lunedì 29 settembre 2008

Berlusconi vola. Gianni Baget Bozzo

Berlusconi ha vinto la partita, Alitalia sarà ceduta alla Cai. Era proprio quello a cui si era inizialmente opposto Veltroni, che voleva condurre la vertenza sino al fallimento della Compagnia Aerea Italiana e all'ingresso di una compagnia straniera come elemento di maggioranza. Cioè la ripetizione del modello Air France. Veramente un omaggio postumo al governo Prodi di cui il segretario del Pd aveva determinato la caduta. Ma non ha avuto su questa linea il consenso del suo partito, che non voleva rischiare il fallimento di Alitalia. E così la decisione è entrata nelle mani del governo e direttamente del presidente del Consiglio. E' lui che ha trattato con i piloti mentre Colannino trattava con la Cgil.

La Cai ha fatto concessioni e i sindacati che avevano già sottoscritto l'intesa non l'hanno contestata in base ai loro diritti di firmatari dell'accordo. Il bastone del fallimento, e soprattutto quello della sospensione dei voli Alitalia minacciata dall'Enac, hanno avuto effetto quanto la carota di concessioni verbali alle nuove parti. Le compagnie straniere che chiedono di diventare soci di minoranza della Cai sono già Air France, Lufthansa e British Airways. Ciò mostra che i grandi vettori internazionali hanno fiducia nella Cai e nel governo italiano. Una fiducia assai maggiore di quella mostrata da Veltroni e da Epifani.

E' ben evidente qui che il segretario del Pd e quello della Cgil hanno giocato contro il governo e contro il paese per imporre l'ingresso in maggioranza di una compagnia straniera e il ritiro della Cai. Il Pd non li ha seguiti su questa linea, così Berlusconi ha potuto prendere il mazzo e ottenere che la Cai fosse padrona dell'Alitalia. Così un disegno che è stato irriso quando venne annunziato ed è stato così duramente contrastato è riuscito. Ed era un gioco rischioso, perché se la linea di Epifani e Veltroni fosse riuscita, il governo avrebbe avuto sulle braccia Alitalia, l'interruzione dei voli e il fallimento. Questo è stato il momento decisivo della legislatura, che ne ha già avuti molti: ma qui il governo si è esposto in prima persona in una questione così importante e con scadenze così radicali.

Ciò vuol dire che è nato un nuovo governo: nuovo rispetto anche ai precedenti governi Berlusconi, un governo che ha il coraggio del rischio e della decisione forte, come raramente è accaduto prima nei governi della Repubblica. Il Pd dovrà prendere atto della forza e dell'unità della maggioranza e capire che non sarà una marcetta in piazza e milioni di firme a sbilanciare chi sa governare così bene. (Ragionpolitica)

Nessun commento: