venerdì 19 ottobre 2007

Indietro, miei Prodi! Luigi De Marchi

Un recente numero di “Panorama” pubblica i risultati a dir poco sconfortanti di un sondaggio che la rivista stessa ha commissionato all’Unità di Indagini Demoscopiche della Camera di Commercio di Milano per esplorare le aspirazioni professionali di 840 giovani residenti nella capitale lombarda nonché a Roma e Napoli.
Ebbene, una maggioranza degli intervistati (34,3 % ) dichiara di aspirare a lavorare in un ente pubblico, mentre una quota di poco inferiore (33,3 %) dichiara di preferire una grande azienda e una quota del 18,6 %) dichiara di volere il posto in banca.

Certo, a Milano la preferenza per l’azienda privata è maggiore rispetto a quella per l’ente pubblico ( un 35 % contro un 27 %), ma a Roma le due percentuali sono identiche e a Napoli stravince l’aspirazione al posto pubblico con quasi il 42 % degli intervistati. E tutto questo ci conferma, in contrasto col ben noto vittimismo di tanti meridionali, che l’inerzia del Sud non è soltanto un’invenzione di Bossi.L’indagine di “Panorama”, comunque, ha due aspetti particolarmente deprimenti. In primo luogo essa segnala un pericoloso regresso rispetto ad un’analoga indagine condotta da “Repubblica” nel 2003 e da me fortemente segnalata in uno di questi miei interventi intitolato, non a caso, “Un popolo liberale soffocato da dirigenze stataliste”.

In quell’intervento potevo proclamare con grande soddisfazione che l’indagine di “Repubblica” confermava le inclinazioni liberali e liberiste nella maggior parte dei giovani e, al tempo stesso, la totale indifferenza, anzi il totale disprezzo, della nostra classe politica per quelle inclinazioni.Anzitutto, infatti, l’indagine segnalava che una forte maggioranza di italiani (62 %) erano dispostissimi a praticare orari di lavoro flessibili, mentre solo il 38 % chiedevano orari fissi e prestabiliti, come pretendono i sindacati di regime.
Ma il dato davvero impressionante del sondaggio emergeva dalle risposte alla domanda: “Se potesse scegliere il suo lavoro, quale sceglierebbe?”. Ebbene, una cospicua maggioranza (quasi il 57 %) aveva dichiarato di preferire o un lavoro autonomo (32,5 %) o una libera professione (24,5 %) mentre un altro 20 % circa aveva dichiarato di aspirare a lavorare in un’impresa privata. Insomma da quella inchiesta risultava che tre italiani su quattro preferivano lavorare nel settore privato. E per di più i picchi dell’aspirazione al lavoro autonomo o libero-professionale erano stati riscontrati tra i giovani tra i 25 e i 24 anni (63 %) o tra gli adulti dai 35 ai 55 anni (58 %) mentre i minimi di questo orientamento (46 %) erano stati rilevati tra gli anziani tra i 65 anni o più.

Ecco però che a soli 4 anni di distanza, stando al sondaggio di “Panorama”, gli orientamenti degli italiani sembrano profondamente cambiati. E’ difficile sottrarsi alla conclusione che questo deprimente cambiamento, questa crescente aspirazione degli italiani a una vita di burocrati non derivi in larga misura dal trattamento persecutorio e intimidatorio che certi esponenti del Governo Prodi hanno riservato proprio ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti. Come ho gia avuto modo di sottolineare, si tratta di una denigrazione doppiamente inaccettabile da parte di forze stataliste che, mentre denunciano indignate la presunta evasione fiscale dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti, non dicono una parola e non muovono un dito contro la sistematica rapina dei lavoratori dipendenti e indipendenti del privato condotta per mantenere nell’ozio, nel parassitismo e nel privilegio se stesse e milioni di dipendenti pubblici.
L’altro aspetto deprimente delle due indagini è che rivela la totale ottusità dei grandi giornali di destra e di sinistra dinanzi alla sostanza di questi problemi. Infatti, a segnalare la preferenza dei giovani del 2003 per il lavoro privato era l’organo magno del potere statalista, “Repubblica”, mentre a segnalare qualche settimana fa lo slittamento delle aspirazioni giovanili verso l’impiego pubblico è stato “Panorama”, cioè il principale settimanale del Centro-Destra. Inoltre né “Repubblica” né “Panorama” hanno minimamente compreso il grande valore politico di questo slittamento: evidentemente per le due redazioni si tratta solo di fatti statistici marginali.

Infine, l’inchiesta di “Panorama” rivela che ormai il 58 % dei giovani dichiara di apprezzare, nell’impiego pubblico, soprattutto la sicurezza. Come però ho ampiamente dimostrato con le mie ricerche psico-politiche, il Burocrate è appunto un individuo che privilegia la sicurezza sopra ogni altra cosa, proprio perché è intimamente insicuro, così come privilegia l’autorità delegata dall’alto proprio perché non ha fiducia nella propria capacità di conquistare autorevolezza con le sue qualità personali. Viceversa chi si orienta verso il lavoro autonomo e libero-professionale privilegia soprattutto la sua indipendenza personale ed ha fiducia nella sua capacità di affrontare la vita e la competizione camminando sulle proprie gambe. Purtroppo, il clima persecutorio e denigratorio promosso negli ultimi tempi nei confronti del lavoro autonomo sembra aver scoraggiato nei giovani l’aspirazione all’indipendenza e la fiducia in se stessi: un risultato a dir poco preoccupante in un paese che dissipa già i tre quarti del gettito fiscale nella retribuzione di burocrati in gran parte inutili e che sembra aver dimenticato che i soldi per mantenere queste burocrazie sterminate e parassitarie sono prelevati dalle tasche di chi lavora nel privato. (il Blog del Solista)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

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VERO E' CHE I GIOVANI VOGLIONO DEDICARSI A LOVORI CREATIVI E AUTONOMI.
Ma per come sono messe le cose dove vanno? io penso che non vanno lontano perché il lavoro autonomo è diventato una cosa difficile e complicata.
Uno apre la bottega, o quello che ti pare, e poi che fa? Prima di tutto si deve iscrivere all'albo. E arriva la prima mazzolata. Bolli, diritti di segreteria, gabelle, balzelli e via di seguito.
Poi vengono le spese per mettere su tutti i marchingegni occorrenti per l'attività. Poi deve fregiarsi di un bel codice fiscale inerente l'attività che deve svolgere. Poi t'arriva la finanza e gli mette sulle spalle il reddito presunto. E se non ci arriva? Paga lostesso.
Poi incomincia la litania degli scontrini e delle fatture con l'IVA, bolli, timbri e tutto il resto.
Dopo vengono le ispezioni che se si dimentica di registrare due euri povero lui! Multe, contravvenzioni, supertasse, sovrattasse, gabelle straordinarie, un mese di chiusura, gogna pubblica, flagellazione sulla pubblica piazza.
Poi se assume qualche dipendente ... allora la frittata è fatta al completo.
Il giovane imprenditore con gli spiccioli rimasti in tasca, prima che i gabellotti ci ficchino le grinfie, va a comprare una corda bella robusta, la fissa ad una pesante pietra , se la lega al collo e si butta a fiume.
Forse non sarà stato bene informato sulla lenzuolata di liberalizzazioni in corso.

maurom ha detto...

A proposito di lavoro autonomo ti segnalo un libro significativo:

Furini Luigi
Volevo solo vendere la pizza
Le disavventure di un piccolo imprenditore

Saggi
Prefazione di Marco Tracaglio.

