Dopo mesi di insistenze, ricorsi e tira-molla alla fine il governo ha sfrattato la maggioranza di centrodestra dal Cda della Rai. Il consigliere in quota Udc Angelo Maria Petroni è stato desostituito dal ministro del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa. Al suo posto Fabiano Fabiani. "L’assemblea degli azionisti della Rai -informa una nota di Viale Mazzini - si è riunita oggi con all’ordine del giorno la revoca di un consigliere e la nomina di un nuovo consigliere. Il ministero del Tesoro e dell’Economia, azionista di maggioranza con il 99.55% del capitale sociale, era rappresentato dall’avvocato Mario Stella Richter. L’assemblea, su proposta del ministero, ha deciso di revocare il mandato di consigliere di amministrazione di Rai spa ad Angelo Maria Petroni e ha nominato consigliere Fabiano Fabiani", conclude la nota.
Landolfi: "Spoil system" La nomina di Fabiano Fabiani nel Cda Rai è "spoil system fuori stagione" per il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Mario Landolfi. Commentando la nomina di questa mattina di Fabiani al posto di Angelo Maria Petroni, Landolfi dice: "La nomina di un prodiano come Fabiani al posto del professor Petroni nel Cda Rai conferma che siamo in presenza di una autentica emergenza democratica". Per il presidente della Vigilanza "non esistono altri termini per descrivere un atto di spoil system fuori stagione, che viola apertamente la lettera e lo spirito della legge vigente".
Gasparri: "Sciopero del canone" "Il bandito Padoa Schioppa ha colpito ancora. Dopo l’atto criminale contro Speciale, una nuova illegalità commessa da questo violatore di qualsiasi norma. La rimozione di Petroni pone fine ad ogni possibile confronto o dialogo fra i due schieramenti". Lo afferma Maurizio Gasparri, dell’esecutivo di An. "Come si fa a dialogare con dei banditi? Peraltro è stato ripescato dagli archivi della partitocrazia - dice - un vecchio boiardo esecutore di ordini altrui per vocazione e tradizione. Un atto vergognoso nei confronti del quale non soltanto andranno messe in campo tutte le iniziative politiche e legali di contrasto, ma al quale si deve rispondere non pagando il canone per il 2008. È un atto dovuto di fronte ad un’autentica emergenza democratica attuata da lestofanti dell’informazione quali quelli che governano oggi il paese. Speriamo ancora per poco. Rattrista il rinnovato silenzio del presidente della Repubblica - conclude - che parla delle regole quando gli fa comodo, ma tace di fronte alle malefatte dei suoi compagni, dimostrando in modo singolare di interpretare il suo ruolo di garante. Attendiamo al varco anche Petruccioli".
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