mercoledì 15 ottobre 2008

Travaglio condannato a otto mesi. Corriere della Sera

Il tribunale di Roma ha condannato il giornalista Marco Travaglio (collaboratore tra l'altro della trasmissione di Rai2 «Anno Zero» condotta da Michele Santoro) a 8 mesi di reclusione e 100 euro di multa per diffamazione ai danni dell'ex ministro della Difesa e parlamentare di Forza Italia Cesare Previti in relazione ad un articolo pubblicato dal settimanale «L’Espresso» il 3 ottobre del 2002 dal titolo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia».
Il giudice ha deciso anche un risarcimento di 20 mila euro per Previti. E’ stata condannata anche Daniela Hamaui, come direttore responsabile del settimanale, a 5 mesi e 75 euro di multa. Per entrambi gli imputati la pena è sospesa.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

A furia di copiare atti indiziari (che non hanno mai colpito il centro), dopo aver fatto per anni il "topo degli archivi dei tribunali", dopo aver rosicchiato vanamente cartacce e cartacce, il Nostro, impegnato a tempo pieno a copiare accuse su accuse, tanta ormai era l'abitudine che aveva acquisito in anni ed anni di faticoso lavoro, non si era accorto del limite che passa, indecenza a parte, tra lecito e illecito, fra legittimo e illegittimo, tra "vis polemica" e gigioneria, tra verità e menzogna, tra informazione e stravolgimento della realta, tra dire pane al pane e offendere senza il minimo scrupolo; così alla fine si è trovato rinfagottato nella ... (posso dirlo?) MERDA fino al collo. Elemento (parlo della m ...) che certi "tipi" li riveste a pennello come un cappotto confezionato su misura.
... E al fin della licenza io ho tocco ... dal Cirano.

Anonimo ha detto...

realta - leggi realtà

Anonimo ha detto...

A Travaglio 8 mesi di carcere: lo salva l'indulto
di Filippo Facci

Il giornalista condannato per diffamazione: aveva accusato Previti di aver stretto "un patto elettorale tra mafia e Forza Italia". La sentenza del tribunale di Roma: per l'articolo, uscito nel 2002, il cronista dovrà pagare anche 100 euro

Roma - Il presunto collega Marco Travaglio è stato condannato a 8 mesi di prigione e 100 euro di multa perché diffamò Cesare Previti, al quale andrà anche un risarcimento di 20mila euro che sarà probabilmente sborsato dall’Espresso. Il settimanale, infatti, il 3 ottobre 2002 ospitò un articolo diffamatorio sicché la direttrice Daniela Hamaui, a ruota, è stata condannata a 5 mesi e 75 euro che è una pena piuttosto elevata, se rapportata al di lei cosiddetto «omesso controllo». Ma siamo solo al primo grado, e la pena in ogni caso è stata sospesa per entrambi.

La diffamazione è il reato a mezzo stampa per eccellenza, spesso fisiologico a chi scrive di cose giudiziarie: nel caso di Travaglio, tuttavia, la condanna lo trasforma in un classico bersaglio del suo stesso metodo. Il reato è del 2002, ma giudicato nel 2008, dunque è presumibile che andrà in prescrizione prima del giudicato; il reato, inoltre, ricade tra quelli coperti dall’indulto approvato nel 2006; il reato, infine, stando al suo gergo da film con Thomas Milian, trasforma Travaglio in un «pregiudicato» poiché in precedenza era stato condannato sì come diffamatore, ma solo in sede civile. Condannato, oltretutto, sempre per azione di Previti: nel 2000, per un suo articolo pubblicato sull’Indipendente nel 1995, il tribunale l’aveva già condannato al pagamento di 79 milioni che gli furono progressivamente decurtati dal reddito mensile.

Nel febbraio scorso, poi, nella sua Torino, Travaglio è stato condannato a risarcire Mediaset e Fedele Confalonieri per alcune ingiurie pubblicate sull’Unità del 16 luglio 2006; la notizia di questa condanna registrò tra l’altro un curioso episodio: un collaboratore dell’Espresso, Daniele Mastellarini, scrisse sul suo blog che «Travaglio, che è sempre molto preciso sulle condanne altrui, scrive che “dovrò pagare 10mila euro più le spese al dottor Fedele Confalonieri”, mentre in realtà sono 12.000 e dimentica la pubblicazione dell’estratto sul Corriere della Sera, che ha un costo non indifferente. Travaglio non riporta anche la condanna a risarcire Mediaset per 14.000 euro, e soprattutto non dice che davanti al giudice ha definito la propria rubrica “di carattere satirico”». Questo scrisse Mastellarini prima che il suo rapporto con l’Espresso, senza nessuna spiegazione, avesse a interrompersi. Altre querele, come una di Antonio Socci, Travaglio le ha scansate chiedendo pubblicamente scusa.