€ 14.00 (Lire 27108)
ISBN 881160057-2
«Un ritratto del nostro Welfare straccione folgorante e impietoso, politicamente scorrettissimo proprio perché molto più autentico e realistico di qualunque trattato economico. Vivamente consigliato ai politici e ai sindacalisti che vogliono guardarsi allo specchio e uscire dal loro polveroso Jurassic Park.»
Dalla prefazione di Marco Travaglio

Dove è più facile aprire un’impresa? In un paese dove si possono fare affari con relativa semplicità. Nella classifi ca della Banca Mondiale, l’Italia è all’82º (ottantaduesimo) posto, dopo il Kazakhistan, la Serbia, la Giordania e la Colombia. Merito della nostra infernale burocrazia.
Un giornalista prova a diventare imprenditore. Segue i corsi di primo soccorso, quello antiincendio, quello sulla prevenzione degli infortuni. Frequenta commercialisti e avvocati. Informa le «lavoratrici gestanti» dei rischi che corrono – ma solo quelle «di età superiore ad anni 15». E poi c’è l’ASL con tutti i regolamenti sull’igiene e l’obbligo di installare e numerare le trappole per topi (non basta il topicida, vogliono fare una statistica?). C’è persino il decalogo che insegna quando bisogna lavarsi le mani. Compra centinaia di marche da bollo, compila (e paga) un’infi nità di bollettini postali.
Sei mesi dopo e con centomila euro di meno, apre fi nalmente l’attività: un piccolo negozio di pizza d’asporto. Ma a quel punto si trova a dover fare i conti con i cosiddetti «lavoratori» e con i sindacati. Dopo due anni infernali, chiuderà bottega: non è sfi ga, è il sistema. L’eccessiva rigidità nei rapporti di lavoro porta a un eccesso di fl essibilità? Le leggi troppo restrittive spingono inevitabilmente verso l’economia sommersa e il lavoro nero? Sono i temi di discussione in questi mesi caldi, mentre si parla di riforma della Legge Biagi.
Quello di Gigi Furini non è un trattato di economia del lavoro. È il resoconto di due anni impossibili, con tanti aneddoti spassosi. Eroica e sfortunata protagonista, una piccola società che «voleva solo vendere la pizza».

Anonimo ha detto...

grazie per la segnalazione

Anonimo ha detto...

