosse finito. Illusione.
Ha solo cambiato nome. Ora si chiama movimento.
Movimento, appunto dei no-global, dei disubbidienti e così via che stanno bellamente ripetendo le magnifiche gesta dei seguaci di Mussolini.
Fanno cortei, si agitano, inneggiano ai peggiori dittatori del mondo (Mao, Stalin, Castro), sfasciano tutto quello che trovano innanzi a sé (forse i fascisti erano un po’ più moderati), reclamano anarchia, disordini, violenza; commettono rapine collettive, eufemisticamente chiamate espropri; stanno dalla parte dei terroristi; vengono alle mani con le forze dell’ordine; imbrattano muri; lanciano intimidazioni; si fanno ragione e si rendono visibili solo con la violenza (ultima carognata, quella di ostacolare le olimpiadi).
I fascisti indossavano la camicia nera e il fez; loro si coprono il volto con il passamontagna.
I fascisti si chiamavano fascisti.
Loro sono peggio dei fascisti e danno del fascista agli altri.
Oggi questi signori si presentano alle elezioni sotto l’insegna dell’UNIONE capitanata da Prodi, sotto l’occhio non attento di un certo elettorato che vive nell’incertezza ...
Un voto dato a Prodi è un voto dato anche a loro.
Chi ha orecchi, intenda …
Caro anonimo di cui sopra. A me fai molta + paura tu e i tuoi vaneggiamenti.
Hai provato a consultare un bravo psichiatra...può aiutarti, sai?
TU NN SAI NEACHE COSA HANNO FATTO I FASCITI BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA ALTRIMENTI NN SCRIVERESTI QUESTE COSE,MA COME TUTTI I FASCI DI ALLORA QUELLI DI OGGI E DEGLI HANNI A VENIRE MERITI DI FARE LA FINE DI MUSSOLINI:APPESO IN PIAZZA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!VERGOGNATI VERME SCHIFOSO
Io lo so bene che cosa hanno fatto i fascisti.
E sono a conoscenza anche di quello che hanno fatto i comunisti.
Le persone che amano la democrazia rifiutano l'uno e l'altro, perché la violenza, nera o rossa, o di qualunque altro colore non è che violenza. Perché le dittature, nere o rosse, hanno la stessa valenza. Violenza, sopraffazione, mancanza di libertà, soffocamento delle libere opinioni, demonizzazione degli avversari (imprigionati e torturati).
La STRADA della violenza porta sempre alla dittatura. Sia che la violenza parta dai fascisti, sia che la violenza parta dai no-globel o altro. La violenza ha un solo nome. VIOLENZA.
I VALORI DELLA DEMOZIA
Caro maurom,
sono un cittadino che ama la libertà e che crede nei valori (quelli veri) della democrazia. Una democrazia che la Civiltà occidentale ha faticosamente e lentamente costruito facendo perno su alcuni concetti fondamentali, fuori dai quali ogni democrazia degenera in facile demagogia, in tirannia, in dittatura.
Sono concetti semplici, ma difficili a digerire, da parte di qualcuno, perché non sono a SENSO UNICO.
E’ facile parlare di LIBERTÀ DI OPINIONE, ma è difficile, poi, rispettare e accettare le opinioni di chi non la pensa come noi.
E’ facile parlare di TOLLERANZA , ma è difficile, poi, tollerare le idee, le critiche e la propaganda di non la pensa come noi.
E’ facile parlare di PACE, ma è difficile, poi, limitarsi ad accettare la volontà della maggioranza, quando questa è contraria al nostro modo di vedere e di risolvere i problemi (ed ecco le manifestazioni violente, tipo quella di Genova; i corpo a corpo con la polizia; i cortei, sempre violenti, che inneggiano ai peggiori dittatori di questa terra) .
