giovedì 11 maggio 2006

Dallo stato di eccezione allo stato di necessità: la sfida del presente. Raffaele Iannuzzi

Dobbiamo avere chiara la posta in gioco che è, insieme, la sfida politica all'ordine del giorno: il berlusconismo come fenomeno politico. Perché, oggi, non è scontato che il berlusconismo, vale a dire la capacità della politica di rispondere alle sfide della globalizzazione, non venga derubricata a parentesi politica nazionale. E domani potrebbe essere ridotto addirittura ad errore di percorso. Croce definì il fascismo, sbagliando, una parentesi. Ovviamente stiamo parlando di altro, cioè del più rilevante fenomeno politico dal tempo del craxismo (e, in un certo qual senso, derivante da quest'ultimo), il berlusconismo, ma la logica dei tempi brevi, la logica ad tempus, frutto di una mentalità ad un tempo impolitica e tecnocratica, potrebbe ritornare. E così Forza Italia sarebbe ridotta anch'essa, ovvio, a parentesi. Con un popolo di destra, liberalpopolare d'istinto, intuitivamente e visceralmente anticomunista, azzerato nella possibilità di rappresentanza degli interessi e delle idee.
Il problema è serio e l'Udc si sta attrezzando a smarcarsi proprio per elevare questo problema ad emergenza politica del centrodestra. Perché non riflettere seriamente sul fatto che noi di Forza Italia di questa Udc all'opposizione, dominanti come sono le smanie tecnocratiche folliniane, non abbiamo bisogno? Non illudiamoci che fare l'opposizione oggi sia come farla nel 1996, perché non è così. E l'assenza del governo peserà e non poco in un partito come il nostro che, di fatto, non è ancora un partito, ma, paradossalmente, non potrà che aprire le porte al pellegrinaggio degli ex-ministri e dei funzzionari di governo, una volta fuori dalla stanza dei bottoni.
A questo punto, che fare? In primo luogo, comprendere esattamente la realtà per quel che è: siamo in pieno stato di necessità. Attraverso lo stato di eccezione, dunque, siamo giunti infine allo stato di necessità. E allora la politica diventa il punto-cardine della ripresa del partito. Ma questo non basterà, perché la politica non potrà farla soltanto Berlusconi, elevando la sua leadership a catalizzatore unico delle mille forze presenti in Forza Italia. Ma per fare la politica seriamente e durevolmente ci vuole un partito vero. Siamo ancora oggi al punto di partenza.
Siamo al punto di partenza, ma con un elemento ulteriore: il berlusconismo non potrà che tradursi, attraverso una cultura politica condivisa e una struttura organizzativa autentica, in un progetto liberalpopolare, capace di alimentare nuove forze sociali e nuovi soggetti. Così potremo fare seriamente l'opposizione e verificare, a partire dalla prossima finanziaria, la tenuta di strada di questa forza politica. Direi che, a questo livello, ragionare di partito unico del centrodestra è velleitario e, per noi, pericoloso. Senza Forza Italia come partito forte, al tavolo delle trattative ci andrà soltanto un Berlusconi che ha vinto come leader di partito, ma che viene osteggiato in quanto leader dell'opposizione. La peggiore delle situazioni possibili. Tornare alla politica connettendo le idee, un progetto di popolo e per il nostro popolo e infine un vero partito è necessario, vitale più che mai, oggi. Lo stato di necessità dopo lo stato di eccezione (ancora non esaurito, con la Camera a un comunista e il Quirinale a un ex-comunista). La partita si deve riaprire dallo stato di necessità e con la coscienza della necessità in corso. Una necessità politica. Per non finire come parentesi politica italiana, bollati come populismo degenere. Sarebbe persa non la politica, ma la storia.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Raffaele,
rimbocchiamo le maniche e diamoci da fare!
L'Unione (ma non quella di Prodi) fa la forza.
----La destra deve fondare un partito unico, liberal popolare
----La legge della coesione vuole che non ci siano discordie e liti per interessi di bottega
----Capire quali sono le vere necessità dell'Italia e mettersi al lavoro tutti insieme
----e che Dio ce la mandi buona ...
Intanto facciamo una vera opposizione!

attila ha detto...

Il Berlusconismo sarebbe la nouva forza politica del domani??? Ma state derilando?

Prima di tutto questo non è possibile perchè lo stesso Berlusconi non si definisce un politico, ma un "innovatore" ed ha sempre cercato di smarcarsi dalla dialettica politica (anche perchè poco congieniale ad autoritario come lui).
Secondo: Forza Italia non è un partito nel senso vero del termine, ma è una contraddizione in termini.
- Si propone come partito di massa, cercando di allargare il consenso, ma poi esclude da tale consenso le parti più basse della popolazione. ( vedi discorso sui figli degli operai)
- Si propone come "catch them all" party (partito pigliatutti), però volendo mantenere una posizione ideologica, anzi, di anti-ideologia, quindi restringendo la propria base elettorale.
- Si propone come partito di libertà, nonostante le dinamiche interne del partito siano tutto tranne che democratiche (non c'è nemmeno una procedura di sostituzione del leader), sembra di rileggere la legge ferrea dell'oligarchia di Michels.
- Ha una classe dirigenziale estremamente settaria e classista, contrariamente alla sua vocazione populista.
- La sua unica linea politica è il sostegno al suo leader, che è anche il più grande contribuente al partito. (le campagne d'iscrizione sono nate dopo la fondazione del partito)

Sostanzialemente è il partito della domenica.
Viene studiato in tutto il mondo come anomalia partitica, non come innovazione. La definizione più ricorrente è quella di partito-azienda.
E volete pure definirvi il futuro dell'Italia? Siete nati dalla mente bacata di un milionario che voleva salvarsi la pelle dalle indagini in corso e vi ostinate a negare l'evidenza.

Perfino questo autore ammette che sneza potere FI rischierà di implodere su se stessa perchè priva di una cultura politica alle spalle. Ma che cultura politica può nascere da qualcosa che non sia una situazione di conflitto di classe? Tutti i maggiori partiti politici si sono creati in seguito alle lotte sociali: i partiti di quadri (in inghilterra, sono i primi a fare la loro comparsa) rappresentavano la lotta tra la nobiltà e la borghesia, i partiti confessionali la lotta tra stato e chiesa, quelli socialisti tra lavoratori e datori di lavoro, i partiti conservatori il contrasto città-campagna.

Voi che contrasto rappresentate? comunisti e anti-comunisti? Ma per favore! Siete arrivati con 30 anni di ritardo, ci hanno già pensato gli americani e i partiti liberali del dopoguerra.

Cosa vi resta? La lotta tra chi dice che si deve guidare all'inglese e chi preferisce la guida europea?
Il contrasto insanabile tra milanisti e interisti?

Prima di parlare di politica, trovate una ragione di vita, che è meglio.

Anonimo ha detto...

Prendo e incollo da un altro Blog (MAUROM permettera')

La detenzione per il pregiudicato Previti è durata 120 ore. La condanna a sei anni per corruzione di giudici per una tangente di 67 miliardi nella vicenda Imi-Sir è stata tramutata, per decisione del Tribunale di sorveglianza, in arresti domiciliari. Il Tribunale ha deliberato “in via provvisoria (la decisione va ratificata) e urgente”. La scarcerazione di Previti è stata possibile grazie all’applicazione dell’ex Cirielli, legge su misura fatta approvare dalla Cdl. La legge recita: “il giudice può concedere i domiciliari quando il condannato ha compiuto i 70 anni di età e non ci sono elementi ostativi”. Gli arresti domiciliari sono stati inoltre concessi perchè “i reati sono stati commessi in epoca ormai lontana”. Il pregiudicato Previti potrà godere di due ore di libertà giornaliere, ricevere, nella sua casa su due piani di piazza Farnese con dieci finestre, chi vorrà e telefonare liberamente.

La ex Cirielli è una delle tante leggi della Cdl che dovranno necessariamente essere riviste in questa legislatura visti i suoi primi effetti. Suona come una beffa un rilascio motivato da reati compiuti in epoca ormai lontana, se Previti fosse stato processato in tempi rapidi sarebbe in carcere da anni. Il trattamento ricevuto da Previti grazie alla sua età a questo punto deve essere immediatamente applicato a tutti coloro che hanno superato i 70 anni con “procedura di urgenza”, in caso contrario si dimostrerà ancora una volta che in Italia esistono due giustizie, una per i cittadini comuni e una per i politici.

attila ha detto...

Posso aggiungere questo articolo? E' tratto dall'Espresso, un autorevolissimo giornale di parte, quindi capisco che non vogliate dar credito alle sue millanterie, ma consiglio a chi ha votato centrodestra di leggerlo.

http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1522775&m2s=null

Parla del rapimento di Abu Omar, compiuto dall'Intelligence USA sembra con l'aiuto di membri dei servizi italiani e che a Palazzo Chigi sapessero tutto, anzi, che diedero una spintarella.