CHE ER NOSTRO ROMANO, CHE ‘RBONDIO CELO CONSERVI, DOPPO CHE TP STIOPPA JA DETTO CHE CONTI SO’ TUTTAPPOSTO E CHE ‘RPOPPOLO E’ CON LUI VA A DORMI’ TUTTO SODDISFATTO.
MA SICOME AVEVA MAGNATO ‘E COZZE CRUDE CHE FA? SE METTE A SOGNA’ BRUTTO. E CHE SOGNA?
SE VEDE RIVA’ DAVANTI ‘NA STREGA COLI CAPELLI TUTTARRUFFATI E CHE LUI DICE CHE ALLA FACCIA SEMBRA LA RITA MA I CAPELLI NUN TORNENO. E NUN TORNAVA NIANCO ER VESTITO TUTTO RATOPPATO COL GRAMBIULACCIO UNTO E SCHIFOSO. QUANNO CHE APRIVA BOCCA LE SPUNTAVENO DU’ DENTI SOLI UNO DE’ SOPRA E UNO DE SOTTO CHE ERA DAVERO UNO SPETTACCOLO!
QUESTA BRUTTACCIA CHE FA? PIJA IN MANO ‘NA BACCHETTA CHE SE PORTAVA DIETRO TANTE STELINE DORATTE E TUNFETE! JE ‘A BATTE NER TESTONE. POI SGHINIAZZANDO JE DICE E MO’ TACCORGI QUANNO TE SVEJ!!!!
E ‘NFATTI AR MATINO SE SVEJA E PENZA CHE HO FATTO UN BRUTTO SOGNO. DOPPO CHE SE GUARDA INTORNO E SE RITROVA INUNA STANZACCIA, DRENTO UN LETTACCIO PUZZOLENTE, CO’ MOBBILI SGANGHERATI CHE POI SURCOMO’ CE TROVA UN BIJETTO DOVE CE STA SCRITTO TE DO MILLE EURO E FATTELI FA’ PE’ TUTTO ER MESE.
ER POVERO ROMANO PENZA A ‘NO SCHEZZACCIO SE LE METTE INUNATASCA ESCE E SA RITROVA SUR MARCIAPIEDE E CHE L’AUTOBLU CO’ L’OTISTA NON CE STA.
SE GRATTA ER CAPOCCIONE E SACCORGE CHE LA STREGACCIA, LI M….SUA CIAVEVA RAGGIONE, E CHE MO’ CHE NESSUNO ‘O ARICONOSCE E JE TOCCA CAMPA CO’QUELLA MISERIA.
SE PIJA ER CAPPUCCIO CO’ ‘A PASTARELLA, COMPRA ER GIORNALE E VA A FA’ LA SPESA. PE’ MAGNA’ ARMENO PE’ MAGNA’. E SACORGE CHE MANCHENO DIGGIA’ DAR CONTO 60 EURI. ALORA SE METTE A FA’ LA MORTIPRICAZZIONE 60MORTIPRICATO30 CHE SO' LI GIORNI DER MESEFANNO1800 EURO. E COME CHE FO’ A RIVA’ IN FONNO AR MESE? INTANTO RIVA A CASA CIOE’ NE ‘A CATAPECCHIA E SULLUSCIO TROVA ER CONTO DELLAFFITTO CHE SO' 300 EURO PE’ QUELLA SPELONCA. ER POVERO ROMANO SE SENTE SVENI’. E MO’???????
ALLORA SCENNE DI NOVO SUR MARCIAPIEDE CHE PE’ STRADA TROVA TANTA GGENTE CHE RECLAMA E LUI DICE CARMA TANTO ER GOVERNO PENZA A TUTTO E POI CE SO’ PURO 1000 EURO PE’ LI BAMBOCCIONI. LAVESSE MAI DETTO! LO RINCORONO ‘NFEROCITI CHE SE SARVA PELO PELO DRENTO UN PORTONE CHE ESCE DALLARTRA PARTE DA 'NA PORTICINA CHE SAFACCIA SU QUELLARTA STRADA E SE CONFONDE CO’ LA GENTE CHE PASSA.
DOPPO QUARCHE GIORNO ‘O RIVEDI SEDUTO ‘NUN CANTONE DE' 'A VIA COR CAPPELLO PE' TERA A SONA’ L’ARMONICA E A CHIEDE' L’ELLEMOSINA.
ALLA FINE DER MESE ARITORNA LA STREGA CHE JE RIFILA N’ARTRA BACCHETTATA SUR CAPOCCIONE E QUANNO SE SVEJA SA RITROVA NER SU' LUSUOSO APARTAMENTO DOVE SUR COMO’ TROVA UN BIJETTO CHE CIA’ SCRITTO LA STREGGA E JE DICCE IN QUESTO MESE AR PALAZZO CHIGGI CE STAVA ER TU’ CLONE. E SMETTELA DA FA' ER FURBACCIO!!!.

Anonimo ha detto...

Capisco e comprendo le difficoltà nell'aprire una attività privata. Ma Berlusconi non doveva liberarci da tutti questi lacci e lacciuoli, non dove permettere agli imprenditori ottimisti e motivati di poter svolgere liberamente il loro lavoro ? Non doveva ,dopo 15 anni che rompe i coglioni, liberarci almeno dall'Irap ? Perchè non l'ha fatto ? Che cazzo ha concluso in 5 anni di governo ? E non venitemi a dire che tutti questi gabelli e impedimenti ci sono solo da quando c'è Prodi al governo !!!!

Anonimo ha detto...

