“Ma ci pensate, nel 2013, un signore di 76 anni che si candida alle elezioni e magari resta in carica per cinque anni, cioè fino a quando ne avrà 81? Ma ci pensate?”. Si fa un po’ paonazzo il viso del giornalista di sinistra che in televisione sbraita contro, indovinate un po’, contro Silvio Berlusconi. Reo, questa volta, di essere “anziano”. Non più puttaniere, non più corrotto, non più in conflitto di interessi. Solo gravemente, inesorabilmente, colpevolmente Anziano.
Spengo la televisione, prendo in mano il Corriere della sera. Gian Antonio Stella è sempre una lettura interessante. Trovo un suo commento intitolato “Lo sviluppo siciliano affidato a un 94enne”. Pare desti scandalo il fatto che il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, abbia attribuito una consulenza sullo sviluppo economico e le politiche industriali non a suo cugino, ma a Domenico La Cavera, presidente onorario regionale di Confindustria. Nell’articolo si racconta anche tutta la storia di questo “anziano”, quella personale ( fu marito dell’attrice Eleonora Rossi Drago ) e quella politica, dalla famosa operazione milazziana e all’avversione nei confronti di Enrico Mattei fino alla scalata di Confindustria.
Ma non c’era un giovane, in tutta la Sicilia, si domanda Gian Antonio Stella, cui affidare quell’incarico? Sicuramente ce ne sarà stato anche più di uno, ma forse non avrebbe avuto le capacità e l’esperienza ( se conta ancora qualcosa ) del signore “anziano” in questione.
Qualche considerazione. La prima è così banale che c’è da vergognarsi a doverla proporre. E’ quella dei due pesi e due misure. Alle ultime elezioni regionali sono stati candidati dalla sinistra Margherita Hack, classe 1922, Dario Fo, classe 1926, Franca Rame, nata nel 1929. Quest’ultima era già diventata senatrice nel 2006, quando aveva 77 anni. Insieme a lei entrò a Palazzo Madama anche Lidia Menapace, nata nel 1924, allora quindi giusto 84enne. Si è mai sentito alzarsi un grido di dolore e di sdegno da parte dei bravi giornalisti di sinistra per questo scandalo? Si è mai pensato che i signori e la signore in questione fossero dei rimbambiti a causa dell’età?
Ma forse il caso più clamoroso fu quello di Enzo Biagi, un altro “ragazzo” nato nel 1920 e considerato uno dei più importanti giornalisti italiani. Biagi ha avuto la sfortuna di diventare suo malgrado un’icona della sinistra italiana che, in nome della libertà di stampa, interpretò come dovuto a una battuta di Berlusconi ( il famoso “editto bulgaro” ) un mancato rinnovo di un certo contratto di conduzione in Rai, contro l’offerta di un rapporto diverso. Era il 2002 ed Enzo Biagi, nato nel 1920, aveva 82 anni quando gran parte della sinistra italiana strillava a gran voce che senza la sua presenza in Tv in Italia non c’era più libertà. Ne aveva 87 quando, cinque anni dopo, accettò comunque un altro contratto in Rai e riprese a lavorare fino alla sua fine, quello stesso anno.
Si potrebbe anche aprire il capitolo dei Presidenti della repubblica. Per sottolineare non solo il fatto che in Italia si arriva a questa carica non prima di “una certa età”, ma anche che, quanto meno da Pertini in avanti, quello di Presidente è diventato un ruolo tutt’altro che “onorifico”. Un ruolo per cui servono intelligenza politica, grandi capacità di mediazione e magari anche un bel fisico tonico per girare l’Italia. Prendiamone due a caso. Carlo Azeglio Ciampi, classe 1920, divenne Presidente nel 1999, quasi ottantenne, e lo rimase fine a che non compì 87 anni. Giorgio Napolitano è nato nel 1925, è un 85enne stimato da tutti, svolge un ruolo indubbiamente politico con grande capacità e viene continuamente tirato per la giacchetta da chi, come Antonio Di Pietro, vorrebbe questo “anziano” ancora più decisionista. Nessuno gli ha mai chiesto di essere “più giovane”.
Così arriviamo al dunque. Essere giovani è forse un merito? Certo che no. E’ niente di più che un accidente della storia. E ogni giovane dovrebbe ben sapere che prima o poi anche lui sarà “anziano”. E’ un merito essere intelligenti, essere capaci, essere colti, essere gran lavoratori, saper far fruttare le proprie esperienze. Non è un merito essere giovani, essere belli, avere gli occhi azzurri e le cosce lunghe. Tutte cose invidiabilissime, ma che fanno parte della natura, o dell’attività del chirurgo estetico. Ma la politica, si dice, ha bisogno di un ricambio “generazionale”. Perché generazionale? Si potrebbe anche decidere che il giovane sindaco di Firenze, per esempio, se dovesse dimostrarsi incapace, possa essere sostituito con uno più anziano e più capace. Il ricambio dovrebbe prescindere dall’età, e anche dal sesso. Se una donna è cretina stia a casa, esattamente come un uomo. E allora, se essere giovani non è un merito, perché Silvio Berlusconi non dovrebbe ricandidarsi fino a che avrà la capacità di farsi eleggere e di governare? Puttaniere, corrotto, configgente, anziano. Che cosa c’è ancora da inventare? Ma mi faccia il piacere! avrebbe detto Totò. Anziano sarà lei. (il Predellino)
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7 commenti:
Immagino che ci abbia messo anche del tempo per scrivere tutte queste rifessioni...tanto tempo per dire queste castronerie??? Nessuna idea migliore?...che so ...fare l'uncinetto o cibarsi di televendite?....e io che l'ho pure letto tutto questo post, nella speranza che prima o poi dicesse qualcosa di sensato...
Vecchi di merda
Luisa mi dispiace che tu abbia perso del sonno per leggere l'articolo della Maiolo.
Spero che tu possa trovare in questo blog post più interessanti, se così non fosse, significa che hai sbagliato indirizzo.
Saluti
anonimi di merda
sarebbe una castroneria dire che forse non sarebbe male l'idea di affidare alcuni incarichi congiuntu ad un giovane ed un anziano.... con reciproco arricchimento.... o no?
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