Ma torniamo a ciò che in una botta sola trasformerebbe Travaglio in pregiudicato o prescritto o indultato. L’articolo del 2002 era sottotitolato così: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa Nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi». E già qui il cosiddetto «sottinteso sapiente» pare chiaro. Lo sviluppo, poi, è ignobile: classico copia & incolla a tesi dove un pentito mafioso spiega che Forza Italia fu regista di varie stragi e fece un patto elettorale con Cosa Nostra. Il pezzo di Travaglio farebbe schifo già così, ma la sua disonestà intellettuale deve ancora dare il meglio. Vediamo. Il pentito del caso, Luigi Ilardo, raccontò queste cose che finirono in un rapporto redatto nel 1993. Ma Ilardo venne freddato da due killer nel 1996, talché «quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente». Chi ha raccolto le confidenze del pentito, si legge, è il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, in seguito coinvolto in un processo su presunti blitz antidroga pilotati. Riccio, nel 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa. Taormina negherà, ma secondo Riccio in quello studio si predisposero cose losche: aggiustare deposizioni, scagionare Dell’Utri, cose del genere. Poi l’infamia. Travaglio cita un verbale reso da Riccio, sempre nel 2001: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». E praticamente finisce l’articolo: l’ombra di Previti si allunga dunque su traffici giudiziari, patti con Cosa Nostra, regie superiori e occulte.

Il dettaglio, l’infamia, è che Travaglio non mette il seguito della frase. Eccola per intero: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri». Questo è il presunto collega che questa sera arringherà le folle ad Annozero. Questo è Travaglio.


da Il Giornale

Anonimo ha detto...

Telecinco: assoluzione piena per Berlusconi
di Redazione

Depositato in Spagna il provvedimento della Corte di Cassazione con cui si è "sancita la definitiva assoluzione di Silvio Berlusconi per la vicenda Telecinco". L'avvocato Ghedini fa sapere che si tratta di "piena assoluzione perché il fatto non sussiste"

Madrid - È stato depositato in Spagna il provvedimento della Corte di Cassazione con cui si è "sancita la definitiva assoluzione di Silvio Berlusconi per la vicenda Telecinco". Lo fa sapere il legale del premier Niccolò Ghedini. "Dopo l'assoluzione per la totale insussistenza dei fatti di tutti gli altri protagonisti del processo, anche per Silvio Berlusconi, la cui posizione era stata stralciata poiché in Spagna vige l'immunità del capo di Stato estero durante l'espletamento del suo mandato - sottolinea Ghedini - vi è stata la conferma della 'piena assoluzione perché il fatto non sussiste'. Oltre dieci anni di calvario mediatico-giudiziario, ingenerato dalla Procura di Milano che aveva inviato gli atti in Spagna, e che provano ancora una volta come, nonostante la pervicacia accusatoria di certi magistrati, alla fine emerge in modo incontrovertibile la totale correttezza di comportamento di Silvio Berlusconi e del Gruppo Fininvest. Ma nessuno potrà ripagare Silvio Berlusconi della campagna mediatica falsa e calunniosa che si è sviluppata sulla vicenda Telecinco".

"Nei dieci anni - aggiunge il legale del presidente del Consiglio - si sono susseguiti migliaia di articoli diffamatori, faziose trasmissioni televisive, indecenti interventi di politici che cercavano di affermarsi facendo leva sugli ingiusti processi intentati contro il presidente Berlusconi. Oggi, che tutto questo è terminato, in molti dovrebbero chiedere scusa. Nessuno lo farà. Saranno intentate tutte le opportune azioni legali perché almeno questi professionisti della falsità restituiscano un po` di quel denaro, che verrà devoluto ovviamente in beneficenza, che illegittimamente hanno guadagnato". "Ciò che è risultato per Telecinco, per il caso Sme e per tutte le altre vicende processuali di Silvio Berlusconi, dovrebbe far capire come anche i due processi ancora pendenti a Milano sono il frutto di teoremi accusatori infondati ed insostenibili e non potranno che concludersi positivamente. Tali processi, nonostante la loro totale inconsistenza, sono ancora artificiosamente tenuti in vita dai magistrati milanesi e sono utilizzati dalla politica come strumento di lotta nei confronti del nemico ideologico e politico Silvio Berlusconi".

COMMENTO
Con buona pace del Nostro: giornalista-scrittore-satiro-copista-calunniatore-idolodellasinistra-furbastro-topodiarchivi-manipolatoredicartastraccia-facciadidbronzo-str
Marco è servito: ingoiailrospo.
E dabereilsignorechecosadesidera?

Anonimo ha detto...

