sabato 20 ottobre 2007

In piazza la sinistra reazionaria contro la sinistra conservatrice. Benedetto Della Vedova

Oggi scende in piazza quella che Ernesto Rossi chiamava sinistra reazionaria, contro una sinistra che si definisce “riformista” e che invece è strenuamente conservatrice. Per essere chiari, scende il piazza la sinistra “delle pensioni di anzianità a 57 anni” contro quella “delle pensioni di anzianità a 58 anni”, quella che spenderebbe 30 o 40 miliardi per arrestare il corso delle riforme, contro quella che si limita a spenderne 10 per rallentarlo.
Oggi è il giorno di dire tre piccole verità.
La prima è che il tabù della sinistra, la Legge Biagi, ha aiutato milioni di lavoratori italiani tra i più deboli - giovani, donne e meridionali – a sottrarsi alla disoccupazione e al lavoro nero.
La seconda è che le riforme su pensioni e mercato del lavoro sono state realizzate dal governo Berlusconi e manomesse o smontate dal governo Prodi, anche se, per paradosso, oggi le piazze massimaliste accrediteranno a Prodi e alla sua maggioranza un immeritato profilo riformista.
La terza è che il totem delle piazze rosse – l’articolo 18 – è una delle cause principali di quella che loro chiamano precarietà. Il resto è propaganda. (Riformatori Liberali)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

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LE CONTRADDIZIONI DEL SISTEMA
Hanno messo un tetto anche al cinque per mille. Roba da matti, dirà il lettore. No roba da governo Prodi. Il cinque per mille tutti quanti sanno cos'è, anzi cos'era: uno poteva nella dichiarazione dei redditi destinare questa quota alle organizzazioni non profit (le cosiddette Onlus), al finanziamento (...)
(...) degli enti di ricerca scientifica e dell'università e, infine, al finanziamento degli enti della ricerca sanitaria. Non è che i cittadini, dunque, non pagavano le tasse, le destinavano a chi svolge compiti importantissimi nella società come appunto l'azione delle organizzazioni senza fine di lucro e la ricerca di cui tutti parlano e che nessuno finanzia.
No, un emendamento firmato dal governo alla Finanziaria scritta dal governo medesimo (a parte che non si sa più quanti governi ci sono) stabilisce che nell'anno 2009, al massimo, al cinque per mille si potranno destinare cento milioni di euro. Notare che l'anno scorso i cittadini ne versarono trecentoventi milioni. Ma ora, quei geni del governo hanno deciso che è meglio che decidano loro e che stabiliscano quanto i cittadini debbano dare, diciamo in beneficenza. E hanno convenuto di mettere un limite. Ogni centesimo che superi i cento milioni verrà incamerato dallo Stato. In pratica, il cittadino pensa di fare del bene ma in realtà finanzia il governo Prodi.
È talmente alto il livello di irragionevolezza di questo provvedimento che non sappiamo neanche da quale parte prenderlo e quali spiegazioni dare.
i soldi gestiti dal non profit, soprattutto a favore dei disagiati, vengono spesi meglio, si occupano di servizi di cui lo Stato non si occupa e riescono a creare delle situazioni nelle quali si respira una motivazione da parte di chi li fa, e dunque un calore umano, che non è così semplice trovare in quelli gestiti dallo Stato. E per fortuna che volevano scrivere una Finanziaria per gli incapienti. In un certo senso ci sono riusciti. Ma gli incapienti sono loro - i signori del governo - è il loro cervello nel quale non riesce ad entrare il concetto del non profit. Troppa autonomia alla società civile, troppa libertà e troppa creatività. Nein, serrar le file. Fate la beneficenza finché ve lo diciamo noi.

Anonimo ha detto...

La grande rapina: 200 milioni in meno al volontariato

Colpo di mano del governo per incamerare i soldi del 5 per mille. Un emendamento alla Finanziaria pone un tetto ai fondi per il no profit. Così Padoa-Schioppa si fa un altro "tesoretto".

Anonimo ha detto...

io il 5/oo per la ricerca, se va in porto questa legge, non lo sottoscrivo più.

Anonimo ha detto...

ANNAMO PURO TUTTINPIAZZA
PERO'
IO NUN CE LLO' NE' CO' 'A DESTRA NE C' 'A SINISTERA.
IO MAFACCIO AR BARCONE E DOPPO DICO LE COSE COMME CHE LO' OCCHIATE.
MO, ME DEMANNO, MA 'NCHE MONNO STAMO?
SE VEDE 'A FINANZARIA TUTTA PIENA DE RATTOPPI CHE QUANNO ARIVERA' AR SENNATO CE STANNO PIU' DE MILLEDUCENTO RATTOPPATE DA' DISCUTE. E MO, QUANNO 'A FINIMO? E COMME SI NUN BASTASSE TARIVA ER SOR CREMENTE PIU' 'NFEROCITO DUNA TRIGHE AFFAMMATA DAN MESE CHE SE METTE A BACCAJA’ CO’ TONINO.
E ‘NTANTO MENTRE ‘STI DUE SACCAPIGLIANO CE STA ROMANO CHE SE LA FA SOTTO E CHE DICE BONI BONI CHE SARIMEDIA TUTTO! MACCHE’! QUELLI GIU’ AMMENASSE! E COME SE MENANO! ARTRO CHE ‘A CORIDA!
SCUSATE ER MODO DE PARLA’ POPPOLARESCO UN PO' ANARFABETICO PERO’ ‘A SOSTANZA CE STA TUTTA.
E POI NOI CHE CE A STAMO A PJA’ LE NCAZZATURE PE’ LORO CHE CE METTEMO A PIJA’ PARTITO E CE SE MOZZECA FRA NNOI E ACCUSSI’ UNO DICE TE SE’ FACISTA E LARTRO ARISPONNE TE SE’COMUNISTA. E QUI STAMO A FA’ COME ‘POLLI DI RENZO CHE SE BECCHENO FRA LORO E NTANTO ‘LPADRONE LI SBATACCHIAVA BENE BENE. E COSSI’ CHE L’OROPA CIA' DETTO CHE CONTI VANNO A GAMBERITTE, ER FONNO MONETARO LASTESSA, QUELO CHE GOVERNA LABBANCA UGUALE E NVECE STIOPPA STA A DI’ CHE VANNO BENE.
QUA SEMO NE LA CONDIZZIONE DE QUELLI DAVANTI A NAPIETRA DE GROSSO TONELLAGGIO CHE ARCUNI LA SPOSTENO UNMETRO AVANTI, CHE FATICA!, E LARTRI LA RISPOSTENO NDEDETRO. ACCOSSI’ TUTTO STA FERMO NON SE FA PIUNIENTE TUTTO VAROTOLI E BONANOTTE.
E MENTRE QUELLI FANNO FINTA DE ACCAPIGLIASSE NOI LO STAMO A PIJA’ …

Anonimo ha detto...

Ennato er novo partito. Sicome so’ gnorante ovvisto che lo chiameno Patito de Destra (PD) e penzare che penzasse che fusse de sinistra.
Ecco io scrivo allostesso pe’ fa’ li oguri.
Me so’ tanto comosso quanno ovvisto che zi’Romano sabracciava coWartere. E se strignevano se parpeggiavano se scambiaveno sguardi afettuosi ma che non è er partito deGay che quelo ce sta ggià ma èbbensì er partito de tutto er poppolo festante che je stava ntorno.
Quarcuno lidrento era poco dacordo ma che cera venuto affare? Poi èrivato Montesemolo che ja fatto ‘a strappazzata ma estato maledducato.
De fora dalì Berlosconi cela dette e ce la ridette che se vede che lè piaciuto poco che adetto che arivorta di soppra e disotto ce stanno sempre ‘e stesse facce. Così sespresso ma nun cià messo e’fette.
Alurtimora ovvisto che PD vor dì partito demmocrattico. Wivva ‘a ddemmoccrazzia! Mo sto mejo chè occapito tutto faccio gli oguri e saluto.