A quanto ammonta davvero il tesoretto e quale uso ne è stato fatto? E perché è così difficile riuscire ad arrestare la crescita della spesa pubblica?
Due tabelle pubblicate in questi giorni assieme alla manovra finanziaria ci agevolano nel rispondere a tali quesiti, importanti anche nel valutare l’azione di questo governo e la manovra per il 2008. La prima tabella è contenuta nella Nota di aggiornamento al Dpef, da ieri disponibile sul sito del ministero dell’Economia (www.tesoro.it). Ci dice che il totale delle entrate stimato per il 2007 è di 722 miliardi di euro.
Esattamente un anno fa, con la Relazione previsionale e programmatica per il 2007 (disponibile sullo stesso sito) si stimavano le entrate in 704 miliardi. Quindi l’extragettito rispetto alle previsioni nel 2007 è stato di circa 18 miliardi, più di un punto di pil.
Un anno fa si pensava che la crescita dell’economia (soprattutto quella del prodotto nominale, rilevante nel prevedere le entrate) nel 2007 sarebbe stata leggermente più forte di quanto si preveda oggi. Dunque l’extragettito non può essere attribuito a una crescita dell’economia maggiore del previsto: è dovuto ad errori previsivi (più o meno evitabili) o a recupero di evasione o ancora, e più probabile, a entrambi i fattori. Sappiamo anche, dalla stessa tabella, che circa 12 miliardi su 18 sono stati impiegati per coprire maggiore spesa, tutta corrente, anziché ridurre il disavanzo o finanziare investimenti. La spesa corrente ha così continuato a correre alla stessa velocità degli anni precedenti, compresa la legislatura in cui governava il centro-destra: una crescita del 2 per cento all’anno al netto dell’inflazione. La spesa corrente conferma di essere un treno inarrestabile che spazza via differenze di schieramento e cultura politica e procede, lui solo ad alta velocità, in tutte le congiunture. Le prospettive per il 2008 non sono diverse. La spesa corrente continuerà a crescere, più del prodotto interno lordo. Cambiano i governi, si succedono i ministri dell’Economia, ma nessuno riesce a frenare la crescita della spesa. Si propongono regole esoteriche (vi ricordate il metodo Gordon Brown all’italiana?), si producono libri verdi, si fa la voce grossa con i ministri di spesa e con le Regioni, ma alla fine non cambia proprio nulla.
La seconda tabella ci aiuta a capire perché la spesa continua a correre. È stata presentata dal ministro Padoa-Schioppa assieme al disegno di legge finanziaria ed è frutto di un lavoro certosino svolto dai tecnici del ministero dell’Economia nel riclassificare per funzioni il bilancio dello Stato. Rende più trasparente la distribuzione delle risorse pubbliche, ci fa capire come davvero vengono distribuiti i danari pubblici. Cosa ci dice questa tabella (disponibile sul sito di Palazzo Chigi, www.governo.it)? Che il 23 per cento dei fondi pubblici va alle «relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», leggi Regioni ed enti locali. È questo il capitolo che crescerà di più nel 2008 (quasi 7 miliardi in più). Il nostro federalismo è una voragine perché non responsabilizza gli organi di governo locali. Si interviene per coprire amministrazioni inefficienti - nella Finanziaria 2008 9,1 miliardi verranno prestati per 30 anni (!) a Campania, Lazio e Sicilia per coprire i loro debiti sanitari - e non si puniscono gli amministratori e politici locali nell’unico modo possibile, vale a dire riducendone la sovranità.
Bisogna davvero, e non solo sulla carta, procedere a nominare direttamente un commissario governativo ad acta per le Regioni in deficit che ricorrono al «prestito» statale, esautorando di fatto i governatori. Procedure di questo tipo sono anche previste sulla carta (ad esempio nel Patto per la salute), ma sin qui nessun governo ha avuto il coraggio di applicarle. Un altro 18 per cento della spesa va al pagamento degli oneri sul debito pubblico. Questo ce la dice lunga sui costi della miopia della nostra classe politica, che osa parlare di «tesoretti» quando dobbiamo destinare quasi un quinto del bilancio a pagare interessi in gran parte a investitori esteri. La terza posta fondamentale è rappresentata dalla spesa pensionistica, che assorbe da sola il 15 per cento delle risorse. E anche qui le riforme non vengono mai portate a termine. Queste tre poste assorbono non solo più delle metà delle risorse disponibili, ma anche quasi due terzi delle risorse mobilizzate nel corso della manovra 2008.
Insomma, grazie a questa tabella capiamo perché la spesa continui a correre. Il fatto è che si continua a ignorare quanto era scritto anche nel primo Dpef di questa legislatura: bisogna varare un vero federalismo fiscale e completare la riforma della previdenza. Un governo che promette di ridurre la spesa senza affrontare queste riforme è poco credibile. Potrà tagliare, al massimo, qualche milione, non certo i miliardi che servirebbero per poi ridurre davvero la pressione fiscale. (la Stampa)
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3 commenti:
Spese su spese. E tasse. Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse Tasse ........
Campagna elettorale:
"Tutto terrorismo fiscale. Per chi non ha capito...e tasse non aumenteranno. Nessun aumento di tasse ... chiaro?"
E le tasse di successione?
"Miiiiliiiaaaardiiiiiii!!!!!""Miiiiliiiaaaardiiiiiii!!!!!""Miiiiliiiaaaardiiiiiii!!!!!""Miiiiliiiaaaardiiiiiii!!!!!""Miiiiliiiaaaardiiiiiii!!!!!"
C'è un proverbio che dice -Promettere e mantenere è da paurosi-
E questo Tiziodi coraggio (= faccia tosta) ce n'ha da vendere!
Ma certi elettori sono come i fiammiferi. Si fanno fregare: Ma quando li hai fregati una volta non li freghi più.
Dico questo, e pensare che non sono di destra.
Padoa Schioppa
Le tasse? Una cosa bellissima ...
Certo per finanziare auto blu, mantenere le bocche da sfamare in parlamento, e per dar modo ai ministri di andare a presenziare eventi sportivi con l'elicottero di stato.
-E io pago!!!--
diceva Totò
Il sig. Tizio riceve un avviso di pagamento.
Aprela busta.
Estrae la cartella delle tasse.
Legge.
Legge: una cifra astronomica.
Il suo viso improvvisamente si illumina.
Sorride.
Salta per la gioia.
Bacia più volte la cartella.
Se la stringe al cuore.
Ed esclama con voce commossa:
"SEI BELLISSIMA!!"
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