Il problema della sinistra non è quello di mandare a casa chi si trova in Parlamento da molto tempo, ma quello di averne perso troppo e di avere regolarmente mancato gli appuntamenti con la storia. Non c’è un solo Paese d’occidente in cui il medesimo gruppo dirigente che fu comunista pensi di candidarsi alla guida del governo senza prima avere trovato il modo e l’occasione di dire una cosuccia facile per tutti, ma durissima per loro: il comunismo fu illusione di pochi e dramma di moltissimi, fu teoria e pratica di miseria, morte e dittatura. Siccome non ce la fanno, finiranno con il consumarsi in una scaramuccia del secolo scorso.
Capisco la stizza di Massimo D’Alema, che di quel gruppo è il più togliattiano, il meno esposto alle suggestioni della contemporaneità. Preparato e tatticamente raffinato. Finisce con lo schiantarsi su un errore da dilettante: credersi così intoccabile da affidare la propria sorte alle mani altrui. Un errore frutto di errori più grossi, che è sempre più difficile nascondere. Un guaio che travolge anche Pier Luigi Bersani, però, che prova a recitare la parte del furbo senza esserlo.
D’Alema è il miglior figlio della scuola comunista italiana. Proprio per questo il più grande responsabile dell’avere perso l’occasione del crollo sovietico, del non essersi saputo affrancare da una storia vergognosa. Essi dicono che fu gloriosa, perché sincera, perché costruita avendo in mente gli interessi dei lavoratori. Ma sapevano benissimo da dove venivano i loro finanziamenti, sapevano a quali interessi era corriva la loro lunghissima battaglia per la “pace” (c’erano D’Alema e Valter Veltroni a manifestare in Vaticano, contro la forza militare occidentale, c’erano loro a ricevere, commossi, i telegrammi di Breznev), sapevano di avere alimentato un sogno che era un incubo. Come lo sapeva Enrico Berlinguer. Eppure hanno creduto di far fessi gli altri, hanno pensato, con Achille Occhetto, che bastasse cambiare nome. Come poi avrebbe fatto Silvio Berlusconi e come loro stessi avrebbero continuato a fare. Hanno pensato, con D’Alema, che bastasse far la guerra al fianco di quegli statunitensi, che prima condannavano, per far dimenticare la loro sudditanza all’impero sovietico. E hanno creduto che non sarebbe mai arrivato il giorno dei conti. Che invece non solo è arrivato, ma è anche passato: per quanto s’industriassero a prendere in giro un Berlusconi che parlava dei “comunisti” in realtà il loro avversario approfittava proprio di una loro mancanza. Di una loro viltà. Riuscirono a sconfiggere Berlusconi due volte, ma per farlo dovettero mettersi nelle mani di un democristiano. Che per due volte fecero fuori.
Così sono giunti all’oggi, oramai sfiancati. Un uomo del livello di D’Alema avrebbe dovuto far la battaglia prima, ricordando che in nessuna democrazia occidentale c’è un limite ai mandati parlamentari, mentre c’è, ed è giusto che ci sia, un limite a quelli esecutivi, governativi. Se lo avesse fatto, però, sarebbe stato richiamato a un costume accessorio, in quelle democrazie: chi perde si fa da parte. E loro, a turno, hanno perso tutti.
Vince Bersani, che con una battuta scarica D’Alema e gli notifica che non sarà certo lui a chiedergli di ricandidarsi? Se lo scordi, perché non difendendo D’Alema scopre e indebolisce sé stesso. Para una prevedibile stoccata di Matteo Renzi, ma subisce una sciabolata sfregiante. Perché Bersani non è affatto più “nuovo” di D’Alema, o meno consustanziale alla storia comunista, è solo un dirigente di minor calibro, che ebbe meno spazio nazionale. Per il resto, siamo lì.
Bersani è in gara per essere il candidato della sinistra alla guida del governo. Hanno già avviato le rispettive campagne senza neanche avvertire il pubblico: guardate che siamo candidati a una cosa che non esiste, perché la nostra Costituzione prevede un iter del tutto diverso. Anzi, opposto. E passi se dicessero: dopo la vittoria la cambieremo. Ma loro gridano: fateci vincere, così non cambia. E allora a cosa cavolo siete candidati? Mettiamola così: siccome avete la testa da apparatčik (proto, lascia la traslitterazione dal russo, così la capiscono) di partito, e siccome avete perso il centralismo democratico, non per carenza di democrazia (mai tropo frequentata), ma di centro, alla fine fate le primarie al posto dei congressi. Così, però, va a farsi benedire la politica.
Bersani ha cominciato la corsa come se dovesse fare l’alleanza con l’Udc di Casini. Poi l’ha fatta con Sel di Vendola. Nel frattempo, però, in Sicilia è alleato con l’Udc, nel nome della continuità lombardiana, e avversario di Sel. Vendola è, a sua volta, alleato della destra giustizialista, incarnata dall’Idv di Di Pietro, tanto per non farsi mancare nulla, all’abbuffet del trasformismo. E’ partito, Bersani, dicendo che, accipicchia, loro sì che sono seri ed europei, tant’è che sostengono un governo grandioso come quello Monti, ed è arrivato senza manco citarlo nel programma. Ora s’alleggerisce della presenza di D’Alema, come un natante che imbarca acqua e scuffia. S’accorgerà di avere lasciato agli abissi la bussola e il salvagente. Ciò non di meno vinceranno, con ogni probabilità, per ko tecnico dell’avversario. Ma cadranno sotto al peso della coppa.
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3 commenti:
caro giacalone, i finanziamenti del PCI come dici tu provenivano dall'unione sovietica. I finanziamenti alla DC come dimostrato, provenivano dagli stati uniti d'america. il tuo finanziamento personale tangenti lo prelevavi dalle tasche dei cittadini Italiani che pagano le tasse.Ora vuoi giudicare D'Alema e Bersani.Ma fammi il piacere .....Il gruppo dirigente ex comunista è stao al governo, ma anche i fascisti fiamma tricolore,Fini e gli iscritti alla P2 come il tuo padrone berlusconi anno governato questo paese. Mischi l'Unione sovietica con i comunisti Italiani . Berlinguer aveva rotto i rapporti con loro. Sei pregato di dare notizie corrette e non false.
Anonimo, sei un inetto, incapace come tanti nel gestire un dibattito che sia come minimo serio e fruttuoso. Se non hai nulla da dire puoi tacere, perdendo l'occasione di spalare m...a su di te oltre che sugli altri... :)
caro anonimo del 20otobre non posso tacere. Io non ho mai commesso un reato, mentre quello che difendi ha preso tangenti. Soldi di chi paga le tasse.Vai a leggere le sentenze, e i verbali di interrogatori che hanno condannato giacalone. Il dibattito? ma lui nell'articolo accomuna i comunisti sovietici ai comunisti Italiani cose vecchie di 60 anni fà. Solo menzogne, Berlinguer aveva rotto i rapporti con L'UNIONE SOVIETICA, MENTRE IL PADRONE DI GIACALONE, berlusconi è amico intimo di un comunista putin.
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