Condannato SOLO IN PRIMO GRADO. Conoscete la differenza? dove sono andati a finire gli ipergarantisti dell'ultima ora che, quando si tratta degli amichetti di Berlusconi, tengono a precisare che un uomo è innocente fino al giudizio definitivo? ( e parliamo di reati orribili comme corruzione, falso in bilancio, reati finanziari e contro la pubblica amministrazione, reati che hanno creato, a lungo andare , la voragine del nostro debito pubblico). Almeno cercate di dire la verità, ammesso che ancora sappiate di cosa si tratta mentre siete troppo impegnati a ricercare il favore del potente di turno.
CONDANNATO SOLO IN PRIMO GRADO. e impossibilitato a farsi scrivere dai propri avvocati-deputati leggi ad hoc come Berlusconi mentre viene processato. Una mostruosità giuridica.Un gioco ad armi impari. Gli avvocati difensori dell'imputato che siedono in parlamento e scrivono leggi per indirizzare l'esito dei processi promossi a suo carico. Adesso, poi, se le manovre del PDL andranno in porto, avremo un deputato indagato dalla magistratura, Pecorella, tanto per cambiare ex avvocato difensore di Berlusconi (ho perso il conto), che ricoprirà l'incarico di giudice costituzionale, ossia sarà incaricato di giudicare della costituzionalità delle leggi ad personam scritte dagli avvocati deputati a uso e consumo di Berlusconi (in primis il lodo alfano), contro cui ricorre prioprio la magistratura ordinaria che indaga su Berlusconi.Una splendida garanzia di imparzialità, in assoluta assenza di conflitto di interessi, eh eh :-) Immaginiamo poi il giudice costituzionale Pecorella rinviato a giudizio dalla magistratura, un bel quadretto, no? Roba da repubblica delle banane.Persino qualcuno dei DS ha trovato che tutto ciò fosse estremamente disgustoso, anche se pure loro, nella loro brama spasmodica di potere e dialogo (=servaggio), si piegheranno a questa ennesima indecenza. Stanno solo giocando a rialzare il prezzo, come commercianti di infimo rango. Perché non scrivete di questo? Grazie al lodo Alfano i cittadini non sono più tutti uguali davanti alla legge come sancito dalla nostra Costituzione. E voi cosa fate? Invece di sdegnarvi scrivete notizie parziali e tendenziose. Pure, impedire tutto questo dovrenìbbe essere anche di vostro interesse.
L'unica cosa che apprezzo di questo sito è che almeno non censurate il pensiero di chi non la pensa come voi. Il che, di questi tempi, non è poco.
saluti,
Irene

Anonimo ha detto...

Per onestà intellettuale, essendo in genere da voi citato il diritto di contraddittorio, spero che mi permetterete di citare alcune righe di un articolo di Travaglio, in cui si parla delle vicende giudiziarie del Premier. Spero che in questo luogo ci sia spazio per una civile discussione. Dimostratemi, sentenze alla amno, che Travaglio ha detto il falso, e mi ricrederò.
Grazie, saluti
Irene


"Al Tappone ha voluto festeggiare il suo 72° compleanno nel solco della tradizione: raccontando balle. Ha fatto la solita lista di processi a suo carico, esagerando un po’ (“100 procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 587 visite della polizia giudiziaria, 2500 udienze, 180 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti”) e senza rendersi conto che anche un decimo di quelle cifre in qualunque altro paese avrebbe catapultato il premier, se non in galera, almeno fuori da Palazzo Chigi. Ha ripetuto di essere “sempre stato assolto”, mentre ha avuto 6 prescrizioni perché lui stesso ha dimezzato i termini di prescrizione (controriforma del falso in bilancio e legge ex-Cirielli) e 2 assoluzioni perché “il fatto non costituisce più reato” in quanto lui stesso l’ha depenalizzato (sempre il falso in bilancio). Ha raccontato che la legge Alfano è “comune ad altri Paesi europei”, mentre non esiste democrazia al mondo che preveda l’immunità per il premier (Grecia, Portogallo, Francia e Israele la contemplano solo per il capo dello Stato). E s’è dimenticato di spiegare come mai, appena passato il Dolo Alfano, il suo avvocato on. Niccolò Ghedini annunciò che lui non l’avrebbe usato perchè voleva essere assolto, mentre ora pretende di applicarlo pure al coimputato Mills con la sospensione urbi et orbi del processo.

Per fortuna esiste ancora un giudice a Milano, anzi parecchi: per esempio quelli del processo Mediaset (D’Avossa, Guadagnini e Lupo), che hanno accolto la questione di incostituzionalità dell’Alfano proposta dal pm Fabio De Pasquale, inoltrandola alla Corte costituzionale perché la porcata venga dichiarata illegittima. Cioè nulla. I testi di De Pasquale e del Tribunale, sono la più plateale smentita alle balle del Cainano, sulla scorta di quel documento eversivo che è la Costituzione. Secondo il pm, l’Alfano la viola in quattro punti. 1) Se l’art. 3 statuisce l’eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge e dunque l’art.112 prevede l’azione penale obbligatoria, non si vede come si possano sospendere i processi a carico delle 4 alte cariche dello Stato senz’alcun vaglio sulla gravità dei reati commessi né alcun filtro sull’opportunità di una scelta tanto pesante. Già bocciando il lodo Maccanico-Schifani, la Consulta aveva contestato il carattere generale e automatico della norma, ma Alfano se n’è infischiato e l’ha riproposta tale e quale. 2) Per l’art. 136, le leggi dichiarate incostituzionali sono nulle, dunque non si possono ripresentare: nullo lo Schifani, nullo anche l’Alfano. 3) La figura delle 4 “alte cariche”, per la nostra Costituzione, non esiste. Esse hanno diverse fonti di legittimità:il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune più i presidenti di Regione; i presidenti delle Camere sono eletti dalle Camere; il premier è nominato dal capo dello Stato. Accomunarli nello stesso calderone impunitario non ha alcun senso. 4) Per derogare al principio costituzionale di eguaglianza, occorre una legge costituzionale: infatti sono articoli o leggi costituzionali a stabilire trattamenti speciali per ministri, capo dello Stato, giudici costituzionali e parlamentari. L’Alfano è una legge ordinaria, dunque non vale.