Io sono sinceramente democratico, ma non ho la presunzione di essere immune da errori di valutazione, da pregiudizi e altre cose negative che limitano il nostro agire e il nostro pensare. Ma un conto è avere dei limiti (errare humanum), un conto è volere ad ogni costo che gli altri la vedano come noi.
O LA PENSI COME ME O SEI UN ESSERE ABOMINEVOLE. Fascismo Rosso o Fascismo Nero? Il fascismo non ha aggettivi: è FASCISMO.
Questa è la fine di ogni dialogo, la morte della democrazia, la strada maestra che conduce alle dittature.
Caro maurom,
leggi il blog che mi ha indirizzato un anonimo frequentatore: dopo una scarica violenta di insulti, conclude che, a causa delle mie idee, sono DEGNO DI ESSERE APPESO PER I PIEDI A PIAZZALE LORETO. Ma attento bene, maurom, solo per aver espresso delle idee, che, come tutte le cose di questo mondo, possono avere dei limiti, ma sempre idee sono. E non feriscono. E, fra l’altro, non invocano ghigliottine. E non incitano alla violenza contro gli avversari. Anzi. Sono un invito alla MODERAZIONE.
Il messaggio è quello che la VIOLENZA porta sempre dei guai. Ma il guaio più grosso è che la violenza porta alla fine della libertà e della democrazia. E’ un messaggio. Non vedo il crimine.
Caro maurom,
Chi legge simili invettive, ma ha buon senso, ed ama la libertà, capisce, senza bisogno di commenti, con quale gente la Sx in genere ha a che fare, oltreché il pericolo che deriva da quei militanti dell’estrema sinistra, così vezzeggiati e blanditi dai politicanti dell’UNIONE , e che un domani potrebbero ingrossare (e a quale prezzo!) le file di una maggioranza senza capo né coda.
I L
x l'ultimo anonimo:tu dovresti conoscere la storia e hai perfettamente ragione quando dici che la violenza va condannata sia essa rossa o fascista.lo sai quale è il problema:l'italia e' stata letteralmente distrutta sia politicamente che economicamente nel ventennio fascista,il fascismo ci ha fatto alleare con hitler,il fascimo ci ha fatto entrare in guerra, ìl fascimo a voluto le leggi raziali e nn il comunismo.Grazie a dio nn abbiamo subito le atrocità del comunismo(CHE CONDANNO PIENAMENTE),pero' tu capisci che una persona che a quanto sembra si dichiara FASCISTA epoi parla di tolleranza-pace-libertà di opinione,e nn contento afferma che le sue idee nn portano a ferire nessuno o è un cretino o deve farsi vedere.io nn sono comunista e nn votero' prodi alle prossime elezioni, ma sentire delle persone dopo 50anni che difendono ancora gli ideali fascisti mi fa terribilmente incazzare.e ribadisco che tutti i fascisti come tutti i comunisti andrebbero presi ed impiccati x le palle.VERGOGNA NN SI POSSONO TOLLERARE CERTE POSIZIONI O IDEE IL 900 NN VI HA INSEGNATO PROPRIO NIENTE LE MILIONI DI PERSONE UCCISE DAI REGIMI TOTALITARI NN CONTANO +???!!
@ IL
Sembra che i peggiori rappresentanti della sinistra si divertano a compiere incursioni nei blog del centrodestra.
Nei loro siti vengono censurati e noi, tolleranti e liberali, li lasciamo sfogare.
Siccome non è possibile ragionare con chi cerca la provocazione, ho deciso di rispondere solo a chi è disposto al confronto civile: cosa che consiglio di fare a tutti.
Grazie
@ anonimo delle 3.47
Non c'è peggior sordo di chi non vuole intendere.
SE LA MAESTRA TI HA INSEGNATO A LEGGERE ED A CAPIRE QUELLO CHE HAI LETTO, COME FAI A DIRE CHE DIFENDO IL FASCISMO E CHE SONO FASCISTA?
Io ho semplicemente affermato che FASCISMO ROSSO E FASCISMO NERO hanno la stessa valenza; sono entrambi da rifiutare, perché entrambi appartengono alla categoria delle dittature.
Come fai a dire che chi si esprime così è fascista!
Carino, hai bisogno di ritornare a scuola.
Ti consiglio un corso serale per imparare bene a leggere.
Per chi ha letto correttamente, ho affermato che certi gruppi di estrema sinistra sono violenti e pericolosi, come, appunto, lo erano i fascisti. Si può respingere l'affermazione. Tutto è opinabile. Ma come si fa a dire che con questa affermazione si difende il fascismo?
La prossima volta leggi i messaggi con più attenzione. La troppa fretta ci induce in errore.
@ maurom
Quello che dici è giusto. Seguirò il tuo consiglio.
Al di là dello scontro di opinioni, cosa in sé legittima, dà fastidio il vedere attaccarsi addosso etichette che meglio si addicono a quelli che te le vorrebbero attaccare. E dà pure fastidio lo stravolgimento del pensiero, stravolgimento con il quale attribuiscono all'interlocutore affermazioni ed idee che costui non si è nemmeno sognato di pensare. Tanto grande è lo stravolgimento che mi hanno attribuito affermazioni che sono l'esatto opposto di quanto ho detto.
Grazie a te.
Da un articolodi giornale
Difficile capire la propaganda della sinistra oltre al ripetuto, ossessivo, isterico antiberlusconismo. Difficile capire questa propaganda sia per la babele delle lingue, sia perché alle volte alla televisione si sentono voci fuori dal coro.
Sino a ieri abbiamo assistito giorno dopo giorno alla sistematica critica di tutto quello che faceva il governo, anche su cose minime, senza poi dire il perché o presentarci soluzioni alternative. Una campagna elettorale coerente poteva allora soltanto promettere di abolire tutto quello che aveva fatto Berlusconi.
Mi ha stupito e meravigliato vedere nella trasmissione Omnibus di Rete 7 Romano Prodi e Francesco Rutelli - due protagonisti delle prossime elezioni - affermare che non tutto del passato era da buttare via. Romano Prodi accettava il ponte sullo stretto di Messina, ma non come scelta prioritaria; Francesco Rutelli difendeva il risparmio e quindi condannava una possibile patrimoniale; la legge Biagi andava solo corretta.
Forse era solo il tentativo di cambiare strategia per cercare di conquistare l'elettorato moderato; ma era ormai troppo tardi. I Ds restavano arroganti e sprezzanti nella per loro indiscussa superiorità; le urla e le violenze dei no-global accompagnavano intanto il dibattito preelettorale. In fondo c'era l'odio, un odio vissuto come se fossimo in guerra, per un nemico, Silvio Berlusconi: era certo il più sicuro collante elettorale per una alleanza così variegata come l'Unione, ma rispondeva - come vedremo - all'antica strategia dei Democratici di sinistra, che restano sempre comunisti. È una affermazione un po' forte che ora documenteremo.
La presentazione nelle liste elettorali dell'ex magistrato Gerardo D'Ambrosio ha suscitato perplessità nella sinistra (Francesco Rutelli) o una decisa avversione (Enrico Boselli, socialista della Rosa nel pugno). Questa politica svelava la vera strategia dei Ds: la via giudiziaria al potere. Per questo io li chiamo comunisti.
Il lettore mi consenta se, per meglio spiegarmi, partirò dal lontano passato. Nell'immediato dopoguerra un vice procuratore della Repubblica, Luciano Violante, diventò noto per aver incriminato Edgardo Sogno, medaglia d'oro della Resistenza, solo perché era un deciso anticomunista. Entrato in politica nel Partito comunista fece una rapida carriera: ora è presidente del gruppo parlamentare alla Camera, ma in realtà ha diretto la politica giudiziaria del Partito comunista e dei magistrati di sinistra. Il tanto esaltato tribunale milanese ha salvato i comunisti, ma ha decimato gran parte della classe dirigente non comunista; ha incriminato e poi perseguitato il vero nemico dei comunisti, Bettino Craxi, ora ha continuato incriminando quasi quotidianamente Silvio Berlusconi. Violante è il leader dei Ds e Massimo D'Alema il suo portavoce. Mi ha indignato vedere a Matrix su Canale 5 D'Alema esaltare Francesco Saverio Borrelli e le sedicenti Mani pulite. Mi ha indignato perché ben conoscevo Adolfo Beria di Argentine (capo della Procura milanese) e la sua opera per il rinnovamento dei magistrati con il suo Centro di difesa e protezione sociale: è stato sempre un fermo difensore dello Stato di diritto, preoccupato per una possibile politicizzazione dei pm.
I nostri magistrati di Milano, con le loro incriminazioni e sentenze, l'hanno a dir poco dimenticato, ma D'Alema nel suo servilismo si è spinto sino al punto di fare anche un elogio ad Antonio Di Pietro che fra le prime cose che fece a Milano come vice procuratore è stata quella di infastidire il procuratore capo da cui dipendeva, cioè Beria di Argentine.
Da un articolo
Fausto Bertinotti sarà ministro del governo di Romano Prodi? Il Professore lo vuole. L'interessato replica: «Non sarò ministro né ora né mai». Ma il posto è lì, e per il bene della causa dovrà accettarlo, oppure se proprio gli ripugna, potrà passarlo a un suo compagno. In realtà il posto cui ambisce Bertinotti è la presidenza della Camera. Ma per quel seggiolone c'è già un candidato a cui Prodi non è in condizione di dire di no: Massimo D'Alema. Resta il fatto che Prodi elegge Bertinotti a ministro perfetto del suo governo. Lo vorrebbe presumibilmente alla Giustizia, forse proletaria, magari no global. Se poi Bertinotti proprio non volesse, magari potrebbe spuntare Pisapia. La proposta a Bertinotti l'ha annunciata Prodi medesimo, con un eloquio solenne e complimentoso. Non ha spiegato se si finanzierà la scuola non statale, se si faranno i Pacs e in che modo, se la Tav procederà. In compenso questa faccenda è sicura: Rifondazione al governo. C'è una condizione però, mica tanto piccola perché si realizzi la promessa: il centrosinistra deve vincere le elezioni. Ma può mai vincere le elezioni una coalizione il cui perno è un partito che non si accontenta di essere comunista, ma il comunismo lo vuol proprio rifondare dopo che è stato tirato giù dai popoli oppressi? Sarà così cieco e smemorato il popolo italiano? Nel nostro piccolo confidiamo di no. Il fatto è che in questi giorni si è provveduto a truccare l'identità di Bertinotti e dei suoi.
da un articolo
«La sinistra è responsabile dei cori pro kamikaze»
Il Polo contesta il silenzio di Prodi. Casini: «Indecente, ora l’Unione non faccia prediche. I soldati morti non possono essere vilipesi da altri italiani»
Gasparri: Ciampi deve intervenire come ha fatto con Calderoli
Anche il manifesto e l’Unità, quotidiano comunista il primo, dei Ds il secondo, hanno preso le distanze, minimizzando però quel grido-bomba («L’Italia dall’Irak deve andare via, dieci cento mille Na-ssi-rya») e sostenendo che sia stato lanciato da un «gruppetto» di ragazzi.
Ma una manifestazione a favore della Palestina dai contorni che possono scivolare facilmente nell’estremismo ha contenuto anche questi cori, e molti altri, come «Armi armi armi ai fedayn», oltre alla bandiera israeliana e quella americana bruciate. «I soldati morti nella strage di Nassirya non possono essere vilipesi e svergognati da altri italiani. È una cosa indecente di cui qualcuno dovrà assumersi le responsabilità», commenta duramente il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini.
