mercoledì 11 luglio 2007

Comitato Scassa Magistratura. Davide Giacalone

Vorrei sapere: adesso chi li processa gli agenti del Sismi eventualmente criminali? La magistratura inquirente ha raccolto elementi che sembrano indicare un'attività spionistica illegittima, riguardante alcuni magistrati. Gli interessati negano, ex capo dei servizi segreti, Pollari, in testa, ma se fosse vero sarebbe gravissimo ed in sede giudiziaria gli accusati dovrebbero chiarire per quale ragione svolgevano quell'attività. Se esiste una copertura politica od istituzionale, anche quella dovrebbe essere chiamata a rispondere della propria condotta. Tutto nell'ipotesi che ci sia un reato. Come si fa a saperlo? Nell'unico modo previsto dalle nostre leggi: prima le indagini, poi eventualmente il processo, quindi la sentenza. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha, però, minato alla base l'edificio del diritto, deragliando dai binari costituzionali.Riunendo il plenum, quindi tutti i suoi componenti, il Csm ha approvato un documento nel quale non solo afferma che i magistrati sono stati spiati, ma aggiunge che a farlo non erano settori deviati dei servizi, ma il Sismi nel suo insieme. Hanno fatto indagini, processo e condanna. Mettetevi ora nei panni di quei magistrati che queste cose dovranno farle sul serio, e ricordatevi che la loro carriera, la loro sede ed il loro stipendio dipendono da quei signori che hanno già stabilito come sono andate le cose e ne hanno tratto delle gravi conseguenze. Che faranno? Se condanneranno si dirà che lo hanno fatto in ossequio al loro organo di autogoverno, se proscioglieranno od assolveranno lo screditeranno. La causa di questa orrenda condizione è la continua volontà del Csm di non fare quel che la Costituzione stabilisce, ma politica. E, del resto, non è un caso che alla vicepresidenza siano sempre nominati non illustri esponenti del diritto, ma professionisti della politica. Con quella scelta, dunque, il Csm ha assestato un durissimo colpo contro l'indipendenza della magistratura.Tralascio di commentare il fatto che il governo Prodi si sia sentito in dovere d'intervenire in sostegno dell'improvvida presa di posizione. “Siamo solidali con i magistrati”, dicono dallo stesso palazzo dove, sempre a proposito di Pollari, s'impose ai magistrati di non indagare. Proprio non riescono a non oscillare da un marciapiede all'altro.

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