De Pasquale cita i lavori della Costituente, dove nel 1947 si discusse se immunizzare il Presidente della Repubblica (non certo quelli del Consiglio o delle due Camere) per reati comuni commessi fuori della sua funzione. L’on. Bettiol la propose, ma fu bocciato a larga maggioranza. Calosso obiettò: “Non vedo la necessità di costituire al Capo dello Stato una posizione speciale. Abbiamo una magistratura che è sovrana ed è uno dei poteri dello Stato… Persino presso certi popoli coloniali è possibile chiamare dinanzi al giudice il governatore”. Il grande Mortati rivelò: “Si è omessa intenzionalmente ogni regolamentazione della responsabilità ordinaria del Presidente. E’ una lacuna volontaria della Carta costituzionale”. Il presidente dell’Assemblea, Meuccio Ruini, tagliò corto: “Meglio una lacuna che un privilegio troppo grande per il Presidente, il quale è sempre cittadino fra i cittadini, anche se ricopre il più alto ufficio politico. Non ammetterei che per 7 anni il Presidente della Repubblica non rispondesse alla giustizia del suo Paese”. Altri tempi, altri padri costituenti. Poi arrivarono i padrini ricostituenti a spiegarci che la legge è uguale per tutti, tranne quattro"

Anonimo ha detto...

p.s.: perché non vi sdegnate anche per tutti i pregiudicati (ossia i condannati in via definitiva) che siedono in Parlamento? perché nessuno si sdegna di ciò?

grazie per la vostra cortese ospitalità
Irene

maurom ha detto...

Travaglio è un abile manipolatore di carte processuali, gentile Irene.

Le sue sono mezze verità perché omette sempre di citare la parte più in contrasto con la sua teoria.

Abbiamo scritto anche troppo in merito ai processi di Berlusconi e siamo decisamente stanchi della malafede di un sedicente giornalista che definisce il Presidente del consiglio "Al Tappone" e "Cainano".

Irene permettici di non rispettare uno come Travaglio.

Grazie delle tue visite e continua a leggerci: anche se non siamo in sintonia con le tue idee, non verrai certo censurata.

Anonimo ha detto...

Mauro

Mi piace l'uscita della gentile interlocutrice.
"Soltanto in primo grado".
Già!
Ma se non vado errato Loro condannano l'avversario anche prima della sentenza di primo grado.
Mi correggo: anche prima che si istruisca il processo.
Mi correggo: appena ne dà notizia il Corrierone (la famosa fuga -non quella di Bach- di notizie).
ciao

Anonimo ha detto...

Ritornerò senz'altro perché avete l'intelligenza di confrontarvi civilmente con chi la pensa diversamente. In fondo siamo tutti cittadini del medesimo Stato e comune deve essere l'interesse affinché il nostro paese prosperi e sia ben governato. Mi piacerebbe sapere il vostro pensiero riguardo alla presenza di parlamentari ancora sottoposti a indagine in vari gradi di giudizio e di deputati che sono stati invece condannati in via definitiva. E parlo di entrambe le parti, destra e sinistra. A me pare un fatto assai serio, di cui troppo poco si discute tra le fila della destra. Il principio di cautela non suggerirebbe che sia meglio rimandare la candidatura di deputati che debbano ancora chiarire la loro posizione, come si fa per i comuni cittadini nella pubblica amministrazione? E' possibile che in commissione giustizia o antimafia siedano deputati condannati in via definitiva, indagati oppure i loro avvocati difensori, che scrivono le leggi mentre i processi sono in corso...per non parlare degli emendamenti salva-ladri come il cosiddetto "salva geronzi" inserito alla chitichella nel decreto alitalia..e il Governo che dice di non saperne nulla...è serio tutto cio? E' nell'interesse di noi cittadini che personaggi accusati di corruzione, concussione, malversazione, associazione esterna in reato mafioso scrivano le leggi che legano le mani alla magistratura che cerca di stabilire un minimo di principio di legalità? Come può Forza Italia, tanto per fare un esempio, avere in passato candidato l'avvocato di Riina e Provenzano, l'avv. Mormino? Per non parlare del PD, i cui esponenti giocano a fare finta opposizione da quando Forza Italia è entrata in campo per spartirsi il potere in una ristretta oligarchia? Qui quelli che perdono sono solo i cittadini, di qualsiasi schieramento essi siano. Anzi, dimentichiamo, se possibile queste etichette che dividono: siamo solo cittadini che hanno a cuore il loro Paese. grazie per la risposta cortese, a presto,
Irene

Anonimo ha detto...

Caro Mauro,
sono d'accordo con te sul fatto che la discussione in ambito politico dovrebbe essere aliena dall'uso di termini offensivi, che creano solo confusione, imbarazzo e celano la povertà di argomentazione. Quindi, ammettiamo pure che i termini al tappone e cainano potrebbero essere evitati...cosa mi dici però di un Presidente del Consiglio che definisce la Magistratura, potere fondamentale dello Stato, "METASTASI DELLA DEMOCRAZIA"? Oppure del capogruppo al Senato Gasparri del PDL che ha definito un organo costituzionale come il Consiglio Superiore della Magistratura "CLOACA"... oppure che dire di Bossi che insulta con gestacci volgari la nostra bandiera e minaccia in continuazione di avere in pugno milioni di insurrezioanisti pronti a un suo cenno?
Non ti sembra che tali gravissime offese, proprio perché pronunciate da alti esponenti istituzionali, siano mille volte più gravi e riprovevoli degli ironici e satireschi (personalmente, come te, non approvo, in passato questa barbarie sarebbe stata impensabile, tanta era la Dignità attribuita alla politica)epiteti attribuiti da un umile giornalista? Bisognerebbe dare il buon esempio per poter criticare gli altri, sono sicura che sarai d'accordo con me.
Grazie ancora dell'ospitalità, confrontarsi è importante.
ciao!
Irene

p.s.: per non parlare del disonore arrecato a noi tutti dall'indecente comportamento di alcuni Senatori della Repubblica Italiana (da senex, anziano, quindi saggio) che si sono fatti riprendere mentre pasteggiavano a MORTADELLA (quante volte Prodi è stato definito così senza che nessuno della destra osservasse che si tratta di un atteggiamento incivile?)e chamapagne allorché il governo Prodi cadde?
davvero mi piacerebbe potermi misurare con te su questi argomenti.

cari saluti, ancora

Anonimo ha detto...

p.s.: quei senatori erano esponenti di Alleanza nazionale...

Anonimo ha detto...

Ciao Mauro,
approfitto ancora una volta della tua ospitalità e cortesia per riportare parte della replica di Travaglio a Facci, pubblicata oggi sul suo blog Voglioscendere. Purtroppo, come si può vedere, incorrere in una condanna per diffamazione è evento tutt'altro che raro nella vita di un giornalista, e Facci non sfugge a questa sorte. Ad esempio, è stato condannato in via definitiva per la diffamazione dell'avv. di Di Pietro, Lucibello, più numerosi altri incidenti di percorso. Ecco perché dovrebbe essere più prudente nell'esprimersi nei confronti di un collega. certo non fa bella figura.

Ecco il brano, buona giornata
Irene

"Il suo casellario giudiziale non riporta “un modesto risarcimento”. Riporta una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione per il libro “Di Pietro, biografia non autorizzata” (Mondadori), a 500 mila lire di multa e 10 milioni di provvisionale, più le spese, decisa dalla Cassazione il 20 novembre 2002. Dunque il Facci che l’altro giorno mi dava del “pregiudicato” (falsamente: la mia condanna è solo in primo grado) è, lui sì, un pregiudicato. Quanto al “modesto risarcimento”, Facci non pagò i 25 milioni di provvisionale inflittigli in primo grado, anzi scrisse sul Foglio che li avrebbe spesi “in droga, orge, donne, financo uomini, piuttosto che darli a Lucibello”. Così si vide pignorare pure il Bancomat. E, nella successiva causa civile persa in primo grado, dovette pagare (lui o, più probabilmente la Mondadori, cioè Berlusconi) altri 50 mila euro all’avvocato diffamato, più 10 mila di spese legali e riparazione pecuniaria. Alla faccia del “modesto risarcimento”.

Quando, nel processo penale, il pm gli domandò dove avesse tratto le notizie diffamatorie sul lavoro di Lucibello a Vallo della Lucania, lui tentò di sostenere che il suo era “giornalismo di costume”, “descrizione pittoresca” di “fatti comici”; ma poi, messo alle strette, il presunto comico dovette ammettere: “Non ho svolto un approfondimento particolarmente intenso…mi sono rifatto a un paio di racconti e alla pubblicistica peraltro scarsa… qualcosa ho letto, qualcosa mi è stato detto, dovrei fare una disamina parola per parola…non sono mai andato a Vallo della Lucania”. Poi concluse che quel “passaggio non lo giudicherei diffamatorio neanche se fosse falso”. Il pm, allibito, domandò: “Ma lei ha fatto verifiche sul passato dell’ avv. Lucibello?”. Risposta: “Non so cosa significhi ‘verifica del passato’…”. Un figurone.

Altri 10 mila euro di danni il nostro ometto ha sborsato (lui o il suo santo protettore) in sede civile a Enzo Biagi, per averlo insultato sul Giornale dopo che era stato cacciato dalla Rai, già molto anziano e malato, chiamandolo “il non-giornalista per tutte le stagioni” e accusandolo di confezionare “insulsi brodini” e “insipide sbobbe” (sentenza del Tribunale di Milano, 12 luglio 2006, non appellata e dunque definitiva).

