mercoledì 20 aprile 2011

Difesa liberale di Roberto Lassini e dei suoi (orribili) manifesti. Antonio Mambrino

Roberto Lassini ha mollato. Ha fatto il suo passo indietro e si è ritirato dalla competizione elettorale milanese. Ma il caso dei manifesti di Roberto Lassini su cui, al solito, è montato un gran polverone, vale la pena fare una riflessione. In premessa, sia chiara una cosa: quei manifesti non ci piacciono affatto. Non ci piacciono perché altro non sono che un insulto violento e gratuito. Perché rappresentano l’ennesimo episodio di quel processo di imbarbarimento della politica che da quasi vent’anni avvelena il Paese (naturalmente rimane da stabilire chi abbia avuto la responsabilità storica di avviare il processo). Perché sono abbastanza stupidi. Perché sono del tutto controindicati alla vigilia di una tornata elettorale delicatissima, nella quale proprio dall’esito del voto di Milano dipenderà buona parte della "cifra politica" di queste elezioni. E, da ultimo, non ci piacciono anche perché sono veramente brutti (dal punto di vista estetico).

Ma fatta questa premessa, ci pare che le reazioni abbiano oltrepassato il segno. Passi per il doveroso sdegno del Presidente della Repubblica. Passi per le reazioni di condanna da parte di tutte le forze politiche (PdL compreso). Passi per l’imbarazzo del Sindaco Moratti e financo per la sua perentoria richiesta di rinuncia alla candidatura. Ma, francamente, qui ci pare si stia esagerando. Da ultima ci si è messa anche la Procura della Repubblica di Milano che tempestivamente avviato un procedimento penale a carico di Lassini per l’ipotesi di reato di vilipendio delle Istituzioni, di cui all’articolo 290 del codice penale. E si sta esagerando per la semplice ragione che lo slogan del manifesto di Lassini in realtà altro non è se non la traduzione maldestra e (molto) provocatoria di un ragionamento che ormai da diversi anni viene portato avanti da molti e molto più autorevoli protagonisti del dibattito politico.

Lo slogan “Fuori le BR dalle procure” in realtà vuole essenzialmente significare che attualmente all’interno delle procure vi sono dei gruppi di magistrati che perseguono, attraverso l’utilizzo dei poteri loro conferiti dalla legge, disegni di sovvertimento dell’ordine democratico. Vuol dire che se Berlusconi è l’uomo politico più indagato, più avvisato, più intercettato, più rinviato a giudizio, e meno condannato della storia d’Italia (e forse del mondo), questo è dovuto non alla particolare propensione a delinquere del Cavaliere, ma all’uso strumentale dell’azione giudiziaria e dei poteri inquirenti. E, conclude il Lassini pensiero, questo stato di cose deve cessare.

Beninteso si tratta solo di un’opinione. Un’opinione come un’altra, dalla quale si può a ben diritto dissentire. Ma certo si tratta di un’opinione condivisa non solo da una buona fetta della nostra classe politica (ad occhio e croce poco più della metà) ed da un altrettanto buona fetta dell’elettorato (ad occhio e croce poco più della metà). Ma è allora legittimo imbandire un processo nella pubblica piazza al povero Roberto Lassini che certo, da ex sindaco democristiano del Comune di Turbigno, non sembra certo avere le fisique du role del pericoloso sovversivo? La sua durezza verso una parte della magistratura non è comprensibile alla luce dei due mesi di carcerazione preventiva scontata in passato per un accusa poi rivelatasi infondata?

La verità è che quello che viene contestato a Lassini non è né più né meno che un classico reato di opinione. E la cultura democratica e progressista non ha per decenni richiesto a gran voce l’eliminazione dei reati di opinione ancora presenti nel nostro codice, retaggio dell’opera di Alfredo Rocco, ministro guardasigilli durante il fascismo? E la Procura di Milano non ha pensieri più urgenti cui applicarsi piuttosto che dedicarsi alla goliardata politica di Lassini, al cui procedimento ha financo pensato di applicare tre sostituti di peso come Armando Spataro, Ferdinando Pomarici e Grazia Spatella?

Non c’è bisogno di scomodare Voltaire, ed il motto a lui attribuito “disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”, né occorre invocare il fondamentale articolo 21 della Costituzione, al quale è stato da ultimo anche intitolata una vivacissima associazione politica della sinistra, sempre in prima linea nel difendere il diritto alla libera manifestazione del pensiero (chiaramente minacciata da Berlusconi). E’ chiaro a tutti che il terreno è scivoloso.

Basti pensare alle recenti e reiterate (da ultimo su Il manifesto di oggi) uscite del brillante maître à penser, Alberto Asor Rosa, che, ormai rassegnato all’impossibilità di battere il nemico Berlusconi per via democratica (anche se, per amore della verità, il Cav. – nonostante il suo regime teocratico-affaristico-plebiscitario - è stato battuto alle elezioni per ben due volte nelle ultime cinque tornate), è arrivato a chiedere a gran voce l’intervento dei Carabinieri e della Polizia di Stato per sospendere la legalità costituzionale per fondare un nuovo ordine democratico.

A voler essere pignoli le dichiarazioni del più noto palindromo vivente integrano la fattispecie di due o tre reati, tutti decisamente più gravi del vilipendio dell’ordine giudiziario: istigazione di militari a disobbedire le leggi (articolo 266 CP, reclusione fino a 5 anni), istigazione a commettere uno dei delitti contro la personalità dello Stato (art 302 CP, reclusione sino a 8 anni), istigazione a delinquere (articolo 414 CP, reclusione fino 5 anni)

Ed allora, se mai un giorno un tribunale della Repubblica dovesse ritenere Lassini colpevole di vilipendio dell’ordine giudiziario e condannarlo al massimo della pena (5000 euro di ammenda), a quanti anni di reclusione dovrà essere condannato il povero Alberto Asor Rosa per aver semplicemente dato libero sfogo alle sue elucubrazioni, notturne e democraticamente corrette? E sia chiaro in quel caso non varrà invocare le attenuanti per il rincoglionimento senile o per il grave stato di turbamento psichico derivante da decenni di frustrazione tardo-marxista! (l'Occidentale)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Antonio Mambrino e tu quando molli??

Anonimo ha detto...

Vuol dire che se Berlusconi è l’uomo politico più indagato, più avvisato, più intercettato, più rinviato a giudizio, e meno condannato della storia d’Italia (e forse del mondo)...forse è perchè nu poco poco colpevole lo è...nu poco poco cambia le leggi...nu poco poco finanzia il giornale su cui scrivi
MambrONE

Anonimo ha detto...

C è una persona che ama riempire di insulti i magistrati , direttante per telefono .....

Pre-ci-sa-men-te voi



Sono a casa del giudice Clementina Forleo, una sera di tempo fa, e la vedo che legge un sms. Mi fa “E’ Travaglio, ancora insulti”. Chi è la Forleo? Semplice: un giudice che aveva messo le mani su D’Alema e compagni, e dopo un attimo l’hanno bruciata viva, schiacciata sotto cento procedimenti disciplinari del CSM, insultata, le hanno dato della pazza, trasferita da Milano a un buco in provincia, cioè: da La Torre a giudicare ladri di telefonini. E non è escluso che abbiano tentato di ammazzarla, una sera di tempo fa mentre rientrava a casa in auto un tizio l’ha letteralmente buttata fuori strada. Sopravvissuta per un miracolo, con la faccia distrutta. L’altra che aveva messo le mani sul centrosinistra e Goldman Sachs, la giudice Giuseppa Geremia, altrettanto massacrata, minacce di morte alla madre, terrore totale per mesi, ha scelto di mollare e ora da Roma sta in Sardegna. Avete mai sentito di un giudice che indaga su Berlusconi e che abbia rischiato la vita o sia stato minacciato di morte? Eh? Mai sentito? No. Mai. Chi tocca centrosinistra-Sachs sta peggio che i giudici puliti sotto Pinochet in Cile. Chi tocca Berlusconi va da Fazio e vende 200.000 copie di libri con l’altro Fazio, quello di Chiarelettere. Chiamarsi Fazio porta fortuna, il resto porta sfiga. Svegliatevi tonti!

Anonimo ha detto...

E De Magistris? Toghe Lucane, Why Not, sì, esatto caro Luigi, why not, perché no? Perché non ne parli più di quelle inchieste? Zitto, di colpo non parli più di inchieste, stai in politica ed esalti l’Europa dei mostri neoliberisti che ci stanno ammazzando. E anche per te la Forleo è un’appestata. Luigi che hai fatto? Non lo so. Però oggi stai zitto, col tuo amico Genchi, sul perché un intero capitolo molto scomodo del libro di quest’ultimo è di colpo sparito dall’edizione che è nelle librerie. Travaglio sa tutto? Ma certo. Borsellino sa tutto? Chi lo sa. La Forleo non li ha più sentiti, nessuno dei due.

Ma… non sarà mica che sta gente oltre a essere gli uscieri di Goldman Sachs in Italia sono anche poco trasparenti nelle loro battaglie per la giustizia? L’unico modo per dissipare i dubbi è che Michele Santoro ospiti Clementina Forleo e Giuseppa Geremia ad Annozero, assieme a Marco Travaglio, Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, Giacchino Genchi, Romano Prodi, Mario Draghi e compagnia cantante. Una bella serata per dirsi le cose come stanno, eh? Che ne dite?

No, pessima idea, e sapete perché? Perché il CSM ha tutti i mezzi per massacrare chiunque osi dire la verità, perché nessuno stipendiato dallo Stato può permettersi di sostenere centomila euro di spese legali solo per difendersi dal CSM come accade alla Forleo.

Senti Gherardo Colombo del pool di Manipulite, tu ti sei dimesso dalla magistratura per disgusto della magistratura, perdonami, me lo hai detto tu, ma queste cose sono di pubblico ed estremo interesse e io le dico, e tu oltre a insegnare la legalità ai tredicenni devi dire chi è la magistratura veramente, perché se no li prendi in giro quei tredicenni. E tu Carlo Vulpio, oltre a sghignazzare di fianco a Travaglio quando mi dava del “delirante amico di Hamas” a Putignano, oltre a fare combriccola con quell’infame personaggio di Sgarbi (che te lo metterà nel c… anche lui e te lo meriti, dopo averla presa nel c… da Travaglio e Di Pietro che erano i tuoi amichetti), tu Vulpio scrivilo bene chi sono questi ‘paladini’ che distraggono milioni di deficienti italiani mentre il Vero Potere li fotte. Riscattati.

Anonimo ha detto...

Ok, ora voi inutili lettori state a guardare dopo esservi solleticati per dieci minuti mentre ci fanno a pezzi o ci ignorano, tanto domani c’è un altro Arrigoni massacrato per cui emozionarsi, tanto sono cazzi di Clementina Forleo dover tacere su quello che vorrebbe dire, se no oggi, che ha una figlia neonata, la riducono ancora più a pezzi mentre voi inutili lettori vi andate a emozionare da un’altra parte. Perché è questo che siete, inutili farse che vi fate le seghe a leggere le gesta di altri, ma quando si tratta di farvi sentire per difendere chi è massacrato non esistete più. Questa è la verità, solo Taxi Libero, al secolo Andrea di Milano si prende la briga di impapinarsi di emozione ma di avere il coraggio di sfidare il falsario di tutti i falsari e gridargli in pubblico, NON VIA MAIL, MA IN PUBBLICO: “Chi tiene il tuo guinzaglio Travaglio?”.

Vergognatevi inutili lettori, pochi decenni fa dei ragazzi di 19 anni si facevano torturare a morte a Villa Triste a Bologna per combattere i fascisti. Avevano 19 anni, si chiamavano Lupo, Aquila, comandante Sario. Sono morti per nulla, per nulla, e Vik Arrigoni è morto per nulla. Oggi tutti sti emozionati che vogliono spaccare il mondo come Vik!, sì, certo, ma mentre lui stava a Gaza a rispondere al disgustoso Saviano qualcuno di voi ha mai pensato di metterci il corpo e inseguire quello scatolone di insulso nulla autore di Gomorra per obbligarlo a rispondere IN PUBBLICO alle parole di Vik? Eh? Nooooooo, nessuno. Che combattenti, che coraggio. Sono cazzi miei in tribunale contro la Gabanelli e la RAI senza più reddito e sepolto vivo, o contro le querele che mi beccherò, sono cazzi della Forleo contro il CSM a suon di centomila euro e minacce di morte, sono cazzi ancora più orrendi di Vik contro una vita che non avrà più, e di Mariarca Terracciano, già, chi se l’è filata quell’immensa eroina, eh?… Voi: due ore di emozione al pc, in piazza al sabato e poi? Eh? Eh? Poi?

Il cancro dell’Italia siete pre-ci-sa-men-te voi, cagasotto inutili lettori di questa rete patetica. Berlusconi, la Mafia, D’Alema, Wall Street, Israele meritano almeno il rispetto di chi ci mette il corpo e la faccia. Ogni tanto gli sparano, o vanno in galera, almeno quello. Voi? Canne, birre, il pc, facebook, e tutti alla prossima festa di Grillo. Oppure a scrivere a Paolo Barnard quanto vi sono utile... Yesss

Paolo Barnard

Anonimo ha detto...

direttamente pardon

maurom ha detto...

Che sia personalmente Paolo Barnard o qualcun'altro al suo posto, gradiremmo non essere insultati.

Barnard, ovviamente, è responsabile di quello che afferma e noi non siamo in grado di smentire o confermare.
Non cancelliamo i suoi commenti perché siamo dell'avviso che le opinioni vadano rispettate e i fatti divulgati, fermo restando che non necessariamente condividiamo tutto quello che viene scritto.

Centrodestra e Blog per i circoli della libertà sono blog liberali, democratici e aperti a tutti nel rispetto delle opinioni e della buona creanza.

Anonimo ha detto...

No no.
Chi insulta i magistrati è Marco Travaglio , direttamente per telefono, come testimoniato da Barnard.
Ma l hai letto l articolo?

Travaglio al solito applica la doppia morale, difende i magistrati in pubblico ma li insulta al telefono.

Anonimo ha detto...

Ma stai male? drogati di meno coglione!
W SILVIO
BARNARD FOTTITI

Anonimo ha detto...

Lassini doveva scrivere sotto "via le BR dalle procure" in piccolo, la parola "notaril" Sarebbe stata una presa x i fondelli doppia. e le toghe rosse non avrebbero avuto nulla da dire. speriamo che alfano non conceda il via libera al processo. LASSINI FOR EVER ! UNO CHE HA PATITO COME ME L' INFAMIA DEI MAGISTRATI ROSSI.