La crisi dei mercati è la fine di un azzardo che ha coinvolto Banche e Società finanziarie in un gioco sempre più rischioso.
Entrano in crisi miti e certezze.
Scompaiono "monumenti finanziari" fondati quando ancora si andava a cavallo e non esisteva il telefono, crolla la fiducia nel mercato e nella finanza "cartacea", si teme la catastrofe e la discesa agli inferi sembra non fermarsi mai: non c'è panico tra i risparmiatori, ma incertezza, dubbio e incredulità.
Saltano tutte le previsioni, i calcoli, i consigli e le analisi che economisti, banchieri, politici ed "esperti" hanno fatto; nessuno aveva previsto, nessuno se lo aspettava, nessuno è riuscito a giocare d'anticipo.
Da domani ci sarà in giro più scetticismo da una parte e, si spera, meno spocchia dall'altra.
Da domani ci saranno più opportunità per coloro che sapranno tenere i nervi saldi e coglieranno le occasioni di acquisto.
Da domani dovremo essere più parsimoniosi e più attenti nell'allocazione dei nostri risparmi e chiederci fino a che punto siamo disposti a rischiare, visto che siamo tutti favorevoli al rischio finché non subiamo delle perdite.
Il mercato non si è fermato nemmeno di fronte alle crisi più devastanti: anche questa volta farà la sua parte e saprà dare le giuste soddisfazioni.
Chi oggi è in perdita perché ha in portafoglio azioni, deve tenere duro e non farsi prendere dal panico: vendendo si rischia veramente di gettare via il bambino con l'acqua sporca del bagno.
Una partita che durava da decenni è finita: si stanno ridando le carte dopo aver mescolato il mazzo.
Assisteremo ad una nuova partita, forse un nuovo gioco e speriamo nuovi giocatori: se impariamo in fretta le regole potremmo giocare anche noi.
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