giovedì 9 ottobre 2008

Toghe militanti sotto esame. Gianluca Perricone

Il Csm ha aperto un nuovo fascicolo: Sansa e De Pasquale rischiano il trasferimento per le loro dichiarazioni politiche.

In base a quanto si è potuto apprendere dalla stampa (naturalmente non tutta…), il Csm ha accolto la richiesta dei due componenti laici Gianfranco Anedda e Michele Saponara (Pdl) ed ha aperto un fascicolo sul Pm milanese Fabio De Pasquale e sul presidente del Tribunale per i minorenni di Genova Adriano Sansa, che potrebbe portare al loro trasferimento. Sempre leggendo la carta stampata – e non nascondo una certa incredulità, ma questa è un’altra cosa – si viene a sapere che De Pasquale “nell’udienza del 27 settembre del processo sui presunti fondi neri Mediaset in cui è imputato Silvio Berlusconi, definì criminogeno il lodo Alfano, sollevando l’eccezione di costituzionalità”. Per non essere da meno, Sansa, in un’assemblea regionale dell’Anm, ha definito Berlusconi “primo ministro piduista circondato da persone che servono lui e non lo Stato”, il Governo “indegno di affrontare il tema della giustizia”, sostenendo anche che “l’unico titolo di merito” del ministro Alfano è “di essere un fedelissimo del premier”. Fin qui quanto riportato dalla stampa.

Qualche riflessione, a mio modestissimo parere, è quanto meno doverosa. Soprattutto per chi – come il sottoscritto e questa testata giornalista - crede in una Giustizia con la “G” non casualmente maiuscola, scevra da ogni altra tentazione che non risponda alla enunciata eguaglianza della stessa nei confronti di tutti. Quindi mi si consenta di puntare il dito contro chi, quasi mimetizzandosi dietro una toga, non riesce in alcun modo ad occultare la propria voglia di far politica: dovrebbero ritenerlo inamissibile il Presidente Napolitano ed il vice-presidente del Csm Mancino, dovrebbero ritenerlo lesivo della loro dignità i preposti organismi di categoria. In questa sede, i pareri dei vari Di Pietro, Travaglio e compagnia manettante non interessano, soprattutto perché (è quasi una certezza), sulle sopra citate gravissime affermazioni, il “clan giustizialista” non avrà mai il coraggio di esprimersi. Un dubbio però resta ed è, a mio parere, centrale: quanto potranno essere “super partes” nel loro giudizio soggetti che si abbandonano a siffatte tipologie di dichiarazioni? Non solo. Viene quasi da domandarsi se questa tipologia di magistrati è stata messa al corrente che in questo Paese il potere legislativo spetta al Parlamento della Repubblica e non al prima comitiva/casta che passa. Quesito finale. Non è che, per caso, sono già partite le ricerche (con le relative richieste di “prova fedeltà”) per candidati sinistri-centro per il collegio sicuro del Mugello? (l'Opinione)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Le leggi sono di esclusiva competenza del Parlamento.
Chiunque, sotto qualunque veste, con marchingegni, cavilli, eccezioni ed altro cerca di aggirarle o di renderle inefficaci, inceppa il normale andamento di uno stato democratico.
Chi è chiamato ad applicare le leggi ha il dovere di applicarle. E basta. Ogni altra manovra, E' opposizione politica impropria (quella propria spetta solo ai parlamentari) e indebita.
C'è chi approfitta della sua posizione istituzionale per contrastare le leggi democraticamente decise dal parlamento, democraticamente eletto dal popolo sovrano.
Ogni manovra che tende ad ostacolare o ad annullare la volontà del popolo sovrano, che si esprime attraverso il Parlamento, è azione di disfattismo antidemocratico, di sfascismo, di autoritarismo.
La presenza, in certi organi, di maggioranze politiche (politicizzate) è in contrasto con lo spirito della Costituzione che prevede, per certi organi, assoluta imparzialità.
Chi agisce, invocando il principio della separazione dei poteri, ha come conseguenza di questo principio il dovere di non impicciarsi di mansioni che competono ad altri poteri dello stato.
Quindi, la riforma della giustizia è estremamente urgente, allo scopo di porre fine, una volta per sempre, alle toghe che si dipingono di vari colori.
Anche la netta divisione delle carriere è urgente e necessaria.
Come sarebbe necessario ripristinare la Polizia giudiziaria, le cui attribuzioni sono state scippate, da qualche tempo, da organi non propriamente adatti a condurre l'indagine.
Mi fermo.

Anonimo ha detto...

Telecinco: assoluzione piena per Berlusconi
di Redazione

Depositato in Spagna il provvedimento della Corte di Cassazione con cui si è "sancita la definitiva assoluzione di Silvio Berlusconi per la vicenda Telecinco". L'avvocato Ghedini fa sapere che si tratta di "piena assoluzione perché il fatto non sussiste"

Madrid - È stato depositato in Spagna il provvedimento della Corte di Cassazione con cui si è "sancita la definitiva assoluzione di Silvio Berlusconi per la vicenda Telecinco". Lo fa sapere il legale del premier Niccolò Ghedini. "Dopo l'assoluzione per la totale insussistenza dei fatti di tutti gli altri protagonisti del processo, anche per Silvio Berlusconi, la cui posizione era stata stralciata poiché in Spagna vige l'immunità del capo di Stato estero durante l'espletamento del suo mandato - sottolinea Ghedini - vi è stata la conferma della 'piena assoluzione perché il fatto non sussiste'. Oltre dieci anni di calvario mediatico-giudiziario, ingenerato dalla Procura di Milano che aveva inviato gli atti in Spagna, e che provano ancora una volta come, nonostante la pervicacia accusatoria di certi magistrati, alla fine emerge in modo incontrovertibile la totale correttezza di comportamento di Silvio Berlusconi e del Gruppo Fininvest. Ma nessuno potrà ripagare Silvio Berlusconi della campagna mediatica falsa e calunniosa che si è sviluppata sulla vicenda Telecinco".

"Nei dieci anni - aggiunge il legale del presidente del Consiglio - si sono susseguiti migliaia di articoli diffamatori, faziose trasmissioni televisive, indecenti interventi di politici che cercavano di affermarsi facendo leva sugli ingiusti processi intentati contro il presidente Berlusconi. Oggi, che tutto questo è terminato, in molti dovrebbero chiedere scusa. Nessuno lo farà. Saranno intentate tutte le opportune azioni legali perché almeno questi professionisti della falsità restituiscano un po` di quel denaro, che verrà devoluto ovviamente in beneficenza, che illegittimamente hanno guadagnato". "Ciò che è risultato per Telecinco, per il caso Sme e per tutte le altre vicende processuali di Silvio Berlusconi, dovrebbe far capire come anche i due processi ancora pendenti a Milano sono il frutto di teoremi accusatori infondati ed insostenibili e non potranno che concludersi positivamente. Tali processi, nonostante la loro totale inconsistenza, sono ancora artificiosamente tenuti in vita dai magistrati milanesi e sono utilizzati dalla politica come strumento di lotta nei confronti del nemico ideologico e politico Silvio Berlusconi".

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny