lunedì 25 aprile 2011

Berlusconite acuta. Giano

L'articolo che segue è stato postato il 22 settembre 2009 sul blog "Titanic": inutile dire che è di stringente attualità.

La berlusconite è una psicopatologia che nel corso degli ultimi anni ha assunto la forma di epidemia, coinvolgendo vasti strati della popolazione. Pare che la causa sia da addebitare ad un virus che colpisce con particolare virulenza alcune categorie a rischio: politici, intellettuali, opinionisti e commentatori, personaggi dell'arte e dello spettacolo e, soprattutto, operatori mediatici e giornalisti. La sintomatologia si presenta, di solito, con una accentuata ed innaturale attenzione verso tutto ciò che riguarda Berlusconi, con una caratterizzazione riconducibile a paure ancestrali e connotate da un odio profondo e da una inspiegabile forma di paura che potrebbe assimilare la berlusconite ad una grave forma di fobia o di sindrome monomaniacale. L'effetto più evidente di questa psicopatologia è che coloro che ne sono affetti sono atterriti dalla immaginaria ed incombente presenza di Berlusconi, come una spada di Damocle, nella loro vita quotidiana. Lo vedono ovunque, già al mattino si svegliano con una idea fissa: Berlusconi. Quindi, qualunque cosa facciano, qualunque avvenimento, qualunque sia l'argomento in discussione, qualunque problema si affronti, dalla politica allo sport, dallo spettacolo alla cultura, dall'economia al gossip, la loro reazione è sempre la stessa: tirare in ballo Berlusconi, come unico responsabile di tutti i guai del mondo.

E' una vera e propria ossessione e gli effetti di questa psicopatologia sono verificabili quotidianamente anche in rete, nei forum, nei commenti sui quotidiani, sui blog. Tanto per restare in casa, succede, per esempio, che si scriva un post ironico "Il cavolo di Michelle" sul fatto che Michelle Obama vada a comprare il cavolo verza nel mercatino appena aperto nei pressi della Casa bianca. E succede che qualcuno lasci un commento nel quale, in tre righe, si parli di Bush e di...Berlusconi. Per restare in tema, c'entra come i cavoli a merenda. Ma loro sono convinti che questo sia parlare, confrontarsi, discutere ed occuparsi di politica. Al massimo è una politica del cavolo!

Giovedì scorso, a Ballarò su RAI3, la "direttora" de L'Unità, Concita De Gregorio, appena le è stata concessa la parola, ha iniziato il suo atto d'accusa contro...ovvio, contro Berlusconi, reo di essere arrivato al potere non per meriti, ma grazie alla sua ricchezza, con la quale ha comprato tutto quello che poteva comprare, guadagnando il consenso con la corruzione e "comprando" sostenitori, deputati ed elettori. Queste amenità al limite dell'insulto e della diffamazione le chiamano libertà di espressione. E guai a sporgere querela perché sarebbe un gravissimo attentato alla libertà di stampa. Infatti, fra una decina di giorni, scenderanno in piazza per protestare contro il "regime", il pericolo di fascismo, l'intimidazione della stampa e per rivendicare il diritto all'insulto ed alla diffamzazione quotidiana. Ma non basta. La nostra "direttora" Concita, per rispondere a chi accusa certa stampa di avere il chiodo fisso dell'antiberlusconismo, ha risposto che in realtà loro vorrebbero parlare d'altro, ma sono obbligati a parlare di Berlusconi perché è lui che "detta l'agenda". Dice Concita che loro si riuniscono ogni giorno in redazione e vorrebbero affrontare tanti argomenti importanti, ma poi, siccome è Berlusconi a dettare l'agenda, sono quasi obbligati a parlare di...Berlusconi.

Certo, è facile immaginare che Berlusconi, ogni giorno, chiami al telefono i direttori dei maggiori quotidiani nazionali e detti loro l'agenda, argomenti e titoli compresi. Se vi scappa da ridere, fate pure, ne avete motivo. In verità c'è stato per anni, anzi ormai da decenni, chi detta l'agenda alla stampa (e continua a farlo), ma non è Berlusconi; è, invece, un ben affiatato coro che ogni giorno ci canta, o meglio urla, la solita canzone contro il bavaglio alla stampa, la presunta censura e contro il potere mediatico del premier. Ma di questo riparleremo, riportando un interessantissimo ed illuminante articolo apparso sulla stampa circa due anni fa. A proposito, la nostra "direttora" potrebbe fare un'indagine in casa e chiedere, per esempio, chi "dettava l'agenda" quando il direttore de L'Unità era Walter Veltroni. Già, Concita, provi ad informarsi. Così, per semplice curiosità.

Lo ha capito perfino Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere, sempre pacato nei suoi giudizi, il quale, proprio qualche giorno fa scriveva, a proposito di Ballarò, che ormai i talk show sono prevedibili e noiosi, confermando la diagnosi di "berlusconite" dilagante. E specificava: "Ma il terzo e decisivo fattore di noia è l'inevitabilità degli ar­gomenti. Si parli dei militari morti in Afghanistan o del ter­remoto, si parli di vita o di mor­te, si parli della ripresa econo­mica o di quelli che non arriva­no alla quarta settimana, alla fi­ne si parla sempre e solo di lui. Di Berlusconi. Che ormai non è più un imprenditore, un politi­co, un presidente del Consi­glio. È un'ossessione...". Chiaro?

Sarà vero quanto afferma la "direttora" Concita? Vediamo, è semplicissimo, basta andare sul sito del quotidiano on line e verificare. Ecco cosa riporta oggi L'Unità, in prima pagina, queste sono le notizie d'apertura, subito sotto l'apertura dedicata ai funerali di Stato dei morti a Kabul.

E sì, in effetti su sei box e titoli in primo piano ben quattro sono dedicati a Berlusconi. Il primo titolo riguarda una dichiarazione dell'Osce, che non ha alcun titolo ad entrare nel merito delle querele del premier, ma fa notizia. Il secondo riporta le accuse a Berlusconi di Cohn Bendit, il leader del sessantotto francese. Il terzo ci racconta vita e miracoli del premier. Il quarto riporta dei servizi comparsi sul Guardian e su El Pais e che, come sempre, attaccano Berlusconi. Questo viene fatto passare come autorevole opinione della stampa estera. Beh, bisogna riconoscere che 4 servizi su 6 dedicati a Berlusconi, non possono essere casuali. Dedicati, si badi bene, non alla politica ed agli atti di Governo, sui quali si può non essere d'accordo, ma a Berlusconi come persona. E sì che di argomenti davvero importanti e gravi ce ne sarebbero da trattare. Lo ha detto la stessa De Gregorio, ma purtroppo, dice lei, non riescono a parlarne perché (poverini) è Berlusconi che detta l'agenda. Ora non abbiamo più dubbi, ha ragione Concita. Questa attenzione e perseveranza nel mettere sempre in primo piano il Cavaliere ed i suoi fatti personali ha una sola giustificazione: Berlusconi chiama tutti i giorni la signora Concita e le detta l'agenda, cosa scrivere, quali argomenti, i titoli e, forse, anche gli insulti.

Ecco, questo è un caso lampante di berlusconite acuta. Ma non bisogna preoccuparsi eccessivamente. Oggi la medicina sta facendo passi da gigante e le scoperte si susseguono all'ordine del giorno. Quindi tutti gli affetti ed afflitti da quella strana fobia chiamata berlusconite possono essere fiduciosi; prima o poi, speriamo presto, scopriranno una cura efficace, un antidoto o, perché no, un miracoloso vaccino. (Titanic blog))

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