E va bene. Secondo il Fatto Quotidiano e la sua quotidiana razione di intercettazioni, Berlusconi, Minzolini e Innocenzi (Agcom) parlavano (male) tra di loro di AnnoZero e degli altri talk show.
Berlusconi più vedeva Santoro, più s'incazzava (almeno stando al racconto del Fatto), più s'incazzava, più telefonava a questo e a quello per fogarsi contro i "pollai" televisivi. Scopriamo così che B. (come lo chiama il Fatto) chiama Minzolini "direttorissimo", mentre maltratta Innocenzi e se la prende con Masi. Si parla di avvocati, diffide e ricorsi per fermare il dilagare di Santoro & company.
Il Fatto ci ricama sopra da par suo e ne trae la convinzione che le telefonate intercettate (per caso) configurino un complotto. I cospiratori intercettati tramano per chiudere Anno Zero e gli altri talk show. Controprova? Alla fine ci riescono, tant'è vero che Santoro e gli altri conduttori non vanno più in onda.
Il racconto del Fatto è vivido e dettagliato, manca però un particolare. La decisione di chiudere i talk show non proviene da B. o dal governo, ma dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza su iniziativa del radicale Marco Beltrandi. Il regolamento sull'applicazione della par condicio durante la campagna elettorale per le regionali lo ha scritto lui di suo pugno, contro - sono parole sue - "l'abitrio assoluto di cui i conduttori hanno goduto sino ad oggi".
Allora delle due l'una: o anche Beltrandi faceva parte del complotto e allora era l'unico ad avere il telefonino criptato (chapeau!). Oppure, ancora una volta, mentre B. e gli altri perdono tempo al telefono e cincischiano di ricorsi e diffide, i radicali vanno dritti al risultato.
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