Il sito Piazzacarlogiuliani.org prepara a Genova un fine settimana di polemiche.
I poliziotti del sindacato Coisp rispondono alla provocazione con una tavola rotonda dal titolo "L’estintore come strumento di pace".
Per gli amanti del genere, si annuncia un imperdibile fine settimana di demonizzazione della Polizia di Stato e in generale di tutte le forze dell’ordine in una non stop organizzata a Genova dal sito “piazzacarlogiuliani.org”. Il tutto per ricordare il martire dell’idea, pacifista con estintore, Carlo Giuliani, la cui mamma siede in Parlamento. Dibattiti, contro informazione, filmati, teorie cospirative: i no global non si faranno e non ci faranno mancare niente. Sembra di rivedere quell’atmosfera che portò alla criminalizzazione del commissario Luigi Calabresi all’indomani della morte dell’anarchico Pinelli volato inspiegabilmente per quattro piani dalla questura di Milano giù sull’asfalto il 15 dicembre 1969, tre giorni dopo la strage di piazza Fontana, quando era sotto interrogatorio.Stavolta però i poliziotti del sindacato Coisp, coordinamento per l’indipendenza delle forze sindacali di polizia, ha deciso di giocare d’anticipo promuovendo, in risposta al tema del dibattito promosso per sabato 21 luglio, “Premiata macelleria italiana, chi controlla le forze di polizia, chi garantisce i diritti costituzionali?”, una tavola rotonda dal titolo se possibile ancora più provocatorio: “L’estintore come strumento di pace”.
Ieri “Repubblica” e “L’Unità”, glissando abilmente e in perfetta malafede sulle tematiche para brigatiste che saranno trattate a Genova per tre giorni dagli amici di Carlo Giuliani e dagli ammiratori del suo stile di vita, hanno invece posto l’accento sulla presunta gratuita provocatorietà del dibattito promosso dal segretario del Coisp Franco Maccari. Che per la verità non si è limitato a indire contro convegni ma ha anche preso carta e penna per denunciare in un esposto alla magistratura di Genova le tematiche vagamente insultanti e criminalizzatrici contro la polizia scelte dagli organizzatori della tre giorni di Genova. Non contento, Maccari ha anche mandato una richiesta formale scritta a Trenitalia perché vengano messi a disposizione treni gratuiti o molto scontati “per quelle centinaia di uomini delle forze dell’ordine” che si recheranno a Genova da tutta Italia per assistere al convegno sull’estintore come strumento di pace. E nell’esposto alla procura di Genova invece che spunti si trovano? I seguenti: “accerti l’autorità giudiziaria… se accostare esplicitamente una “premiata macelleria italiana” mediante trattino alla proposizione interrogativa “Chi controlla le forze di polizia?” non sia un modo di porre esplicitamente una equivalenza di significati, per cui si fa intendere al lettore per certo un’identità semantica tra “macelleria italiana” e Forze di Polizia, offendendo in tal modo la reputazione di un Corpo amministrativo, come la Polizia di Stato che, nel comune senso, è in via principale la Polizia italiana, o comunque certamente ricompresa tra le Forze di Polizia”.
Naturalmente il titolo del convegno non è stato scelto a caso ma preso in prestito da espressioni usate dagli imputati poliziotti per le violenze nella caserma Diaz, proferite al telefono e riportate da tutti i media. Tuttavia per Maccari, la cosa non basta per dare un titolo simile a un convegno cui parteciperanno i soliti noti: Vittorio Agnoletto, Alessandro dal Lago, Giuliano Giuliani, Patrizio Gonnella, Gigi Malabarba, Salvatore Palidda, Mauro Palma. “Non può sfuggire, ad avviso di questo sindacato - si legge infatti nell’esposto - che la conseguenza immediatamente percepibile, ad ogni lettore, dell’accostamento di “macelleria italiana” (in maiuscolo nel comunicato dei no global, ndr) alle Forze di Polizia, anche se per l’effetto del controllo di qualcuno, possa essere, eventualmente, un modo per assegnare un giudizio di valore, a tutti i poliziotti italiani, di macellai, che con tutto il rispetto per coloro che esercitano questo mestiere del commercio, riferito a dei tutori della legge chiamati a garantire la sicurezza e la giustizia, non può che avere un significato dispregiativo ed altamente offensivo”.
“L’avere inoltre affermato tale giudizio negativo addirittura nel titolo della tavola rotonda - prosegue l’esposto - potrebbe, molto probabilmente, sortire l’effetto di apparire o comunque di essere forzatamente introdotto nella percezione dei lettori, eludendo il personale senso critico, come un dato di partenza acquisito e quindi come giudizio già ampiamente acclarato e quindi indiscutibile che dà per assolutamente posto che i poliziotti italiani siano dei macellai”. Che senza ipocrisie è esattamente ciò che pensa la maggior parte di coloro che andranno a Genova insieme con gli amici di Carlo Giuliani e famiglia allargata.
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