Poi c’è una sfilza quasi interminabile di processi persi, in sede civile e penale, contro il pool Mani Pulite, che era solito diffamare a maggior gloria della sua carriera nel gruppo Fininvest. Se non sono giunti in Cassazione, e talora nemmeno a sentenza, è per un motivo molto semplice: Facci (anzi, il suo spirito guida) è solito pagare subito il risarcimento dei danni, ottenendo la rimessione delle querele. Lui dice che le transazioni avvengono regolarmente “senza il mio consenso”: segno che qualcuno decide e paga per lui (indovinate un po’ chi), anzi forse lo paga per diffamare. Ma poi, in calce alle lettere con le richieste di transazione ai denuncianti e le promesse di pagare i danni, compare regolarmente la firma autografa di Facci. Che firmi in stato di letargo? Non si tratta, beninteso, di opinioni negative sul Pool, magari orrende, ma legittime. Si tratta di balle a getto continuo, sempre all’insegna del motto professionale: “Verifica? Non so cosa significhi”. Per esempio le cause intentategli dagli ex pm Di Pietro (rimborsato tre volte in via transattiva), Davigo (idem, tre volte), e poi ancora Colombo e Ielo. Per una diffamazione contro Borrelli, Facci fu condannato in primo grado e in appello, poi in Cassazione lo salvò la prescrizione, ma il risarcimento danni fu confermato e pagato.

Facci subì poi due processi, uno penale e uno civile, su denuncia dell’ex gip Andrea Padalino, diffamato a proposito del processo Caneschi. Nel primo, Facci fu condannato a 3 mesi e 30 milioni dal Tribunale di Brescia per un articolo sul Giornale in cui aveva - scrivono i giudici - “dolosamente sottaciuto o colposamente ignorato” fatti decisivi per la ricostruzione del caso e scritto “evidenti elementi di falsità”, anche perché le sue fonti erano “unicamente… la parte in causa: la famiglia Caneschi” e il suo avvocato. Nel processo civile Facci fu condannato definitivamente dalla Cassazione a rifondere 70 milioni di lire di danni per il libro “Presunti colpevoli” (Mondadori): “difetta - scrivono i giudici - sicuramente la verità delle notizie pubblicate”, visto che Facci è autore di “pura invenzione fantastica” e “finge di ignorare” i fatti veri “al fine evidente di seppellire il Padalino sotto un cumulo di ardimentosi equivoci, volti a minarne la credibilità… L’intento dell’Autore... si rivela precisamente quello di delegittimare il singolo magistrato… Il narratore si colloca all’interno dei Palazzi di Giustizia, ma non come un cronista obiettivo, e tanto meno come un ‘comune cittadino’, bensì come un abile sfruttatore di quelle innegabili anomalie del sistema, da cui trarre e alimentare l’onda della sfiducia verso la serietà del singolo operatore della giustizia, attraverso una trama sottile di espressioni calunniose … La diffamazione così perpetrata costituisce reato poiché la coscienza e la volontà del Facci di diffondere quella congerie di notizie inveritiere è fuori discussione”. Un bel ritrattino. Anche i giudici, evidentemente, sono fisionomisti".

Anonimo ha detto...

TUTTI I GIRNALISTI SONO SOGGETTI A DENUNCE E CONDANNE PER DIFFAMAZIONE, MA IL CARO AMATISSIMO MARCO NONCHE' TRAVAGLIO E' INCIAMPATO PROPRIO NELLA SUA SPECIALITA'
LA DIFFAMAZIONE
PER CUI SI PUò DIRE DI LUI CHE
IL BUE DA' DEL CORNUTO ALL'ASINO.
E INFATTI A FURIA DI TIRARE MERDA IN FACCIA ALLA GENTE è MISERAMENTE CADUTO IN UN MERDAIO.
LEGGE DEL CONTRAPPASSO.

Anonimo ha detto...

IRENE IRENE!
Qualunque cosa abbia detto Facci, è un fatto inoppugnache la Rai è stata sempre in mano alla sx. Quella più tosta. Parlo della gestione Zaccaria, quando, Facci o non Facci, la sx fece della Rai (tutta) un mezzo potente per una megacampagna elettorale fondata sulla menzogna e sulle calunnie. Vedi processi conto il cav. che si sono risolti in una bolla di sapone. Non si dirà certo che avesse la magistratura dalla sua.
Il santo Martire San Biagi(o) su una rete pubblica (pagata da tutti) tutte le sere sparava con "il fatto" con un fuoco micidiale. Non esisteva una trasmissione simile in replica a tutte le sparate di Biagi.
Santoro, dal canto suo, andava all'assalto con i reparti corazzati (e lo fa anche ora: gli italiani sono tutti cretini? :chissà se in un processo non ricorrerebbero gli estremi per una querela?).
Queste cose, Facci o non Facci, non dovrebero essere consentite.
Non parliamo delle trasmissioni di intrattenimento tramite le quali travaglio, benigni ed altri "Satiri" rinforzavano la campagna pro-sx.
Copiare gli atti processuali di una procura, per divulgarli a danno di un avversario politico, senza che nel frattempo non ci sia stata nemmeno l'ombra di una condanna è cosa che lascio giudicare a te, o gentilissima inquisitrice.
Biagi putroppo è morto, e mi dispiace. Ma Santoro è vivo e vispo. E contiuna con il suo modo sleale di condurre le trasmissioni. E' coraggioso, questo sì, dato che, come dice lui, siamo sotto una dittatura. Infatti dice tutto quello che gli pare.
Non voglio discutere, qui, le sue idee, né quelle che ispirano Ballarò. Dico solo che in una televisione pubblica certe cose non si dovrebbero vedere. O perlomeno, essere affiancate da altrettante trasmissioni almeno di replica.
Invece Santoro e copmp. fanno tutto da sé. E mettono e coducono le cose in modo che la trasmissione segni sempre 5 a 0 contro gli avversari.
E questo nella tv pubblica non è ammesso.(non dovrebbe)
Quanto ad auspici, auspico una riforma della magistratura che renda le procure e i tribunali più imparziali.
Certi processi e certe condanne lasciano un po' di chinino in bocca.
Hai notato che i sx quando la magistratura colpisce loro reclamano ad alta voce. E come protestano! Alla faccia di quel rispetto delle sentenze da loro sempre invocato.
Irene, spero che tu sia una bella signora. Per compensare le tue zelanti idee che non condivido.
"Manco le virgole".
Ciao e stammi bene.

Anonimo ha detto...

ps
*quando la magistratura colpisce loro (assai di rado).

... quelli (i magistrati) con un certo spirito di iniziativa fanno la fine della Forleo. Cosa che non è mai capitata agli inquisitori che indagano a danno di altre fazioni. O no!?!

Anonimo ha detto...

Stim.ma IRENA
giunge fresca frescala notizia dell'assoluzione di
Calogero Mannino
Quanto chiasso intorno: tutto da parte della sx.
Bis con l'assoluzione di Berlusconi dal processo su Telecinco. Altro rumore. altro chiasso.
Sempre da sx.

E pertanto ora possiamo dire
"PRENDI, INCARTA E PORTA A CASA"
Si può?

Anonimo ha detto...

Stim.ma IRENA
giunge fresca frescala notizia dell'assoluzione di
Calogero Mannino
Quanto chiasso intorno: tutto da parte della sx.
Bis con l'assoluzione di Berlusconi dal processo su Telecinco. Altro rumore. altro chiasso.
Sempre da sx.

E pertanto ora possiamo dire
"PRENDI, INCARTA E PORTA A CASA"
Si può?

No, ma signori dico è normale che l'ignorantone di turno senza alcuna nozione di diritto continui ad esprimere opinioni personali non agganciate ai codici?

scrivere cazzate su "rumori", "chiasso", indottrinato dal Giornale del pregiudicato Paolo Berlusconi, senza aver minima nozione di azione penale obbligatoria

quando imparerai che prima di scrivere bisogna essere preparati...mai sentito parlare di azione penale obbligatoria e non di rumori chiasso

Berlusconi una volta disse "Il classiso elettore di Forza Italia ha la seconda media, oppure è una casalinga di Voghera".

Purtroppo aveva maledettamente ragione

Anonimo ha detto...

Copiare gli atti processuali di una procura, per divulgarli a danno di un avversario politico, senza che nel frattempo non ci sia stata nemmeno l'ombra di una condanna è cosa che lascio giudicare a te, o gentilissima inquisitrice.

coglione giudico io stavolta, non c'è niente di male anzi in altri paesi si chiama informazione libera informazione cioè quella che dovrebbero fare tutti i tg giacchè + dei quotidiani raggiungono la massa

se aspettassimo i servi di emilio vespa e gli altri giornalisti servi del potere di sinistra e destra staremmo freschi

Una volta l'ignarontone di Vespa disse: “Anche la Bbc è legata al potere, il presidente è amico di Blair”.
Già, ma è sottoposto alla Regina, scelto con pubblico concorso in base a un curriculum, infatti la Bbc fa un mazzo così prima alla Thatcher e poi a Blair.
Diceva la Thatcher: “La Bbc non mi piace ma non posso farci nulla”. Magari un politico italiano potesse dire lo stesso della Rai.
Studuia e informati coglione è l'unica arma che abbiamo!!!

Anonimo ha detto...

Una volta l'ignarontone di Vespa disse: “Anche la Bbc è legata al potere, il presidente è amico di Blair”.
Già, ma è sottoposto alla Regina, scelto con pubblico concorso in base a un curriculum, infatti la Bbc fa un mazzo così prima alla Thatcher e poi a Blair.

Fare un il mazzo. Ma a tutti.
Non farlo ad una pare esclusivamente, come fa Santoro.
Prendi un tranquillante e vai a dormire. Forse al risveglio la corteccia funzionerà un po' meglio.
Altrimenti rivolgiti ad un bravo psichiatra.

