domenica 16 dicembre 2007

Una botta, due botte. Augusto Minzolini

Gli occhialetti da Professore. Il tono accademico, a volte saccente. I discorsi taglienti che non lasciano margini a dubbi. Un anno e mezzo fa il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, era apparso nei panni della «new-entry» più autorevole del governo Prodi. Ma adesso, a dispetto dei titoli e dell’illustre passato in Bankitalia, nessuno, neanche gli amici, ha il coraggio di spezzare una lancia in suo favore. La prova che ha dato da ministro dell’Economia non è stata sfavillante. Anzi. Il suo nome già sei mesi fa era in bilico, appariva nell’elenco dei sacrificabili sull’altare di un ipotetico «rimpasto». Lo ha salvato lo stesso Romano Prodi introducendo un’equazione posta all’attenzione della maggioranza: «Sparare contro Padoa-Schioppa equivale a sparare contro di me». Nelle ultime settimane, però, per il ministro dell’Economia la situazione è di nuovo precipitata e il salvacondotto del presidente del Consiglio rischia di venire meno. Il Tar del Lazio e il consiglio di Stato gli hanno fatto rimangiare la rimozione del consigliere di amministrazione Rai, Angelo Maria Petroni. E ieri sulla sua testa si è abbattuta l’ennesima tegola: il Tar ha giudicato illegittima anche la destituzione del generale Roberto Speciale dal vertice della Guardia di Finanza. Il risultato è che ora al vertice della Rai c’è un consigliere di amministrazione in più e la Guardia di Finanza ha due comandanti generali. Per la prima volta nella storia del Paese è stata introdotta la figura del «doppione». Bisogna risalire al medioevo per trovare un Papa e un anti-Papa. Appunto, ci vuole l’ironia e una gran dose di comicità per coprire all’esterno (leggi New York Times) il dramma del Belpaese. Se un personaggio compassato come il repubblicano Giorgio La Malfa ieri nel dibattito alla Camera è arrivato a dire che il governo Prodi ha trattato nel «caso Speciale» i vertici della Guardia di Finanza con lo stesso rispetto delle prerogative, delle forme e la stessa sensibilità democratica che aveva Pinochet, si può ben dire che non siamo arrivati alla frutta, ma al caffè. E quando qualcuno nella maggioranza - come il capogruppo del Partito democratico, Antonello Soro - osserva che il personaggio Speciale non è quell’uomo specchiato che si vuole far credere e ricorda che usava gli aerei di Stato per andare in vacanza, c’è da dire che paradossalmente la figuraccia è doppia: Prodi e i suoi ministri sono stati umiliati da un personaggio alquanto «chiacchierato». Ma di strani tipi ne girano tanti di questi tempi attorno al governo: al pubblico ministero Luigi De Magistris è stata tolta l’inchiesta che ha fatto arrabbiare il Guardasigilli, facendolo apparire come un mezzo mitomane; Clementina Forleo, che ha mandato su tutte le furie il ministro degli Esteri, è stata giudicata incompatibile con la Procura di Milano descrivendola come una mezza folle; e i senatori del centro-sinistra che osano lasciare la maggioranza, se gli va bene, rischiano di passare per dei mezzi corrotti. Già, un «mezzo» per salvare un minimo di rispettabilità in questo Paese e un «mezzo» per salvare un ministro o l’intero governo. Solo che l’elenco comincia ad essere davvero lungo. Anche per Romano Prodi. E c’è il rischio che qualche italiano cominci davvero a credere che Silvio Berlusconi abbia ragione quando parla di «emergenza democratica». Per questo ci vuole prudenza. Quella prudenza per cui il governo ancora non ha deciso se ricorrere al Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar: al di là delle elucubrazioni di Tps nessuno nell’esecutivo vuole prendere un’altra bastonata. Proprio ora che la pazienza dei vari Antonio Di Pietro, Clemente Mastella, Lamberto Dini si sta esaurendo. Solo che schiavo dei propri errori il ministro dell’Economia sarà costretto a farlo: intanto per arrivare a primavera quando il generale Speciale andrà in pensione risolvendo così l’imbarazzante questione del «doppione» al vertice della Guardia di Finanza. E poi per presentarsi non a mani vuote al Senato, dove l’opposizione gli sta preparando già la mozione di sfiducia. Il copione è già scritto. Il Professore continuerà a ripetere «resistere, resistere, resistere». E si meriterà il miglior complimento che può ricevere dal Cavaliere: «Ogni giorno riceve una botta ma riesce a sopravvivere: significa che questo Prodi ha proprio le palle». (la Stampa)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Berlusconi
ringraziando i sostenitori del nuovo partito Popolo delle libertà
"Mai la politica era stata così abissalmente distante dalla volontà popolare, mai, neanche nei momenti peggiori della prima repubblica, si era visto lo spettacolo di un governo agonizzante ma così pervicacemente aggrappato alle sue cento poltrone".
"Il nostro dovere di democratici, di moderati e di liberali - spiega Berlusconi - è quello di restituire una bussola certa e una speranza concreta di cambiamento alla grande maggioranza degli italiani che aspettano solo di voltare pagina".
da Il Giornale
di oggi

Anonimo ha detto...

