mercoledì 16 gennaio 2008

Mastella paga i propri errori. Davide Giacalone

Il ministro Mastella non aveva altra scelta che le dimissioni. Non esiste la possibilità che si resti a capo del dicastero della giustizia nel mentre la moglie finisce agli arresti, per giunta a causa di un’inchiesta sull’attività politica. A Mastella va tutta la solidarietà umana, ma non quella politica. No, perché quel che succede è anche frutto dei suoi silenzi e dei suoi errori.
Egli, come il governo di cui fa parte, ha in ogni modo tentato di lisciare la corporazione dei magistrati per il verso del pelo. Oramai siamo giunti all’assurdo che le voci più critiche verso la corporazione si levano dal suo interno. E va ripetuto, senza dimenticare le gravi colpe della coalizione avversa, che ha invece condotto una legislatura all’insegna dello scontro e della polemica, senza, però, essere capace di portare a casa apprezzabili risultati legislativi, che valgano per tutti. Mastella ha creduto che, in fondo, si possa tirare a campare, magari facendo evaporare la pressione, di tanto in tanto, con provvedimenti di clemenza. Non è così.
Il presidente della giunta campana, sua moglie, ha saputo degli arresti domiciliari dalla televisione. Non è la prima, non sarà l’ultima, è comunque la dimostrazione che la giustizia non esiste. Ed è anche la dimostrazione che quei provvedimenti di violenta limitazione della libertà personale, nei confronti di cittadini che abbiamo il dovere di considerare innocenti, sono inutili, quando non illegittimi. Ci sono solo tre ragioni per cui un cittadino può essere privato della propria libertà in assenza di una condanna, mentre, invece, questi arresti si susseguono in una litania di formule burocratiche sempre uguali, e sempre prive di senso del diritto. Ogni volta che abbiamo indicato il problema, ogni volta che abbiamo documentato che il diritto dei cittadini è calpestato, la corporazione togata ha sostenuto che volessimo legargli le mani e tappargli la bocca, mentre il mondo politico la bocca se l’è tappata da solo, per timore, per insipienza, per coscienza sporca. Mastella compreso.
Il caso della signora Mastella non è isolato, anzi, è in compagnia di migliaia di altri casi simili. Il ministro si dimette, perché lo colpisce nella famiglia. Avrebbe dovuto considerare prima che il compito assegnatogli non consentiva le solite relazioni, scritte dagli uffici, avrebbe dovuto, fin dall’inizio, essere il ministro dei cittadini che chiedono giustizia. Ha perso l’occasione, noi non perderemo quella di considerare il caso che direttamente lo riguarda come tutti gli altri. Non la perdiamo mai, questa occasione, nei confronti di nessuno, e nei confronti di tutti difendiamo i diritti ed il diritto. Peccato Mastella sia costretto ad accorgersene una volta persa la funzione.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

NON C'E' ERRORE PIU' GRANDE DI QUELLO DI COLUI CHE BATTENDO MARTELLATE A DESTRA E A SINISTRA (MOLTO DI PIU' A DESTRA) ALLA FINE SI RITROVA COL DITO SCHIACCIATO.

CHE DIRE NON LO PUO'
CHI NON LO PROVA.

ZEUS

Anonimo ha detto...

Arresto moglie, Mastella: attacco mirato, mi dimetto

Lady Mastella ai domiciliari
«Cattolici nel mirino. Esempio? Il Papa»

Duro attacco ai pm: «Ho combattuto la mia battaglia finché condotta ad armi pari, ora getto la spugna»
Mi dimetto per senso dello Stato, sono un ministro della Giustizia che non riesce a difendere la moglie da un provvedimento ingiusto», «mi dimetto perché tra l'amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo»

«dalla mia coscienza ispirata dalla fede» sul valore del dialogo. «Nonostante abbia lavorato giorno e notte per dimostrare la mia credibilità e la mia buona fede di interlocutore affidabile per il mondo della giustizia, oggi mi accorgo che sono stato invece percepito da alcune frange oltranziste come un avversario da contrastare, se non addirittura un nemico da abbattere» ha affermato l'ormai ex ministro della Giustizia.

COMMENTO
MA COME HANNO LA CODA DI PAGLIA QUANDO TOCCA A LORO!
PER GLI ALTRI, SPECIE SE AVVERSARI, INVECE, "POLLICE VERSO".

Anonimo ha detto...

Mastella scarica la sua rabbia contro quelle «frange estremiste» della magistratura che hanno arrestato la moglie.

QUANDO ALTRI LAMENTAVA QUANTO SOPRA I MORALISTI ALL'AMATRICIANA SI LEVAVANO IN PIEDI SCANDALIZZATI ED ESCLAMAVANO "COME! NON C'E' RISPETTO PER LA MAGISTRATURA! QUI VIENE IGNORATO IL PRINCIPIO DELL'AUTONOMIA DEL POTERE GIUDICANTE E DELLA SEPARAZIONE (!!!)-sì, perché quando fa comodo citare i principi (e mettemoce puro er Montesquieu) fa fino- DEI POTERI!"
ZEUS

Anonimo ha detto...

PENSIERINO DELLA MEZZANOTTE

Volete scommettere che il buon Mastella dopo aver scatenato tutto questo casino, che manco capitan Fracassa,
SI SACRIFICA
e con encomiabile senso del dovere
RIMANE IN CARICA?

maurom ha detto...

Sono d'accordo con chi ha detto che in Italia le dimissioni si minacciano, ma non si firmano.

Anonimo ha detto...

io sto godendo ...mastella ti odiooooooooooooo
che freddo a Ceppaloni -2

in galera tutti i politici!!!!!dentro!!!!

sto stappandooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Caro sor Cremente,
che un ce 'o sapevi che a freguenta' 'e cattive compagnie sariva in fonno che se arimette er guadambio e puro er cappittale?
E te te poi dichiarà fortunato. A quarcuno janno fatto de peggio.
Caro sor Creme', ciai da capi' che co' certi figuri nun se scherza mica, sapè? Tu je fai 'no sgaro e queli t'accortelano.
Fa' tesoro de questa sperienza e vedi un po' te.
Ar posto tuo ... vabbè ...
ciao!