lunedì 21 gennaio 2008

Certo, bisogna contrapporsi all'Islam, ma la violenza non serve. Luigi De Marchi

L’Editore Mondadori, pubblica in questi giorni un monumentale “Dizionario del Corano” che tenta di presentare un’immagine dell’Islam finalmente depurata delle troppe edulcorazioni o satanizzazioni che sono finora prevalse nella cultura occidentale. E’ un’opera assai utile perché aiuta il lettore ad orientarsi nelle pagine piuttosto caotiche del Corano: un libro che consiste essenzialmente di una stratificazione storica di versetti e commenti privi di sistematicità concettuale.
In un editoriale sul “Giornale” di Milano Maria Giovanna Maglie trae conclusioni tanto drastiche quanto coraggiose.

“L’Islam – scrive – è un’ideologia che persegue il controllo del mondo. Non è solo una religione. E’ una dottrina politica imperialista. Ha tentato di conquistare l’Europa due volte. La prima volta fu respinto da Carlo Martello a Poitiers nel 732. La seconda volta, nel secolo XVII, fu sconfitto alle porte di Vienna dall’esercito asburgico guidato da Eugenio di Savoia. L’ambizione di conquistare l’Europa rinacque nell’Islam durante gli anni ‘20 col movimento dei “Fratelli Musulmani“ e quello odierno è per molti leader islamici il momento propizio per un terzo tentativo. Insomma, l’ostilità degli islamici verso l’Occidente, contrariamente a quanto molti credono o danno a credere, precede il conflitto israelo-palestinese e risale perfino a prima della nascita del colonialismo europeo. Sicuramente la vicenda palestinese ha fatto da catalizzatore dell’odio islamico, negli ultimi tempi, ma quell’odio resterebbe intatto anche se il conflitto si risolvesse domani. L’Europa paradossalmente viene disprezzata anche perché è diventata fragile e debole. Per di più, la sua permissività la spinge verso l’indulgenza e la trasforma in una preda facile.

“L’Islam – continua Maglie – è ipocrita per principio. In certe circostanze, quando ciò serve gli interessi della religione islamica, per gl’islamici osservanti è legittimo mentire e perfino ostentare un ripudio della violenza totalmente falso. L’ultima stagione integralista, secondo Bat Ye’or, la grande scrittrice di “Eurabia” che ispirò l’ultima Fallaci, avrebbe avuto inizio con la crisi petrolifera del ‘73. Da allora, terrorizzata dal blocco petrolifero, l’Europa ha sacrificato la sua indipendenza politica e i suoi valori culturali e spirituali, pur di ottenere dai paesi islamici formali assicurazioni di regolarità nelle forniture petrolifere e di lotta antiterroristica. Ma quelle assicurazioni sono state poi sistematicamente disattese e violate.

“L’Islam – conclude Maglie – detesta la donna, ritenendo che ella debba vivere solamente rinchiusa, segregata e privata di qualsiasi strumento di emancipazione. Ne abbiamo avuto la dimostrazione anche in Europa e in Italia: qualsiasi donna e ragazza islamica che abbia tentato di liberarsi dal giogo islamico familiare, ha rischiato o perso la vita o ha subito percosse e torture: e questa situazione porta inevitabilmente alla mancata integrazione degli immigrati islamici e al proliferare di cellule terroristiche in tutta Europa”.

Ho citato ampiamente il commento di Maria Giovanna Maglie perché mi sembra evidenziare con molta chiarezza alcune realtà angoscianti dell’Islam che la pubblicistica buonista e pseudo-progressista, oggi prevalente, tende a edulcorare o ignorare. Come ci ricorda Maglie, la vocazione imperialista dell’Islam è antica, ha cercato ripetutamente di conquistare l’Europa ed è risorta prima del conflitto palestinese e addirittura prima del colonialismo ottocentesco. Inoltre Maglie ci ricorda coraggiosamente alcuni aspetti psicologici, anzi psicopolitici, dell’Islam a dir poco terrificanti: la legittimazione della menzogna nei confronti degli infedeli e la svalutazione profonda della donna. Per parte mia, vorrei ricordare che si tratta comunque di atteggiamenti e comportamenti che sono stati tipici anche della tradizione cristiana, fin quando essa non ha incontrato il pensiero liberale e ha dovuto rinunciare all’imposizione sociale del suo dogmatismo. Purtroppo l’Islam non ha mai potuto incontrare il pensiero liberale moderno, ha soffocato al suo interno i fermenti antidogmatici e ci riporta quindi al dogmatismo religioso delle nostre teocrazie medioevali.

Il pericolo è sicuramente mortale, assai più mortale di quello nazista o stalinista eternamente evocato dai nostri storici e politici di batteria. E mi sembra che Maria Giovanna Maglie dimostri un intuito psicopolitico notevole quando scrive che l’indulgenza e il buonismo di tanti ambienti occidentali hanno solo procurato all’Occidente il disprezzo delle dirigenze islamiche. E’ la reazione tipica delle personalità paranoidi al pacifismo: ricordate il disprezzo dei nazi-fascisti per le democrazie liberali, considerate “femminee e imbelli” ? Ma il rimedio proposto dalla Maglie non solo non scongiura la minaccia islamica, ma rischia di aggravarla e farla precipitare nella catastrofe.
“E’ proprio comprendendo meglio l’Islam – scrive la Maglie – che ci si può meglio attrezzare per esercitare una violenza di contenimento: forse non paterna né fraterna ma giusta, questo si”.
Insomma, Maria Giovanna Maglie approda, come a suo tempo Oriana Fallaci, alla rovinosa conclusione di Bush e degli altri fautori della risposta militare alla minaccia islamica. Ma si tratta di una risposta che si è ripetutamente dimostrata fallimentare per l’ovvia ragione, qui spesso ricordata, che il fanatismo va a nozze con il nemico armato, in quanto considera la morte in battaglia la migliore garanzia d’immortalità e di felicità eterna in paradiso. Solo una massiccia, incruenta guerra mediatica, viceversa, consente di sottrarre le masse femminili e giovanili islamiche al sistematico condizionamento antiliberale e antioccidentale dei loro regimi, risvegliando in esse i bisogni, di libertà e di solidarietà che sono presenti in ogni essere umano sotto la scorza velenosa dei condizionamenti sociali fanatizzanti. (il Blog del Solista)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e