CARO CESU’BBAMBINO,
SICOME SEMO VICCINI ARNNATTALE TE VOJO PROPPIO SCRIVE ‘NA LETTERINA AFETTUOSA.
CHE TE VOLLIO DI’ CHE QUESTANNO, ANCHE SE CE RITROVAMO TRA LE FETTE ‘O ZI’ROMANO, CHE CIA’ SGUINZAJATO DIETTRO LO FEROCCE TPS, CHE CE DICONO SEMPRE CHE STIOPPA MA NUN STIOPPA MAI, E L’ORIDO VAMPIRO VISCHIO CHE TUTI LI GGIORNI CE SUCHIA ER SANGUE E CE SVENA, NOI TE VOLEMO FESTEGIA’ LOSTESSO.
TIREMO SU’UNBELARBERO, TUTTO VERDE COME 'E NOSTRE SACCOCCE, E, PE’REGALO ALI RIGAZZINI, CE METTEMO, UN MANDARRINO (PENZA UNPO’). CHE CO’STI LUMMI DE LUNA COSTA DEGGIA’ MEZO STIPPENNIO.
POI AR POSTI DE LI ALTRI REGGALI CE METTEMO TANTI BELLI BIJETTINI TUTTI ACCOLORI, DOVE CE SCRIVEMO:
-REGGALO A ‘A MOJERA – SUCHIATO DA VISCHIO
-BALLOCCHI PE LI REGAZZINI – FREGATI DA L’OMENTO DELA TASSA PE LA RIMMOZZIONE DE ‘A MONNEZZA
-REGGALO PE ‘A SORELA – FOTTOCOPPIA DE 'A BOLETTA DE 'E TASE
-REGGALO PE LI NONNI – FOTTOCOPPIA DELE BOLETTE DE ER PAGGAMENTO DEL’ICCI (peggio che nafitto)
-REGGALO PE ‘A ZIA – FOTTOCOPIA DE L’OMENTO DE 'A TASA PE’BERE UN PO’ D’AQUA
E ACCOSSI’ DE SEGGUITO. CHE NUN BASTASE LELENCO TELLEFFONICCO.
POI SU LAPPUNTA DE LACCIMA DE LARBERO SFRATTAMO ‘A STELINA E CE METTEMO ‘NBELLA VISTA ER RITRATTO DE ZI’ROMANO COLLA SCRITA -GRAZZIE ZI’ROMA’ DE ER BER NATTALLE CHE CIAI REGGALLATO!
E DOPPO PROPPIO ER GIORNO DE NATTALE NUN VOLEMO MAGNA?
SAPARECCHIA UNA BELA TAVOLATA CO’LI PIATTI CHE LUCICHENO, LE POSSATE BONE E UNA RICA FRUTIERA CO’DU’NOCI E TRE NOCIOLINE CHE CE SGUAZENO. DE PIU’ NUN CENTRA, MA NATTALE E’NATTALE E S’ADDA FESTEJA’!
A MEZANOTE, CO ‘E STELE CHE LUCICHENO NE ER CIELO, CO LI PASTORI CHE SMETENO DE FA ER FORMAGIO E SONENO ‘E SAMPONIE, QUANNO CHE TUTTI SE SENTENO PIU’BBONI CO ER CORE CHE BATE FORTE FORTE, SE SENTE UN CORO MISTICCO CHE INTONA UNA PREGGHIERA ATTE, CESSUBBAMBINO
-ESSAUDISCI INNOSTRI DESSIDERI, FACCE CONTENTI ALMENNO UN POCHETO, E SE CE VOI FA’NA GRAZZIA DE QUELE PROPPIO GROSE FACI UN MIRACCOLO “LEVECCI DA LI COJ … ZI’ ROMANO" CHE QUAGIU’ NUN NE POTEMO PPIU’, RICACIA NELINFERNO LORIDO VAMPIRO VISCHIO E FAI STIOPPA’ UNA VORTA PER TUTTE QUELA FACCIA A SCHIAFI CHE TUTTI CHIAMENO STIOPPA, SICOME CHE SE NUN STIOPPA LUI STIOPPAMO PRESTO NOI.
E QUANDO CHE ZI’LAMBERTO CHE DICCE SEMPRE SI E POI A’’A FINE DICE NO, FAJE PRIMA DI DE NO EPPOI DIDDE SI, IMMODO CHE A'A FINE LA FACIA FINITA CO ER TIRA MOLLA.
UN BACIONE DA ‘A SORA NENA E DA TUTI LI AMICI DE BURICCHIO.
E TE SALUTO ANCHIO CHE IN QUESTA NOTE MAGICA ME COMOVO E SPETTO ER MIRACCOLO.