martedì 5 febbraio 2008

Se la CGIL difende i blocchi stradali. Pietro Ichino

Nell'aprile scorso il nostro governo, in attuazione del principio costituzionale di pari trattamento per tutte le religioni, ha firmato sei nuove intese con altrettante comunità di culto italiane, tra le quali l'Unione buddista e l'Unione induista, in aggiunta a quelle stipulate in passato con altre comunità, come quella israelitica o la valdese. Ma nessuna di queste nuove intese è ancora potuta entrare in vigore, perché la necessaria legge di ratifica richiede una copertura finanziaria, per via delle esenzioni fiscali sulle donazioni dei fedeli. Pochissima cosa, s'intende: il minor gettito è stimato in poche centinaia di migliaia di euro. Ma il rigore innanzitutto! Anche i principi costituzionali e gli impegni assunti dal governo per attuarli devono mettersi in lista di attesa.

Nel dicembre scorso alcune associazioni che rappresentavano una minoranza degli autotrasportatori italiani hanno proclamato uno sciopero per rivendicare alcuni benefici fiscali a favore della categoria. Se si fosse trattato soltanto di uno sciopero di quei camionisti, il Paese ne avrebbe subito un certo disagio, ma l'altra metà dei Tir avrebbe continuato a circolare insieme al resto del traffico su strada. Invece due o tre centinaia degli scioperanti, con qualche decina di blocchi autostradali ben piazzati, sono riusciti a paralizzare di colpo l'intero Paese. Per evitare danni colossali, il governo ha trovato subito 30 milioni da destinare alla categoria con la finanziaria (cui se ne aggiungono altri 40 promessi per il prossimo biennio), sottraendoli a un fondo destinato alla ricerca scientifica.

Così vanno le cose nell’Italia di oggi: il blocco stradale è diventato il mezzo ordinario con il quale gli interessi di un gruppo possono imporsi sul bene comune. Ma un Paese che funziona in questo modo si condanna al collasso: è proprio con i blocchi stradali e ferroviari che, in Campania, viene sistematicamente impedita (anche in questi giorni!) l'attivazione di inceneritori e discariche. Poiché il comprensorio A in quel modo è riuscito a evitarla, questo ha legittimato a servirsi della stessa arma il comune B, poi la località C, e così via; finché l'intera regione è rimasta sepolta dall'immondizia. Dalla Campania viene un monito terribile per l'intero Paese.

Per questo siamo rimasti di sasso leggendo l'articolo di fondo dell'ultimo numero dell'organo ufficiale della Cgil, che strapazza il presidente della Regione Friuli Riccardo Illy per avere egli sollecitato la denuncia dei responsabili di alcuni blocchi stradali attuati nel dicembre scorso da gruppi di lavoratori metalmeccanici in lotta per il rinnovo del loro contratto nazionale: «nessuna amministrazione regionale o locale era mai arrivata a tanto», tuona dalla prima pagina di Rassegna sindacale il segretario friulano della Cgil, «neppure tra quelle rette dal centrodestra». Appunto. E ne vediamo le conseguenze.

I sindacalisti che la pensano così non si accorgono che un accordo raggiunto in questo modo è sempre un accordo in qualche misura sbagliato: nasconde un meccanismo che non funziona, consentendo di eludere il problema. Ma alla fine il risultato rischia di essere rovinoso per tutti. (Corriere della Sera)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

una bella notizia: la Corte Europea di Giustizia ha stabilito che le norme italiane che consentono a Rete4 di trasmettere via etere senza concessione su frequenze spettanti a Europa7 (che la concessione la vinse in una regolare gara nel 1999 mentre Rete 4 la perse) sono “contrarie al diritto comunitario”, dunque illegali.
A partire dalla legge Maccanico gentilmente offerta dal centrosinistra al Cavaliere nel 1997, per proseguire col decreto salva-Rete4 e con la legge Gasparri varati dal governo Berlusconi II tra il 2003 e il 2004

Nell’attesa, va detto che non sarebbe occorso scomodare l’Europa se l’Ulivo prima e l’Unione poi avessero fatto il proprio dovere: tradurre in legge le sentenze della Corte costituzionale del 1994 e del 2002 che fissano per Mediaset un tetto invalicabile di due reti. Ma, nei quasi sette anni in cui ha governato, il centrosinistra - che secondo l’ex senatore Franco Debenedetti, sempre spiritoso, sarebbe affetto da inguaribile antiberlusconismo - le diede tutte vinte al Cainano. Costringendo Francesco Di Stefano a un’estenuante battaglia legale prima al Tar, poi al Consiglio di Stato, infine alla Corte europea.

Ora il Consiglio di Stato dovrà risarcire l’editore di Europa7 per i danni subiti dal 1999 a oggi e, possibilmente, levare le frequenze occupate da Rete4 grazie a una serie di proroghe legislative compiacenti, per assegnarle finalmente al legittimo beneficiario e consentirgli di accendere, con nove anni di ritardo, la sua emittente nazionale.
Mediaset, in un comunicato sostiene che “Rete4 è pienamente legittimata all’utilizzo delle frequenze su cui opera. Quindi nessun rischio per Rete4”.

In realtà non spetta a Mediaset, ma al Consiglio di Stato, decidere se assegnare a Di Stefano il solo risarcimento pecuniario, o anche le frequenze finora negate.

Intanto l’Europa, che ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’illegittimità della Gasparri, potrebbe presto condannare il nostro Paese a versare una multa di 400 mila euro al giorno. Risarcimento a Di Stefano ed eventuale multa saranno, ovviamente, a spese dei contribuenti.

Mantenendo Rete4 sull’analogico terrestre, ha incamerato introiti pubblicitari da favola che non avrebbe mai visto se l’emittente fosse finita sul satellite.

E ora chi paga i danni? Lo Stato. Cioè, pro quota, ciascun contribuente.

Se esistesse un’informazione decente, da oggi tutti i giornali e le tv dovrebbero annunciare agli italiani una nuova tassa: la “tassa Berlusconi”. Se esistesse un centrosinistra decente, dovrebbe promuovere una gigantesca class action di 58 milioni di italiani per chiedere i danni a Silvio Berlusconi. Il quale intanto, se tornerà al governo, sarà chiamato ancora una volta a risolvere ciò che i suoi presunti avversari non hanno mai voluto nemmeno sfiorare.

Come diceva Sabina Guzzanti nei panni di Massimo D’Alema,“io a Silvio Berlusconi ho fatto un discorso chiarissimo sul conflitto d’interessi. Gli ho detto: Silvio Berlusconi, il conflitto d’interessi è tuo? Risolvitelo da te!”.

(per Maurom: pubblico questi frammenti di articoli non per conoscere il tuo pensiero da liberale e liberista che non sei, ma per far conoscere agli altri in quale merda di paese navighiamo...
per fortuna c'è l'Europa!!)

maurom ha detto...

Caro faziosetto delle 12:46,
forse non hai recepito il messaggio di Walter: Berlusca non è più il nemico da abbattere.
Inutile sprecare tempo ed energie per demonizzare Mediaset, quando- come dovresti ben sapere- le responsabilità non sono del Biscione.
Lo dici tu stesso che la legge incriminata è di Maccanico ed aggiungo che non è in dicussione la presenza di Rete4 sull'analogico.

Ad ogni modo consiglio a te e ai tuoi amici di leggere il post di Maurizio Mannoni da me pubblicato il 1° febbraio.

maurom ha detto...

Mi correggo è Stefano Mannoni, membro dell'Autorità per le garanzie delle informazioni, l'estensore dell'articolo di cui sopra.

Anonimo ha detto...

non ho mai sentito un faziosetto mandare a fanculo sia la sinistra che la destra... non è che stai perdendo colpi maurom?
a me ne di walter ne del tuo dio minore frega alcunchè ...voglio dimostrarti solo quanto sei fazioso e lecchino...
ma per farla semplice
sappiamo tutti chi è mannoni,vero? per chi vota e da che parte è schierato (Forza Italia)(http://www.camilloblog.it/archivio/2004/06/11/come-votano-i-foglianti/ )ma tu questo non osi dirlo...
ma ti consiglio di non barare sui fatti
1)come ho riportato è colpa sia della destra che della sinistra(mentre tu continui a menarla con la legge maccanico mentre gasparri chi è? un marziano?)quindi non farmi lezioni di verità
2)le responsabilità non sono del biscione: e dove è affermato il contrario (curati!!!)
3) quando sapremo l'entità del danno, l'ammontare non lo scucirà nè silvio nè walter ma TUTTI NOI
4) se vuoi fare il giornalista e meno il lecchino pubblica la sentenza così da poter offrire un servizio a tutti
libertà è anche questo!

http://curia.europa.eu/jurisp/cgi-bin/form.pl?lang=IT&Submit=Rechercher$docrequire=alldocs&numaff=C-380/05&datefs=&datefe=&nomusuel=&domaine=&mots=&resmax=100

Anonimo ha detto...

http://curia.europa.eu/jurisp/cgi
-bin/form.pl?lang=IT&Submit=
Rechercher$docrequire=alldocs
&numaff=C-380/05&datefs=&datefe=
&nomusuel=&domaine=&mots=&resmax=100

Anonimo ha detto...

http://curia.europa.eu/it/actu/activites/index.htm

settimane passate 2008

n. 04/08

sentenza c-380/05Centro Europa7

Anonimo ha detto...

maurom non pretende mica di fare giornalismo, nè tantomeno di avere un contraddittorio: le sue capacità di lettura critica sono quelle che sono, inutile chiedere di più...
sarebbe come chiedere a fede di negare il suo amore per berlusconi...
qui non si va alla ricerca della Verità, ma delle verità dettate dall'alto, di comodo: i giornalisti di destra come travaglio e montanelli non fanno comodo, ed infatti vengono fatti fuori, e bollati come comunisti... comunisti dappertutto, pauuuuuuuuuuura!