Dopo mesi di workshop a tema in diverse città, slogan che forse estremizzavano la situazione (immagine di una strada in campagna col segnale "Attenzione: attraversamento cammelli"), frasi epiche del tipo "Prendiamo in mano il nostro destino" o "E' il momento di decidere", è cominciata ieri la prima Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici. I toni iniziali sono volutamente da tragedia: si parla di riscaldamento globale, da cui deriveranno fame, povertà, malattia, devastazione e catastrofi. Il delitto è stato compiuto, e come in un giallo mediocre si capisce fin dalle prime battute chi è l'assassino: l'uomo. "La natura non è impazzita": sono le emissioni di CO2 (causate dalla "politica di rapina e dominio della natura che un lungo ciclo economico ha perpetrato" ha detto Fausto Bertinotti aprendo i lavori) a far salire la temperatura, a far sciogliere i ghiacciai, a scatenare gli incendi estivi (sospiro di sollievo dei piromani), a ridurre l'Adriatico a una palude (complici anche le fritture dei piccoli pesci detti bianchetti, sic!) e a farci andare verso un mondo con milioni di "profughi ambientali". La prima parola d'ordine è allora "adattamento" al clima che cambia, strettamente legata alla seconda, la "mitigazione" di questi effetti con la riduzione delle emissioni. In Italia, dice il ministro, "la temperatura negli ultimi cinquant’anni è aumentata quattro volte di più del resto del mondo" (ma il riscaldamento non era globale? o in Italia è più globale che altrove?). "L'energia del futuro è il sole" ha concluso. Ieri è uscito il libro "L'illusione dell'energia dal sole" (edizioni 21° Secolo) del professor Franco Battaglia dell'Università di Modena, scienziato considerato "scomodo" per le sue idee sul riscaldamento globale. Sul tema della conferenza Battaglia dice al Foglio che in effetti "vi è largo consenso tra i dati che la temperatura media globale sia aumentata (se pur non in modo costante e monotono) a partire da circa il 1750, quando cioè si era nel minimo della piccola era glaciale'". Una delle relazioni della Conferenza sosteneva che questo aumento sia dovuto soprattutto a cause umane e che (con una sicurezza del 95 per cento) da circa quarant'anni sia causato dalle emissioni di gas serra. "E' impossibile" sostiene Battaglia. "Nel 1750 l'industrializzazione era assente e la popolazione mondiale era meno di un miliardo. Ancora nel 1940 l'industrializzazione era quasi assente (ad esempio, il numero di auto nel mondo nel 1930 era la metà di quello oggi in Italia). Dal 1940 al 1975 la temperatura globale diminuì fino a far temere, a metà degli anni Settanta, un'altra piccola era glaciale: ma in quel periodo, più precisamente dopo il 1950, si era in pieno boom demografico e industriale". Molti ritengono che parte della soluzione del problema si avrebbe con l’applicazione del protocollo di Kyoto. Quanto c'è di vero m questa affermazione? "Nulla: il protocollo prevede la riduzione delle concentrazioni di CO2 del 2,5 per cento a livello globale (5 per cento dei soli paesi industrializzati). Questo significa immettere 19,5 giga-tonnellate di CO2 anziché 20 in una atmosfera che, di suo, ne contiene 3.000. Come sperare di far dimagrire Michael Moore negandogli la bustina di zucchero nel caffè del mattino. C'è poi da aggiungere che tutti questi discorsi si basano su simulazioni talmente imprecise che per un raddoppio di con-centrazione atmosferica di CO2 danno variabilità di temperatura media globale tra 1,5 e 11,5 gradi in più". Il problema non è quindi l'emissione di gas serra? "Se fosse tutto vero e la causa fosse la CO2 antropica, allora i governanti sono degli assassini perché dovrebbero dichiarare che bisogna smettere di fabbricare automobili, distruggere quelle esistenti, smettere di bruciare gas e carbone e costruire migliaia di centrali nucleari. Solo così le emissioni si ridurrebbero di quell'80 per cento necessario ad affrontare, forse, il presunto problema". Se allora, secondo il professor Battaglia, il problema non è antropico, viene il sospetto che vi siano interessi diversi dalla tutela dell'ambiente dietro a questo allarme. "Gli interessi di chi vende pannelli fotovoltaici e turbine eoliche, che sono tecnologie totalmente fallimentari in ordine alla produzione di energia elettrica. Le faccio un esempio. Per produrre l'energia che produce un reattore nucleare in un anno (3 miliardi, chiavi in mano) bisogna installare 6.000 turbine eoliche (6 miliardi) oppure investire 60 miliardi in pannelli fotovoltaici. Sa qual è la beffa? Che il reattore nucleare non ha bisogno delle turbine eoliche o dei pannelli, ma questi hanno comunque bisogno del reattore nucleare (o a carbone o a gas) perché quando il sole non brilla o il vento non soffia deve essere pronto a partire un reattore convenzionale, pena il black out".
Per Battaglia, quella di giornali e televisione è "un tipo di informazione al 95 per cento falsa. Si pensi a quando dicono che sono aumentati i fenomeni naturali catastrofici. Non è vero: se ad esempio si osservano i venti più potenti uragani che hanno colpito l'America negli ultimi 150 anni, si vede come dieci sono stati nella prima metà di questo periodo e dieci nella seconda metà". Ma è vero che tra qualche anno non scieremo più? Che i ghiacciai si stanno sciogliendo? "Lo stanno facendo da diciottomila anni", conclude Battaglia, "dalla fine dell'ultima era glaciale. Non c'è prova della responsabilità umana di questo scioglimento: qualunque riscaldamento scioglie i ghiacci".
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