Non si può dire a tutt'ora se ciò sia vero o no, le prove si stanno ancora raccogliendo tra mille difficoltà. Ma se fosse la verità, sarebbe un atto di uan gravità assoluta.
L'Italia (il Governo) che permette il rapimento di una persona sul proprio suolo. La sovranità dello stato messa sotto le scarpe e la legalità buttata via. Ma come, non avevamo tutti diritto ad un giusto processo? Anche un terrorista (peraltro non provato) dovrebbe aver diritto alle stesse garanzie costituzionali degli altri.
Se vogliamo veramente dimostrare di essere un faro della democrazia e di essere "superiori" (come disse un ex primo ministro) certe cose non devono succedere.
Ma forse nell'Italia di Berlusconi questa è la norma, l'eccezione è la legalità...

Anonimo ha detto...

eh sì! la nuova forza politica del domani sono i prodini e le pizze alla napolitano!
sic stantibus rebus, w il qualunquismo alla Giannini, dche VOI liquidate con sufficienze, ma che all'epoca fu un movimento di rilievo, ma di cui ho sempre sentito parlare con cenni elogiativi.

nb. ricordo allo studente attila (30 e lode in fenomenologia politica) che , purtroppo, la storia non la fanno gli scienzati della politica, ma i cicttadini che votano: un partito le coi percentuali oscillano tra il 20 e il 30 percento dei consensi , e che vive dal '94, forse no nmerita di esere liquidato sbrigativamente come semplice "anomalia" !!

maurom ha detto...

Non vedo l'ora che Prodi cominci a governare.

attila ha detto...

Caro elettore anomalo.

Intanto mi duole comunicarti che la crisi partitica non è un fenomeno italiano ma un fenomeno mondiale. La necessità di trovare nuove linee d'espressione per i partiti ha portato alla nascita di veri e propri esperimenti di tipo elettorale. Non solo, aggiungici la cosidetta "crisi degli iscritti", la volatilità elettorale, l'abbassamento della partecipazione politica e scoprirai che i partiti politici di oggi sono costretti a superare ostacoli molto complessi.

Per prima cosa ti consiglio di rileggerti l'inizio del mio commento, dove dico, molto chiaramente, che FI è una cotraddizione in termini. E' quindi ovvia la mia definizione di partito populista, ma legata all'esclusione, anche dai centri di potere interni al partito, di classi di popolazione diverse da quelle dirigenziali.
La spinta oligarchica del partito è rappresentata non solo dalla scelta dei leader che non avviene con sistemi democratici, ma anche dalla linea politica del Capo (non Kapò).
Per quanto riguarda l'autoritarismo di Berlusconi, ti consiglio di andarti a cercare l'esperimento di Sydney Verba sui modelli di autorità. E l'autoritarismo Berlusconiano, si riflette nel suo partito e dal suo partito e nei suoi elettori.

Le classificazioni esistono (partito-azienda) e FI non è il primo neppure in questo, mi dispiace deluderti. La definizione di anomalia ti assicuro che viene fatta con coscienza e non devi certo insegnare il mestiere tu ai politologi, per quanto mi riguarda io mi limito a fare degli esempi.

Il logio collegamento tra fondare a proprie spese un partito e cercare di salvarsi la pelle è proprio qui, in questa frase. La necessità di FI di stare al governo era semplicemente una necessità del suo Leader, il cui scopo era assicurarsi la possibilità di curare i propri interessi dall'alto della possibilità di legiferare a favore di essi.
Non bisogna pensare a Berlusconi come una persona singola, ma come un universo di interessi che si concentrano iin lui. Tant'è vero che alcune (e vedremo a chi darà ragione la Corte Cost., per ora a noi), si riferivano direttamente alle sue aziende (vd. revisione della legge sul falso in bilancio).

PS Io non ho parlato della coalizione di sinistra.

A proposito, raccontami sulla base di che contrasto sociale sarebbe nato FI (crca di non parlarmi di comunisti e anti-comunisti, perchè all'inizio Berlusconi non ne parlava, ennesimo esempio di trasformismo della sua linea politica)

PPS
anche tu fai errori di battitura, quindi non trasformiamoci in un corso rapido di grammatica

attila ha detto...

Ma come, un partito che si vende come portatore di libertà e democrazia non ha al suo interno dei sistemi democratici di meritocrazia??? Trasecolo!

Come si può pretendere che un partito sia portatore di certi valori se poi al suo interno essi non vengono applicati? E' come minimo pazzesco, se si vuole essere gentili.

Altra cosa: cosa significa confondere la cosa (FI) con le sue qualità?
Il partito, che non vuol essere un partito, ma che è un partito si ritrova a fare i conti con la dialettica partitica che rifugge ma che sposa perchè utile ai suoi scopi... Siete una contraddizione in termini!
La verità è che un partito nato per il semplice volere di una persona singola non può, da un giorno all'altro, crearsi uno scopo valido, nè può farsi portatore di valori nuovi. Tutto quello che può fare è rivolgersi contro il passato per cercare di smarcarsi da esso.
Prima o poi Berlusconi capira quanto poco sta pagando la sua linea dell'anti-comunismo (unico partito in Europa a parlare ancora di comunisti).
I suoi stessi alleati cercano disperatamente di smarcarsi dalla sua politica del bianco O nero, consci, almeno loro, che non si va da nessuna parte. Sono fortunati però: l'anagrafe è dalla loro, Berlusconi quanti anni potrà ancora reggere psicologicamente stabile? Pochi. Alla sua morte (psichica) l'Azienda dovrà trovarsi un nuovo leader... aspetta, però, non si può fare, perchè FI E' Berlusconi! Senza di lui il castello di carte va giù!

Tra parentesi non mi hai ancora risposto quale sarebbe il conflitto sociale su cui nasce FI... io aspetto...aspetto... ho molta pazienza...

attila ha detto...

Ti posso assicurare che se partecipo a questo forum è perchè mi diverte profondamente. Cerca di organizzarti le idee prima di rispondere, non mi va di doverti spiegare di nuovo un po' di sociologia, preferirei che arrivassi preparato.

"caro attila, FI è partito, attore in un sistema partito democratico, quindi basato sull'alternanza, portatore, questo sì, di una sana pregiudiziale anticomunista. che è poi il motivo (credo sia quello che tu chiami "conflitto sociale": perchè sempre così distruttivo? un conflitto sociale è cosa ben + grave del conflitto politico, ossia la pregiudiziale conrto partiti che nel '94 erano percepiti come "estremisti"!!) che ha giustificato , almeno ufficialmente, la nascita di quello che , ad ogni fine è un PARTITO"

Non è quello che ho chiesto io, ma forse chiedo troppo.
Vediamo di spieagarci meglio.
I conflitti sociali, contrariamente a quello che pensa chi non sa di cosa si parla, non sono i conflitti tra chi dice "destra" e chi dice "sinistra". I conflitti sociali che hanno portato alla nascita delle varie correnti partitiche sono conflitti che inteeressano la naturale evoluzone della società umana.
Esempio: il conflitto tra gli interessi della città e gli interessi della campagna ha protato alla nascita dei partiti più strettamente conservatori. Il conflitto tra la laicità dello Stato e i diritti della Chiesa ha portato alla nascita dei cosiddetti partiti confessionali (DC per intenderci).
La contrapposizione comunismo anti-comunismo non è accomunabile ai conflitti sociali, questo perchè qui non si parla di un problema sociale, ma di un problema ideologico, è semplice!
Quindi un problema che non inerisce alla struttura e alle trasformazioni della società, ma a delle correnti di pensiero che si inseriscono in una dialettica di tipo politico (potremmo scendere ancora più in profondità con l'ideologia totale, ma non mi sembra il caso...).

Il conflitto sociale non è più grave del conflitto politico, è semplicemente un'altra cosa! Tutto qui!

Io non sono contrario all'organizzazione di tipo verticistico, ma essa non può pregiudicare delle dinamiche democratiche! Ripropongo la tesi di Michels (si legge come si scrive, era di origini italiane) sulla legge ferrea dell'oligarchia. Nel 1911 (siamo in epoca non sospetta) aveva fatto uno studio sul Partito Socialista Tedesco della Repubblica di Weimar, arrivando alla conclusione (semplifico) che nessun partito che non ha al suo interno una struttura democratica (verticistica o no) può dirsi portatore di interessi democratici, questo perchè è sottoposto alla legge ferrea dell'oligarchia.

Partendo da questa premessa, FI viene classificato internazionalmente come Partito-azienda (pigliatutti, si dice proprio così in gergo tecnico) proprio a causa del fatto che non ha sistemi democratici di divisone delle cariche, ma funziona proprio come un'azienda, dove il dententore della quota di maggioranza sceglie i suoi sottoposti.

Mi dispiace informarti che hai un Capoufficio! E l'hai pure votato!

PS: chiedo scusa per la prolissità, ma a quanto pare le cose vanno spiegate bene bene... Credo mi munirò di fogli e matita per fare anche le illustrazioni.