Dal centrosinistra si prendono le distanze, ma con toni imbarazzati. Romano Prodi non ne parla, Oliviero Diliberto, presente alla manifestazione, immagina uno zampino dell’ex ministro Roberto Calderoli dietro quelle grida. Proprio quando si sotterra Calderoli per la maglietta e la strage di Bengasi, anche da sinistra ci si trova a fare i conti con frange incontrollabili. In questo caso, però, non c’è nessun «licenziamento».
Solo il segretario dei Ds Piero Fassino a domanda ha chiarito: «Il centrosinistra ha sempre detto che certi comportamenti sono assolutamente inconciliabili con gli obiettivi e la politica del centrosinistra, tanto è vero che nei giorni scorsi un rappresentante del Prc che aveva espresso quelle stesse parole d'ordine è stato sospeso dalle liste e non sarà candidato».
Non bastano queste parole al centrodestra. C’è chi invoca l’intervento del capo dello Stato: come ha fatto per il caso Calderoli, anche per gli inni oltraggiosi sulle vittime di Nassirya della manifestazione pro-Palestina dei comunisti, Carlo Azeglio Ciampi dovrebbe chiedere responsabilità soprattutto a chi ha un ruolo istituzionale, osserva Maurizio Gasparri di An.
Dopo quanto avvenuto nel corteo di sabato, la sinistra «non può far prediche al centrodestra», chiarisce Casini.
Questi toni sono tutte scuse per «coprire» il caso Calderoli, provoca il coordinatore della Margherita, Dario Franceschini, che punta il mirino contro il presidente della Camera: «È sempre più patetico il tentativo della destra a cominciare da Casini di sollevare un polverone sugli slogan odiosi pronunciati ieri da una decina di manifestanti per coprire il devastante comportamento di un ministro della Repubblica».
Dal centrodestra si rimette a fuoco la questione del giorno dei cori pro kamikaze, non meno gravi della maglietta dell’ex ministro: quel che deve fare l’Unione è «cacciare dalle liste Caruso e rompere l’alleanza con no-global e incappucciati che inneggiano alla strage dei militari italiani», invita il capogruppo dell’Udc alla Camera, Luca Volontè. Il ministro Calderoli «si è dimesso - ricorda Volontè -
invece Prodi vuole i voti dei tifosi dei terroristi di Hamas; il suo silenzio è molto eloquente.
Di questo passo il suo governo costruirà un monumento ai kamikaze». Per il ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi «non bastano imbarazzate dissociazioni da slogan e immagini vergognose per sanare la contiguità di vasti settori della sinistra con posizioni apertamente antisemite e giustificazioniste del terrorismo fondamentalista».
È «indecente», sottolinea il ministro della Salute Francesco Storace «il silenzio di Prodi sui vergognosi insulti di Roma ai martiri di Nassirya». Alessandra Mussolini avverte: «Dieci-cento-mille Nassirya è ormai diventato il vero inno dell’Unione di Prodi».
Io non demonizzo e non dò giudizi su qualunque cosa se non la conosco. Nell'Italia di oggi, e in special modo fra i menestrelli di una fazione pseudo-politica c'è il vezzo di parlare a tutto campo anche di cose che non si conoscono se non per sentito dire. Capita anche ai migliori opinionisti. Sui caduti di Nassirya credo che ad inciampare siano stati i nipotini del fascismo che si sono battuti per avere un riconoscimento, giusto, per un loro simpatizzante ma non hanno mosso un dito perchè i nostri militari, oltre al funerale di stato, avessero un degno riconoscimento e cioè il sostegno morale e materiale delle famiglie. Continuiamo a scagliare pietre e ci troveremo con un grande fossato davanti ai nostri occhi e un cumulo di macerie alle nostre spalle. Per tornare a quanto dicevo all'inizio voglio ricordare il detto di un mio amico:
"Ciascuno di noi dice quel che sa, ma non sa quel che dice.
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