martedì 2 settembre 2008

L'oro a Prodi. Davide Giacalone

Alle Olimpiadi del cinismo Prodi conquista la medaglia d’oro, il podio e l’inno alla furbizia. La sinistra che tanto si lamentò (giustamente) per le intercettazioni di Dalema e Fassino può, ancora una volta, misurare quanto il veleno prodiano ne immobilizzi i riflessi. I complimenti dei compagni sono un autonecrologio. La destra che sperava di beccare il professore in difficoltà, solidarizzando con il sorriso sotto ai baffi, può, ancora una volta, prendere atto che il gran democristiano, il figlio puro delle partecipazioni statali, non deve mai essere sottovalutato.Prodi ha il vantaggio di essere un leader politico che non ha mai preso e mai prenderà dei voti. Come nei film di fantascienza, la sua specialità consiste nell’entrare in corpi altrui ed impadronirsi della loro vita, avvizzendola e traendone forza per la propria. Grazie ai demeriti altrui s’è trovato, per due volte, a far finta d’avere vinto le elezioni, alimentando l’equivoco che ciò sia democraticamente possibile senza che vi sia un partito da lui capeggiato e che in lui si riconosca. Grazie a questa particolarità, così come quando faceva il ministro od il presidente dell’Iri per conto della sinistra democristiana, del potere Prodi può badare alla sostanza, senza perdersi nelle uggiosità della raccolta del consenso. Così procedendo, pertanto, egli sa che l’inchiesta penale, relativa alla vendita dell’Italtel ed alle tangenti pagate dai tedeschi, è partita da tempo, si riferisce a fatti vecchi e non arriva da nessuna parte. E’ vero che le intercettazioni (cimeli giudiziariamente inutili) dimostrano l’uso familistico del potere, ma: a. non gliene importa nulla; b. sa che nessuno ha mai creduto le cose vadano diversamente. Quindi se la ride e dice: pubblicate quello che vi pare.
Il gesto beffardo finge d’essere ossequioso con i magistrati, in realtà sfregia il volto dei concorrenti, specie interni alla sinistra. Ed è reso possibile perché nessuno ha il coraggio di prendersela con il bersaglio vero, vale a dire le inchieste inutili, costruite con intercettazioni di spericolata legittimità, mentre si spara sul bersaglio falso, ovvero le carte passate (dai magistrati) ai giornalisti. Che il cielo fulmini i velinari di procura, visto che ha già accecato quanti dovrebbero difendere lo Stato di diritto.

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