Si è vero che il governo di CentroDestra in 5 anni non ha trasformato l'Italia da Paese NordAfricano quale è in Paese delle meraviglie.
Non si tratta di compiere "magie"
ma di dare inizio ad un percorso.
Purtroppo questo percorso è stato
interrotto.
Ora stiamo parlando del governo attuale, quello che
incentiva ancora di più la burocrazia paralizzante ed elefantiaca, le tasse con questo governo comunista sono aumentate ancora. Invece di ridurre il settore pubblico, improduttivo, lo si stà aumentando. Forse ora tutti desiderano il posto pubblico dimenticando che quando saranno tutti pubblici dipendenti avranno uno stipendio che non gli farà superare il 15 del mese e si ritroveranno il Paese scivolato verso l'africa sub-sahariana.
I ministri di questo governo dovrebbero dedicarsi a difendere la Sovranità del nostro Paese, le quote di mercato che il Paese aveva, le esigenze industriali e produttive,
il NOSTRO futuro e quello dei NOSTRI figli.
Invece tutti i ministri di questo
governo sanno solo riempirsi la bocca del conformismo che li pervade da 40 anni, sanno solo insistere su quanto perfetto sia il loro modo di governare e quanto perfetto sia il loro modo di pensare. Per loro è quasi un atto eroico manifestare lo scandalo verso chi li critica e sdegno verso chi li snobba.

Vadano in pensione......

Anonimo ha detto...

Se il governo attuale ha aumentato le tasse è per pagare i debiti fatti da quello precedente ,caro il mio quasar.
E poi quale sarebbe stato l'inizio del percorso ?
I condoni fiscali fatti a ripetizione ? (con conseguente sfondamento del deficit e indebitamento per il quale poi qualcuno deve pagare)
Oppure il ministro delle attività produttive che ammette candidamente che con la mafia bisogna convivere ?
La legge Biagi ? Verso la quale sta parlando contro ,oramai,anche il Papa .
La costruzione del ponte sullo stretto ? Dove non è saltato fuori ancora un ingegnere (degno di tale nome) che dica che una costruzione del genere rimane in piedi.
Dimmi ,caro quasar, qual'è stato secondo te l'inizio del percorso ?

Anonimo ha detto...

URTIME NOTIZZIE D’AR PALAZZO
Che quanno er Pressidente Nappoletano adetto famo ‘a pace tutti e volemose bbene, che quell’antri si so’ rivorti a Berlosconi como a dì ce stai?
L’avessero mai detto! Che lui dice che quanno vinzero co’ quela misseria de voti lui ciaveva provato ma che queli je risposero ma che scherzamo? ciavemo ‘na fame ‘retrata che manco te’osogni. Enfatti se magnarono tutto e non li tirarono manco losso chè quelo se ladentò la Bonino.
E iggiorni de la vitoria quanno che passavi da li palazzi der pottere sentivi er romore de’e mascelle che staveno a digrinà tutto.
Una vorta fatta ‘ascorpacciata er povero Sirvio (se fa pe’ddì) rimasto a boccasciutta a’ttonato che le leanze covvoi non lefò de certo.
E mo’cchè er governo sta a traballà come ‘mbriaco lui ce spera che caschino tutti giù tanto che’e banche e Montesemolo ano detto cher governo ‘nfanniente.
Sentite ste cose scandalose ‘a soraNena abbuttato er gattoncantina con’carcione sott’a’coda armeeno te –jadetto- va’ achiappà li topi che èssempre mejo nniente!
Mo’ finarmente mè parso da’capì come che quelli anno magnato tutto e se stann’accapijà e che ‘ntanto ‘nfanno nniente (cossì addetto Montesemolo se nunò capito avvenvera) e che Berlosconi aspetta de fora col’ambulanza e tuta lequippe medeca pe’ socorre zi’Romano tante vorte che se sfracica ne’a caduta rovinosa che li stanno appreparà lalleati ‘nfedeli e quer Maramardo derLammberto.
Ma ‘ntanto zi’Romano addetto che lui cor cacio che se ne va e vor vede ‘nfaccia li traditori che lo stanno a accortellà ar senato, come sucesse acCesere, e che a lui je toccherebbe ‘a sorte de cascà sotto li corpi de’conggiurati e de quer Bruto de Wartere chellui coccolava commen’fijo suo.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie