Che dire di un movimento che nel ’68 era guidato dai cattivi maestri e nello ’08 è trascinato nelle piazze dalle brave maestre elementari? Quanto meno che non farà danni epocali, certo, ma anche che si iscrive nel riflusso conservatore (nel senso italiano di anti-liberale) che pervade la cultura politica nazionale.
Ha fatto bene Berlusconi a precisare il suo pensiero e a smentire ciò che non aveva “né detto né pensato". Ossia “manderò la polizia nelle scuole e nelle università”, frase mai pronunciata come ciascuno può verificare sul sito di Repubblica che pretenderebbe di convincerci del contrario. La forzatura è tipica di un sistema dell’informazione che non riesce ancora a comprendere la strategia mediatica del premier. Il quale non procede per “stop and go” come scrive il pur acuto Minzolini, ma per “spot and go”: messaggi brevi e semplici che rassicurano la maggioranza silenziosa del suo elettorato e al tempo stesso lasciano ampio margine al pragmatismo.
La polizia nelle scuole sarebbe un anacronismo perché i bravi ragazzi dello Zerootto non vogliono né la rivoluzione né il potere e nemmeno la fantasia al potere. Gli basterebbe uno sconto sui tagli decisi dal ministro Tremonti. Certamente non è nel loro registro contestare il meccanismo ingiusto di tagli che pongono tutti gli atenei sul letto di Procuste e ne mozzano le risorse senza discriminare fra i pochi che investono sul futuro e i più che campano d’assistenzialismo. Tanto meno s’interrogano sull’opportunità che venga abolito il valore legale del titolo di studio, figuriamoci.
Con gran soddisfazione di rettori e famiglie a carico. “Lottano” invece contro una riforma Gelmini che non c’è, se non nel buon senso di introdurre un minimo di disciplina fra gli studenti e un po’ di sana amministrazione da buon padre di famiglia nella mangiatoia sindacale. A proposito: perché non imporre d’autorità la visione del film “La Classe” nelle scuole italiane? Ha vinto a Cannes e quindi ha un marchio doc di classe (v. Sotis, non Luxemburg) e di sinistra -i docenti non faranno obiezione- ma ci racconta dell’angoscia che ogni serio professore non può non provare di fronte al danno esistenziale che il permissivismo incide nella vita degli studenti nati nel quartiere sbagliato della società benestante.
Gli studenti oggi non vogliono neppure il diciotto per tutti, che d’altronde non fu un mito culturale esclusivo della sinistra sessantottina: Ennio Flaiano ricordava che durante gli anni del fascismo gli studenti manifestarono una sola volta, appunto per chiedere il diciotto agli esami..
No, il movimento di oggi sa solo cosa non vuole, come di fronte a ogni fremito riformista dei ministri dell’istruzione del passato, e non sa far altro che ripetere gli slogan stanchi dell’opposizione parlamentare, anche se poi ne fischia i rappresentanti ufficiali.
I paragoni col passato sono dunque impossibili. Il Sessantotto fu un fenomeno cataclismatico planetario, la fine della grande glaciazione seguita alla ripresa postbellica, nessuno poté sottrarsi alla ventata antiautoriatria e di autoaffermazione dei figli e delle figlie contro i padri, nelle famiglie come nelle istituzioni. In Italia rifluì presto in schermaglia ideologica fra bande marxiste degenerando via via nell’intolleranza politica e nel carrierismo individuale. Il Settantasette fu un fenomeno tutto italiano, la scintilla che scocca dalla collisione fra la paranoia anticapitalista alimentata dalla cultura egemone e la politica compromissoria di un Partito comunista che già allora sapeva tutto ma non aveva capito nulla. Fu la ginnastica maoista del primo mattino che preparava il viaggio nella clandestinità e preludeva alla notte del terrorismo.
Lo Zerootto è soltanto un bancone di prodotti surgelati a saldo nella Coop dei docenti nullafacenti. C’è la fila, e scomposta, sì, ma non vale la testa rotta di uno studente o di un carabiniere. (l'Occidentale)
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18 commenti:
Nel '68 c'erano i cattivi maestri. nello '08 i cattivi maestri sono sempre lì.
I caposcuola sono sempre gli stessi: Mio Mao resta l'artefice principale.
Ora come allora le sx italiane presero al volo l'occasione per accaparrarsi le masse, gli operai, gli studenti (quelli che agitavano il libriccino rosso), i figli ribelli, le figlie in minigonna, i padri compiacenti, le mogli in cerca di indipendenza, le leggere, i falliti, gli studenti svogliati, ... e roba simile.
Ne venne fuori una generazione disinvolta in cui ognuno era uguale a tutti gli altri, il merito era visto come un demerito, i sindacati lottarono per il posto fisso, quelli col posto fisso non lavoravano più perché il posto era fisso, fu istituito il presalario a tutti dato il 27 politico -c'è chi rimaneva all'università solo per fregare il presalario-, in poco tempo tutti divennero bravi, tutti divenneor dottori, grazie anche agli esami di gruppo -dove parlava uno solo e il voto lo davano a tutti-.
Si crearono posti di lavoro fittizi dove non si lavorava mai, ma si riscuoteva, in compenso, un buono stipendio.
La carriera dei più meritevoli fu tarpata e buttata alle ortiche.
La società dello zerootto è erede di quel disastro.
Fu il momento in cui le cattedre universitarie si moltiplicarono come gli evangelici pesci delle folle che ascoltavano il Messia.
Nacquero infinite discipline, le più strane ed inverosimili: e invece era tutto vero.
Ed oggi eccoci qua.
Vaglielo a dire a certi accademici che il loro corso non serve a niente e a nessuno!
La scuola di oggi è erede di quel caotico periodo nel quale per un alunno si nominavano cinque maestri ...
Ma non diciamolo loro, perché sono permalosi.
E valla a smuovere ora una società incarognita dopo tanti anni di zerootto.
Chi ci riesce è bravo.
Berlusconi, la Gelmini e Brunetta sono paragonabili ai mitici Titani che fecero guerra a Giove. Ahi, ahi! Ahhhhiii!
«POSSIBILITA' DI DISSENSO NEL RISPETTO DELLE LEGGI» - In serata una nota del Viminale, al termine della riunione dei vertici di polizia ha ribadito che, «nel garantire piena possibilità di dissenso, purché espresso nel rispetto della legge e dei diritti altri, si conferma tuttavia fermezza e determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta, i cui responsabili saranno identificati e denunciati all'autorità giudiziaria
Una risposta chiara a Veltroni e alla Finocchiaro.
Uso forze dell'ordine?
Certo. Ma non in maniera indiscriminata come vogliono farci pensare i sinistri personaggi sopra citati-
«Vorrei dare un avviso ai naviganti molto semplice: non permetteremo che vengano occupate scuole ed università - aveva detto il premier - perché l'occupazione di posti pubblici non è una dimostrazione o un'applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia: è una violenza nei confronti degli altri studenti, nei confronti delle famiglie, nei confronti delle istituzioni e dello Stato.
"Convocherò oggi (mercoledì, ndr) il ministro degli Interni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere"
Parole sante!
"bloccare le manifestazioni e le occupazioni nelle scuole e nelle università."
Cioè tutte quelle azioni dirette ad impedire lo svolgimento delle normali attività a coloro che non partecipano alla manifestazione e che comunque intendono seguire le attività didattiche.
Impedire la violenza che impedisce agli altri di esercitare i propri diritti.
Chiaro?
Il resto è polemica da marciapiede o da bar.
Errata ccorrige
dopo tanti anni di zerootto.
leggere:
dopo tanti anni di '68.
I figli dei vip di sinistra? Tutti alle scuole private
di Antonio Signorini
In piazza istigano gli studenti a battersi per la pubblica, ma in famiglia guai a mescolare i loro ragazzi con gli altri. Rutelli, Finocchiaro, Santoro hanno preferito istituti d’élite. Dove si studia e non si occupa. Francesco, professionista delle occupazioni. "Noi in 9mila ma a occupare sono in trenta"
Roma Tanta preoccupazione per la scuola pubblica si può spiegare solo come un atto estremo di altruismo, visto che quando si tratta di decidere il destino dei figli un bel pezzo di centrosinistra si orienta direttamente verso le scuole private. E magari straniere. Sorprende, insomma, tanta acrimonia nei confronti del ministro Gelmini, visto che non sono pochi gli esponenti della sinistra che di contatti diretti con la riforma della scuola, non ne avranno mai. Lo ha candidamente ammesso Michele Santoro nel corso dell’ultima puntata di AnnoZero, tutta dedicata alla scuola e alla nuova ondata di contestazioni studentesche.
Voleva dimostrare al leghista Roberto Cota quanto fosse sbagliata l’idea di «classi ponte» per insegnare la lingua straniera ai figli di immigrati. In sintesi: l’integrazione è facilissima anche quando un bambino si trova in un’aula dove tutti parlano una lingua che non sa. Per spiegarlo ha riportato, con comprensibile orgoglio paterno, l’esempio della figlia che frequentaunascuola straniera «e già parla un’altra lingua ». Applausi. Non si sa se dedicati alla bravura della bimba poliglotta o all’accostamento tra chi frequenta il costoso istituto francese «Chateaubriand», con l’obiettivo di diventare bilingue edevitare le storichecarenzedella scuola italiana, e i figli degli immigrati alle prese con la durissima battaglia per l’integrazione.
Ospite della trasmissione, il segretario Ds Walter Veltroni. Dei suoi investimenti immobiliari e formativi a New York a favore della figlia si sa già tutto. D’altro canto il Pci non c’è più. E con i comunisti è scomparso anche il divieto non scritto che vigeva per i dirigenti:mai iscrivere i figli alle private. Lo conferma il caso diGiovanna Melandri, la cui prole è stata affidata all’istituto privato «San Giuseppe». Si dice che l’esponente Pd abbia anche cercato di fare entrare la figlia inuna scuola inglese. La stessa - la «Rome International School» - scelta dall’ex parlamentare di Rifondazione comunista Franco Russo, ansioso di dare un’educazione un po’ amerikana ai discendenti.
Niente pubbliche o comunali anche per i nipoti di Fausto Bertinotti, iscritti a suo tempo ad un prestigioso asilo romano dal metodo di insegnamento rivoluzionario. Ma a pagamento. E in effetti non è sempre la caccia alla lingua straniera la molla che fa scappare i genitori democratici dalle pubbliche. È il caso dell’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, contestato dai giovani del centrodestra per aver mandato il figlio ad un Liceo scientifico paritario di Viterbo, proprio negli anni in cui era in carica nel dicastero di viale Trastevere.
La seduzione del privato-straniero ha fatto breccia anche tra i più intransigenti girotondini. È il caso di Nanni Moretti, il cui figlio frequenta la scuola americana di Roma, la «Ambritt». Stessa scelta per il discendente di un vero e proprio outsider del Partito democratico: Mario Adinolfi. Proprio in questi giorni l’ex esponente del Ppi, per sua stessa ammissione allergico alle occupazioni, ha lodato la nuova ondata di studenti contestatori vedendoci l’embrione di un «conflittogiovanile di massa contro queste destre ». Chissà se anche dalle parti della scuola americana di Roma farà breccia l’atteso nuovo Sessantotto.
Scuola privata catanese anche per le figlie diAnnaFinocchiaro, presidente dei senatori Pd. Al club del «no alle statali» si è iscritto anche Francesco Rutelli, Anche lui negli ultimi giorni si è espresso, non tanto a favore della protesta studentesca, quanto controla linea «dura» di Berlusconi. Sicuramente nessuna delle sue due figlie dovrà subire interruzioni delle lezioni:unaè iscritta al liceo privato «Kennedy» e l’altra alla prestigiosissima «San Giuseppe De Merode», scuola convista su Piazza di Spagna.Da quelle parti di okkupazioni, e cortei, se ne vedono pochi.
Divertente o deprimente?
deprimente! assolutamente deprimente!
e allora picchiamo le maestrine giovani e i ragazzi come suggerisce di fare quel politico genuinamente liberale e democratico che è il nostro fatasmagorico ex presidente della repubblica e ministro degli Interni, che se ne intende :-)
Allegria!
Irene
... e allora picchiamo ...
la testa nel muro!
Tanto si rompe il muro!
Bye Irene
Anonimo che non hai nemmeno il coraggio di sceglierti uno pseudonimo tanto sei vigliacco, sei capace di ragionare con il tuo cervello oppure sei solo capace di insultare per coprire il vuoto assoluto che regna sovrano nella tua testa?
bye Anonimo
chiedo a Mauro di prendere posizione contro simili interventi che, anzichè discutere del merito delle questioni civilmente, prevedono solo futili e sciocchi attacchi personali. E' questo il livello del dibattito?
Irene
Anonimo che non hai nemmeno il coraggio di sceglierti uno pseudonimo tanto sei vigliacco, sei capace di ragionare con il tuo cervello oppure sei solo capace di insultare per coprire il vuoto assoluto che regna sovrano nella tua testa?
Battere la testa nel muro non è un'offesa. Ci rimette solo la testa.
Quanto al vuoto, la mia testa può darsi che sia come dici, cioè vuota, senza contenuti.
Non è un attacco personale: meglio che la testa sia vuota, cioè sgombra, anziché bene imbottita di ideologia. E' proprio l'ideologia ed il pregiudizio che ne consegue, a renderci inconsapevolmente strumenti, di una politica, quella sì, piena di slogans e priva di programmi costruttivi e seri.
... chiedo a Mauro di prendere posizione contro simili interventi
Gentile Irene
Mauro deve accogliere i tuoi interventi, o quelli simili ai tuoi, e bocciare gli altri?
Questa si chiama intolleranza.
Datti una regolata.
E' sempre l'an. maleducato che parla, o meglio scrive.
Prendere per offesa una banale battuta, mi sembra, se sbaglio correggetemi, un sintomo, quello sì, di intolleranza.
Certo quando ci troviamo di fronte a certe tesi della sx, è chiaro che l'istinto ci porta a sbattere il capo nel muro.
riforma della scuola
Ma facciamola finita!
L'ondata sessantottina ha portato nella scuola, di ogni ordine e grado, un caos spaventoso: bighellonaggine e indisciplina, i frutti più velenosi; accompagnati dalle ideologie di sx, sempre divulgate e propagandate dagli insegnanti (naturalmente sessantottini).
Quindi: scuola del far nulla, del primato dei bulli, dell'indottrinamento a cura dei professori.
Non sarebbe l'ora di cambiare registro?
secondo te alludere al fatto che una persona, se battesse la testa contro il muro, provocherebbe la rottura di quel muro con la sua testa dura è argomentazione valida e intelligente? Secondo te è intelligente non entrare nel merito di quanto discusso e irridere chi la pensa diversamente da te senza uno straccio di argomentazione nel merito? Io stavo discutendo della dichiarazione di Cossiga, che mi è parsa molto grave, realtivamente ai fatti in discussione. Tu attaccavi solo perché non hai argomenti validi da proporre.
E falla finita tu con quest'aggressività che non porta a nulla.
e soprattutto, renditi riconoscibile almeno con una parvenza di nick. abbi coraggio.
pardon, avevo dimenticato di firmare: Irene
p.s.: per l'Aninimo che ha scritto per ultimo (che non so se fosse quello precedente, non ci si capisce nulla).
Gentile Anonimo, potresti di grazia, per un istante, dimenticare la tua battaglia contro coloro che secondo te sarebbero "di SX" e provare a ragionare e dialogare in base ad argomentazioni che non siano etichettate con al supermercato? Se quanlcosa nei miei ragionamenti non ti persuade, rispondi con argomentazioni valide e sarò pronta a ricredermi anche se sei "di DX". Vorrei considerarti un interlocutore garbato e intelligente con il quale chiacchierare amichevolmente senza continuare a sentire parlare di destra e sinistra, in un clima di lotta faziosa che non porta a nulla. Io cittadina e tu cittadino. Possiamo?
ciao
Irene
D'ora in poi, i docenti che fanno propaganda politica nelle scuole, dovrebbero essere severamente puniti.
La scuola deve formare l'intelleto e la coscienza. Deve fornire l'apertura necessaria per la comprensione del mondo, della vita; deve fornire gli strumenti per inserirsi nel lavoro e nella vita sociale in genere.
Non deve assolutamente indottrinare. Tanto meno infiammare gli animi e aizzare contro un governo democraticamente eletto.
Diciamolo fra di noi, senza spargere la voce: ma in mezzo a tutto questo pandemonio, la scuola non c'entra proprio niente.
La sx, incapace difare il pieno alle urne, è molto, molto esperta nel manovrare la piazza, e fare il pieno di manifestanti. E' una storia che si ripete dal '45 in poi.
Si dà il caso che i governi non vengano legittimati dalla piazza, ma molto più silenziosamente dall'elettorato.
La piazza fa chiasso, fa cronaca, riempie le pagine dei giornali, attira l'attenzione, fa apparire quello che non è.
Basta accendere un cerino e dare fuoco alla miccia. OOOlllééé! Il gioco è fatto.
Una legge può essere buona, ma può benissimo avere dei limiti. Ma qui non si tratta di criticare. Qui si manovra una piazza. E che piazza! In fono la piazza di sempre. Quella della sx. Quella del '68.
Non si tratta di protestare. Dietro c'è tutta l'organizzazione di un partito sconfitto che va alla carica, mandando avanti le fanterie con striscioni, megafoni, cartelloni, caricature, battute da stadio, e ... come se non bastasse, vetrine infrante, tavoli e sedie dei bar usati come clave, scontri con la solita polizia, sempre, immancabilmente assassina ...
Poi, quando sono al governo Loro (i sinistri), si avvalgono del voto dei senatori a vita per rimanere attaccati al potere ... già, ma dimenticavo, lorsignori sono quelli che le cose le fanno per bene.
Finiamola qui. Queste sono manovre di partito, di un partito che, avendo perduto la fiducia dell'elettorato, usa qualche migliaio di scalmanati contro milioni di elettori.
Voilà.
Sentiti ossequi
da l'anonimo che non ha nessuna intenzione di offendere la signora Irene. Pertanto, se qualcosa è stata ritenuta offensiva, ritiro quanto detto di offensivo e chiedo sinceramente scusa.
PS
Non mi interessa quello che dice Cossiga. Persona intelligente, ma molto amena.
Caro Mauro,
nel calore di certe discussioni, può capitare, a volte, di urtare la suscettibilità di qualcuno.
E' mia abitudine, in certi momenti, "lanciare" qualche battuta. Certo non mi permetto di usare un linuaggio da trivio. Ma, spesse volte, il gioco non viene capito o non viene accettato.
Io ho prontamente, almeno penso, riparato con delle sincere scuse. Ci mancherebbe! Scherzare è lecito, ma offendere no!
Comunque penso di non aver mai travalicato i limiti della correttezza! Se qualcosa non va nel mio stile, fammelo sapere.
Ti saluto cordialmete
l'anonimo di questo post
Ritengo che tutti i frequentatori di questo blog abbiano dimostrato correttezza e buona educazione.
Il rispetto per le affermazioni degli altri ed il civile confronto stanno alla base della convivenza.
Vi ringrazio per l'arricchimento che date a questo blog e mi auguro che possiate trarre giovamento dalla frequentazione.
Una sola piccola grande cortesia nel vostro interesse: siccome spesso si apre un dialogo tra commentatori, vi pregherei di presentarvi con un qualsiasi nome di fantasia in modo da essere distinguibili ed evitare confusioni.
Grazie a tutti e buona lettura.
Grazie a voi per l'ospitalità e l'ascolto. Contraccambio con lo stesso interesse mi fa piacere conoscervi.
ciao
Irene
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