Anonimo ha detto...

Ma Vespa chiama tutte le parti on causa!
Certo, non è Santoro!

Anonimo ha detto...

LIBERTA' DI INFORMAZIONE

Qui si cerca di CONFONDERE detta libertà con la libertà a senso unico.
Una televisione pubblica non dovrebbe essere l'organo di "informazione" di una parte politica, e basta. Tale informazione diviene propaganda e come tale non deve essere consentita a nessuna parte in causa. Nè DI SX, Né DI DX.

TV LEGATA LA POTERE O LIBERA DAL MEDESIMO (esempio dell'inghilterra: la tv che fa un c... così ai governanti)

Bene. D'accordo.
Purtroppo la Rai, Rai3 in modo particolare, non è legata al potere (sottolineo), ma bensì (cosa assai diversa) è legata ad una corrente politica ben determinata (la sx).
Quindi quando al governo c'è la sx Rai3 (ma anche 1 e 2) è legata al potere a refe doppia.
Quando al governo c'è la dx, la stessa Rai è legata all'opposizione.
Quindi qui non si tratta di parlare di una rai che dipende o meno dal potere. Qui si tratta di una rai tutta in mano ad una fazione politica. Una rai chequindi, a seconda dei governi si trova o tutta schierata col potere o tutta schierata con l'opposizione.
Le reti private, tipo rete 4 o La7, secondo me non hanno vincoli di sorta e possono lebramente trasmettere quello che credono. Come d'altronde i quotidiani che si trovano tutte le mattine in edicola. Posso non concordare con quello che dice La Repubblica, ma questa è libera di dire e fare qquello che crede.
Ciò non può avvenire in una tv pubblica sovvenzionata con i soldi di tutti gli abbonati.
Il discorso è vecchio, ma non può cambiare.
Veltroni ha detto che ha organizzato una tv di partito? Benissimo! Lì dica e faccia tutto quello che gli pare.

Anonimo ha detto...

certo, cari amici,
è degno di un paese normale che il Presidente del Consiglio possegga a vario titolo pressoché tutte le case editrici del paese (magari avendone acquistata una, la Mondadori, grazie alla corruzione di un giudice, ma va beh :-), giornali e ben 3 reti televisive (di cui una che occupa abusivamente le frequenze di un'altra emittente, in barba a sentenze del Consiglio di Stato e all'Europa che ci guarda come se fossimo il Botswana). 3 reti televisive attraverso le quali, a reti unificate, possiamo ascoltare integralmente per ore i discorsi del Presidente del Consiglio-Proprietario in palese conflitto di interessi. Ma va beh, l'informazione è in mano a quei cattivacci di sinistra, eh! :-)

saluti, come potete vedere vengo sempre a leggere anche la vostra opinione.

Irene

Anonimo ha detto...

"Copiare gli atti processuali di una procura, per divulgarli a danno di un avversario politico, senza che nel frattempo non ci sia stata nemmeno l'ombra di una condanna è cosa che lascio giudicare a te, o gentilissima inquisitrice"

Gentilissimo Anonimo,
grazie della tua risposta, ma non sono d'accordo. Primo: sovente si tratta di fatti che non sono più coperti dal segreto istruttorio (cfr. codice procedura penale) Secondo: a meno che i P.M. non siano masochisti, credimi, loro sono solo danneggiati da queste fughe di notizie.
terzo: domandati se per caso non sia casomai responsabilità dei trascrittori delle intercettazioni che appartengono a società esterne a essere responsabili di queste fughe di notizie. Credimi, i magistrati hanno di meglio da fare che stare a duettare con i giornalisti, perché in certe zone d'Italia rischiano la vita ogni giorno, e in altre, se sono veramente indipendenti come sancito dalla nostra Costituzione, vengono trasferiti e messi a tacere, oltre che vedere la propria carriera rovinata (cfr. la vicenda De magistris, e domandati se era lui a fornire le notizie ai giornalisti, e quanto sia stato contento di subire un processo disciplinare che ha visto la sua condanna a non poter più esercitare la funzione di P.M.. Quarto: domandati a chi giovi veramente che si intervenga per impedire del tutto le intercettazioni per reati contro la pubblica amministrazione e finanziari(corruzione, concussione, falso in bilancio ecc), puniti con pene inferiori ai 5 anni invece che individuare anche gli altri possibili responsabili di comportamenti scorretti (es, cancellieri, trascrittori, polizia giudiziaria ecc).
Domandati a chi giovi infangare e mettere a tacere l'ultima forma di controllo e baluardo di legalità in questo nostro corrotto e disgraziato paese.
Poi sappimi dire.
Senza contare che conoscere alcuni fatti moralmente censurabili sul comportamento di un politico prima dei 10 anni canonici per lo svolgimento di un processo mi fa molto piacere prima di votarlo. E' una forma di controllo democratico. Quarto potere, dicono negli USA. Ma già, qui si è persa ogni nopzione della democrazia.

Grazie della tua cortese attenzione,
Cordiali saluti,
Irene