sabato 20 settembre 2008

Agonia della sinistra. Carlo Panella

Marco Follini, oggi alto esponente del centrosinistra, ha definito la Cgil “irresponsabile” e non ha certo torto, ma sarebbe un errore giudicare casuale, o solo legata alla segreteria dell’ondivago Guglielmo Epifani, la demenza senile dell’ex sindacato comunista. C’è di più e di peggio, nel percorso che ha portato quello che amava definirsi “sindacato di classe”, a fare da sponda decisiva non al sindacato, ma alla “associazione professionale”, di quei piloti che hanno un reddito medio di 120.000 euro l’anno, infiniti privilegi e una solida tradizione corporativa, per usare un eufemismo. Questo connubio contro natura, che ha per esito ricercato e voluto il fallimento dell’Alitalia, inimmaginabile sotto la leadership di un Luciano Lama o un Bruno Trentin, ha una precisa ragione politica –la tara di un comuinismo mai elaborato- ben ancorata alla sua base sociale di riferimento. La Cgil, da anni, ormai, non è più un sindacato dei lavoratori. Tutto qui. E’ un sindacato dei pensionati: tre milioni su 5.700.000 iscritti. Tra questi, una percentuale elevatissima sono quelli per anzianità, andati in pensione ben prima dei 60 anni. La Cgil difende dunque non già un' ideologia “laburista”, ma il diritto parassitario al “non lavoro”. Questo fenomeno, in misura minore, riguarda anche Ul e Cisl, che però godono di un vantaggio enorme: hanno una tradizione e un gruppo dirigente riformisti. La dirigenza delle Cgil, invece, è tutta ancora impantanata nel fallimento del comunismo. La Cgil, dunque, soffre degli stessi mali del Pd di Veltroni: scarso e confuso impianto in una base sociale produttiva e incapacità assoluta di elaborare una proposta riformista. A questo, si somma il retaggio dell’estremismo pansindacale che fa ulteriormente impazzire la maionese nella testa della leadership, col buon contributo dei metalmeccanici della Fiom. La totale assenza di una proposta programmatica di Veltroni, si intreccia così con il caotico ondivagare programmatico di un Epifani che un anno fa accusò il ministro del Lavoro del Pd Damiano di avere barato, falsando il documento appena firmato sugli straordinari, che ora si allea con i piloti che avevano sino a ieri in An il principale partito di riferimento e che domani romperà di nuovo con Cisl, Uil e Ugl, non firmando il nuovo sistema di contrattazione concordato con Confindustria. Falene che sbattono contro le lanterne, Epifani e Veltroni, portano le loro due organizzazioni verso il nulla politico, accecati dal perenne, demenziale, miraggio salvifico della “piazza” del 25 ottobre. Il tutto, a braccetto non solo dei ricchi piloti di Alitalia, ma anche di quel alleato Di Pietro che è tutto e solo uomo di destra, con i suoi toni –e la sua incerta grammatica- forcaioli, poujadisti e qualunquisti. Una deriva allarmante, perché in tutta Europa –e negli Usa- la sinistra è in crisi, ma solo in Italia –a causa della dissennatezza degli ex Pci- lo sbocco di questo travaglio porta a una alleanza con l’estrema ala destra dello schieramento sociale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da wikipedia:

Carlo Panella (Genova, 24 luglio 1948) è un giornalista e scrittore italiano.
Nel 1970 entra in Lotta Continua. L'8 marzo 1972 viene emesso un mandato di cattura per degli incidenti di piazza nel corso di una manifestazione, gli vengono addebitate 15 violazioni del codice penale. Nel 1974 è condannato a 4 anni e tre mesi di carcere senza condizionale per avere organizzato gli incidenti di Genova, nonostante il capo e il vice capo della Digos avessero testimoniato la sua estraneità ai fatti; al processo d'appello viene assolto.

Si laurea con 110 e lode con una tesi sull'industria della seta a Genova, si trasferisce in Portogallo e segue per Lotta Continua la Rivoluzione dei garofani.

Come corrispondente di Radio Popolare segue dal novembre 1978 al marzo 1979 la rivoluzione iraniana contro lo scià. Lavora in varie trasmissioni televisive di Giuliano Ferrara e Angelo Guglielmi, nel 1992 lavora con il TG4 di Emilio Fede, nel 1994 passa a Studio Aperto di Paolo Liguori. Nel 1996 fa uno sciopero della fame di 30 giorni per protestare contro l'arresto di Adriano Sofri.

Collabora sin dal primo numero al Foglio di Giuliano Ferrara, e dall'11 settembre torna a occuparsi di Medio Oriente, nel 2002 passa alle Tribune Politiche di Mediaset. Dal 2007 collabora anche col quotidiano telematico L'Occidentale."

TANTO PER AVERE UN'IDEA DI CHI SCRIVE QUESTA CAZZATE!!!
TREMATE MERDE.......LA RIVOLUZIONE E' MOLTO VICINA...MOLTO PIU' DI QUEL CHE CREDETE!!!!

Anonimo ha detto...

per l'anonimo delle 00.00
ma sai quanti degli yesman di Berlusconi ha un passato di sinistra o per meglio dire comunista ?(pecorella bondi liguori adornato ferrara) solo i primi che mi vengono in mente...la morale è sempre quella:
OGNUNO DI NOI HA IL SUO PREZZO, il padrone compra e la merce di scambio è il servilismo a vita, leccacul natural durante...