Barack Obama ha scoperto le mutue, mandando in brodo di giuggiole quello stesso mondo, cattolico e comunista, che, negli anni della solidarietà nazionale, le chiuse. Allora, nel 1978, nacque l’italiano Servizio Sanitario Nazionale, che, progressivamente peggiorato da riforme successive, da tempo affonda nella spartitocrazia, nel malcostume, nella spesa incontrollata e nei debiti. E se guardiamo a quel che accade oltre oceano, ne traiamo anche qualche considerazione utile in casa nostra: se avessero intercettato e pubblicato il coacervo d’incontri, scontri e negoziati, con i quali il governo ha spinto i parlamentari a votare e i parlamentari hanno spinto il governo a cambiare la legge, qui da noi una procura, sperduta o centrale, avrebbe chiesto l’arresto per tutti.
Chiariamo subito una cosa: il modello sanitario voluto da Obama è pieno di difetti e contraddizioni, provocherà conseguenze politiche, ma, se fosse possibile, lo prenderei volentieri e lo porterei qui in Italia, così si chiuderebbe il baraccone regionalizzato della sanità pubblica. Perché, al di là delle chiacchiere disinformate, quella statunitense resta rigorosamente privata, salvo il fatto che lo Stato mette soldi per aiutare tutti ad avere delle assicurazioni. Ma saranno sempre le assicurazioni, quindi soggetti privati, ad amministrare la spesa sanitaria, il che eviterà il folcloristico rubacchiare che consente, da noi, di comperare a prezzi diversi lo stesso identico farmaco, non solo da regione a regione, ma da asl ad asl, all’interno della medesima città. Sarebbe sufficiente, da noi, avere una contabilità centralizzata e trasparente, per accorgersi, in tempo reale, di chi fa la cresta e incentiva il mercato dei cappotti, delle puttane e delle mazzette. Non è difficile, solo che è sgradevole per i tanti che ne campano.
Il ruolo delle assicurazioni è anche quello d’indirizzare i propri clienti verso presidi sanitari dove si spende meno e si opera meglio, perché ogni volta che uno ci lascia la pelle tocca pagare il premio assicurativo, e se le ossa te le riattaccano storte, tocca pagargli la fisioterapia a vita. Da noi, invece, la sanità pubblica serve a piazzare i politici trombati, gli arraffoni dinamici e i primari ignoranti, tutti dediti alla sistemazione di sé medesimi e all’accrescimento del debito, con il quale si finanziano spese inutili che, poi, generano gratitudini illegali. Dopo di che si lascia in trincea un esercito di medici che fa alla grande il suo mestiere, che è altamente qualificato, che lavora in condizioni impossibili, senza neanche i letti dove sdraiare i malati. E a quelli diciamo che se non si trovano un politicuzzo amico passeranno il resto dei loro giorni dove si trovano, nella condizione in cui si trovano.
Sostengono i miei amici liberali che l’assicurazione obbligatoria è un’intromissione dello Stato nelle scelte individuali. Hanno ragione, in teoria (a proposito, negli Usa su 8 milioni di bambini non assicurati la grande maggioranza sono bianchi, poi ci sono gli ispanici e una minoranza sono neri, tanto per sfatare i luoghi comuni), ma rispetto alla situazione in cui ci troviamo quello sarebbe una specie di paradiso del mercato. Con l’ulteriore dato positivo che sapendo di pagare ciascuno pretenderebbe di avere, mentre qui si consente che la gran parte dei quattrini defluisca verso una burocrazia politicizzata e dannosa.
Infine, per i nostrani cultori del voto di scambio, avete idea di quel che è successo nei giorni concitati in cui Obama si è giocato la faccia? Si sono mosse le lobbies, naturalmente contrapposte, perché diversi sono gli interessi in campo, si sono moltiplicati gli incontri in cui “tu mi chiedi questo, ma io devo avere quello”, e state sicuri che qualche favore personale è stato fatto e promesso, così come qualche finanziamento particolare per questo o quel collegio elettorale. Solo che l’insieme si chiama “democrazia”, e si basa sul fatto che il giudizio sugli eletti lo danno gli elettori, non i procuratori, il che crea un sistema assai più severo del nostro, che è, al tempo stesso, manettaro e inconcludente. Lì ci si dimette anche se lo scandalo non è costituito da un reato, qui si resta incollati, specie se c’è il reato.
Visto l’entusiasmo caciarone con cui si seguono le riforme statunitensi, visti i deficit sanitari regionali, e vista l’inchiesta della guardia di Finanza sugli sprechi nell’acquisto dei farmaci, proporrei una bella controriforma sanitaria, ripescando quel che c’era di buono (molto) nel nostro sistema precedente, compreso il fatto che le mutue lasciarono un patrimonio immenso, dove s’è scavato un immenso buco.
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1 commento:
Vergognatevi.....Berlusconi oltre ad essere un ladro è anche un assassino, non voglio credere che voi siate all'oscuro di tutto quello che ha combinato nella sua vita. Credo invece che siete tutti pagati da lui. E qualcuno chiude gli occhi. Ma la Thailandia è vicina........ed inevitabile.
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