giovedì 12 luglio 2007

I tre giorni del Pio Condor. Christian Rocca

Avete un parente all’estero o un conoscente che da mesi non legge i giornali e non guarda la tv? Bene. E’ la persona adatta al seguente esperimento: provate a spiegargli di che cosa parlano le nostre cronache quando si accalorano sul caso Sismi, sui servizi segreti di Niccolò Pollari e sulle mirabolanti avventure dell’agente Pio Pompa. Non sapete da dove cominciare, vero? Le uniche cose chiare, in effetti, sono che il Sismi è il nostro servizio segreto militare con un passato non proprio limpidissimo, che Niccolò Pollari è il generale della Finanza chiamato alla fine del 2001 da Silvio Berlusconi, e poi confermato dal governo Prodi, a guidare la nostra intelligence e, infine, che Pio Pompa è stato uno dei suoi collaboratori più stretti. Il resto è misterioso, ma solo in apparenza. Al succo la vicenda è questa: ci sono due procure della repubblica, una con sede a Milano e una a Largo Fochetti, convinte da tempo che i nostri servizi di intelligence abbiano commesso le più svariate infamie per conto del governo Berlusconi, a cominciare dall’aver costruito le prove false per aiutare George Bush e Tony Blair a dichiarare guerra all’Iraq (Nigergate), continuando col sostegno alle azioni coperte della Cia (cattura dell’imam fondamentalista Abu Omar a Milano), fino a una pianificata strategia della paura per aiutare il governo di centrodestra (con i risultati noti) e alle attività di “dossieraggio” compiute nell’ufficio coperto di Via Nazionale gestito da Pompa.
A questo punto è previsto che il parente all’estero e il conoscente ignaro sgranino gli occhi ad apprendere che esiste qualcuno convinto che la politica di sicurezza e di difesa nazionale debba essere affidata a un magistrato e non ai servizi e al governo. Il parente o il conoscente comincia anche a preoccuparsi e a chiedersi se davvero ci siano settori politici e giornalistici che considerano il terrorismo islamista una carta fasulla e non una minaccia reale. Arriva anche il momento delle risate di gusto, quando gli si racconta che Bush e Blair avrebbero avuto bisogno dell’apporto di Pollari e Pompa per dichiarare guerra a Saddam. Ma, finite le barzellette, il parente e il conoscente vorrano sapere qualcosa di più dei dossier segreti contro magistrati e oppositori del governo preparati, secondo l’accusa, da Pio Pompa nelle segrete stanze di via Nazionale.
Le attività di Pompa possono essere giudicate sospette e le azioni di Pollari non piacere, ma dalle indagini non risultano dossier segreti, né pericoli per la democrazia, meno che mai tentativi di golpe. C’è soltanto un episodio di illegalità accertata giudiziariamente, come ha ammesso ieri Carlo Bonini su Repubblica: l’arruolamento contra legem di un giornalista, Renato Farina, per “sollecitare risposte sul caso Abu Omar” ai magistrati milanesi che indagavano sui vertici del Sismi. Secondo Repubblica queste risposte non erano destinate a “un articolo di cronaca o a un commento, ma a un appunto riservato che Nicolò Pollari e Pio Pompa attendono a Roma per anticipare le verosimili mosse istruttorie della Procura”. In realtà quelle risposte sono comparse l’indomani, una dietro l’altra, in un’intervista firmata da Farina e pubblicata su Libero. In Via Nazionale, Pompa scriveva appunti e analisi con notizie tratte da internet e dai giornali, dalle cosiddette fonti aperte, cioè quelle pubbliche e disponibili a tutti. Memorabile, ma poco segreto, l’appunto in cui Pompa avverte il governo Berlusconi che una parte della sua stessa maggioranza avrebbe voluto fargli le scarpe.
Tutta la vicenda, a guardarla bene, sembra un remake dei “Tre giorni del Condor” con Franco Franchi al posto di Robert Redford, più che la nuova P2. Ora il teatrino s’è spostato su Pollari e sulla sua offerta di svelare i misteri dei suoi anni alla guida del Sismi. Di nuovo: potranno non piacere i toni minacciosi e i modi irrituali di Pollari, e soprattutto i personaggi di cui si circonda, ma consentirgli di dire la sua verità sui misteri di questi anni rientra nel più elementare diritto di difesa. Il direttore della Cia George Tenet, per dire di un protagonista non meno importante di Pollari o Pompa, ha preso 5 milioni di dollari per scrivere il libro in cui racconta la sua verità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma questo cameriere di arcore lo sa che il nigergate è tutto vero?lo sa che il processo che ha dichiarato "guilty" Libby ha potuto documentare le pressioni sulla Cia del vicepresidente Dick Cheney perché non rimanesse lettera morta l´intelligence fasulla accreditata nell´autunno 2001 dal controspionaggio militare italiano, il Sismi, secondo cui l´Iraq di Saddam avrebbe negoziato con il Niger una fornitura di 500 tonnellate di uranio grezzo (yellowcake)??
ma cosa vogliono far credere, che abbiamo bisogno di mangiare a casa di Silvio?....io non ho padroni caro cameriere ma che mi si venga a propinare bugie solo per far vedere quanto santo e alto è Silvio risparmialo....
glielo hanno detto a Ferrara che le armi di massa non esistono in Iraq? che Hussein non aveva legami con bin laden?
ma bisogna ricordare al cameriere di arcore C Rocca che nel novembre del 2006 pur di non dire che alle elezioni bush aveva perso la maggioranza per quella cacata di invasione dell'Iraq citava "La chiave di lettura di queste elezioni è la corruzione, intesa nel più ampio senso possibile...quattro deputati repubblicani si son dimessi per scandali di corruzione, due sono in galera, altri sono sotto inchiesta per rapporti troppo stretti con i lobbisti, mentre nella sconfitta del senatore Burns in Montana che ha fatto perdere il Senato ai repubblicani ha contato il suo rapporto con Abramoff, condannato per finanziamenti illeciti» mentre il sostegno continuava a calare fino all'odierno 30%
a proposito non esiste in US un pazzo come Silvio che pretende le elezioni giacchè Bush non ha più la maggioranza?
dove cazzo siamo arrivati... a parlare di Christian Rocca...
cose e pazz....