venerdì 2 marzo 2007

I trucchi sui numeri. Paolo Del Debbio

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=160735

Ancora una volta è necessario fare chiarezza sul deficit pubblico e sull'incremento del Pil.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Nulla da eccepire, tutto quadra.

Non quadra per il Governo, per Prodi, Padoa Schioppa e Visco che da oltre un anno hanno deriso le politiche economiche della CdL che avevano determinato "lo sfascio dei conti pubblici".

Ci fosse sempre uno sfascio così.
Un'Italia che produce, che si risolleva dopo anni di stagnazione proprio per ponderate scelte economiche e fiscali (abbassamento aliquote Irpef e quindi maggior gettito) e per una favorevole congiuntura internazionale.

Staremo a vedere se il governo attuale sarà capace di usufruire della positiva eredità.

Buona serata

argo50 ha detto...

In principio furono tempi bui. Poi venne Prodi e disse “luce”. Calarono le tenebre.

Anonimo ha detto...

Mauro,
se vuoi scrivimi a questo indirizzo:

monicamastro@hotmail.com

Grazie.

Anonimo ha detto...

che pena il del "dubbio"...se leggesse più sole24ore (vedi sabato 3/3/07 pag 3) e sparasse meno cazzate gli si crederebbe in tanti...ma purtroppo il problema italiano è che tutti si sentono in dovere di parlare di cose che non sanno e molti gliele pubblicano senza spirito critico(vedi la Laffer curve che è un modello non sempre preciso e condiviso mentre per il noto economista del "dubbio" passa per un dogma)
dove andremo a finire...

Anonimo ha detto...

Ma ci sono ancora dei trogloditi che tirano in ballo la curva di Laffer ?
Ma questi sanno cos'è successo in America dopo due presidenze Reagan con l'applicazione dei dogmi di Laffer? Debito pubblico alle stelle e 43 milioni di poveri, un terzo del ceto medio precipitato sotto la soglia della povertà.
Possibile che nel centrodestra nessuno legga mai nulla, neppure gli scritti di fior di economisti liberisti che criticano ferocemente la politica economica di Reagan e la curva di Laffer? Possibile che nessuno di voi sappia come è nata la curva in oggetto, scritta su un tovagliolo al termine di una cena elettorale (sicuramente non analcolica) del partito repubblicano in cerca di consensi dopo il Watergate e partorita esclusivamente dalla mente (un po' alticcia?) di un'economista in cerca di gloria ?
E' proprio vero: le affermazioni economiche di certi militanti del centrodestra fanno il paio con quelle di certuni che a sinistra si dichiarano ancora comunisti; entrambi usano poco le cellule grigie.

maurom ha detto...

E'chiaro che Laffer non ha inventato a cena la sua famosa curva, ma l'ha disegnata dove poteva per spiegarla visivamente.
E'anche chiaro che sinistra60 legge solo il Manifesto (unica fonte di informazione che ha stroncato la teoria del ricercatore americano).
E'altresì chiaro che gli effetti dalla teoria si manifestano in assenza di eccessiva spesa pubblica, ma la dimostrazione della sua validità è l'aumento delle entrate fiscali grazie alla politica di Tremonti.

Certo che a destra sono tutti trogloditi...

Anonimo ha detto...

Caro MAUROM, magari ho usato un linguaggio un po' colorito, ma tu non hai risposto alle domande relative ai risultati economici e sociali della presidenza Reagan.
(e questi non sono dati del Manifesto, che peraltro non leggo, ma dati reali) Inoltre è comunque vero che Clinton con una politica fiscale diversa (più sensata) ha ridotto drasticamente il debito pubblico americano.
La curva di Laffer in ogni caso è puramente teorica (non è agganciata a dati reali) e semplifica troppo il legame fra carico fiscale ed entrate. Per venire all'Italia l'applicazione di tale teoria (applicazione per fortuna soltanto parziale per vari motivi) ha in ogni caso prodotto un aumento del debito pubblico ed un impoverimento del ceto medio dipendente a scapito dei lavoratori autonomi. La Finanziaria di questo Governo, seppure troppo leggera dal mio punto di vista, ha cercato di riequilibrare questa situazione; va bene l'aumento del PIL (che peraltro non è un indicatore economico-sociale così affidabile) e del gettito fiscale ma a questi deve corrispondere nei prossimi anni una politica di redistribuzione dei redditi, che spero questo governo abbia il coraggio di applicare.

Anonimo ha detto...

Se l'economia fosse una scienza esatta...e invece \'e l'arte di spiegare perch\'e non si sono azzeccate le proprie previsioni, come \'e noto. Reagan, non si pu\'o giudicare solo con i numeri, perch\'e ogni numero racconta una sua propria verit\'a. Bisogna legare il reaganismo al constesto storico, al prima e al dopo. Infatti, non si pu\'o prescindere dal tener conto della presidenza Carter, della successiva presidenza Bush, dalla Guerra Fredda. Secondo me, il Reaganismoo e il Thatcherismo, sono figli del proprio tempo. E non \'e un caso che le dinamiche politiche dei paesi occidentali si assomiglino in constesti storici analoghi. Ma la questione \'e troppo complicata per poter ridurre la storia ad un foglietto scsritto in un ristorante. Cosa vorrebbe dire? Che allora i fior fior di consulenti che sicuramente hanno analizzato il presunto foglietto, si sono fidati sulla parola. Qualunque persona di buon senso pu\'o capire che il Presidente degli Stati Uniti, di qualunque colore egli sia, pondera bene le proprie decisioni prima di agire, e non basta passargli un fogliettino al ristorante per cambiare l'economia mondiale. Forse \' e stato un errore, forse no. Ma certamente ponderato. A parte questo le curve non significano niente...bisgna usare il cervello.