domenica 24 giugno 2007

Ai lettori di "ItalianiLiberi". Ida Magli

Avrei voluto, in questi giorni in cui i traditori che governano i popoli di Europa hanno preso come al solito delle decisioni che riguardano la nostra libertà, la nostra indipendenza, il nostro futuro (che è un non-futuro) senza minimamente preoccuparsi di chiedere il nostro parere, ed anzi trovando le “uscite“ più astute e più utili per non doverci dare conto di nulla, avrei voluto, dicevo, esporre a tutti coloro che mi leggono, con chiarezza e con tutte le precisazioni indispensabili, quello che sta succedendo. Vi chiedo scusa, invece, di non essere riuscita a farlo. Non ci sono riuscita, anche se l’ho desiderato con tutte le mie forze, perché, all’improvviso, ho avuto il senso di una solitudine insuperabile, invincibile; il senso dell’inutilità del messaggio che ripeto da tanti anni senza alcun risultato. Soprattutto ho capito – ed è la prima volta, ve lo assicuro - perché sceglievano il silenzio coloro che durante le battaglie del Risorgimento si lasciavano impiccare allo Spielberg gridando soltanto: “Viva l’Italia!”, senza aggiungere neanche una parola.
Sì, l’ho capito. Ma vi rendete conto che sono stati soprattutto i governanti italiani, da Napolitano a Prodi a D’Alema, a volere a tutti i costi che si raggiungesse qualche conclusione, un Trattato comunque che cancellasse quel po’ di libertà e di indipendenza di cui ancora godono gli Stati; che sono stati i governanti italiani a incoraggiare la Tedesca e il Francese (mi rifiuto di chiamarli capi di governo) a trovare un accordo con quegli irriducibili patrioti che sono i “piccoli gemelli polacchi”, poverini, con quell’eterno guastafeste che è il Britannico, amato sì quanto vi pare, ma pur sempre uno che guarda prima di tutto alla indipendenza della propria patria! Perdonatemi se questa sera non so andare avanti. Domani, dopodomani al massimo, parlerò di tutto, esporrò un qualche piano che ci dia ancora qualche speranza. Oggi non posso. Ripeterò, per fare coraggio a me stessa, prima ancora che a voi, le parole che Giuseppe Garibaldi ha inciso fin da quando ero bambina nel mio cuore:
“Non riconosco a nessun potere sulla Terra il diritto di alienare la nazionalità di un popolo”.

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