Nel frattempo, mentre sono in corso le discussioni sui massimi sistemi, ai piani bassi ci si imbatte in problematiche assai concrete: soldi, logistica, elenchi di iscritti, regole di ingaggio. Si moltiplicano i jet privati usati da Renzi, che però mette online le sue spese. Vendola paga di persona il biglietto per entrare negli scavi di Ercolano, perché altrimenti gli 800 euro in budget diventerebbero 790 (effettivamente, un po’ pochini). Non si conosce il budget di Bersani, ma i giornali dicono che abbia blindato un’ala del Nazareno per il suo quartier generale (e sempre di risorse, cioè di soldi, si tratta).
E’ da qui che escono circolari del genere, che – obiettivamente – non aiutano. In sostanza, gli stessi che vogliono schedare i votanti delle primarie, sostengono che vada rispettata la privacy degli iscritti al partito. Che – allo stato – non è dato neppure sapere quanti siano, visto che i termini per il tesseramento scadono a fine anno, e solo allora i circoli trasmetteranno il numero dei tesserati agli organismi centrali. Insomma un bel casino. Non per il segretario, che alle primarie ci va di diritto, senza firme di presentazione, ma certamente per i suoi competitors (e qui urge una prece per la povera Puppato e la sua endorser Concita: non le vediamo ben messe, per la scadenza delle presentazioni di lunedì prossimo).
D’altro canto, quando si parla di soldi, liste, numeri è noto che i partiti vanno sempre in crisi. Sono abituati a non andare tanto per il sottile quando si tratta di impiegare i soldi che ricevono illegalmente (dopo un referendum che glieli negava) dallo Stato. Sparano numeri a casaccio quando fanno manifestazioni (ricordatelo bene: S.Giovanni contiene – con 4 persone a metro quadro stipate in ogni angolo della piazza – al massimo 82mila umani, nell’enorme distesa del circo Massimo ce ne vanno fino a 280mila, e neppure uno in più. Altro che i 2 milioni di Berlusconi, i 3 di Cofferati, etc…). E hanno sempre dato letteralmente i numeri anche in occasione delle primarie finora svolte: 4,3 milioni (Prodi, 2005), 3,5 (Veltroni, 2007), 3,1 (Bersani, 2009). Ma le liste dei votanti non si sono mai viste. Sono rimaste segrete, riservate: è legittimo sospettare che non esistano.
La novità delle primarie 2012 è che stavolta non si fanno per finta. Non devono legittimare ex-post un leader già deciso altrove. Non saranno quindi un pranzo di gala. Stavolta i votanti andranno effettivamente contati, e bisognerà che ci siano tutte le garanzie di serietà del voto. Materia complessa e incandescente, non tanto per chi governa una macchina burocratica ben oliata, ma per chi la vuole scardinare. Fate bene attenzione, giovanotti di belle speranze provenienti da quella piccola e povera città del centro Italia. (the Front Page)
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