lunedì 15 ottobre 2012

... oppure incompetente. Lorenzo Matteoli

Contano poco i dettagli, che sono comunque bene affrontati dai bean counters (cfr http://www.paolomanasse.blogspot.it). Il dato che ha peso politico è che Mario Monti nella conferenza stampa dopo il CdM che ha varato l’ultimo gioco finanziario (legge di stabilità) ha detto che finalmente si vedevano i risultati della (sua) buona amministrazione e che la pressione fiscale, a seguito della nuova misura (meno IRPEF più IVA et al), sarebbe diminuita. Non è vero: la pressione fiscale, specialmente sui bassi redditi, con l’ultimo giro di valzer aumenterà.
Quindi il premier professore tecnico non può sfuggire alla alternativa: o ha mentito, o è incompetente e si fa imbrogliare dai suoi ministri, forse meno tecnici e più furbi. Dovrebbe avere il coraggio di scegliere.
I giornali dicono che il governo “tecnico” ha cominciato a comportarsi come governo “politico” avallando l’assunto che un governo tecnico dice la verità e invece quello dei politici racconta bugie.

Luca Ricolfi spiega bene le cose e commenta il fatto con forte irritazione e rabbia su “La Stampa” del 13 ottobre. La rabbia di un personaggio molto equilibrato come Ricolfi deve preoccupare.

Da tempo mi chiedo se Monti sia capace, competente e tecnicamente all’altezza e quindi le difficoltà nelle quali sembra soffocare ogni sua iniziativa siano invece una responsabilità del “sistema Italia”, oppure se non si tratti di una vicenda dove la sopravalutazione del personaggio accademico ha giocato un pessimo scherzo al Paese e alla folta schiera di ammiratori di regime. Primo fra tutti il Presidente Napolitano.

Con questa ultima vicenda credo che si possa superare ogni dubbio: Mario Monti purtroppo non ci fa, né c’è e viene buon ultimo a confermare la famosa battuta attribuita a Sisto VI:
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge. (Antico detto rimaneggiato da Sisto VI)
Purtroppo nell’Italia della buona borghesia ben rappresentata da Mario Monti vige la sindrome di Garibaldi (nessuno può parlare male di Garibaldi) e quindi assisteremo d’ora in avanti alla complessa manovra per scaricarlo senza parlarne male. Un processo che ha una sola conclusione probabile: Mario Monti verrà promosso e diventerà il prossimo Presidente della Repubblica. Perchè della sua inadeguatezza oramai se ne sono accorti in molti e il grande vantaggio della seriosa credibilità del “professore” in Italia è stato ampiamente bruciato e fra poco la bruciatura si sposterà in ambito internazionale con le inevitabili conseguenze.
Perché ci sono molti modi di essere “unfit to rule”quello boccaccesco e sbracato e quello serio e accademico dell’incompetenza supponente. Il secondo è più pericoloso perché meno ovvio e meno evidente e prima che venga individuato e denunciato può provocare enormi danni.

Un’ultima riflessione: come mai di fronte all’immane buco nero dello scialo regionale, provinciale e comunale, un buco da centinaia di miliardi all’anno, e di fronte alla assurdità delle migliaia di costosi consiglieri di amministrazione di municipalizzate clientelari l’unica fantasia finanziaria che i “tecnici” riescono a concepire sono i punti percentuali dell’IVA e dell’IRPEF.

L’altra curiosità: come mai Francesco Giavazzi così chiaro e convincente nei suoi fondi sul Corriere della Sera, come consigliere del Governo Monti viene sovranamente ignorato dai ministri e dal suo collega professore premier. E come mai, nonostante sia sovranamente ignorato, non ritiene opportuno trarne le logiche conseguenze e dimettersi? Un segnale di chiarezza sarebbe più utile dei suoi consigli ignorati e gli garantirebbe uno spazio meno ambiguo in future alternative. (il Legno storto)

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