L'annuncio di Pierferdinando Casini di voler fondare "un nuovo partito entro l'anno" ha suscitato talmente poco interesse che perfino l'ottimo Alberto Matano che lo intervistava per il Tg1 ha fatto finta di non sentire e ha tirato dritto con la domanda successiva. Non parliamo poi dei giornali del giorno dopo, che della "notizia" non recano traccia.
D'altro canto che l'Udc fosse un'esperienza da archiviare e che Casini dovesse ormai titare giù il bandone della sua ditta personale non è una sorpresa per nessuno. La strategia scelta da Pierfi per le elezioni regionali è stata un disastro su tutti i fronti. In Piemonte, Mercedes Bresso ha avuto un tracollo elettorale e pesino il Pd si è reso conto di aver sbagliato candidato. In Puglia - il grande laboratorio del centrismo - Adriana Poli Bortone ha raschiato il fondo del barile e ora sembra destinata a un accordo con l'odiato Vendola per non scomparire del tutto. Nel Lazio, dove non certo per loro merito la Polverini ha vinto, sono stati capaci, per il troppo pretendere, di restare esclusi dalla giunta. Bel capolavoro.
Si capisce dunque perchè Casini abbia fretta di fare un nuovo partito. Operazione non complessa visto che l'Udc è poco più che lui stesso, qualche sventurato accolito e qualche prezioso parente.
All'intervistatore che gli chiedeva il perchè del silenzio delle ultime settimane come se qualcuno se ne fosse accorto e preoccupato, Casini ha risposto: "Non volevo fare l'antipatico e dire: io l'avevo detto e avevo avvertito dei rischi di un partito nato sul predellino (per esempio vincere le elezioni?)". Poi però appena qualcuno gli ha offerto un ospitale microfono non s'è trattenuto e ha fatto benissimo l'antipatico.
Infine Casini ha concluso con una previsione: "Dietro l'angolo c'è la Grecia". Si prepara ad un nuovo fallimento o semplicemente ad andare in vacanza? Lo sapremo presto dal Tg1.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento