lunedì 31 dicembre 2007

Due pesi e due misure. Salvo Giorgio

Grazia o no per Bruno Contrada? Noi diciamo sì. Ma, a prescindere da quello che sarà l'esito di questo ennesimo capitolo della triste vicenda, resta un dato di fatto. Alcuni la grazia l'hanno avuta, se non proprio nella forma almeno nella sostanza. Si tratta di ex-terroristi, molti dei quali erano stati precedentemente condannati per omicidio e non per quello strano ibrido giuridico e concettuale che è il "concorso esterno in associazione mafiosa". Andiamo a vedere cosa è accaduto a costoro, traendo spunto dal resoconto di Gianmarco Chiocci e Stefano Zurlo, pubblicato nel 2004 su Il Giornale.
1.
Roberto Adamoli, esponente delle Brigate Rosse, lavora oggi nella comunità di don Mazzi.
2.
Corrado Alunni, 58 anni, uno dei fondatori delle Brigate Rosse, che poi lascerà per dare vita alle Formazioni Comuniste Combattenti. Arrestato nel 1978, tenta la fuga da San Vittore insieme a Renato Vallanzasca nel 1980. Nel 2003 scrive con altri autori un libro dal titolo La rapina in banca: storia, teoria, pratica. Da anni è uscito dal carcere e lavora in una cooperativa informatica.
3.
Vittorio Antonini, già responsabile della colonna romana delle Brigate Rosse, coinvolto nel sequestro del generale statunitense James Lee Dozier, e successivamente arrestato nel 1985, è in semilibertà dal 2000.
4.
Vittorio Assieri, capo della colonna "Walter Alasia" di Milano, lavora alla Bottega Creativa della Caritas.
5.
Lauro Azzolini, 62 anni, membro dell'esecutivo delle Brigate Rosse nel "processo" contro Aldo Moro durante la prigionia di quest'ultimo, nonchè l'uomo che sparò a Indro Montanelli, con tre ergastoli sul groppone, è libero. Da semilibero aveva iniziato a lavorare in una cooperativa che si occupa di no-profit nel settore disabili, per conto della Compagnia delle Opere.
6.
Barbara Balzerani, uno dei vertici delle prime Brigate Rosse, autrice del libro Compagna Luna, edito da Feltrinelli, ha lavorato con la cooperativa Blow Up di Trastevere, specializzata nell'informatica musicale. Arrestata nel 1985, dopo aver partecipato ai delitti più efferati (il rapimento di Aldo Moro, l'omicidio dello stesso Moro e degli uomini della sua scorta, ed il sequestro del generale James Lee Dozier), accumula ben 4 ergastoli. Ottiene i primi permessi agli inizi degli anni Novanta. Ora è libera, con la condizionale di 5 anni.
7.
Marco Barbone, assassino del giornalista Walter Tobagi, si è pentito ed è tornato libero. Lavora in una tipografia a Milano.
8.
Cecco Bellosi, ex-componente della colonna "Walter Alasia" di Milano, in manette nel 1980, condannato a 12 anni, è libero dal 1989. Presiede un centro di recupero di tossicodipendenti a Nesso e collabora con l'associazione Lila.
9.
Paola Besuschio, che era tra i terroristi di cui le Brigate Rosse volevano la liberazione in cambio del rilascio di Aldo Moro, lavora oggi in una cooperativa statistica.
10.
Maurice Bignami, ex-comandante di Prima Linea, una lunga serie di delitti alle spalle, venne arrestato a Torino nel 1981 mentre cercava di assaltare un'oreficeria con un mitra che fortunatamente non ebbe il tempo di usare, e fu condannato a due ergastoli. In semilibertà dal 1992, ha preso servizio presso la Caritas di Roma, insieme alla moglie Maria Teresa Conti, anche lei ex-militante di Prima Linea.
11.
Vittorio Bolognese, colonnello delle Brigate Rosse, è in semilibertà dal settembre 2000. Ha lavorato come operatore informatico presso la cooperativa romana Parsec, dove ha trovato Remo Pancelli, Raffaele Piccinino e altri ex-irriducibili.
12.
Franco Bonisoli, brigatista del commando di via Fani, ergastolano, è libero dopo 13 anni di carcere. Dopo aver lavorato come grafico in una cooperativa di Sesto San Giovanni, lavora adesso in una società di servizi ambientali.
13.
Anna Laura Braghetti, ex-compagna di Prospero Gallinari, è coinvolta nell'omicidio del giudice Vittorio Bachelet ed è stata la carceriera di Aldo Moro in via Montalcini, nota come "signora Altobelli": è stata condannata al carcere a vita. Dopo aver scritto alcuni libri, dal 1994 lavora tutti i giorni all'organizzazione di volontariato Ora d'Aria, vicina agli ex-Ds, che si interessa dei problemi dei detenuti. Nel 2002 ha ottenuto la condizionale.
14.
Roberto Carcano, esponente delle Formazioni Comuniste Combattenti, lavora presso la Comunità Nuova di don Gino Riboldi.
15.
Paolo Cassetta, esponente tra i più duri del partito armato, una raffica di condanne alle spalle, è semilibero da un bel pezzo. Lavora stabilmente alla cooperativa 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale intorno a cui gravitano vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Bruno Seghetti e Cecilia Massara.
16.
Geraldina Colotti, militante dell'Unione Comunisti Combattenti, ex-insegnante di filosofia, ferita in un conflitto a fuoco nel gennaio del 1987, è in semilibertà dal 1999. Ha lavorato alla cooperativa romana 32 dicembre e oggi è impiegata al quotidiano Il Manifesto.
17.
Maria Teresa Conti, ex-militante di Prima Linea, ha fatto parte delle "squadre armate proletarie". Fra le sue gesta, il sequestro e il ferimento dell'ostetrica Domenica Nigra, gambizzata sulla base di accuse inventate. Come il marito ex-terrorista Maurice Bignami, lavora presso la Caritas di Roma.
18.
Anna Cotone, ex-brigatista del feroce Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell'ex -assessore regionale campano della DC Ciro Cirillo, arrestata nel 1982, è in semilibertà da anni e dal 2002 lavora nella segreteria politica dell'europarlamentare di Rifondazione Comunista Luisa Morgantini.
19.
Renato Curcio, fondatore e ideologo delle Brigate Rosse, gira l'Italia facendo conferenze in scuole, università e Consigli Comunali e presenta i suoi libri ai festival dei partiti. In TV, sulla berlusconiana Canale 5, è arrivato a dire che le vere vittime degli anni '70 sono i suoi compagni di lotta morti sul campo. Da dieci anni è a capo della cooperativa editoriale Sensibili alle foglie, che si occupa di studi sulla lotta armata e dei problemi relativi al carcere e alla droga, tema , quest'ultimo, cavalcato da don Gallo, il parroco antagonista di Genova, che ha presentato il libro edito da Curcio insieme a Dario Fo. Condannato a 30 anni, ne ha scontati 24 ed è semilibero dal 1993.
20.
Roberto Del Bello, ex-brigatista della colonna veneta, condannato a 4 anni e 7 mesi per banda armata, oggi lavora al Viminale come segretario particolare di Francesco Bonato (Rifondazione Comunista), sottosegretario agli Interni.
21.
Sergio D'Elia, dirigente di Prima Linea, sconta 12 anni di carcere. Liberato e ottenuta la riabilitazione, entra nel Partito Radicale. Nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista della Rosa nel Pugno e, fra polemiche e proteste, diventa segretario d'aula di Montecitorio.
22.
Alessandra De Luca, brigatista coinvolta nel "processo" celebrato dalle BR contro Aldo Moro durante la sua prigionia, è in semilibertà da tempo. È stata candidata da Rifondazione Comunista alle regionali del Lazio, ma non ce l'ha fatta.
23.
Adriana Faranda, già membro di Potere Operaio, fondatrice nel 1973 del LAP (Lotta Armata Potere Proletario) insieme a Valerio Morucci, Bruno Seghetti e Germano Maccari, membro della direzione strategica delle Brigate Rosse ed ex-postina (insieme a Valerio Morucci) del commando brigatista che teneva Aldo Moro segregato in via Montalcini, è l'unica, insieme a Morucci, ad opporsi alla condanna a morte di Moro, cosa che la porterà fuori dalle BR per confluire nei gruppi facenti capo alle riviste Metropoli e Pre-print e cominciare così a collaborare con Franco Piperno, Oreste Scalzone e Lanfranco Pace. Arrestata il 29 maggio 1979 insieme a Morucci nella casa romana di Giuliana Conforto (figlia di quel Giorgio Conforto che il dossier Mitrokhin rivelerà come uno dei più importanti agenti del KGB in Europa, capo rete dei servizi strategici del Patto di Varsavia), la Faranda aderisce presto alla "dissociazione". Nel 1984, in un'intervista al Corriere della Sera, dichiara, insieme a Morucci, che "la lotta armata è fallita". Viene rilasciata nel 1990 e affidata all'Opera di don Calabria, dove lavora al computer. Scrive libri e si occupa di fotografia. Finisce anche al Costanzo Show.
24.
Enzo Fontana, militante del GAP dell'editore Giangiacomo Feltrinelli, oggi scrittore di successo e studioso di Dante Alighieri, ha lavorato alla Bottega Creativa della Caritas.
25.
Diego Fornasieri, guerrigliero di Prima Linea, incassa una condanna a 30 anni nel 1983, dopo 3 anni di latitanza. Ora è libero e, insieme ad altri ex-detenuti, è attivo nel settore no-profit attraverso la cooperativa sociale di prodotti biologici Arete.
26.
Alberto Franceschini, fondatore con Renato Curcio delle Brigate Rosse, si dissocia nel 1983. Condannato a più di 50 anni di galera, esce dal penitenziario dopo soli 17 anni di reclusione. Oggi lavora a Roma con Anna Laura Braghetti presso la già citata organizzazione di volontariato Ora d'Aria, vicina agli ex-Ds, che si interessa dei problemi dei detenuti. Scrive libri e partecipa a conferenze.
27.
Prospero Gallinari, membro del commando che sparò alla scorta di Aldo Moro in via Fani, responsabile della "prigione del popolo" e, in quanto tale, tra i carcerieri dello stesso Moro, ed infine autore, insieme a Bruno Seghetti, del tentativo di omicidio di Gino Giugni, è libero da tanti anni per problemi di cuore.
28.
Claudia Gioia, ex-primula rossa dell'Unione Comunisti Combattenti, subisce una condanna a 28 anni di prigione per l'omicido del generale Licio Giorgieri e per il ferimento dell'economista Antonio Da Empoli, capo del dipartimento economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È in libertà condizionale dal gennaio 2005. Nel 1991 viene intercettata mentre, in cella, parla col brigatista Fabrizio Melorio di un tentativo di ricostituzione dell'Unione Comunisti Combattenti.
29.
Eugenio Pio Ghignoni, brigatista coinvolto nel delitto Moro ed in seguito condannato, è il responsabile della Direzione Affari Generali dell'Università Roma Tre.
30.
Maurizio Jannelli, già capocolonna romano delle Brigate Rosse, già condannato all'ergastolo per vari crimini (tra cui la strage di via Fani), ha lavorato alla RAI come autore a partire dal 1999. Per il Tg3 ha seguito "Il mestiere di vivere", "Diario Italiano" e "Residence Bastogi", e fa parte dello staff della trasmissione sportiva "Sfide". Ha scritto Princesa, un libro su un transessuale suicida. Dal 2003 è in libertà condizionale.
31.
Paolo Klun, esponente di Prima Linea, ha fondato a Bologna il giornale di strada Piazza Grande, che dà voce agli emarginati e a coloro che sono senza fissa dimora.
32.
Natalia Ligas, nome di battaglia "Angela", la dura delle Brigate Rosse-Partito Guerriglia che partecipò al massacro di piazza Nicosia a Roma, ergastolana, ha cominciato a ricevere permessi premio a partire dal 1998 e dal 2000 è semi-libera, nonostante non si sia mai dissociata dalla lotta armata.
33.
Maurizio Locusta partecipa all'omicidio del generale Licio Giorgieri e viene condannato a 24 anni di pena. Dopo essere stato estradato dalla Francia nel marzo 1988, sconta solo qualche anno, quindi esce e viene assunto alla Fondazione Lelio Basso-Issoco come "assistente di sala consultazione".
34.
Francesco Maietta, ex-militante dell'Unione Comunisti Combattenti, dopo aver subìto condanne pesantissime, lavora part-time in un importante ente dal 1990. Si è sposato nel 1998 a Ostia con una ragazza della Caritas.
35.
Nadia Mantovani, dissociata, condannata a 20 anni per appartenenza alle Brigate Rosse, ottiene la condizionale nel gennaio 1993 dopo aver scontato due terzi della pena. Ex-fidanzata di Renato Curcio, è tra le fondatrici dell'associazione per il reinserimento dei detenuti Verso Casa. Il 23 agosto 2004 la sua performance sugli anni di piombo al meeting di Rimini ha riscosso molto successo tra il pubblico di Comunione e Liberazione.
36.
Corrado Marcetti, ex-militante di Prima Linea, oggi è direttore della Fondazione Michelucci a Fiesole.
37.
Cecilia Massara, ex-appartenente alle Brigate Rosse, nel 1994 ottiene la sospensione temporanea della pena per via del suo stato di gravidanza. Lavora stabilmente alla cooperativa 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale.
38.
Giuseppe Memeo, esponente di Autonomia Operaia, condannato per l’omicidio del vicebrigadiere della Celere Antonio Custrà, oggi lavora a Poiesis, un centro per la cura dell’AIDS.
39.
Mario Moretti, il numero uno delle Brigate Rosse, leader della direzione strategica e uno dei partecipanti al sequestro Moro, viene condannato a 6 ergastoli. Dopo 17 anni di carcere, nel 1994 ottiene il permesso di andare alla Scala. Una volta fuori, si occupa di volontariato. Esperto di informatica, partecipa alla fondazione della cooperativa Spes, composta da ex-irriducibili dissociati. La cooperativa ottiene vari contributi, anche dalla Regione Lombardia, e insieme all'associazione Geometrie variabili cerca "forme di lavoro non alienanti per i detenuti". Moretti è anche autore di libri.
40.
Valerio Morucci, l'ex-postino delle Brigate Rosse (insieme ad Adriana Faranda) durante i 55 giorni della prigionia di Aldo Moro, scontati 17 anni di prigione, si dissocia e viene messo in libertà. Autore di libri di successo, alcuni anche vincitori di premi letterari, lavora come consulente informatico.
41.
Roberto Ognibene, ex-brigatista in seguito dissociato, gode dei benefici della legge sui dissociati e lavora come impiegato al Comune di Bologna.
42.
Remo Pancelli, killer dell'ala militarista delle BR denominata "Colonna 28 marzo", l'ex- dipendente delle Poste del sequestro D'Urso, viene bloccato dai Carabinieri il 7 giugno del 1982. Dopo aver riportato diverse condanne, viene inserito in una cooperativa sociale che ha ospitato altri ex-terroristi rossi.
43.
Ave Maria Petricola, nome ricorrente durante il processo Moro, ex-brigatista pentita, viene assunta dalla Provincia di Roma come responsabile del centro di Torre Angela, VII Municipio della Capitale, che si occupa di cercare un lavoro per i disoccupati. Amnistiata nel 1987, nel 2004 la ritroviamo nella lista degli assistenti sociali regionali.
44.
Raffaele Piccinino, ex-irriducibile dei NAP (Nuclei Armati Proletari), autore dell'attentato al questore Noce dove morì un poliziotto della scorta, condannato all'ergastolo e a 22 anni di carcere, ha lavorato come operatore informatico alla cooperativa romana Parsec.
45.
Francesco Piccioni, ex-brigatista, è impiegato al quotidiano Il Manifesto.
46.
Marco Pinna, soldato della colonna sarda delle Brigate Rosse, è vicepresidente della cooperativa ambientale Ecotopia.
47.
Susanna Ronconi, storica figura del troncone toscano di Prima Linea, lavora al Gruppo Abele di Torino, dove ha la responsabilità delle cosiddette "Unità di strada". Nel 1987 guadagna il primo permesso-premio per la sua dissociazione. È stata consulente di Asl e Comuni del nord Italia, collabora alla pubblicazione del «Rapporto sui diritti globali» a cura dell'associazione Informazione & Società per la CGIL Nazionale.
48.
Bruno Seghetti, fondatore nel 1973 del LAP (Lotta Armata Potere Proletario) insieme a Valerio Morucci, Adriana Faranda e Germano Maccari, entra nelle Brigate Rosse col nome di battaglia di "Claudio", fa parte del gruppo di fuoco che il 16 marzo 1978 sequestra Aldo Moro, partecipa attivamente a gran parte delle azioni della colonna romana quindi, passato alla colonna napoletana, partecipa all’attentato in cui, il 19 maggio 1980, rimane ucciso l’assessore al Bilancio della Regione Campania, il democristiano Pino Amato. Arrestato sùbito dopo quest'attentato, viene condannato all’ergastolo e viene ammesso al lavoro esterno nell’aprile del 1995, dopo solo quindici anni di detenzione. Nel 1999, in seguito ad alcune infrazioni, questo beneficio gli viene revocato e Seghetti rientra in carcere. Oggi lavora stabilmente alla cooperativa 32 dicembre.
49.
Sergio Segio, comandante militare di Prima Linea e ideologo della dissociazione, oggi lavora nel Gruppo Abele di don Luigi Ciotti.
50.
Giorgio Semeria, membro del nucleo storico delle Brigate Rosse, è stato a lungo volontario presso il carcere di San Vittore a Milano.
51.
Giovanni Senzani, il "criminologo" delle Brigate Rosse-Partito Guerriglia, irriducibile fino all'ultimo, già sospettato di essere il "Grande Vecchio" del sequestro Moro, ergastolano per l'omicidio del fratello del pentito Patrizio Peci, esce in semilibertà nel 1999 e un anno dopo è dietro la scrivania di un centro di documentazione della Regione Toscana denominato "Cultura della legalità democratica" e viene inserito nel progetto Informa carcere. È coordinatore della casa editrice di sinistra Edizioni Battaglia.
52.
Marco Solimeno, ex-militante di Prima Linea, è stato consigliere dei Ds al Comune di Livorno. Da circa dieci anni è assistente volontario al carcere di Livorno come responsabile ARCI.
53.
Nicola Solimano, ex-militante di Prima Linea, condannato a 22 anni, lavora alla Fondazione Michelucci di Fiesole. È stato consulente della Regione Toscana per la nuova legge a tutela dei popoli Rom e Sinti e fra i coordinatori di un campus internazionale nell'àmbito dell'iniziativa regionale Porto Franco, per conto dell'Assessorato alla Cultura della Regione Toscana.
54.
Ettorina Zaccheo, esponente delle Formazioni Comuniste Combattenti, lavora presso la Comunità Nuova di don Gino Riboldi.

Un lungo elenco. Nulla da dire sul recupero dei detenuti, principio cui si ispira la nostra legislazione penale e che, personalmente, mi trova d'accordo. Il problema è che, se è stato possibile concedere semilibertà ed altri benefìci a gente che si era macchiata di omicidio, a maggior ragione sarebbe possibile un atto di umanità nei confronti di chi non si è macchiato di omicidio. Anzi, aggiungerei io, non si è macchiato proprio di nulla. http://casocontrada.blogspot.com/

2 commenti:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)